Posts tagged ‘Partito radicale’

aprile 17, 2020

CONTRO I RADICALI

di Giuseppe Giudice

Visualizza immagine di origine
mi riferisco ai “pannelliani” e suoi discepoli. Da segretario della FGS mi sono sempre rifiutato di formare documenti con i radicali. Non mi piaceva Loris Fortuna (della destra PSI) ….ho sempre pensato che per essere garantisti e difensori della dignità e libertà della persona umana bastava la tradizione socialista. Perchè c’è una profonda differenza tra il libertarismo dei socialisti e l’individualismo esasperato dei radicali. Essere socialisti libertari sia marxisti (come la Luxemburg o Lombardi) che non marxisti (come Rosselli) aveva il chiaro significato di contestare una deriva dispotica, dittatoriale (fino ai limiti della spietatezza sanguinaria) del socialismo. E quindi rivendicare una società in cui socialismo, democrazia e libertà della persona fossero fortemente interconnesse tra di loro. I radicali sono per una società radicalmente individualista ed ipercompetitiva (sono sostenitori accaniti del MES – in una visione molto simile a quella olandese. Sono mercatisti. Rosselli li avrebbe disprezzati . Ricordo Riccardo Lombardi (il quale diceva sempre che i diritti civili non possono mai essere separati da quelli sociali), che nel 1975 disse no alla richiesta del compianto Pannella di prendere la tessera del PSI. Certo Lombardi teneva molto al rapporto con i cattolici socialisti come Labor o Carniti. Ma esprimeva un punto di vista molto diverso dai radicali sull’uomo e e società. Ricordo che sul tema dell’aborto, in aperta polemica con Spadaccia, disse (difendendo la 194 – che i radicali rifiutavano perchè era per la totale libertà di aborto) che la depenalizzazione dell’aborto non poteva essere considerato un diritto civile (come il divorzio o il diritto di famiglia) quanto la risposta ad un problema sociale grave come l’aborto clandestino che colpiva prevalente donne più povere. Anche se la decisione finale andava lasciata alla donna (ma che avrebbe dovuto avere assistenza). Ma è solo un esempio. Il socialismo come lo intendevano Lombardi, De Martino, Basso, Foa , era una società fondata sulla piena capacità della persona di sviluppare liberamente la sua personalità, in un quadro di una società in cui fossero prevalenti i valori di cooperazione, e soprattutto in una società liberata dall’economicismo e dal produttivismo (come pensava Lombardi). La Bonino pensa invece ad una società dominata dalla logica delle Start-Up , radicalmente competitiva e mercatistica

aprile 9, 2013

Storace, un vero uomo!

La “battuta” (…) sull’omosessualità dell’ex deputata Pd Anna Paola Concia.

 

– grazie a @zeropregi
aprile 16, 2011

Formigoni se ne frega.

Roberto Formigoni sembra un po’ in difficoltà nel rispondere alle domande della Repubblica che gli chiedono conto dello scandalo firme false: la procura di Milano ha deciso infatti di procedere sul fascicolo, sulle denunce del partito Radicale che da quando le urne per le elezioni in Lombardia si sono chiuse afferma che tali elezioni furono radicalmente invalide perchè le liste a sostegno del governatore poi eletto erano state presentate con firme false.

FIRME FALSE – Formigoni, chiamato a rispondere sul giornale di oggi, nega ogni addebito, sostiene che i Pm sono in errore e che, anche se avessero ragione, succederebbe ben poco.

Roberto Formigoni, governatore della Lombardia, secondo la Procura lei è seduto su una montagna di quasi 800 firme false. Non è una posizione scomoda?
«Chi vince le elezioni lo decide il popolo e io sono stato eletto con una valanga di voti. È un anno che i Radicali la menano su una vicenda che la magistratura per quattro volte ha già giudicato insussistente. Il risultato è quattro a zero per noi».
La Corte d’Appello aveva escluso il suo listino dalle elezioni. È stato il Tar della Lombardia a riammetterlo.
«Finora tutti i gradi di giudizio hanno dato ragione a noi e non ai Radicali».

novembre 10, 2010

In rete lo spot a favore dell’eutanasia “Scelgo di non essere un malato terminale”.

L’associazione Luca Coscioni e il Partito radicale rilanciano il dibattito sulla “dolce morte” con il video già censurato in Australia. Telelombardia pronta a trasmetterlo, ma serve il via libera del Garante per le telecomunicazioni .

E’ una dichiarazione di 34 secondi, ma i suoi toni pacati preannunciano ben diverso clamore, quello che in Italia si scatena ogni volta che si parla di stati vegetativi, di fine-vita e soprattutto di eutanasia. I 34 secondi sono il cuore dello spot a favore della “dolce morte” che l’associazione Luca Coscioni e il Partito radicale hanno importato dall’associazione Exit International e già messo in rete nei loro siti internet. Il video, inoltre, dovrebbe passare anche in tv su Telelombardia, Antenna3 e Milanow, che si sono dette disponibili a trasmetterlo. In questo caso, però, la messa in onda è subordinata al parere dell’Authority per le telecomunicazioni alla quale le emittenti hanno chiesto il via libera. 

L’iniziativa è stata presentata oggi a Milano da Marco Cappato per i radicali, dal direttore di Telelombardia, Fabio Ravezzani e da Mina Welby, moglie di Piergiorgio, il malato di distrofia muscolare diventato un simbolo delle battaglie contro l’accanimento teraupetico (fu aiutato a morire nel 2006 da un medico poi prosciolto).I promotori cercheranno di trovare spazi anche sulle tv nazionale se ci saranno i fondi. L’associazione Coscioni si è impegnata a investire un euro per ogni euro raccolto per raddoppiare le possibilità di diffusione dello spot.

“Vogliamo infrangere un tabù che esiste per la politica e il potere, non per i cittadini – ha detto Marco Cappato – .  In Italia l’eutanasia non è un concetto giuridico; si parla di questioni come lo stop alle terapie vitali, il testamento biologico, temi che ruotano intorno al fine vita. Ma la gente sa cos’è l’eutanasia e non ha paura di questa parola, mentre la politica parla di altro e si inventa dettagli terminologici per far perdere all’opinione pubblica il senso della realtà”.

agosto 18, 2010

E’ morto Cossiga.

È morto Francesco Cossiga. Aveva 62 anni più di Giorgiana Masi.

agosto 17, 2010

Bisognava buttare le chiavi.

Marcello dell’Utri e Nicola Cosentino. Uno fondatore di Forza Italia e braccio destro di Silvio Berlusconi, l’altro coordinatore del Pdl in Campania ed ex sottosegretario all’economia, hanno partecipato all’iniziativa «Ferragosto in carcere», promossa dalla parlamentare radicale Rita Bernardini (gruppo Pd).

Possibile che  a nessuno è venuto in mente di ferlmarli in carcere e buttare le chiavi? Così, tanto per rendere l’aria più respirabile!

febbraio 9, 2010

Umbria, vince Catiuscia Marini

 Le primarie del Pd in Umbria finiscono con la vittoria di katiuscia Marini, ma anche con il successo di quella parte del partito che l’ ha sostenuta, degli ex diessini, delle mozioni Bersani e Marino e di una parte di Area democratica. Il testa a testa è stato più serrato del previsto ma alla fine riesce a prevalere su Gianpiero Bocci, ex Margherita, candidato che ha sparigliato i giochi ma non è riuscito a capovolgere le previsioni. «Arrivare a questo punto in una Regione rossa, con una campagna tutta giocata con la testa al passato, è stato comunque un miracolo» dice Beppe Fioroni, primo sponsor di Bocci. La Marini dovrà vedersela ora con la candidata del Pdl, Fiammetta Modena e con la radicale Maria Antonietta Farina Coscioni. Si può dire che vince il rinnovamento nella continuità, visto che la Marini, 42 anni, è il delfino di Maria Rita Lorenzetti, presidente uscente che ha cercato fino alla fine di avere una deroga allo statuto del Pd per un terzo mandato. A dato ormai acquisito, Verini, deputato di area Veltroniana, commenta: «È importante che il candidato sia stato scelto da 53 mila elettori. ». La Marini si prepara a «cercare di estendere la coalizione» all’ Udc e stappa lo champagne: «Sembrava impossibile rimettere in sintonia il Pd con i suoi elettori».

gennaio 10, 2010

I lupi non diventeranno mai agnelli.

La Polverini, smette i panni di donna equilibrata e politicamente corretta e veste i panni da governatore. Con una grinta tutta Berlusconiana, non trova altro di meglio di prendersela con la Campania e affermare che “Mai il Lazio sara’ come la Campania per lo smaltimento dei rifiuti. A costo di impegnarmi giorno e notte prometto che mai quelle scene faranno il giro del mondo riguardo la nostra regione”. Se questo è il programma politico di una finta buona figuriamoci il resto. La Polverini, che non ha perso un occasione per comparire in televisione a fare la brava sindacalista ha scitto una lettera a Storace in cui dichiara che la sua candidatura « avrà senso solo se avrò vicino te, i tuoi amici e camerati». Intanto dall’altro versante entro martedì si saprà se l’anti-Polverini sarà effettivamente Emma Bonino. Il  segretario regionale del PD, Alessandro Mazzoli, ha fatto sapere che il 12 gennaio alle 17, convocherà la direzione regionale del partito presso l’hotel Aran a Roma, per discutere se accettare la proposta di Bonino candidata unica del centrosinistra. Auguri Emma. I lupi restano lupi e non bastano un pò di comparsate per televisione per farli diventare agnelli.

dicembre 4, 2009

Tortora e Berlusconi, che differenza!

Alcuni anni fa il più popolare presentatore televisivo dell’epoca, Enzo Tortora, veniva arrestato con l’accusa di essere un componente della Nuova Camorra Organizzata, clan malavitoso facente riferimento a Raffaele Cutolo. Le accuse si basavano sulle dichiarazioni dei pregiudicati Giovanni Pandico, Giovanni Melluso detto “Gianni il bello”, Pasquale Barra, noto come assassino di galeotti quand’era detenuto e per aver tagliato la gola, squarciato il petto e addentato il cuore di Francis Turatello. L’accusa si basava, di fatto, unicamente su di un’agendina trovata nell’abitazione di un camorrista con su scritto a penna un nome che appariva  essere, all’inizio, quello di Tortora. Solo dopo sette mesi di carcere a Tortora vennero concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute. Dopo essere stato eletto deputato Europeo con le liste del Partito Radicale, Tortora venne condannato a dieci anni di carcere solo sulla base delle accuse dei pentiti. La Corte d’appello di Napoli rese giustizia al Presentatore assolvendolo con formula piena. il 17 giugno 1987, a quattro anni esatti dal suo arresto la corte di Cassazione confermò definitivamente la sentenza della corte d’appello. Molti all’epoca presero le distanze da Enzo Tortora e nessuno ad eccezione di  Enzo Biagi e poi tardivamente di Giuliano Ferrara si espresse pubblicamente a sostenere l’assurdità delle accuse rivolte al presentatore. Spero che le accuse di Spatuzza siano infondate quanto quelle di Pandico e gli altri accusatori di Tortora, ma comunque la differenza fra gli atteggiamenti nei confronti di Tortora e quelli di Berlusconi lasciano sconcertati. Berlusconi è stato assolto a prescindere dall’opinione pubblica indipendentemente da ogni riscontro. La stampa, la televisione, il mondo politico si indigna al solo sentire il nome di Spatuzza. All’epoca nessun garantista si pronunciò con altrettanto sdegno a favore di Enzo Tortora, nessuno chiesa la riforma della giustizia, nessuno si ricordò, a parte i radicali, dei precedenti penali degli accusatori. Eppure l’accusa contro Tortora era molto meno grave di quella nei confronti di Berlusconi e la magistratura non ha cominciato ancora a indagare. Peraltro di questo clima assolutorio sta godendo anche il senatore Dell’Utri già condannato in primo grado a nove anni di carcere. Tortora era solo un presentatore, Berlusconi è il padrone.