Posts tagged ‘nanoparticelle’

marzo 22, 2013

AIDS: dal veleno delle api un preziosissimo aiuto per un futuro possibile rimedio.

 caricate di un estratto dal delle  potrebbero contribuire a spazzare via il dell’, l’ umana acquisita, che causa la malattia nota anche con il nome di 

Si è da poco svolta la Campagna “#ToiletThink”, in occasione della Festa della donna, per sensibilizzare sull’importanza della prevenzionedell’ che ecco arrivare una buona notizia.
Notizia che arriva in volo sulle alette di piccole ma instancabili lavoratrici: le .melittina 300x146 AIDS: dal veleno delle api un preziosissimo aiuto per un futuro possibile rimedio

Un nuovo, importante, studio condotto dai ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis suggerisce che utilizzate per trasportare una che compone il  d’ape è in grado di distruggere il  dell’umana acquisita, o , lasciando indenni le  sane circostanti.

Un grande passo quello dei ricercatori statunitensi dunque, che permetterebbe di sviluppare, tra l’altro, un gel vaginale che può impedire la diffusione del  , che causa l’ .
«La nostra speranza – spiega nella nota Washington il dottor Joshua L. Hood – è che nei luoghi in cui l’ sta dilagando, le persone potrebbero usare questo gel come misura preventiva per fermare l’infezione iniziale».
E tutto questo potrebbe essere fatto per mezzo della melittina, la principale  del d’ape, che è già stata trovata essere efficace nel contrastare i , uccidendo le .

Il fattore controindicante di questa  è che, se utilizzata in grandi quantità per ottenere maggiori risultati, può causare danni al resto dell’.
Il rimedio al problema è però stato trovato nell’utilizzo delle  che, in tal modo, possono arrivare al bersaglio rompendo la pellicola di protezione che circonda il dell’ (e non solo questo ) per poi andare a ucciderlo. Tutto ciò, senza danneggiare le altre  sane.

L’escamotage che il dottor Hood, insieme a Samuel A. Wickline – professore di Scienze Biomediche – ha escogitato è una sorta di paraurti di cui sono state dotate queste . Queste, quando vengano in contatto delle  sane – che sono di naturapiù grandi – semplicemente vi rimbalzano sopra e proseguono senza danni e danneggiamenti per la loro strada.
Di contro, il  dell’ è ancora più piccolo della nanoparticella per cui accade che passa attraverso questo paraurti andando a finire a contatto con la del  d’ che, così, può svolgere il suo lavoro.

marzo 16, 2013

AIDS: dal veleno delle api un preziosissimo aiuto per un futuro possibile rimedio.

 caricate di un estratto dal delle  potrebbero contribuire a spazzare via il dell’, l’ umana acquisita, che causa la malattia nota anche con il nome di 

Si è da poco svolta la Campagna “#ToiletThink”, in occasione della Festa della donna, per sensibilizzare sull’importanza della prevenzionedell’ che ecco arrivare una buona notizia.
Notizia che arriva in volo sulle alette di piccole ma instancabili lavoratrici: le .melittina 300x146 AIDS: dal veleno delle api un preziosissimo aiuto per un futuro possibile rimedio

Un nuovo, importante, studio condotto dai ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis suggerisce che utilizzate per trasportare una che compone il  d’ape è in grado di distruggere il  dell’umana acquisita, o , lasciando indenni le  sane circostanti.

Un grande passo quello dei ricercatori statunitensi dunque, che permetterebbe di sviluppare, tra l’altro, un gel vaginale che può impedire la diffusione del  , che causa l’ .
«La nostra speranza – spiega nella nota Washington il dottor Joshua L. Hood – è che nei luoghi in cui l’ sta dilagando, le persone potrebbero usare questo gel come misura preventiva per fermare l’infezione iniziale».
E tutto questo potrebbe essere fatto per mezzo della melittina, la principale  del d’ape, che è già stata trovata essere efficace nel contrastare i , uccidendo le .

Il fattore controindicante di questa  è che, se utilizzata in grandi quantità per ottenere maggiori risultati, può causare danni al resto dell’.

marzo 20, 2012

Materiali ottici progettati e ricavati da origami di DNA.

Grazie a questa tecnica, che sfrutta il spontaneo di di , è stato possibile ottenere di dimensioni dotati di siti di legame per di . Variando le dimensioni, la disposizione e la composizione delle o alterando altre caratteristiche delle strutture solubili in acqua, gli studiosi possono regolare la risposta del materiale sulle caratteristiche della luce che vi passa attraverso.

Nuove strutture tridimensionali con proprietà ottiche controllabili in modo pressoché assoluto dagli sperimentatori sono state realizzate da Tim Liedl e colleghi della Ludwig-Maximilians-Universität München, che firmano in proposito un articolo sulla rivista “Nature”.

Il metodo utilizzato si basa sull’ a , una tecnica che sfrutta il in precise forme (determinate dalla loro ) della molecola che codifica l’informazione della vita. La molecola di com’è noto è costituita da soli quattro tipi di basi nucleotidiche , , e , che si legano a due a due – l’ con la e la con la – a formare i “pioli” della scala a chiocciola che costitiusce la struttura a doppia della molecola.

gennaio 18, 2012

Una nanoterapia per il diabete di tipo uno.

Sviluppata negli Stati Uniti una metodica di somministrazione intelligente di per combattere il : si basa su iniettabili e intelligenti, in grado di rilasciare il pricnipio attivo solo nei punti precisi in cui serve. Nei test in vitro, il dispositivo ha dimostrato una notevole capacità di proteggere il principio attivo e di concentrarlo nei siti bersaglio.

La possibilità di somministrare i solo nei punti precisi in cui servono è uno dei grandi sogni della medicina. Il ponte verso questo futuro che molti vedono come prossimo è fornito dalle nanotecnologie che, nell’enorme numero di applicazioni, consente anche di realizzare minuscole capsule in grado di veicolare i principi attivi nell’organismo, liberandoli là dove servono.

Una sfida ancora più ardua è la messa a punto di sistemi di somministrazione “intelligenti”, da utilizzare quando il sito colpito dalla patologia non è stato chiaramente individuato a priori, ma viene identificato dallo stesso veicolo terapeutico.

Un passo in avanti in questo campo di ricerca è stato compiuto ora da un gruppo del Wyss Institute for Biologically Inspired Engineering della Harvard University and Children’s Hospital Boston che ha sviluppato nanofarmaci intelligenti iniettabili e programmabili per arrivare fino alle cellule del pancreas.

giugno 21, 2011

Tumori: nanobombe raggiungono le masse cancerose travestite da cellule del sangue

Sono state costruite nanobombe mimetiche anticancro: sono ripiene di che vengono indirizzate in corrispondenza del , abilmente ‘camuffate’ da in modo da ingannare il , sfuggendo ai suoi attacchi, e da arrivare indisturbate attraverso il sangue fino al proprio bersaglio.

L’idea e’ venuta al gruppo di Liangfang Zhang, dell’universita’ californiana di San Diego e i risultati dei primi esperimenti sui topi sono stati pubblicati sulla rivista dell’Accademia Nazionale Americana delle Scienze, Pnas.
Le nella cura dei tumori non sono ormai una novita’ e cominciano ad essere usate in campo clinico: il loro contributo alla lotta al e’ notevole perche’ permettono di veicolare i nel e di concentrare le dosi la’ dove servono, riducendo di fatto il dosaggio necessario per ottenere il medesimo effetto.

settembre 11, 2010

NANOPARTICELLE PER RISONANZE MAGNETICHE E ORO PER CURARE I TUMORI, ARRIVA IN ITALIA ‘NANO 2010’

Nanoparticelle magnetiche come agenti di contrasto nella risonanza magnetica per la diagnosi e la cura precoce dei tumori, oro sotto forma di nanoparticelle che permette di ‘entrare’ nella singola cellula tumorale, nanotubi di carbonio per riparare lesioni neuronali e per generare idrogeno dalla scissione dell’acqua, spin per dispositivi elettronici che trasmettono informazioni senza corrente elettrica: sono solo alcune delle frontiere della nanoscienza e della nanotecnologia che verranno presentate a “Nano 2010”, la Conferenza Internazionale sui Materiali Nanostrutturati, che si terrà per la prima volta in Italia a Roma da lunedì 13 a venerdì 17 settembre nei locali del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Università La Sapienza. È prevista la partecipazione di un migliaio di scienziati che presenteranno gli studi più recenti in diversi settori, dalla medicina alle biotecnologie, dall’energia all’ambiente, dalla fotonica alle tecnologie dell’informazione, dalla sensoristica alla dispositivistica elettronica e magneto-elettronica: “Dedicheremo ampio spazio soprattutto alle applicazioni dei nanomateriali nel settore medicale, studiati da team di ricerca multidisciplinari – spiega Dino Fiorani, direttore dell’Istituto di struttura della materia (Ism) del Cnr di Roma, organizzatore della conferenza con Elisabetta Agostinelli dell’Ism-Cnr e con Enrico Traversa, dell’Università di Tor Vergata -. Si parlerà poi di ‘teranostica’, la capacità di svolgere contemporaneamente un’azione diagnostica e terapeutica nei tumori, e della ‘spintronica’ nei settori dell’energia, della tecnologia delle informazioni e della medicina. Anche nel settore dell’energia i nanotubi di carbonio trovano nuovissime applicazioni”. (ASCA)

giugno 26, 2010

Anticorpi artificiali: successo con tossina delle api.

 

Anticorpi di “plastica”, efficaci e resistenti, sono stati progettati e realizzati da un gruppo di ricercatori dell’Università della California a Irvine, che ne hanno dato notizia in un articolo pubblicato sul Journal of the American Chemical Society.

Le minuscole particelle polimeriche, del diametro di un cinquantamillesimo di capello umano, sono state progettate per adattarsi e “incapsulare”, inattivandole, le molecole di melittina, un peptide presente nel veleno delle api che provoca la rottura delle cellule con cui viene in contatto.

Le particelle polimeriche sono state preparate con la tecnica di “imprinting molecolare”: alla melittina sono stati fatti aderire una serie di monomeri plastici che poi sono andati a legarsi in una lunga catena. Una volta terminato questo processo di “solidificazione” è stata rimossa la molecola di melittina ottenendo una nanoparticella in cui erano presenti una serie di cavità conformate sulla struttura della molecola velenosa.

Una volta iniettato il preparato in topi a cui era stata in precedenza somministrata una elevata dose di melittina, le nanoparticelle sono andate a intercettare e avvolgere le molecole della sostanza tossica, riuscendo a catturarle prima che potessero esplicare completamente la loro azione e riducendo drasticamente il numero di decessi fra i topi esposti alla melittina.

“Non era ancora mai stato dimostrato che degli anticorpi sintetici potessero essere realmente efficaci e svolgere la propria azione una volta iniettati nel sistema circolatorio di animali viventi. La tecnica potrebbe essere utilizzata per produrre nanoparticelle plastiche in grado di combattere le tossine e i batteri più letali”, ha detto Kenneth J. Shea, che ha diretto la ricerca.

A differenza degli anticorpi prodotti da organismi viventi e attualmente utilizzati nella pratica clinica, questi anticorpi sintetici possono essere prodotti in laboratorio a basso costo, un vantaggio ancor più esaltato dal fatto che la loro “data di scadenza”, ossia il periodo di tempo per cui sono efficaci una volta prodotti, è molto più lunga.(liqidarea)

aprile 17, 2010

Nanovaccino contro diabete di tipo 1, inibendo autoimmunita’ senza immunosoppressori

Un gruppo di ricerca ha messo a punto un nanovaccino in grado di fermare la progressione del diabete di tipo 1 nel modello animale, ristabilendo livelli normali di glicemia.
Oltre a fornire nuove e preziose informazioni sul diabete, la ricerca ha anche rivelato un aspetto della patogenesi della risposta autoimmunitaria che può fornire una strategia terapeutica per molte patologie autoimmunitarie. (liquidarea)http://www.liquidarea.com/

aprile 15, 2010

Le immagini delle cellule del muscolo cardiaco su nanoscala

Il progresso tecnologico offre grandi vantaggi al settore medico dei quali beneficiano soprattutto le persone affette da varie patologie. Un team europeo di ricercatori ha sviluppato una nuova tecnica di scansione su nanoscala, che permette agli specialisti un’osservazione dettagliata dell’impatto dell’insufficienza cardiaca sulla superficie delle cellule muscolari del cuore dei pazienti.