I q
uattro candidati alle primarie del Partito Democratico, Gianni Cuperlo, Matteo Renzi, Gianni Pittella e Pippo Civati, in ordine di presentazione, hanno consegnato ieri alla commissione congressuale i loro documenti programmatici, quelli che una volta si chiamavano mozioni. I documenti sono relativamente brevi, intorno alle venti cartelle, con l’eccezione della mozione di Pippo Civati, che è molto più corposa delle altre, quasi il triplo. Civati si distingue anche per l’incipit: mentre gli altri candidati alla segreteria iniziano nella tipica contestualizzazione della situazione politica ed economica in cui si svolgono le primarie, il parlamentare monzese si rivolge direttamente agli elettori, come se il documento fosse concepito come forma di lettera alla base delle primarie del PD. Stupisce, se questo fosse stato il senso, la composizione di un documento così lungo. Al di là della forma, i documenti congressuali hanno sicuramente più punti in comune che di divisione. E’ forte l’enfasi verso il rinnovamento e la discontinuità, così come una presa di distanza verso le grandi intese con il Popolo della Libertà. Su questo punto le differenze in realtà sono più articolate, visto che il no secco di Civati non è certo simile alla riflessione più ponderata di Gianni Cuperlo. Il parlamentare brianzolo chiede subito nuove elezioni, richiesta condivisa anche dagli altri candidati, anche se in un’orizzonte temporale più lungo. Renzi si profila come il custode del bipolarismo, anche se i quattro candidati presenteranno una proposta condivisa di riforma elettorale, su richiesta esplicita del segretario uscente, Guglielmo Epifani.
L’idea di partito che trapela dai quattro documenti è piuttosto diversa. Renzi ripropone la “vocazione maggioritaria” di Walter Veltroni, tanto che il candidato premier potrà essere anche il nuovo segretario. Cuperlo vuole restituire un PD come perno di un nuovo centrosinistra, e ritiene incompatibile la carica di segretario con la candidatura alla presidenza del Consiglio. Per Civati il partito si deve allargare includendo forze alla sua sinistra come Sel, ed è ribadito con forza il no al doppio incarico. Per Pittella è centrale l’adesione al Partito socialista europeo, così come un forte recupero del PD al Sud, il territorio dove i democratici sono andati peggio alle ultime politiche. Per quanto riguarda le proposte programmatiche più incisive Renzi chiede un ripensamento del tetto europeo del deficit al 3%, mentre per Cuperlo il contenimento dell’indebitamento deve servire a recuperare risorse per le aree della società che stanno soffrendo maggiormente. Civati è il candidato più critico con gli errori nella gestione del partito in questi mesi, e vuole rilanciare il profilo del PD con il sostegno al reddito di cittadinanza e maggior incisività sulle politiche ambientali, con una maggiore centralità sui temi legati ai diritti civili rispetto agli altri candidati.
Ecco i link ai quattro documenti congressuali, cliccare sul sito per leggerli.
Gianni Cuperlo: Per la rivoluzione della dignità
Matteo Renzi: Cambiare Verso
Gianni Pittella: Il futuro che vale
Giuseppe Civati: Dalla delusione alla speranza