Posts tagged ‘Parkinson’

luglio 26, 2013

Colesterolo: sospendere farmaci espone a rischio Parkinson.

Smettere di assumere i farmaci anticolesterolo, come le statine, può far aumentare del 58% il rischio di sviluppare la di

Le statine sono i farmaci utilizzati nel controllo del . Lo scopo, come si sa, non è soltanto quello di ridurre gli eventuali livelli eccessivi ma, come conseguenza, proteggere dal di sviluppare una qualche legata all’apparato cardiovascolare o dal rischio vero e proprio di un attacco cardiaco.Parkinsons 300x225 Colesterolo: sospendere farmaci espone a rischio Parkinson

Chi è in cura con questo tipo di farmaci dovrebbe tuttavia evitare di sospenderne l’assunzione poiché potrebbe esporlo al serio rischio di sviluppare la di .
A mettere sull’avviso sono i ricercatori della National Taiwan University di Taipei, il cui studio è stato pubblicato su Neurology, la rivista medica dell’American Academy of Neurology (AAN). il dottor Jou-Wei Lin e colleghi, infatti, chi interrompe la cura vede aumentare del 58% il rischio di sviluppare la di – un rischio piuttosto elevato.

I ricercatori hanno coinvolto 43.810 persone che stavano assumendo farmaci a base di statine, e che non avevano ricevuto diagnosi di . Lo studio si è concentrato sugli effetti dell’interruzione della cura poiché proprio a Taiwan è politica il sospendere il trattamento una volta che sia raggiunto l’obiettivo di riduzione del – a differenza di altri Paesi in cui la cura prosegue anche se i livelli di raggiungono la norma.

Maggio 20, 2013

Parkinson: malattia che abbassa l’età di incidenza.

L’età dell’esordio della di si abbassa sempre più e, oggi, 10 malati su 100 hanno meno di 40 anni. Parte una Campagna di sensibilizzazione sul che culminerà con la Giornata Nazionale del 30 novembre e punta a far luce su una che non colpisce le sole fasce di anzianità
Parkinsons 300x225 Parkinson: malattia che abbassa letà di incidenza
Il è “sempre più giovane”. La che fino a poco tempo fa si credeva infatti colpire soltanto le persone anziane, mostra una specie di inversione di tendenza, andando a interessare fasce d’età sempre più basse, tanto che oggi 10 malati su 100 hanno meno di 40 anni.

«A differenza di quanto è stato ipotizzato sino a un recente passato – sostiene il Comitato Limpe e Dismov-Sin promotore della Giornata Nazionale del 30 novembre – il non è legato all’età avanzata».
Una recente ricerca britannica condotta dal prof. Colin Pritchard, poi, evidenzia come vi sia stato un’allarmante “epidemia nascosta” di aumento dei decessi neurologici tra il 1979 e il 2010 di adulti (sotto i 74 anni) nei paesi occidentali.

Maggio 11, 2013

Parkinson: prevenirlo mangiando peperoni.

Una nuova mostra che le , una famiglia di piante da fiore con qualche specie che produce frutti edibili che sono una fonte di , potrebbero avere un effetto protettivo contro il . Lo studio e’ stato pubblicato sulla rivista Annals of Neurology ed e’ opera della University of Washington di Seattle.parkinson 300x225 Parkinson: prevenirlo mangiando peperoni La suggerisce che mangiare cibi che contengono una piccola quantita’ di , come e pomodori, potrebbe ridurre il rischio i sviluppare questa malattia. Dallo studio e’ emerso che il consumo di vegetali, in generale, non incide sul rischio di mentre un aumento di consumo delle lo diminuisce. In particolare nel caso dei e soprattutto in quelle persone che non hanno mai assunto tabacco, perche’ contiene meno rispetto ai cibi considerati.

marzo 1, 2013

Salute: Parkinson, benefici da Stimolazione cerebrale Profonda (DBS)

Salute: Parkinson, benefici da Stimolazione cerebrale Profonda (DBS)

(ASCA) – Milano, 26 feb – Pubblicati sul New England Journal of Medicine, i risultati dello studio clinico ‘EarlyStim’ che dimostrano coma la terapia con Stimolazione Cerebrale Profonda (DBS – Deep Brain Stimulation) di Medtronic fornisca maggiori benefici per i pazienti con precoci complicazioni delle capacita’ motorie dovute alla progressione del Parkinson, se confrontati con il solo trattamento farmacologico ottimizzato.

Si e’ trattato del primo ampio studio multicentrico, randomizzato, controllato, che ha coinvolto e valutato pazienti affetti da Parkinson con complicanze motorie precoci: lo studio ha dimostrato che i pazienti trattati con la tecnica di stimolazione cerebrale profonda, in abbinamento al trattamento farmacologico ottimizzato, hanno riportato, a due anni di follow-up, un significativo miglioramento del 26% nella qualita’ di vita rispetto ad un peggioramento dell’1% nei pazienti trattati con la terapia farmacologica ottimizzata. Lo studio clinico ha coinvolto 251 persone affette dalla malattia di Parkinson in 17 centri di Germania e Francia, per un periodo totale di due anni.

La terapia utilizza un dispositivo medico impiantato chirurgicamente, simile a un pacemaker, che emette lievi impulsi elettrici in aree specifiche del cervello. La stimolazione elettrica di queste aree causa un miglioramento dei segnali motori nei pazienti con Parkinson e delle complicanze motorie associate all’assunzione di levodopa. La stimolazione puo’ essere programmata e calibrata con modalita’ non invasiva da medici esperti in modo da massimizzare il controllo dei sintomi e ridurre al minimo gli effetti collaterali. Oltre 100.000 pazienti in tutto il mondo hanno ricevuto una terapia con stimolazione cerebrale profonda di Medtronic.

dicembre 6, 2012

Studi nipponici su cellule staminali da cellule nervose per curare il Parkinson.

 

ottobre 28, 2012

Parkinson: nuova classe di composti che protegge cellule cerebrali.

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01:40 pm | Una nuova famiglia di composti chimici messa a punto dalla Northwestern University di Chicago e ancora nella fase iniziale dello sviluppo potrebbe essere molto promettente nel rallentare la…

28 ottobre 2012 / Leggi tutto »

agosto 18, 2012

Morbo di Parkinson: scoperta proteina-sentinella che protegge il cervello.

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01:35 pm | Scoperta la proteina-sentinella del cervello che difende dal morbo di Parkinson. L’ha individuata nei topi una ricerca guidata dai ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Neuroscienze (Inn) e pubblicata…

17 agosto 2012 / Leggi tutto »

gennaio 26, 2012

Parkinson: identificata una proteina che ne aggrava i sintomi.

Identificata una che aggrava i sintomi del morbo di . Una scoperta che potrebbe un giorno condurre a nuovi trattamenti per le persone che soffrono di questa devastante .

 

Pubblicata online Neuron, la ricerca promossa dall’Universita’ della California di San Francisco e dal Gladstone Institute descrive come una chiamata che normalmente aiuta a regolare l’attivita’ dei neuroni nello striato, la parte del cervello che controlla i movimenti nei modelli sperimentali del morbo di , contribuisca a innescare problemi sul controllo motorio. Il risultato e’ il deterioramento dei movimenti e della coordinazione motoria, i sintomi distintivi del che attualmente colpiscono piu’ di 10 milioni di persone. Gli scienziati sanno da tempo che un calo di , sostanza chimica importante nel cervello, e’ associato al .

gennaio 6, 2012

Osteoporosi: studio corna di cervo permette la traccia di una nuova teoria.

Dalle una nuova teoria sul ‘tarlo delle ossa’. La perdita di potrebbe significare che il non si attacca alle ossa e questo potrebbe causare l’.

 

Lo sostengono i ricercatori dell’University of Castilla-La Mancha (Spagna), che si sono ispirati proprio alle corna del re dei boschi per sviluppare la loro teoria, pubblicata su ‘Frontiers of Bioscience’. Proprio attraverso lo studio delle , i ricercatori suggeriscono che l’origine dell’ potrebbe non essere direttamente collegata alla mancanza di , ma piuttosto alla mancanza di un minerale essenziale per l’assorbimento del stesso. In particolare, gli scienziati ritengono che il ruolo chiave spetti al . Secondo Tomás Landete “precedenti studi sulle corna dimostrano che il è necessario per l’assorbimento del .

dicembre 21, 2011

Parkinson: studio su una proteina virale per contrastare la malattia.

Ricercatori britannici stanno sviluppando una innovativa per la cura del Parkison che punta a stabilizzare i , le centrali energetiche delle cellule. Lo studio, per ora realizzato in via sperimentale sui topi, e’ pubblicato sul Journal of Experimental Medicine.

Wei-Li Kuan e colleghi dell’Universita’ di Cambridge (Gran Bretagna) hanno individuato una , beta 2.7, capace di contrastare la degenerazione dei , che nella malattia di Parkison sono danneggiati e per questo portano alla perdita di neuroni dopaminergici, essenziali al corretto funzionamento del cervello.