Per circa dodici anni Neil Youngh si perse. Sperimentò cose strane, che non piacevano. Compose molta musica scadente. Poi, per caso, gli fu chiesta di comporre una canzone da mettere sui titoli di testa del film Philadelphia. Nacque così questa bella canzone, che andò sui titoli di coda. Il regista del Film Johnatan Demme spiegò che voleva una canzone affidabile una specie di “southern man“.Vedendo la moglie piangere, quando senti il pezzo per la prima volta, pensò che fosse la musica adatta per mandare la gente a casa. Così mise la canzone a chiudere il film.
Un capolavoro. Fra le più belle canzoni del rock. Quando fu scritta Neil Youngh non poteva cantare avendo perso la voce per troppa coca e costretto ad un intervento alle corde vocali.
Anche Alabama fa parte dell’album Harvest.I Lynyrd SkySkynird scrissero Sweet home Alabama. Praticamente botta e risposta sul razzismo e i luoghi comuni del sud e sul desiderio che ne esca il meglio.
Ua bella ballata rock.Poi c’è Word, una ballata triste e solitaria di pianoforte e chitarre. Vi faccio sentire anche questa, perchè domani non ci sentiamo.
L’iniziativa è del sindaco: “Quando arrivo a quella strofa che schiava di Rom. Le proteste: “E’ demenziale”
Stop all’inno di Mameli, il disco è finito. Gli amministratori leghisti non dovranno più suonarlo durante le cerimonie ufficiali. La rottura definitiva con l’inno patrio, dopo molte discussioni ed episodi contrastanti, arriva per bocca di un’eminenza grigia del Carroccio, il segretario regionale della Liga Veneta Gian Paolo Gobbo, sindaco di Treviso e molto vicino a Umberto Bossi. “Da adesso in poi le cerimonie si faranno senza inni” ha tuonato Gobbo. Che aggiunge: “L’inno d’Italia non serve a niente, perché non è certo quello che contribuisce ad alimentare il senso dello Stato”.
I (tanti) sindaci e amministratori leghisti veneti sono avvertiti: “I miei dovranno seguirmi sulla mia strada” tuona il primo cittadino di Treviso. Nel pomeriggio arriva una parziale retromarcia da parte del sindaco di Verona Flavio Tosi che grida al complotto: “È in atto una clamorosa strumentalizzazione sull’uso dell’Inno di Mameli, pretesto e oggetto di polemiche sterili e poco significative” dice dopo aver parlato con l’amico Gobbo. E aggiunge: “A Verona, come a Treviso e nelle altre città venete è in vigore un preciso protocollo che regola l’uso dell’inno nazionale”. Tante le reazioni dell’opposizione: “Gobbo cerca di tenere alto il vessillo leghista a dispetto dei milioni di veneti che chiedono di rispettare la Costituzione” ha detto Davide Zoggia responsabile enti locali del Pd.
Sono anche io d’accordo a cambiare l’inno di Mameli e siccome sono più intelligente di quel demente di Bossi, propongo Philadelphia di Neil Youngh come inno nazionale italiano.
Harvest diede fama e notorietà a Neil youngh, ma anche tanti soldi.L’album comincia “Penso che farò le valigie e mi comprerò un pick-up e me ne andrò a Los Angeles. (e chi non vorrebbe farlo!?)Molto country. L’armonica va alla grande superata solo da Bob Dylan e da Hearth of gold nello stesso album.
Intervistata da Stefano Pistolini perla rivista “Rolling Stone” Patti Smith ha detto “Il rock è una gran cosa.E’ una voce culturale. Contiene tutto: la rivoluzione, la rottura con la religione, con la famiglia, con l’ordine costituito. Ma contiene anche un senso di responsabilità, come il protestare contro la guerra………Viene dal passato, dalla strada, non discende da un bel palazzo.”
Una costruzione originale, con un solo ritornello finale che si blocca in una pausa da cui si ripete con una nuova dolcezza, rovesciandosi con acqua che trabocca sul resto della canzone.
E poi il titolo è un inno alla speranza “Non buttarti giù.”