Posts tagged ‘nato’

aprile 21, 2022

BELLA CIAO!

di Ferdinando Pastore

Bella Ciao non è stato un canto della Resistenza. Ne è diventato simbolo postumo. Viena descritta la storia di un fiore. Quindi di una rinascita, di una nuova vita nel gelo della morte. Il fiore è un monito per tutte le genti che passeranno, quel bel fior di pace, di consapevolezza per la nascita del terrore. Monito perché lo spreco della vita in nome dell’egoismo non si ripeta mai più. La libertà conquistata è una libertà piena, di concordia con la natura. Non un capriccio libertario individuale, non un’erba voglio, ma una dimensione di salvezza dalla paura, dalla fame, dal cinismo, dallo sgretolamento della speranza. Il testo non assomiglia ai canti di lotta operai, possiede un recondito afflato spirituale. E non è una canzone di guerra. Esalta la vita nella sua essenza più profonda. Quella che costruisce vita e speranza. Di conseguenza non è un canto di guerra né un canto di lotta, ma un canto politico sì.

Col tempo quelle parole, ripetute meccanicamente, hanno perso il loro intimo significato. Bella Ciao è stata confezionata per ogni evenienza. Nella sistematica opera di immiserimento della lotta partigiana, di ciò che politicamente e socialmente ha significato, è diventata prodotto buono per ogni contesto. Fino a diffondersi come colonna sonora di un gruppo di rapinatori in una serie televisiva.

Il potere più insidioso del capitalismo è quello di far assorbire ogni aspetto dell’umanità ai propri scopi. Di commercializzare all’infinito ogni spazio dell’esistenza. Così da far perdere qualsiasi significato alle cose se non quello del valore di scambio. Perché, per il capitalismo, gli esseri umani vivono solo per glorificare il proprio tendenziale egoismo.

Così Bella Ciao diventa un brand. Riutilizzabile per qualsiasi scopo. E lo si può vendere anche nella sua versione fascista. Perché proprio ciò che cantano gli ucraini sulle note di Bella Ciao contraddice il significato originario di quel canto sulla Liberazione e diventa un inno dai propositi fascisti.

“Quei nemici maledetti che la nostra terra invadono

I nemici maledetti senza pietà li distruggiamo”

“E i javelin e i bayraktar combattono per l’Ucraina e uccidono i russi”

“Presto li distruggeremo

E conquisteremo la nostra libertà

E ci sarà di nuovo la pace”

Il fascismo si annida dietro queste parole. La volontà di annientamento feroce dei “nemici maledetti” non conosce alcuna pietà. L’esaltazione per le armi (javelin e bayraktar) che uccidono i russi, sostituisce il fiore della speranza e quindi di riscatto per l’intera umanità.

Diventa un canto di fierezza allucinatoria per la guerra. Presupposto perché la retorica fascista ritorni in auge, e venga riconsiderata buon senso comune. Discorsività letteraria.

Seguendo la medesima traccia non sorprende la tenacia con cui alcune formazioni politiche vorrebbero sventolare le bandiere della NATO in occasione della celebrazione del 25 Aprile.

Il processo di soppressione, nell’immaginario collettivo, dei valori della lotta partigiana, che non erano valori bellicisti, è ormai avviato da tempo.

Già nel contrasto alla Costituzione, risultato politico di quella visione che considerò i motivi sociali e culturali che portarono il fascismo all’apice della mentalità occidentale, si è vista la tenacia con cui quel modello doveva essere cancellato dalle coscienze.

Oggi si fa un passo in avanti. Per difendere il “mondo libero” quella grammatica fascista può tornare utile.

Così si stupra un inno di pace e lo si reinventa canto cupo di cieca violenza. Nel quale i teschi potranno essere sbandierati in nome della libertà. Da sempre quel nazionalismo razziale che oggi si ammanta di cosmopolitismo, ha elevato la libertà senza aggettivi a condizione per la volontà di potenza. E non ha mai parlato di Pace e Giustizia. Quel nazionalismo oggi incarnato nei cosiddetti valori europei che definiscono il confine tra Bene e Male. Nazionalismo cosmopolita dove o l’estraneo si assoggetta nell’assimilazione o verrà combattuto fino all’ultimo respiro della Ragione.

Potrebbe essere un primo piano raffigurante fiore e natura
aprile 19, 2022

LA NEUTRALITA’ ATTIVA DI RICCARDO LOMBARDI.

di Giuseppe Giudice

Il caro compagno Lombardi ha sempre avuto una posizione neutralista in politica estera. Era la sua posizione nel 1948 , alternativa sia al frontismo di Nenni e Morarandi, da un lato, che all’atlantismo di Saragat (che fino a tre anni prima era anch’egli neutralista). Era la posizione di molte parti della socialdemocrazia europea. La posizione di Kurt Schumacher , che rifondò la SPD nel 1945 (dopo aver trascorso 13 anni in un lager nazista); era la posizioone di una parte consistente (Bevan, Foot) del laburismo inglese. Nenni giustificò il suo filo-sovietismo nel nome del concetto di “unità di classe” . In quella fase , secondo lui, la unità della classse operaia imponeva lo schierarsi con l’URSS. Indubbiamente, quella posizione, sacrificò moltissimo alla autonomia ed alla specificità socialista, nella sinistra. Ma consentì di far mantenere un forte radicamento operaio e popolare al PSI, che pose le basi dell’autonomismo socialista dopo i fatti d’Ungheria. Anche se , per pagare pegno all’entrata nel governo di centro-sinistra , il PSI accettò la la NATO intesa come alleanza geograficamente e politicamente limitata. Del resto Berlinguer 13 anni dopo , accettò l'”ombrello protettivo della Nato”. C’è comunque da sottolineare che il PSI si mantenne molto distante dall’Atlantismo ideologico” del PSDI. Che fu una delle cause del fallimento dell’unificazione. Lombardi comunque continuò a rimanere sostanzialmente un neutralista. Ma in cosa consisteva il neutralismo di Lombardi? Era innanzi tutto un netto rifiuto dell'”atlantismo ideologico”, come “scelta di civiltà” (quella idea che ha portato alla mistificazione dell'”esportazione della democrazia”). Vi era in lui l’idea che europeismo ed atlantismo erano progetti contraddiottori, in quanto sanciva la piena subordinazione dell’Europa Occidentale agli USA non solo sul piano militare ma anche sui quello ideologico. E comunque Lombardi era un socialista occidentale ma non atlantico. Vedeva bene la differenza tra il concetto di occidente radicato in Europa, e quello declinato dagli USA. E vedete , non esiste neanche, una unità anglosassone. Questa era una idea dei conservatori da Churchill al Johnson. Non dei socialisti inglesi. Se è vero che il liberismo nasce in Inghilterra (ma ancora prima in Olanda), in questo paese (contemporaneamente alla Francia) nasce il movimento operaio e socialista. Nasce il movimento sindacale. La GB laburista vara il welfare universalistico, pubblico e gratuito, l’economia mista, la programmazione economica frutto della scuola post-keynesiana di Cambridge. Sviluppa il concetto di democrazia industriale. Nulla di più lontano dal modello economico e sociale USA. Ma torniamo a Lombardi. La sua idea di neutralismo era sostanzialmente vicina a quelli attuati dalla Svezia e dell’Austria socialdemocratiche. Nell’occidente, ma fuori dalla Nato. Vedeva, inoltre nell’Europa Occidentale il luogo privilegiato dove avviare una transizione democratica al socialismo, tramite un modello alternativo nel modo di produrre e consumare, che avrebbe reso possibile lo sviluppo del Terzo Mondo, ponendo fine allo sfruttamento imperialistico delle risorse. Anche se non accettò mai le ipotesi terzomondiste , il III mondo rimase sempre un oggetto costante di interesse. Per ultimo: Lombardi fu uno dei critici più acuti del leninismo e dei suoi sviluppi. Era un marxista laico ed eterodosso. La sua critica ai regimi sovietici si fondava non solo sul carattere dispotico e dittatoriale di quei sistemi, ma cercava di individuarne le basi strutturali. In definitiva l’URSS e i satelliti non erano paesi socialisti. Ma regimi di classe, fondate sul dominio organico di classe della burocrazie e della nomenclatura sulla società e l’economia…un tesi che richiama la previsione di . In conclusione, il neutralismo di Lombardi, oggi lo porrebbe in netta antitesi al ritorno all'”atlantismo ideologico” , quello che ha portato l’allargamento della Nato ad est (in cui è forte la componente relativa ai profitti fatti con la crescita delle spese militari), contro la subalternità dell’Europa agli USA. Senza alcun dubbio Lombardi sarebbe stato un critico feroce del regime reazionario, neo-zarista e del capitalismo oligarchico di Putin. Avrebbe condannato in modo netto l’invasione dell’Ucraina (ma, se mi consentite non avrebbe avuto fiducia in Zelensky). Anche se avrebbe riconosciuto il diritto di resistenza, sarebbe stato , senza alcun dubbio contrario all’escalation militare , ed al bellicismo di certi paesi europei. E per una soluzione negoziata del conflitto. Avrebbe visto , con chiarezza, che l’alternativa sarebbe stata la III guerra mondiale.

marzo 13, 2022

Prendere le distanze.

Di Beppe Sarno

Questa guerra trova gran parte dell’opinione pubblica schierata dalla parte dell’Ucraina. Si tende a dimenticare la cause, le ragioni di un parte e dell’altra. E’ opinione comune che solo la guerra può risolvere la guerra. E’ avvenuto cosi che ignorando la nostra Costituzione abbiamo mandato armi e uomini a sostenere la guerra del presidente Zeleski contro Putin.

 l’Europa intera trainata dalla Francia e dalla Germania si è affrettata a promuovere sanzione durissime contro la Russia. Fanno impressione le centinaia di sfollati che si stanno riversando in Europa ed è giusto dare loro sostegno e assistenza umanitaria. I sacrifici che vengono imposti, il fatto che i lavoratori e le fasce medie hanno cominciato a pagare un conto salato da pagare a causa della guerra sono ritenuti sacrifici assolutamente necessari.

Come socialisti non possiamo, però, trasformarci in tifosi da stadio, e dobbiamo il dovere di ragionare su quello che è successo, perché, quali le conseguenze e come uscirne. E’ doveroso ignorare quello che una internazionale della disinformazione tende a dare per scontato, perché questo è il frutto di una campagna elettorale già in corso in Italia. I  partiti al governo,   attenti all’opinione pubblica perché l’anno venturo sarà anno di elezioni,  tentano di indirizzare il consenso senza nessuna seria discussione del problema e dei suoi aspetti complessivi. Invece tutto quello a cui stiamo assistendo con lo strazio di centinaia di morti dall’una e dall’altra parte e le migliaia di profughi che attraversano l’Europa in cerca di salvezza e di un futuro migliore è solo frutto di interessi economici contrapposti.  Il capitalismo occidentale a guida americana si scontra con il capitalismo russo per togliere spazi di sfruttamento al governo russo per sottrare alla Russia fette di mercato quale quello della fornitura delle fonti di energia: il gas, il petrolio ed altre fonti di approvvigionamento.

La  guerra in questo momento agli occhi di una determinata classe politica diventa non solo uno strumento per risolvere questioni di politica estera nei rapporti fra due stati in conflitto fra di loro, ma anche come mezzo estremo per la risoluzione di crisi economiche interne di uno stato per cui anche se il conflitto vedesse vincere l’odiato Putin, la finanza internazionale avrà trovato il suo profitto dalla guerra a prescindere da ogni altra considerazione.  

I pacifisti nostrani, che gridano all’orrore e vorrebbero Putin morto, considerano la guerra come un disastro per tutti perché alla fine si distrugge ricchezza nazionale intesa come un bene comune per cui  tutte le classi sociali debbono essere solidali fra di loro unite da un vincolo etico contro il nemico. La storia antica e recente e l’attualità di tutte le guerre in corso, dimostra che la colossale distruzione di ricchezza che ogni giorno avviene serve meravigliosamente a risanare economie in crisi e/o di sovrapproduzione all’interno degli stati, come  puntualmente ci ha insegnato Carlo Marx.

Mai come ora l’Europa è apparsa unita dietro alla parola Pace.  La guerra è una donna sterile che non produce nulla se non distruzione e morte perché come possiamo vedere in questi giorni  a meno di immaginare una soluzione finale vi si legge un’impotenza delle parti un causa a prevalere gli uni sugli altri. Questa impotenza della guerra a raggiungere gli obbiettivi suoi ci fa sperare che essa possa risolversi con un onorevole compromesso fra Russia ed Ucraina.

La sensazione però che qualcuno abbia interesse che la guerra duri a lungo nasce dalla considerazione che tanti, troppi traggono vantaggio, perché certe economie stagnati riprendono vigore,  i titoli industriali salgono vertiginosamente e le borse danzano allegramente sui cadaveri lasciati  a marcire per le strade. Certo la benzina aumenta, il costo dell’energia aumenta, i  camionisti si fermano, ma questa nuvola non offusca la fortuna di quelli che con l’economia di guerra si arricchiscono.

Noi che ci dichiariamo socialisti possiamo accettare tutto questo.  Per noi una produzione che abbia come unico scopo la crescita della ricchezza di una categoria di imprenditori e che ha per unico obbiettivo il profitto non può essere accettata, perché alla fine il conto sarà pagato sempre dagli stessi: i lavoratori e il ceto medio impoverito. Secondo l’analisi Marxista la guerra accelera con i suoi vantaggi e con i suoi danni il ritmo dell’economia generale solo a vantaggio delle classi dominanti siano esse le multinazionali finanziarie internazionali sia gli oligarchi di Putin.

In termini assoluti la guerra è solo e soltanto un mezzo di superamento di crisi interne economiche o come mezzo, come nel nostro caso di eliminazione di “concorrenze moleste”.

Cosa fa il governo Draghi di fronte alla crisi economica che la guerra sta accelerando? Condanna la Russia, esprime parole di solidarietà per il popolo Ucraino ma fa poco o nulla per noi sudditi e per impedire la mancanza di generi di ogni tipo, l’aumento dei prezzi generalizzati su ogni categoria di merci, all’aumento delle materie prime, dei trasporti e dell’energia.

 Il governo Draghi guarda da una sola parte, dimenticando  di tutelare l’interesse generale, si preoccupa solo gli interessi particolari degli imprenditori e delle banche: il mercato domina sovrano. Draghi passato il momento di emergenza della pandemia ha contribuito ad inasprire il costo della vita, con la sua politica tributaria, che riversa i suoi maggiori oneri sui consumi. Col  pretesto della guerra si determina sempre il maggior impoverimento della popolazione ed in particolar modo dei lavoratori incapaci di far fronte con il loro bassi salari al crescente aumento del costo della vita be dall’altra il sempre maggior arricchimento di pochi gruppi e ceti privilegiati per cui l’attuale condizione determina enormi profitti.

Putin e Zelesky capi di due governi reazionari sono stati per un verso e per l’altro costretti a suicidarsi e mentre il frutto di questo suicidio è terrore e morte.

 l’Italia intanto è attraversata da uno spirito reazionario mefitico, c’è collera, malvagità  dietro  la bandiera della pace si nascondono la malafede dei gruppi  al potere che usando ideali di libertà e fratellanza fra i popoli alimentano invece idee fortemente conservatrici  che servono  solo a giustificare la loro determinazione di rimanere al potere in nome di una emergenza da loro stessi generata. Così si giustificano le censure che sradicano i diritti dei cittadini.  E i mezzi di comunicazione? stampa, televisioni pubbliche e private, radio, social sono unanimi nel tacere o nel parlare  in un’unica direzione. Ci vuole poco per capire che non è più né la guerra, ne la sua evoluzione, ne il problema dei profughi che interessa  ma il gruppo di persone al potere. Il “Quarto potere” è ridotto al livello del buffone di corte che loda il padrone e ne ruffianeggia le trame. Tutto viene dall’alto: Draghi è onnipotente: una minoranza privilegiata fabbrica l’opinione e diventa la coscienza del paese. E’ l’ubriacatura del servilismo; è un cupio dissolvi collettivo. Chi non è con loro è contro di loro, chi prova a ragionare o è un fascista o un comunista. Questa dissoluzione porta gli uomini al potere che da maestri di cinismo quali sono,  ci giocano e ci portano dove vogliono. Un’oligarchia onnipotente che si identifica con lo Stato ne hanno occupato gli organismi e provano calpestando la Costituzione , ad annullare la  sovranità popolare.

Non so quando finirà questa guerra e come finirà; sono consapevole però che questa guerra come tutte le guerre soddisferà le pretese di qualcuno che resterà soddisfatto della guerra come istituzione e quindi, invece di desiderare la fine di tutte le guerre, avrà la tendenza opposta.  C’è una casta che guarda e sempre guarderà alla guerra come ad una finalità della vita.

marzo 3, 2022

“Coloro che non ricordano il passato saranno condannati a viverlo di nuovo”

Di Beppe Sarno

La Russia ha lanciato un’operazione su vasta scale  dell’Ucraina dopo che il presidente Vladimir Putin ha autorizzato, quella che ha definito, una “operazione militare speciale” nell’est.

l’occidente sia essa L’Europa che l’America hanno condannato questa operazione e l’Europa compresa l’Italia si è prestata ad inviare armi e personale militare a sostegno per l’esercito. Il governo Draghi cancellando di fatto l’articolo 11 della Costituzione in cui espresso il sacro principio il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie si è assunta la grave responsabilità di entrare in una guerra al fianco di uno dei contendenti.

I bombardamenti nella regione del Donbass si sono intensificati quando Putin ha riconosciuto le due regioni separatiste di Donetsk e Luhansk come indipendenti e ha ordinato il dispiegamento di quelle che ha chiamato forze di pace, una mossa che l’Occidente ha definito l’inizio di un’invasione.

Mercoledì, i separatisti hanno lanciato un appello a Mosca per chiedere aiuto per fermare la presunta aggressione ucraina – affermazioni che gli Stati Uniti hanno respinto come propaganda russa.

La Russia ha lanciato un’invasione su vasta scala giovedì poco dopo che Putin ha detto di aver autorizzato un’azione militare per difendersi da quelle che ha detto essere minacce provenienti dall’Ucraina.

I missili russi hanno colpito diverse città ucraine, tra cui Kiev, mentre l’Ucraina ha riferito di colonne di truppe che si riversavano attraverso i suoi confini nelle regioni orientali di Chernihiv, Kharkiv e Luhansk e sbarcavano via mare nelle città di Odessa e Mariupol nel sud.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha dichiarato la legge marziale e ha fatto appello ai leader mondiali per imporre tutte le possibili sanzioni alla Russia, incluso Putin, che ha accusato di voler distruggere lo stato ucraino.

Immediatamente gli Stati occidentali si sono accordati per infliggere pesanti ritorsioni economiche alla Russia fra cui quello di tagliare la Russia fuori dal sistema finanziario SWIFT.

Da due giorni sono iniziate le trattative fra i rappresentanti dell’Ucraina e rappresentanti della Russia per cercare di fermare la guerra.

Cosa chiede La Russia per fermare la guerra?  la richiesta principale Di Putin e che le nazioni ex sovietiche come Bielorussia Georgia Ucraina non facciano mai parte della NATO così come in buona sostanza riconosciuto dai precedenti accordi internazionali. L’America risponde che allo stato attuale L’Ucraina non è in possesso dei requisiti democratici per accedere all’organizzazione mondiale della NATO.

L’Ucraina dal canto suo chiede l’istituzione di una no-flyzona  e   la sospensione degli attacchi militari.

Infine il Presidente Putin ha chiesto la “denazificazione” dell’esercito di Kiev con la messa al bando del “battaglione Azov” che è l battaglione Azov è un reggimento della Guardia nazionale ucraina che  nel maggio del 2014  è stato nei ranghi delle forze armate di Kiev. Il battaglione neonazista è stato anche associato a accuse di tortura e di abusi dei diritti umani e continua d essere tra i più tenaci e feroci oppositori delle milizie separatiste filorusse che hanno occupato una parte delle province di Donetsk e Lugansk.

Oggi l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione a schiacciante maggioranza che chiede alla Russia di fermare gli attacchi nei confronti dell’Ucraina.

Mentre l’intero mondo occidentale si sbraccia nel definire Putin un pazzo furioso paragonandolo ad Hitler, nessuno si domanda se l’America e l’Europa vogliono veramente la pace o invece come alcuni compagni sottolineano l’America, a soprattutto L’Europa, o almeno una parte dell’Europa non ha interesse alla pace.

Tutto questo mentre il mondo ignora completamente ciò che avviene in Siria bombardata quotidianamente da Israele e la guerra civile in Yemen rappresenta la più grande crisi umanitaria di oggi. Questa guerra va avanti da più di sei anni, e l’invasione del paese è stata condotta dall’Arabia Saudita, volendo mettere al potere il “suo popolo” in quel paese. È poco da dire che si tratta di una catastrofe umanitaria e umana totale perché oltre 2 milioni di bambini sono affamati e affamati per le strade di città e villaggi devastati. Le operazioni saudite nello Yemen sono state assistite dai loro alleati, Stati Uniti, Gran Bretagna ed Emirati Arabi Uniti. La prima richiesta di Putin di fatti è rivolta ai paesi occidentali perché è da loro che deve essere accettato il principio che l’Ucraina non entrerà mai nella Nato e certamente non basta una semplice rassicurazione del premier inglese, ma è sicuramente necessario un atto formale.

Il problema è invece un altro Putin: chiede la denazificazione dell’esercito. Il battaglione Azov detto anche la legione straniera Ucraina è una parte consistente dell’esercito Ucraino che si ispira a principi neonazisti di cui gli stati europei fingono di non accorgersi.

Andriy Yevhenovych Biletsky è un politico di estrema destra nazionalista bianco ucraino e leader del partito politico National Corps. Fu il primo comandante della milizia volontaria Azov Battalion, e co-fondatore del movimento nazionalista Social-National Assembly. Dal 2014 al 2019 Biletsky è stato membro del parlamento ucraino.

Intanto i nazionalisti ucraini che fanno arte dell’esercito ucraino usano la bandiera gialla e blù con lo stesso logo  (la runa “Wolfsangel”) che era  usata dalla 2a divisione SS Panzer “Das Reich” nella seconda guerra mondiale. Il loro leader, Andriy Biletsky, una volta disse che lo scopo dell’Ucraina era di “guidare le Razze Bianche del mondo in una crociata finale” contro “Untermenschen a guida semita”. Gli attivisti del partito nazionalista ucraino tengono nelle loro sedi il ritratto del leader dell’UPA Stepan Bandera.

Vediamo nelle immagini televisive il Presidente Zelinsky con alle spalle la bandiera Ucraina con il logo dei Wolfsangels simbolo nazista.

Il 22 gennaio 2010, il presidente uscente dell’Ucraina Viktor Yushchenko ha conferito a Stefan Bandera il titolo postumo di Eroe dell’Ucraina. Il titolo fu poi revocato per le proteste della comunità internazionale.

Bandera fu in gran parte responsabile dei massacri di civili polacchi e in parte dell’Olocausto in Ucraina. Per aver orchestrato l’assassinio nel 1934 del ministro dell’Interno polacco Bronisław Pieracki, Bandera fu condannato a morte ma la sentenza fu commutata in ergastolo. Nel 1939, in seguito all’invasione congiunta tedesco-sovietica della Polonia, Bandera fu rilasciato dalla prigione e si trasferì a Cracovia, nella zona della Polonia occupata dai tedeschi.

L’Olocausto in Ucraina ha avuto luogo nel Reichskommissariat Ucraina, nel governo generale, nel governo generale della Crimea e in alcune aree sotto il controllo militare a est del Reichskommissariat Ucraina (tutte sottomesse alla Germania nazista), nel Governatorato della Transnistria e nella Bucovina settentrionale (entrambe occupate dal quest’ultima annessa alla Romania) e la Rutenia dei Carpazi (allora parte dell’Ungheria) nella seconda guerra mondiale. Le aree elencate fanno oggi parte dell’Ucraina.[ Tra il 1941 e il 1944, più di un milione di ebrei che vivevano nell’Unione Sovietica furono assassinati dalle politiche di sterminio della “Soluzione finale” della Germania nazista. La maggior parte di loro fu uccisa in Ucraina perché la maggior parte degli ebrei sovietici prima della seconda guerra mondiale viveva nel Pale of Settlement, di cui l’Ucraina era la parte più grande.

Stefan Bandera è il riferimento storico della Brigata di Azov che è parte integrante dell’esercito dell’Ucraina con cui noi oggi ci apprestiamo a combattere contro l’orso sovietico. I soldati italiani vanno a combattere al fianco di gente che ha a celebrato il compleanno di Hitler nel 2018 distruggendo un campo rom a Kiev e inseguendo i suoi residenti terrorizzati, compresi i bambini, per le strade. Il compleanno di Bandera, il 1 gennaio, è diventato una festa ufficiale ucraina.

Il Presidente Ucraino  Zelensjy chiede aiuto ad Israele che  allo stato sembra non inviare personale militare. Certo mi domando come potrebbe un ebreo combattere sotto la bandiera che porta il  logo  (la runa “Wolfsangel”) che era  usata dalla 2a divisione SS Panzer “Das Reich” nella seconda guerra mondiale?

Alla richiesta di Zelensky ha risposto il  primo ministro israeliano Naftali Bennett che ha rifiutato la richiesta del presidente ucraino di fornire assistenza militare alla nazione dell’Europa orientale assediata, anche se ha inviato aiuti umanitari e ha votatao a favore della risoluzione dell’ONU che condanna l’occupazione militare dell’Ucraina.

 I media occidentali sono rimasti per lo più in silenzio sul ruolo dei gruppi nazisti neo e classici nel Maidan e nella guerra nell’Ucraina orientale, scegliendo di eliminarli dalla narrativa sull'”aggressione russa” che hanno creato. Nessuno ne parla e se qualche vago accenno vien fatto viene subito messo a tacere.

La domanda sorge spontanea: perché?

La pietà e la solidarietà per il popolo ucraino sofferente non ci deve far dimenticare che come è stato detto “non si può manifestare per la Pace senza denunciare il progetto americano ed europeo di spingere tutto l’Occidente ad una politica di guerra rappresentando con un bombardamento mediatico martellante ed unilaterale la Federazione Russa come il nemico frontale da combattere tentando di sanare tutti gli atti criminosi di guerra ed aggressione commessi dal 1991 in poi dagli usa e dalla nato in Europa e nel mondo per imporre in modo violento un modello politico economico e finanziario, ormai in crisi drammatica , che sta distruggendo ovunque le società civili, i valori umani e le risorse naturali e le istituzioni  democratiche” (F. Bartolomei).

 La Germania si è fatta capofila di questa escalation antirussa e allora sorge il sospetto che la Germania abbia interesse che la guerra non si fermi e duri a lungo per poter giustificare nei confronti della comunità internazionale la sua corsa al riarmo annunciata  dal cancelliere  tedesco, Olaf Scholz, il quale nel corso di un intervento al Parlamento in cui ha condannato aspramente l’attacco russo all’Ucraina ha dichiarato che Il governo federale tedesco intende finanziare le Forze armate (Bundeswehr) con un fondo speciale da 100 miliardi di euro.

La Germania al di là della propaganda mediatica si appresta diventare una potenza militare oltre che economica e quindi è chiaro che la volontà dei suoi governati è quella di  costruire la quarta potenza politica ed economica mondiale dopo l’America, la Russia e la Cina. Questo significa la morte del sogno europeo e la riduzione dell’Italia ad un paese insignificante sul piano internazionale pronto ad obbedire al dittatore di turno.

marzo 22, 2020

Appello di Risorgimento Socialista al Presidente del Consiglio dei Ministri

AL Presidente del Consiglio dei Ministri
Avv. Giuseppe Conte

In questo difficilissimo momento CINA , CUBA , e RUSSIA stanno aiutando concretamente il nostro paese , con grande generosita’ e competenza ,a superare la gravissima emergenza sanitaria che lo ha colpito , inviando in nostro soccorso personale medico specializzato ed attrezzature sanitarie di alta qualita’ .

Questi paesi , che hanno sempre mostrato grande amicizia e stima nei confronti dell’Italia , stanno dando al nostro paese una grande prova di amicizia , ed esprimono una solidarieta’ verso di noi che purtroppo non trova eguale riscontro nel resto d’Europa e oltre l’Atlantico .

Anzi in un momento cosi’ difficile e drammatico per la nostra comunita’ nazionale , le autorita’ monetarie europee , sempre schiacciate sugli interessi finanziari della Germania e della Francia ,e forze finanziarie potenti hanno tentato con manovre speculative fortissime di colpire il nostro sistema economico , puntando ad un commissariamento politico dell’Italia .

Non ha pertanto alcun senso politico , ed e’ addirittura riprovevole dal punto di vista etico , che l’Italia continui ad aderire all’embargo commerciale ed economico , preteso dagli USA e dalla Nato , con il servile avvallo della UE ,nei confronti di questi grandi paesi , che in modo concreto ci stanno aiutando a lottare contro il dramma che stiamo vivendo

Il Risorgimento Socialista chiede quindi al Governo Italiano ed al Presidente del Consiglio che il nostro paese interrompa, unilateralmente ,l’embargo ,ed ogni altra sanzione esistente , nei confronti della Cina POPOLARE , della FEDERAZIONE RUSSA , ,e dello STATO SOCIALISTA DI CUBA , ripristinando immediatamente con questi paesi normali e complete relazioni economiche e commerciali , senza restrizione alcuna , con pieno spirito di collaborazione e dialogo .

Con Stima
Franco Bartolomei
coordinatore nazionale del RISORGIMENTO SOCIALISTA

ottobre 11, 2013

Italia, lo “Stivale” americano


“La Repubblica” ha pubblicato un’inchiesta che ci racconta come l’Italia sia l’unico paese in Europa dove gli investimenti militari del Pentagono aumentano progressivamente da lancio. La Penisola ora assomiglia a una gigantesca “base di lancio” per le avventure belliche a stelle e strisce. 

La Guerra Fredda è finita da un pezzo, ma al Pentagono sembrano avere idee …Visualizza altro

settembre 16, 2013

PERCHÉ USA, INGHILTERRA, UNIONE EUROPEA E ISRAELE VOGLIONO DISTRUGGERE LA SIRIA ?

PERCHÉ USA, INGHILTERRA, UNIONE EUROPEA E ISRAELE VOGLIONO DISTRUGGERE LA SIRIA ?

ADRIAN SALBUCHI (informationclearinghouse.info) – Una giovane dalla voce delicata che vive la crisi siriana la descrive con molto più buon senso, verità e onestà dei potenti governi occidentali e dei loro mass media controllati dal denaro come burattini.

Identificandosi semplicemente come “siriana, patriota, anti-nVisualizza altro

settembre 11, 2013

Armi intelligenti.

settembre 10, 2013

Il governo Letta ci porta in guerra: “missili e militari italiani in Giordania”

Non bastava aver inviato due navi da guerra verso le coste libanesi. Non bastava neanche aver ribadito il legame transatlantico ricordando implicitamente che le basi militari USA e Nato in territorio italiano sono a disposizione di Washington (salvo poi essere smentito dalla ministra Bonino, ma chi comanda?). Non bastVisualizza altro

settembre 2, 2013

Siria. Nasce la versione dell’incidente di trasporto.


Si susseguono segnalazioni su internet circa un reportage di un giornalista americano che ha intervistato gli abitanti del sobborgo di Damasco colpito dall’attacco chimico.
La versione raccolta è che alcuni ribelli abbiano avuto un incidente nel trasportare questi agenti chimici per trasportare i quali non avevano addestramento.
Il media più credibile è ABC, in lingua spagnola.
Per una versione finale non ci resta che attendere dieci giorni.

http://www.abc.es/internacional/20130831/abci-siria-quimicas-rebeldes-201308311738.html

e c’è anche la versione inglese dello stesso giornalista.

http://www.infowars.com/rebels-admit-responsibility-for-chemical-weapons-attack/