Posts tagged ‘neoplasie’

luglio 11, 2013

Tumore al colon-retto: con 52.000 diagnosi stimate nel 2012 risulta il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana.

Colorectal cancer 300x240 Tumore al colon retto: con 52.000 diagnosi stimate nel 2012 risulta il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana

Migliora la sopravvivenza dei pazienti che ne sono colpiti e a 5 anni dalla diagnosi la sopravvivenza stimata è pari al 64%, grazie ai miglioramenti terapeutici e alla diagnosi precoce. Recentemente, al Congresso della Società Americana di Oncologia (ASCO), sono stati presentati i risultati di diversi studi randomizzati, tra i quali FIRE-3.

Il Prof. Francesco Di Costanzo analizzando i risultati dello studio FIRE-3 afferma che “al momento non cambierà la nostra pratica clinica e si aspettano maggiori dati in grado di risolvere il quesito clinico di quale sia il miglior biologico in prima linea da associare alla chemioterapia” Lo screening e la diagnosi, che rappresentano due aspetti importanti per organizzare una miglior strategia terapeutica, sono stati i temi al centro del 15° Congresso mondiale sui tumori gastrointestinali organizzato dall’ESMO (Società Europea di Oncologia Medica) dal 3 al 6 luglio a Barcellona. Si tratta del principale evento mondiale nel settore relativo ai tumori maligni che interessano ogni componente del tratto gastrointestinale. Milano, 11 luglio 2013 – Il tumore del colon-retto è in assoluto il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana, con quasi 52.000 diagnosi stimate nel 2012. “In Italia l’incidenza delle neoplasie del colon-retto è di circa 48-50mila casi ogni anno,” – dichiara il Prof. Francesco Di Costanzo, Direttore Oncologia Medica Ospedale Careggi di Firenze – “e circa 22mila pazienti presentano la malattia in fase avanzata o metastatica”.

Maggio 14, 2013

Mieloma multiplo: nuovo farmaco in fase di sperimentazione.

l Gruppo ha annunciato che il nuovo antitumorale proprietario, , e’ oggetto di uno studio internazionale di fase I nel a Bergamo e in Israele. Il farmaco, generato grazie anche a una collaborazione con l’Istituto Ronzoni di Milano, inibisce un enzima, l’, che gioca un ruolo molto importante per la crescita e la diffusione . L’ – spiega una nota della – e’ un bersaglio farmacologico tuttora poco esplorato e la sua inibizione potrebbe avere una grande rilevanza nella terapia del cosi’ come di alcune malattie infiammatorie. mieloma multiplo 300x199 Mieloma multiplo: nuovo farmaco in fase di sperimentazioneLa sperimentazione avverra’ nel Dipartimento di Ematologia e dell’Unita’ di Trapianto del Midollo dell’ Azienda Ospedaliera Giovanni XXIII di Bergamo, diretto da Alessandro Rambaldi e nella Divisione di Ematologia, Trapianto di Midollo e Banca del Cordone Ombelicale del Chaim Sheba Medical Center a Tel Hashomer (Israele) diretto da Arnon Nagler. La nuova molecola – sottolinea Sigma Tau – si e’ dimostrata efficace in diversi modelli preclinici di ematologiche ( e linfomi) e di alcuni tumori solidi, quali i sarcomi o le metastasi ossee. Il piano di sviluppo prevede lo studio del farmaco, da solo o in associazione, in diversi tumori oltre al , grave neoplasia ematologica che in molti casi non trova ancora una risposta terapeutica efficace.

aprile 2, 2013

Ultrasuoni per “bombardare” i tumori ossei.

Si chiama (Focused Ultrasound Surger), a , ed è un’attrezzatura del valore di 1.250.000 euro che da dicembre è utilizzata all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna per il trattamento sperimentale con di alcuni osteoarticolari: primitivi dello scheletro e metastasi di altre . Focused Ultrasound Surgery 300x225 Ultrasuoni per bombardare i tumori ossei   Nuovo Rizzoli   La presentazione è avvenuta durante l’inaugurazione della ristrutturazione dell’ospedale che ne anche ha ampliato anche la superficie.Tremila metri quadrati di nuova costruzione e quattromila di ristrutturazione pesante, per un totale di 18 milioni di euro di investimento, che hanno cambiato volto all’Ala Moderna dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, il cosiddetto Monoblocco che dagli anni ’50 affianca la sede storica di San Michele in Bosco.

marzo 20, 2013

Frontiera nanofarmaci anti-cancro, risultati per seno e pancreas.

Mauro Ferrari, esperto mondiale di nanomedicinaMauro Ferrari, esperto mondiale di nanomedicina

    Come dei Tir o dei droni, ‘trasportano’ il loro carico, in questo caso un farmaco, direttamente al cuore del bersaglio da colpire, vale a dire la cellula tumorale. Sono nanoparticelle hi-tech, in grado di superare le barriere difensive del cancro finora impermeabili alla tradizionale chemioterapia. Una frontiera per la lotta ai tumori gia’ divenuta, in parte, realta’: i nanofarmaci si sono dimostrati efficaci contro il cancro al seno e, per la prima volta, hanno fatto registrare un risultato significativo contro il cancro al pancreas, la neoplasia a prognosi piu’ infausta.

A fare il punto sulle potenzialita’ dell’innovazione tecnologica in oncologia e’ Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston ed uno dei maggiori ricercatori mondiali nel campo della nanomedicina, in occasione di un convegno promosso dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). Le nanoparticelle, spiega, ”che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori, +33%, e senza danneggiare i tessuti sani”. Uno di questi nanofarmaci, il paclitaxel, e’ gia’ utilizzato con successo nel cancro al seno, con un aumento della sopravvivenza ad un anno del 65%. Ma la novita’ e’ che oggi ”per la prima volta – sottolinea il presidente Aiom Stefano Cascinu – siamo di fronte ad un sensibile passo avanti nel trattamento del cancro al pancreas. In uno studio di fase III, il nuovo nanofarmaco ha infatti fatto registrare un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni”. Il farmaco dovrebbe arrivare in Italia con tale indicazione nel 2014.

ottobre 24, 2012

Tumori del rene: stop al fumo per diminuirne l’incidenza fino al 28%.

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01:51 am | Il fumo è uno dei più importanti fattori di rischio per il tumore al rene. Ed è la causa del 50% delle neoplasie della vescica. Azzerare il vizio…

24 ottobre 2012 / Leggi tutto

aprile 13, 2012

Cellule gliali: la scoperta delle origini di queste cellule.

Una nuova ricerca sul modello animale ha permesso di individuare il fattore che attiva la differenziazione delle in , che costituiscono l’80 per cento di quelle presenti nel cervello. La scoperta apre la strada a una migliore comprensione dei meccanismo di insorgenza delle cerebrali ed eventualmente anche di possibili trattamenti terapeutici.
Le rappresentano la popolazione più numerosa tra quelle che compongono il cervello, ma le modalità della loro generazione, la gliogenesi, è rimasta in gran parte sconosciuta. In un nuovo studio condotto presso il Baylor College of Medicine i cui risultati sono ora pubblicati sulla rivista “Neuron”, è ora stata identificata una nuova cascata trascrizionale che controlla alcuni stadi della gliogenesi a partire da .
“Tutti conoscono i neuroni, le che elaborano e trasmettono le informazioni nel sistema nervoso centrale, mentre le sono per gran parte sconosciute, pur rappresentando l’80 per cento delle del cervello e costituendone la struttura di sostegno, oltre ad avere un ruolo nella neurotrasmissione, nella formazione della guaina mielinica agli e della barriera ematoencefalica”, ha spiegato Benjamin Deneen, professore di neuroscienze del BCM.

settembre 19, 2011

TUMORI: OVAIO, CELLULE NEOPLASTICHE FLUORESCENTI PER CHIRURGIA AD ALTA PRECISIONE

TUMORI: OVAIO, CELLULE NEOPLASTICHE FLUORESCENTI PER CHIRURGIA AD ALTA PRECISIONE

 

Illuminare le cellule del cancro ovarico due ore prima dell’operazione di rimozione, così da riuscire a individuare anche formazioni neoplastiche molto piccole: la nuova tecnica, pubblicata su Nature Medicine, promette di diventare rivoluzionaria nel campo del trattamento chirurgico del cancro all’ovaio, neoplasia molto invasiva e altamente mortale perché spesso viene scoperta a uno stadio già avanzato.

La metodica, messa a punto dai ricercatori della Purdue University (Indiana, Stati Uniti) guidati da Philip Low, si basa sull’aggiunta di un agente fluorescente all’acido folico, vitamina del gruppo B di cui alcuni tumori – mammella, rene, polmoni e in particolare quello all’ovaio – sono ghiotti perché se ne servono per crescere. Una volta iniettato il composto «illuminante» nelle pazienti in fase pre-operatoria, questo raggiunge il sito del tumore, «accendendo» di verde brillante le cellule neoplastiche e individuando anche le formazioni tumorali di più recente formazione, pari a un decimo di millimetro, che normalmente sfuggono con le attuali metodiche impiegate: «Questa tecnica – spiega Low – ha permesso ai chirurghi di individuare tumori 30 volte più piccoli del più piccolo tumore che attualmente si riesce a rilevare con le odierne tecniche, migliorando notevolmente il rilevamento della neoplasia». (ASCA)

ottobre 12, 2010

Pesci che ostacolano e combattono il cancro alla prostata.

Pesce per combattere il cancro alla prostata. La ricetta arriva da uno studio della McGill University pubblicato sull’ American Journal of Clinical Nutrition. Una dieta “ittica” è l’arma in più per ridurre del 50% la mortalità di cancro alla prostata. Lo stabilisce una revisione di 31 studi che ha esaminato i consumi alimentari di centinaia di migliaia di pazienti. Nel complesso, i grandi mangiatori di specialità marine hanno avuto il 44% di possibilità in meno di sviluppare il cancro alla prostata metastatico, mentre un dato suona ancora più interessante: un consumo abbondante di branzino, merluzzo e tonno ridurrebbe la mortalità per cancro del 64%. Anche se nessuno studio è riuscito a dimostrare i benefici del pesce contro le neoplasieprostatiche, sembrano però accertati quelli che evitano la diffusione metastatica del tumore.

Quanto pesce si deve mangiare? Molto è la regola, anche se i ricercatori guidati da Konrad M. Szymanski non si spingono a suggerire con precisione quanto.

Nonostante lo studio non abbia approfondito gli effetti dei supplementi di omega-3, questa famiglia di acidi grassi insaturi dotati di una catena chimica “leggera”, sono noti in letteratura come antiossidanti dagli effetti anti-cancerogeni. Sono invece in crescita, di pari passo con l’aspettativa di vita degli uomini, i casi di tumore prostatico. I dati Usa dicono che uomo su sei durante la propria vita avrà una diagnosi di cancro alla prostata e, di questi, uno su sei è destinato a morire di cancro. Per questo dopo i 50 anni, gli specialisti urologi suggeriscono screening diagnostici periodici per controllare l’evoluzione della crescita dei tessuti.(ASCA)

ottobre 2, 2010

Ricerca evidenzia correlazioni tra carcinoma mammario e ormoni sessuali

Circa il 10% di tutte le donne nel mondo sviluppa un tumore al seno nel corso della propria vita. Citando i dati raccolti da ampi studi sulla popolazione, gli esperti ora affermano che i progestinici (ovvero gli ormoni sessuali sintetici) usati nella terapia ormonale sostituiva (HRT) e nei contraccettivi possono aumentare il rischio di tumore al seno.

Questa patologia, tanto diffusa quanto letale, continua a essere combattuta dai ricercatori di tutto il mondo. Tra questi anche un gruppo di scienziati finanziati dalla UE, guidati dall’Istituto di biotecnologia molecolare dell’Accademia austriaca delle scienze (IMBA), con sede a Vienna. L’équipe di ricerca ha identificato un meccanismo chiave attraverso il quale i progestinici possono colpire direttamente le cellule mammarie.

settembre 15, 2010

Tumori della pelle: mutazioni di un solo gene la causa del cancro.

Si erano già menzionate alcune ‘zone calde’ del genoma, come riportato qui.
Adesso ci sarebbero le varianti di un solo gene dietro la comparsa dei tumori della pelle e del glioma. A confermarlo sono 5 studi, pubblicati dalla rivista Nature Genetics online e condotti da consorzi internazionali di ricerca a cui ha partecipato anche un Irccs italiano, l’Istituto nazionale tumori di Milano. Studi che identificano varianti genetiche associate allo sviluppo di tumori cutanei e del glioma, attraverso l’analisi di quelle sequenze del Dna che variano da individuo ad individuo e che gli scienziati ritengono responsabili della suscettibilità individuale a manifestare determinate malattie.

L’analisi, condotta in parallelo in una popolazione di controllo sana, coinvolge alcune migliaia di persone, reclutate grazie alla creazione dei consorzi internazionali di ricerca. Tutti e 5 i lavori, spiega in una nota Marco Pierotti, direttore scientifico dell’Int, “identificano varianti del gene CDKN2A-CDKN2B o adiacenti a questo nella regione cromosomica 9p21, una regione evidentemente cruciale per lo sviluppo di queste neoplasie, che sarà oggetto di intense ricerche in futuro indirizzate sia al possibile uso dei marcatori identificati come marcatori di rischio, sia allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche”.

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