| Un ormone con proprieta’ anti-diabetiche potrebbe ridurre i sintomi della depressione. La ricerca e’ stata effettuata sui topolini di laboratorio da parte di studiosi dello University of Texas… Leggi tutto »
Obesità: terapia al testosterone riduce il peso.
La terapia di rimpiazzamento testosteronica ha prodotto importanti risultati in termini di perdita di peso tra gli uomini che soffrivano di deficienza di questo importante ormone. I risultati dello studio di Farid Saad della Bayer Pharma di Berlino sono stati presentati durante il meeting annuale della The Endocrine Society che si e’ tenuto a Houston. “La sostanziale perdita di peso che abbiamo trovato nel nostro studio, una media di 16 chili, e’ stata una sorpresa”, ha dichiarato Saad.
Studi precedenti avevano evidenziato gli effetti di una terapia sostitutiva di testosterone nelle persone che avevano un deficit di questo ormone, ma avevano soprattutto evidenziato miglioramenti in termini di massa muscolare senza trovare perdita di peso. Nello studio sono stati coinvolti 255 pazienti di eta’ media di 61 anni (in un range da 38 a 83 anni). I trattamenti si sono protratti per un periodo di cinque anni con una iniezione al giorno. La media del peso e’ passata da 106 chilogrammi a 90 chili: la perdita di peso e’ stata registrata con continuita, con una riduzione complessiva del peso corporeo che dopo il primo anno e’ stata del 4 per cento e del 13 per cento dopo cinque anni.
Ossa forti: la vitamina D, il pro-ormone che non fortifica solo “l’impalcatura”.
I meno giovani lo ricordano: il cucchiaio di olio di fegato di merluzzo era un rito quotidiano, nel tempo reso più dolce e gustoso da aromi di agrumi o simili. Lo consigliavano il medico e il tam tam tra le neomamme, unite contro un nemico antico, il rachitismo, che rendeva fragili le ossa dei bambini e le faceva crescere storte e asimmetriche, simbolo di una povertà da scacciare. E invece era mancanza di sole e luce e quindi di vitamina D, come Huldschinsky scoprì nel 1919: i bambini con il rachitismo guarivano se esposti a raggi ultravioletti. Da allora, il livello di guardia sul valore della Vitamina D si è molto abbassato, confinandola a sola prevenzione per l’osteoporosi, la malattia delle ossa deboli, nella terza età. “Pensare che la Vitamina D serva solo alle ossa è come guardare la punta di un iceberg senza accorgersi di quello che c’è sotto, vale a dire il potere di difesa che ha per il sistema immunitario, la circolazione sanguigna e persino contro il cancro“, afferma Annamaria Colao, professoressa di Endocrinologia dell’Università Federico II di Napoli.
“Scovato il serbatoio segreto del tessuto adiposo”!
Un traguardo “storico”, tutto italiano. I ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche guidati da Saverio Cinti hanno scoperto che la cellula endoteliale è il “serbatoio” delle cellule staminali adipose. Una ricerca durata anni, alla quale gli studiosi italiani sono arrivati per primi con uno studio pubblicato su Cell Metabolism e che apre le porte a nuove terapie contro obesità, diabete e aterosclerosi.
“Abbiamo identificato la cellula che dà origine agli adipociti, mentre prima di oggi si vagava nel buio nella ricerca delle staminali del tessuto adiposo”, dice a Salute24 Saverio Cinti. Le staminali degli adipociti hanno un importanza cruciale “perché hanno molte proprietà rigeneratrici”. La novità è che adesso è nota la fonte di queste staminali, fatto che “renderà più semplice, ad esempio, comprendere il meccanismo adrenergico – dice Cinti – attraverso il quale, stimolato dal freddo, il tessuto bianco si trasforma in tessuto bruno”.
Aterosclerosi: ormone bersaglio delle terapie per contrastarla.
L’epcidina, ormone che regola i livelli di ferro nell’organismo, potrebbe essere un bersaglio delle terapie contro l’aterosclerosi.
A suggerirlo e’ uno studio presentato all’American Heart Association di Orlando (Stati Uniti) da Aloke Finn e Omar Saeed, ricercatori dell’Emory University School of Medicine (Atalanta, Usa). Esperimenti condotti sugli animali hanno dimostrato di poter ridurre la produzione di epcidina, causa un calo del ferro presente nei globuli bianchi a livello delle placche aterosclerotiche. Questo meccanismo promuove la rimozione del colesterolo responsabile dell’aterosclerosi.
Pediatria: ad un sonno prolungato corrisponde una crescita maggiore di statura.
Quando i bebe’ fanno tanti riposini e dormono piu’ ore del solito vuol dire che il loro corpo si sta allungando, cresce di statura
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E’ quanto dimostra uno studio condotto da Michelle Lampl, della Emory University di Atlanta, i cui risultati saranno pubblicati sulla rivista Sleep. L’esperta ha esaminato, coinvolgendo i rispettivi genitori, il sonno di 24 bebe’, dalla nascita fino al 17/o mese di vita.La ricercatrice ha chiesto ai genitori di tracciare un diario dettagliatissimo del sonno dei figli e poi ha esaminato i neonati a piu’ riprese per vedere la loro crescita ed evidenziare episodi di crescita ‘repentina’.
Lo scheletro non smette mai di svilupparsi.
Lo scheletro si sviluppa anche da adulti, e l’ormone della crescita ha un ruolo importante a tutte le età, non solo durante l’infanzia: è quanto ha affermato questa mattina Andrea Giustina, professore di Medicina Interna all’Università di Brescia e Responsabile del Servizio di Endocrinologia e del Centro Osteoporosi dell’Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia, durante l’incontro di presentazione del decimo Congresso nazionale della società scientifica SIOMMMS-Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro, che si terrà a Brescia fino al 2 ottobre. La scoperta arriva da alcune ricerche, tuttora in corso, che l’equipe della Cattedra di Medicina Interna dell’Università di Brescia – Servizio di Endocrinologia Spedali Civili presenterà in questi giorni al congresso, alcune delle quali sono già state pubblicate sulla rivista Endocrine Reviews.
Contrariamente a quanto si pensava, spiega Giustina, l’ormone della crescita non è attivo soltanto nei bambini per alimentarne il processo di sviluppo, ma anche negli adulti, nei quali è uno degli elementi che regolano la vita dello scheletro. Dalle ricerche condotte dall’Università di Brescia in collaborazione il Policlinico Gemelli di Roma, il St. Francis Medical Center di Hartford (Usa), la Columbia University di New York, gli Ospedali di Mantova e San Marino, emerge che anche nell’adulto il sistema endocrino regolato dall’ormone della crescita stimola il metabolismo osseo incitando le cellule osteoblaste alla produzione di nuovo osso: “Queste ricerche – spiega Giustina – hanno particolare rilevanza clinica in quanto la carenza dell’ormone della crescita si riscontra non solo dopo interventi chirurgici sull’ipofisi ma anche, molto spesso, dopo eventi purtroppo sempre più frequenti come traumi cranici da incidenti stradali, oppure in situazioni naturali come l’invecchiamento”. È stato poi dimostrato, conclude Giustina, che il difetto di produzione dell’ormone della crescita in età adulta è all’origine della perdita della massa ossea, e quindi causa di osteoporosi con elevato rischio di fratture da fragilità. (ASCA)