Come riconoscere i campanelli di allarme dell’osteoporosi severa? Quali gli esami da consigliare e con quale frequenza eseguirli? Esiste un legame tra l’osteoporosi severa ed altre malattie? In che modo la fragilita’ ossea e’ in grado di modificare la vita delle persone che ne sono affette? Quale regime alimentare si raccomanda per contrastare questa patologia? Queste solo alcune delle domande sulle quali si concentra l’attenzione delle persone con fragilita’ ossea, quindi con osteoporosi a rischio di complicanze. Giunta alla sua terza edizione, la campagna ”Stop alle Fratture‘ si propone di sensibilizzare ulteriormente le persone affette da osteoporosi severa promuovendo le conoscenze sulla malattia e rispondendo ai numerosi quesiti posti dalle utenti attraverso l’iniziativa ”100 Medici”. Dal 2012, infatti, attraverso il sito dedicato http://www.stopallefratture.it, le utenti hanno avuto la possibilita’ di valutare il proprio rischio di frattura effettuando il DEFRA Test, strumento di autodiagnosi online, e poi inviare una domanda per email ad uno specialista, ed avere in risposta gratuitamente informazioni e chiarimenti sull’osteoporosi severa. Ad un anno dall’avvio del servizio, la conoscenza di questa malattia, che ogni anno in Italia e’ responsabile di circa 100.000 fratture di femore, e’ ancora assai limitata. La richiesta di informazioni riguarda vari aspetti della malattia: dal riconoscimento dei sintomi, al percorso appropriato per giungere alla diagnosi, alle terapie disponibili, ai comportamenti e agli stili di vita raccomandati, per finire con l’impatto che la fragilita’ ossea ha sulla qualita’ di vita delle persone affette. Di fronte alla diagnosi di osteoporosi severa le preoccupazioni maggiori riguardano le conseguenze nella vita di tutti i giorni e la presenza di disabilita’.
Osteoporosi severa: prosegue lo stop alle fratture con “100 medici”.
Ricerca UE internazionale usa organismi marini per combattere l’osteoporosi.
03:30 am | L’UE ha avviato un progetto integrato su vasta scala chiamato “BlueGenics” per combattere l’osteoporosi. Il progetto mira a trovare negli organismi marini i progetti genetici per nuovi farmaci…
15 dicembre 2012 / Leggi tutto »
Alzheimer: la protezione dall’osteoporosi arriva dalla vitamina D »
| Due studi diversi pubblicati entrambi su Journals of Gerontology, un solo risultato: la vitamina D protegge le donne di mezza età, oltre che dal rischio di osteoporosi, dal…
5 dicembre 2012 / Leggi tutto »
La proteina chiave che trasforma cellula staminale in cellula del grasso. Scoperta e descritta in USA.
Scoperto il meccanismo che trasforma le cellule staminali in cellule di grasso. Il processo avviene tramite la trasformazione di una proteina localizzata sulla superficie delle cellule, la endoglina, che ‘decide’ in quale tipo di cellula si trasformera’ una staminale.
Questo e’ quanto emerso da uno studio, condotto da Adam Reese dell’Universita’ del Delaware e presentato al meeting annuale della American Society for Biochemistry and Molecular Biology di San Diego. I risultati potrebbero avere risvolti importanti per i soggetti obesi. Per arrivare a queste conclusioni Reese ha studiato dal punto di vista biologico, con la supervisione della collega Anja Nohe, un gruppo di pazienti affetto da osteoporosi che perde massa ossea con l’avanzare dell’eta’: l’osso e’ un tessuto dinamico e attraverso questo processo di rimodellamento circa un quinto dello scheletro adulto viene sostituito ogni anno.
Dall’UCLA studio sulla correlazione tra colesterolo e osteoporosi.
HDL, LDL, diagramma (in inglese)
Il colesterolo implicato in patologie come l’osteoporosi e la perdita di densità delle ossa
Il colesterolo, ahimè, non fa male solo al cuore e alle arterie ma anche alle ossa. Questo era già stato suggerito da alcuni precedenti studi, tuttavia il collegamento non era mai stato chiarito.
L’osteoporosi, per esempio, colpisce un importante fetta della popolazione e il numero di pazienti pare essere in continuo aumento. E, a contribuire alla diffusione di questa malattia, che assume anche carattere invalidante, c’è anche il colesterolo. Con un collegamento diretto. Lo suggerisce un recente studio ad opera di ricercatori americani del David Geffen School of Medicine presso l’Università della California a Los Angeles (UCLA).
Nefrologia: un italiano su 7 soffre di reni.
In Italia circa una persona su sette (il 13% della popolazione) ha un grado d’insufficienza renale moderata, cioe’ una funzione renale dimezzata o piu’ che dimezzata rispetto alla norma. Ma in pochi, medici compresi, conoscono bene questa patologia.
Da questo muovono le nuove linee guida dell’Iss che affrontano, sotto forma di 29 quesiti clinici, i principali problemi relativi alla diagnosi, prognosi e terapia, con lo scopo di ampliare le conoscenze relative alla patologia ed eliminare, o almeno ridurre, la variabilita’ di comportamento clinico. Si tratta, come spiega l’istituto superiore di sanita’ in una nota, del primo documento italiano che tratta tutti gli aspetti della malattia da un punto di vista multidisciplinare. Vengono fornite risposte a quesiti relativi a test diagnostici e strumentali, fattori di rischio, comorbidita’, trattamento dell’ipertensione, delle malattie cardiovascolari, della dislipidemia, dell’uricemia, dell’ematuria, dell’osteoporosi dell’iperfosforemia. Vengono inoltre trattati temi quali la gestione territoriale della malattia da parte dei medici di famiglia, stili di vita, tempistica del deferimento dei nefropatici a specialisti nefrologi, metodi di informazione e supporto per pazienti e loro familiari.
Osteoporosi: studio corna di cervo permette la traccia di una nuova teoria.
Dalle corna di cervo una nuova teoria sul ‘tarlo delle ossa’. La perdita di manganese potrebbe significare che il calcio non si attacca alle ossa e questo potrebbe causare l’osteoporosi.
Lo sostengono i ricercatori dell’University of Castilla-La Mancha (Spagna), che si sono ispirati proprio alle corna del re dei boschi per sviluppare la loro teoria, pubblicata su ‘Frontiers of Bioscience’. Proprio attraverso lo studio delle corna di cervo, i ricercatori suggeriscono che l’origine dell’osteoporosi potrebbe non essere direttamente collegata alla mancanza di calcio, ma piuttosto alla mancanza di un minerale essenziale per l’assorbimento del calcio stesso. In particolare, gli scienziati ritengono che il ruolo chiave spetti al manganese. Secondo Tomás Landete “precedenti studi sulle corna dimostrano che il manganese è necessario per l’assorbimento del calcio.
Scienziati sviluppano analisi del sangue per monitorare carenza vitamina D
L’indebolimento del sistema immunitario è il risultato di una quantità insufficiente di vitamina D in circolo nell’organismo umano che potrebbe far aumentare il rischio di cancro e osteoporosi.
Un team di scienziati britannici ha però creato un nuovo test ematico super preciso in grado di determinare l’influenza che la dieta di una persona ha sulla sua carenza di vitamina D. Il test è descritto in due articoli del Nutrition Journal.
Dopo aver valutato i dati ottenuti in 20 anni di ricerca, i ricercatori hanno scoperto che mancava un legame chiaro tra la carenza di vitamina D e lo stato di salute e malattia. E qui entra in gioco il test
Coordinati dal professor Declan Naughton, i ricercatori della Kingston University di Londra hanno sviluppato il test in un periodo di cinque mesi, scoprendo come sia possibile distinguere varie forme di vitamina D assorbite dal corpo attraverso la dieta e la luce del sole (cioè la vitamina D12 e la vitamina D3) da composti ad esse strettamente legati.
“Molte persone sanno che la fonte principale di vitamina D è l’esposizione alla luce del sole perché gli esseri umani producono questo tipo di vitamina D naturalmente dall’azione del sole sulla pelle,” dice l’autore anziano dello studio, il professor Naughton del Dipartimento di Scienze della vita della Kingston. “Ma forse non tutti sanno che un altro tipo di questa vitamina si può trovare in alimenti come il salmone, lo sgombro, le sardine e il tuorlo dell’uovo. Il nostro nuovo test può misurare singolarmente tutte le forme della vitamina D che contano e, potenzialmente, aiutarci ad individuare con esattezza la causa di un’eventuale deficienza. Magari i soggetti hanno semplicemente bisogno di più sole o forse dovrebbero fare più attenzione alla dieta.”
Malattie uomo-donna: differenze tra i sessi.
L’ansia e la depressione sono donna, cosi’ come il rischio di malattie cardiovascolari e l’Alzheimer, mentre Parkinson e autismo si declinano al maschile. Sono alcune delle differenze che raccontano le particolarita’ dei suoi sessi nella loro risposta a malattia e farmaci, secondo le mappe stilate dalla medicina di genere, branca recente delle scienze biomediche.
Diversita’ che solo negli ultimi anni hanno iniziato a essere prese in considerazione, mettendo fine a discriminazioni che hanno nuociuto a entrambi i sessi. Basti pensare, come spiega Flavia Franconi, presidente del Gruppo Italiano Salute e Genere, che ”l’osteoporosi e’ stata studiatissima nelle donne, ma non si sa quasi nulla delle sue cause negli uomini. O la depressione, piu’ diffusa tra le donne, anche se tra i pazienti maschi si hanno piu’ suicidi”. Ecco un ‘atlante’ delle principali differenze a livello medico tra i due sessi.
– PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI: hanno sempre spaventato piu’ gli uomini, ma e’ un errore, giacche’ il 38% delle donne colpite da infarto muore nel giro di un anno, contro il 25% degli uomini. Nel mondo il 55% delle donne muore per infarto, ictus, embolia o trombosi, contro il 48% degli uomini.
– CANCRO AI POLMONI: dagli anni ’70, anche a causa del fumo, il rischio di tumore e’ diventato dal 20% al 70% maggiore nelle donne, a parita’ di sigarette.