Posts tagged ‘obesità’

aprile 21, 2020

L’alimentazione corretta al tempo del coronavirus.

Prof.ssa Simona Bertoli

Responsabile Centro Ambulatoriale Obesità

Le domande che in tanti si stanno ponendo in questo periodo circa l’alimentazione sono:

  • esiste una dieta che ci aiuta a difenderci dall’infezione del Covid-19?
  • deve cambiare la nostra dieta e in che modo?

Purtroppo al momento non conosciamo bene questo virus e sappiamo poco delle sue caratteristiche e degli alimenti che potrebbero prevenirlo e combatterlo.

NUTRIENTI CHE AIUTANO IL SISTEMA IMMUNITARIO

Tuttavia possiamo aiutare il nostro sistema immunitario attraverso l’assunzione di nutrienti specifici o di alimenti ricchi di nutrienti funzionali. In particolare, per alcune vitamine (Vit. A, C, E e D), per alcuni micronutrienti (zinco e selenio) e per i probiotici sono state dimostrate proprietà immuno-stimolanti.

LA VITAMINA C

Oltre 140 studi su animali suggeriscono che la vitamina C può prevenire o alleviare i sintomi di infezioni causate da batteri, virus e protozoi. Nel raffreddore per esempio la vitamina C sembra ridurre la durata dei sintomi.

Gli effetti della vitamina C contro le infezioni devono essere ulteriormente indagati: a oggi, infatti, solo due studi hanno dimostrato un beneficio terapeutico della vitamina C per i pazienti con polmonite.

LEGGI ANCHE: CORONAVIRUS E VITAMINA C, STOP ALLE BUFALE

gennaio 23, 2015

Diabete e obesità: 12 ore di digiuno, la dieta dell’orologio.

Per stare in forma e non prestare il fianco a condizioni come obesità, diabete e colesterolo alto è importante mangiare nell’arco di 12 ore e digiunare nelle successive 12. In sostanze, è severamente vietato l’accesso libero e sregolato a frigorifero e dispensa. diabeteA sostenere che rispettare una finestra temporale di 8-12 ore entro cui mangiare per stare in linea è un gruppo di studiosi del Salk Institute di La Jolla, in California (Usa) supervisionati da Satchidananda Panda, che sulle pagine di Cell Metabolism spiegano che per avere un organismo e un metabolismo in salute è fondamentale permettere all’organismo di smaltire ciò che è stato introdotto, indipendentemente dalla tipologia di alimento, e che per fare questo il nostro organismo ha bisogno di almeno 12 ore.

Come spiega Panda “la maggior parte dei consigli sul dimagrimento riguardano il cambiare alimentazione e il mangiare in modo più sano -. Ma molte persone non hanno accesso a una dieta salutare. Allora ci siamo chiesti: si può trarre qualche beneficio per il benessere dell’organismo dal praticare un’alimentazione che abbia dei limiti temporali nell’arco della giornata?”

Gli studiosi hanno sottoposto per 38 settimane tre gruppi di topi a tre diete differenti (ricca di grassi; ricca di grassi e saccarosio; ricca di fruttosio). In ogni gruppo alcuni topolini potevano cibarsi per sole otto ore al giorno, altri per 12 ore e altri potevano arrivare anche a superare le 15 ore al giorno, mangiando praticamente ogni volta che volevano nell’arco delle 24 ore.

Dati alla mano i ricercatori hanno così rilevato che indipendentemente dal tipo di dieta seguita (a base di grassi, grassi e saccarosio o solo fruttosio) i topi la cui alimentazione era stata limitata a un arco di tempo di 8-12 ore avevano sviluppato meno grasso corporeo ed erano più in salute rispetto ai “colleghi” che avevano avuto libero accesso al cibo per tutto il giorno. E i risultati – spiegano i ricercatori – sono stati confermati nonostante il quantitativo di calorie totali introdotte fosse il medesimo.

ottobre 15, 2013

Colesterolo “buono” (HDL) diventa cattivo in assenza di attività motoria adeguata

 

 

 

Gli scienziati scoprono che il colesterolo HDL può comportarsi male nelle persone sedentarie o che fanno poco movimento, esponendole a maggior ragione al rischio di malattie cardiache, nonché obesità e alti livelli di trigliceridi……

settembre 29, 2013

Dolcificanti ‘amari’ per cervello che desidera lo zucchero.

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I dolcificanti ipocalorici o a zero calorie aumentano il desiderio di zucchero e quindi portano di fatto al consumo di una maggior quantità di cibi ipercalorici vanificando gli sforzi di chi è a dieta.

Lo rivela uno studio sul Journal of Physiology di Ivan de Arujo della Yale University. Non è la prima volta che i dolcificanti finiscono sotto accusa: un lavoro apparso di recente sulla rivista Trends in Endocrinology & Metabolism ha evidenziato che i dolcificanti non aiutano a dimagrire né a prevenire l’aumento di peso; anzi aumentano il rischio di malattie cardiovascolari, diabete, obesità al pari se non di più del normale zucchero. L’autrice di questo studio, Susan Swithers della Purdue University, suggeriva proprio che i dolcificanti non riescono a placare il fisiologico desiderio di dolce del cervello, aumentando la voglia di dolce e portando nel complesso a mangiare di più.

luglio 31, 2013

Steatosi epatica: in età pediatrica mina la salute del cuore.

Uno studio della Sapienza su bambini obesi con accumulo di grasso nel fegato rivela sia funzionali che morfologici a livello cardiaco. Lo studio, pubblicato su ‘Hepatology’, rivista dell’Associazione Americana per lo studio delle malattie del fegato, e’ frutto della collaborazione dei Dipartimenti di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile, Scienze della Salute Pubblica e Radiologia di Sapienza Universita’ di Roma insieme all’Istituto di Farmacologia Traslazionale del Cnr. La causa piu’ frequente di malattia nei bambini e’ la non alcolica (Nafld), comunemente conosciuta come fegato grasso. I dati sulla popolazione pediatrica mondiale mostrano come questa patologia colpisca fino al 17% dei bambini sani e al 50 % di quelli obesi.steatosi 300x200 Steatosi epatica: in età pediatrica mina la salute del cuoreLa Nafld e’ quindi una patologia emergente, che comprende un ampio spettro di condizioni epatiche; dalla semplice , alla con necro-infiammazione e fibrosi piu’ o meno avanzata (condizione nota anche come non-alcolica (Nash), fino alla cirrosi. I ricercatori della Sapienza, coordinati da Lucia Pacifico, hanno dimostrato che in eta’ pediatrica la non alcolica si associa a una precoce alterazione della funzionalita’ cardiaca indipendentemente dai tradizionali fattori di rischio cardiovascolare. I risultati hanno evidenziato che nei piccoli pazienti con Nafld il danno cardiaco, inizialmente asintomatico, e’ caratterizzato da un’alterazione della funzionalita’ diastolica e sistolica del ventricolo sinistro. La gravita’ di tali anomalie diventa maggiore quanto piu’ severo e’ il danno epatico. La ricerca e’ stata condotta su un campione di 126 bambini di cui 108 obesi (54 con evidenza di Nafld e 54 senza) e 18 bambini normopeso. I piccoli sono stati sottoposti a sofisticati esami ecocardiografici come il tissue doppler imaging, e la risonanza magnetica nucleare dell’addome per misurare la frazione di grasso epatico e valutare la distribuzione del grasso addominale. Tra i bambini con Nafld, 41 sono stati sottoposti ad agobiopsia , permettendo cosi’ la diagnosi istologica e la valutazione della severita’ del danno epatico. Paragonati ai bambini obesi senza coinvolgimento epatico, quelli obesi con Nafld mostravano segni ecocardiografici di disfunzione cardiaca, sia diastolica che sistolica. Inoltre, tra i 41 pazienti sottoposti alla biopsia, i 26 bambini con diagnosi di non alcolica mostravano alterazioni funzionali cardiache ancor piu’ gravi dei 15 bambini con semplice . E’ emerso infine il dato che le anomalie cardiache risultano essere indipendenti dai tradizionali fattori di rischio cardiovascolare come il sovrappeso e l’obesita’, l’ipertensione e l’insulino-resistenza. Le conclusioni dello studio aggiungono un importante tassello alla valutazione diagnostica del piccolo paziente con Nafld, confermando e dimostrando come questa tipologia di pazienti debba essere esaminata e trattata con un approccio multi-disciplinare e lungimirante, in modo da prevenire sia l’evoluzione del danno epatico sia del danno cardio-vascolare. “L’importanza di un intervento di prevenzione su un target di giovanissima eta’ – spiega Lucia Pacifico – ha notevoli risvolti in termine di salute pubblica, fondamentalmente per due ragioni.

giugno 30, 2013

Diabete: esercizi moderati per ridurre grasso addominale.

di moderata intensita’ possono ridurre il che si accumula intorno al cuore, nel fegato e nell’addome delle persone con mellito di tipo due, anche non modificando per niente la propria alimentazione.Diabetes tipe 2 300x196 Diabete: esercizi moderati per ridurre grasso addominale
A dirlo uno studio dell’Universita’ di Leiden, Paesi Bassi, pubblicato sulla rivista Radiology. Finora, erano poco chiari gli effetti dell’esercizio fisico sui depositi grassi degli organismi dei pazienti con . Per il nuovo studio, i ricercatori hanno usato la risonanza magnetica per immagini per capire questi effetti. Dodici pazienti di eta’ media 46 anni, sono stati sottoposti a sei mesi di un programma di di 3,5 e sei ore alla settimana, con due sessioni di resistenza e due di potenza. I risultati hanno mostrato che le funzioni cardiache non mutavano ma c’era una significativa riduzione nel volume di nell’addome, nel fegato e intorno al cuore, che e’ un attore di rischio cardiovascolare.

giugno 29, 2013

Lipo chimica: ultimo ritocco prima della prova-costume.

Via la cellulite con la . E’ il nuovo trend per l’estate 2013, un trattamento che promette di scogliere gli accumuli di senza l’aiuto della chirurgia. A descriverlo è il chirurgo estetico Giulio Basoccu, responsabile della divisione di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva dell’Istituto neurotraumatologico Italiano (Ini), che spiega come “in Italia la è il trend del momento, per le donne tra i 30 e i 40 anni”.liposuzione 300x181 Lipo chimica: ultimo ritocco prima della prova costume
“La nuova metodica, chiamata anche – aggiunge Basoccu – è caratterizzata dall’infiltrazione di particolari soluzioni acquose in grado di determinare lo scioglimento delle di . La novità sta nel tipo di sostanza infiltrata, nei protocolli di trattamento personalizzati per ciascuna paziente e nello strumentario specifico utilizzato, che permette con aghi lunghi e molto sottili di infiltrare a ventaglio le aree sede di accumulo adiposo. Il trattamento – sottolinea l’esperto – è assolutamente ambulatoriale, privo di rischi, può essere eseguito su ogni distretto corporeo, dall’addome, alle cosce, dai fianchi alle braccia, fino al doppio mento. Nelle 48 ore successive è necessario idratarsi molto, bevendo molta acqua, così da facilitare l’eliminazione del mobilizzato con la lipolisi”.

giugno 22, 2013

L’obesità è una malattia.

La scelta dell’Associazione dei medici americani di dichiarare l’ una malattia e obbligarne la diagnosi va nella direzione giusta. Dobbiamo iniziare a trattare questi pazienti, in Italia il 10% dei connazionali è obeso e il 35% è sovrappeso, come affetti da una vera patologia che va affrontata con tutti i trattamenti a disposizione, anche i farmaci. Molecole che agiscono sull’appetito, ma in Italia su questo fronte siamo ancora indietro”.obesity 300x240 Obesità: USA avanti con le cure, Italia indietro Ad affermarlo all’Adnkronos Salute è Federico Vignati, segretario della Società italiana dell’ (Sio) che commenta così la decisione dell’American Medical Association (Ama) che per la prima volta ha dichiarato l’ una malattia.

 

 

 

giugno 16, 2013

I dieci comandamenti per prevenire il tumore.

L'elenco, stilato dagli specialisti del Policlinico Gemelli. Al primo posto, no al fumo

Specialisti del Policlinico Gemelli in piazza per la prevenzione contro il cancro. Dodici le regole per ridurre al minimo il rischio di ammalarsi di tumore: dallo stop al fumo alla tintarella sicura, passando per l’attenzione al consumo di alcol e per la lotta ai chili di troppo.
Il Dodecalogo della prevenzione è stato presentato in occasione della prima tappa della manifestazione Gemelli insieme.
«Sebbene sia difficile fare una stima precisa della riduzione globale del rischio tumori che si può ottenere seguendo i corretti stili di vita suggeriti dal dodecalogo – spiega Carlo Antonio Barone, direttore dell’Unità operativa complessa di Oncologia medica del Gemelli – perché l’incidenza dei vari tumori è diversa, una percentuale ragionevole di questa riduzione potrebbe essere intorno al 30% circa».

LE REGOLE Prima regola: non fumare.
Seconda: tieni d’occhio la bilancia; si stima infatti che circa il 30-40% dei tumori siano riconducibili a scelte alimentari non corrette.
Terza: fare esercizio fisico. Contrasta l’obesità e le malattie correlate, tumori compresi. Quarta regola: mangiare ogni giorno frutta e verdura, e limitare il consumo di alimenti contenenti grassi di origine animale.
Quinta regola: attenzione agli alcolici, che aumentano il rischio di tumori specialmente del cavo orale, della faringe, della laringe e dell’esofago, nonchè del fegato.
Sesta regola: tintarella sì, ma protetti: l’esposizione ai raggi ultravioletti (Uv), in particolare quelli di tipo B, rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo del melanoma.
Settima regola: prestare attenzione ai ‘nemici’ dispersi nell’ambiente.
Ottava regola: alcuni tumori si possono riconoscere prestando attenzione a segnali che il corpo ci manda; è bene rivolgersi a un medico se si nota presenza di una tumefazione, una ferita che non guarisce, neo che cambia forma, sanguinamenti anormali. persistenza di sintomi quali tosse, raucedine, acidità di stomaco, difficoltà a deglutire, perdita di peso, modifica delle abitudini intestinali e urinarie.
Nona regola: Le donne possono proteggersi dal tumore del collo dell’utero partecipando a programmi di screening attraverso l’effettuazione del Pap-test ogni tre anni nella fascia di età fra i 25 e i 64 anni. Oggi è disponibile un vaccino preventivo contro i più comuni tipi di Hpv ad alto rischio, responsabili del 70% dei tumori del collo dell’utero.
Decima regola: la prevenzione, fondamentale anche per il tumore del seno: oltre il 90% dei tumori della mammella viene scoperto autonomamente mediante l’autopalpazione; a questa semplice pratica si aggiunge l’RX mammografia che rappresenta l’esame diagnostico fondamentale utilizzato nei programmi di screening.
Undicesima regola: un altro big killer tra i tumori, il cancro del colon retto, si può prevenire con due esami, il test per la ricerca del sangue occulto fecale in prima istanza e la colonscopia nei soggetti risultati positivi a detto test.
Dodicesima e ultima regola: è importante prevenire l’infezione da virus dell’epatite virale B (Hbv) ed epatite virale C (Hcv) che sono le principali cause di epatite acuta e cronica, cirrosi e carcinoma epatico.

Maggio 21, 2013

Scoperto il batterio che può contrastare l’obesità, e vive nascosto nell’intestino.

Si chiama e vive nel muco
L’ e i problemi metabolici ad essa associati potrebbero essere contrastati grazie ad un batterio che vive nell’intestino. Il suo nome è e a svelare le sue potenzialità è uno studio pubblicato si Pnas da un gruppo di ricercatori provenienti dalle Università di Helsinki (Finlandia), Wageningen (Paesi Bassi) e Lovanio (Belgio).
Akkermansia muciniphilia 300x164 Scoperto il batterio che può contrastare lobesità, e vive nascosto nellintestino
Recentemente gli stessi scienziati hanno scoperto che sia nei topi che nell’uomo tanto più questo batterio è abbondante, tanto minore è il peso corporeo. Questo nuovo studio ha dimostrato che i suoi livelli diminuiscono nei topi obesi o affetti da diabete di tipo 2. Non solo, un’alimentazione arricchita di prebiotici – sostanze che stimolano la crescita dei batteri amici della salute – normalizza i livelli del batterio e migliora il profilo metabolico degli animali. Infine, un trattamento a base di A. muciniphila contrasta i disturbi metabolici indotti da un’alimentazione ricca di , accumulo di adipe, infiammazione e resitenza all’insulina inclusi.

A. muciniphila vive all’interno dello strato di muco che riveste la parte intestinale, dove è responsabile della degradazione di note con il nome di . La somministrazione ai topi obesi contrasta proprio la riduzione di questo strato di muco indotta dall’alimentazione aumentando, allo stesso tempo, i livelli intestinali di endocannabinoidi, molecole che partecipano al controllo dell’infiammazione, della sensibilità all’insulina e del metabolismo dei e dell’energia.