di Beppe Sarno
Ancora una volta Salvini ci stupisce con una delle sue invenzioni apodittiche per salvare l’Italia dal disastro economico e dalla morsa del MES e della BCE.
Salvini fa sua una vecchia idea di Tremonti che il prof. Francesco Forte recentemente ha riproposto su “Critica Sociale” rivista del socialismo italiano fra le più antiche ed autorevoli.
La ricetta teoricamente è ineccepibile perchè consiste nell’offrire “titoli di Stato pensati esclusivamente per i cittadini italiani, come mezzo di finanziamento per raccogliere le risorse necessarie a coprire l’enorme deficit pubblico, creatosi per fronteggiare i costi della crisi economica e finanziaria conseguente alla pandemia.“(Fonte Brunetta in HP)
Ai due campioni della destra risponde efficacemente Renato Brunetta su Huffington Post, che non rinnegando una volta tanto la sua matrice socialista critica fortemente la proposta di Salvini e Tremonti definendolo efficacemente “Oro alla patria” Molto più modestamente anche io su un articolo in risposta ad una proposta analoga di Francesco Forte avevo espresso le mie riserve affermando ” “Certamente un investitore attento italiano o di qualsiasi altra nazione preferirà acquistare titoli tedeschi a zero rendimento piuttosto che titoli italiani con rendimenti appetitosi, perchè con i titoli tedeschi alla scadenza si è certi di recuperare almeno il capitale investito, mentre con i titoli italiani si corre il rischio di non trovare nemmeno quello.” Molto più efficacemente Brunetta critica la proposta definendola un rimedio peggiore del male per una serie di motivi: primo la dimostrazione di debolezza dello Stato che arriverebbe ai mercati finanziari; secondo diventerebbe uno strumento di destabilizzazione dei mercati finanziari che nulla porterebbe alla causa; infine un maggior costo per lo stato sicuramente non compensato dai mercati finanziari.
Mi dispiace per Tremonti di cui sono un estimatore, il quale si appoggia a Salvini nella sua ricerca di una “casa” politica dopo aver lasciato Forza Italia. Peccato, Tremonti è stato un buon ministro delle finanze, rispettato negli ambienti della finanza internazionale ma evidentemente, le sue ambizioni politiche lo hanno fatto rinunciare alla serietà e all’onestà scientifica (destino, purtroppo, comune nella storia a tanti intellettuali) ma il disegno del salvinismo è – dopo la grande crisi, e tenuto conto del consenso politico di cui gode – ben più pericoloso ed eversivo e pertanto le critiche di Brunetta, tenuto conto la schieramento politico di riferimento di brunetta appaiono quanto mai opportune e significative.
Beppe Sarno