POPOLO DELLA LIBERTA’: 25,0% (0,0%)
GRANDE SUD: 1,5% (+1,5%)
POLO DELLA NAZIONE: 12,5% (-1,5%)
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO: 1,0% (0,0%)
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POPOLO DELLA LIBERTA’: 25,0% (0,0%)
POLO DELLA NAZIONE: 12,5% (-1,5%)
Tutti vogliono andare alle elezioni anticipate. E’ un dato di fatto. Andare oggi alle elezioni anticipate significa regalare una nuova vittoria a Silvio Berlusconi. Tutti i sondaggi dicono che la destra vincerebbe a mani basse. La vittoria arriverebbe sia nel caso Fini si schierasse con la destra attualmente al governo, sia che partecipasse al cd. grande centro. Allora a che e a chi servono le elezioni anticipate?
Da una parte vedremmo crescere la Lega, e affermarsi il Partito di Fini, dall’altra il PD raccoglierebbe il frutto della propria inconsistenza, cioè niente. Potremmo forse vedere l’affermazione di Nichi Vendola come leader di caratura nazionale e entrerebbe in parlamento Beppe Grillo con il suo “Movimento a cinque stelle”.Infine scusate il riferimento personale scomparirebbe del tutto il Partito Socialista, diventato ormai del tutto ininfluente sul piano politico nazionale.
A governare tornerebbe Silvio Berlusconi con una destra più aggressiva e più conservatrice.
A chi conviene tutto ciò?
Nell’ipotesi di un ritorno anticipato alle urne, secondo i dati del Barometro Politico dell’Istituto Demopolis, lo schieramento del Presidente della Camera otterrebbe oggi un consenso tra il 7% e l’8%. Una stima di massima destinata a modificarsi, anche radicalmente, in base alla collocazione ed alle effettive alleanze che Futuro e Libertà sceglierà nelle prossime settimane. 2 milioni e 700 mila voti, secondo Demopolis, sono il bacino odierno di Fini: uno spazio composito e trasversale, che incrocia segmenti di diverse aree politiche, non solo di Centro Destra. Significativa appare l’analisi sulla provenienza del consenso al nascente partito di Fini rispetto alle scelte compiute dagli elettori nelle Politiche del 2008. Il 63% di quanti oggi sceglierebbero FLI aveva in precedenza votato per il PDL (circa un milione e 700 mila), il 2% per la Lega di Bossi; il 5% aveva invece preferito l’UDC di Casini, il 4% Di Pietro, il 12% il Partito Democratico (circa 325 mila elettori). Il resto, stimabile intorno al 14% (in parte “vecchi” elettori di AN), non si era recato alle urne. In sintesi, dunque, quasi due terzi del consenso verrebbero sottratti agli alleati di Centro Destra; un segmento significativo recuperato dall’astensione, oltre un quinto tra quanti nel 2008 avevano scelto l’UDC o il Centro Sinistra. Secondo i dati del Barometro Politico dell’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis, il PDL di Berlusconi si posizionerebbe oggi al 29%, con la Lega di Bossi in ulteriore crescita al 13%. Il Partito Democratico otterrebbe il 26,5%, con l’Idv di Antonio Di Pietro al 6%. In lieve crescita, Sinistra, Ecologia e Libertà di Vendola (4,5%) e l’UDC di Casini (7%); FLI intorno al 7,5%. Tra lo 0,5% e il 2% gli altri partiti minori (MpA di Lombardo, API di Rutelli, Lista Bonino-Pannella, Socialisti, PRC con i Comunisti Italiani, la Destra, ecc). Una assoluta incognita, oggi difficilmente misurabile, potrebbe rivelarsi il Movimento Cinque Stelle di Grillo.
“Per capire chi siamo, lasciate i giornali e Minzolini. Venite a Cesena, che sarà l’urlo di liberazione dal sudario delle parole vuote”. Il comico genovese lancia così il raduno in programma il 25 e 26 settembre: “Si discuterà di politica, non di politici. Di idee e non di ideologie”. Sull’invito al presidente del Senato precisa: “Se viene, deve dirci dove sono finite le 350mila firme sul Parlamento pulito”. E su Fini aggiunge: “Il suo discorso mi ha ricordato quello di Berlusconi, 15 anni fa. Entrambi scendono in campo per il bene del Paese e rinnegano il loro protettore”. Le proposte? “Vogliamo il federalismo, quello vero. Addio province, basta doppi incarichi. In economia via le stock option. E poi l’industria. Basta finanziamenti pubblici”. Che cos’è il movimento 5 stelle? “Siamo l’Amuchina del Palazzo, disinfettiamo dai microbi. E poi c’è il Web, che fa da poliziotto”(il fattoquotidiano)
Grazie al web i cittadini saranno leader di loro stessi”. Così il comico genovese lancia le primarie telematiche del movimento che si appresta a partecipare alla competizione elettorale per il Parlamento, “che sia domani o nel 2013”, ma anche alle comunali del 2011. Le regole sono: pari dignità e una testa un voto. “Da Jeremy Rifkin all’elettricista di Poggibonsi”. Nonostante le tante leggi che in Italia vogliono mettere il bavaglio al web, l’inventore del V Day è convinto che non si può più bloccare la diffusione delle idee in rete: “Il mondo va avanti a una velocità pazzesca e questi camminano ancora con la diligenza. Sono morti”. Beppe Grillo interviene anche sulla situazione politica attuale. Sì a un governo di transizione, a patto che fermi il debito pubblico, che cambi la legge elettorale e che risolva il conflitto d’interessi.
“E’ stato davvero straordinario il successo della manifestazione di sabato a Roma contro la privatizzazione dell’acqua”. Lo ha dichiarato in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, Roberto Fico, candidato alla Presidenza della Regione Campania per il Movimento Cinque Stelle. “A Napoli ed in Campania siamo impegnati, insieme ai Comitati civici, da più di cinque anni contro tutti i progetti di privatizzazione della gestione del servizio idrico. “La posizione del MoVimento Cinque Stelle è molto chiara – ha proseguito Fico – i cittadini non possono consentire che i privati entrino nella gestione dell’acqua per farne profitto. Nei comuni dove ciò è successo ci sono stati aumenti delle bollette anche del 300%. L’acqua è un bene indispensabile alla vita di ognuno di noi e deve rimanere saldamente nel controllo pubblico”. “Con le Leggi attuali l’unico modo per mantenere veramente la gestione pubblica è quello di realizzare un’Azienda Speciale regionale, un ente di diritto pubblico che tenga lontano ogni ipotesi di SPA, anche se a maggioranza pubblica”. “Nei prossimi mesi – ha concluso FICO – continuerà il nostro impegno per promuovere la raccolta firme del referendum per poter abolire l’ attuale normativa nazionale e per riprendere la proposta di legge di iniziativa popolare presentata in parlamento quasi 3 anni fa dai comitati per l’acqua pubblica e da più di 400.000 cittadini. L’acqua è un diritto di tutti non una merce”.