Posts tagged ‘Mm’

febbraio 12, 2012

Contraccezione e tumori, causalità e casualità.

La legatura delle tube di FalloppioLa legatura delle

(Aduc ) Ogni metodo contraccettivo puo’ avere le sue conseguenze sulla della donna, proteggendo da alcuni , ma aumentando il rischio di ammalarsi di altri. Sotto la lente di ingrandimento tre sistemi: la pillola, la spirale e la legatura delle (sterilizzazione tubarica). L’equipe del Dr. Xiao-Ou Shu del Vanderbilt University Medical Center di Nashville, Tennessee, ha studiato 66.661 donne cinesi tra i 40 e i 70 anni per capire la connessione fra i tre metodi contraccettivi e una serie di .

febbraio 5, 2012

Dall’UCLA studio sulla correlazione tra colesterolo e osteoporosi.

HDL, LDL, diagramma (in inglese)

, LDL, diagramma (in inglese)

Il implicato in patologie come l’ e la perdita di densità delle


Il , ahimè, non fa male solo al cuore e alle arterie ma anche alle . Questo era già stato suggerito da alcuni precedenti , tuttavia il collegamento non era mai stato chiarito.

L’, per esempio, colpisce un importante fetta della popolazione e il numero di pazienti pare essere in continuo aumento. E, a contribuire alla diffusione di questa malattia, che assume anche carattere invalidante, c’è anche il . Con un collegamento diretto. Lo suggerisce un recente studio ad opera di ricercatori americani del David Geffen School of Medicine presso l’Università della California a Los Angeles (UCLA).

gennaio 14, 2011

Un derivato dei coralli del Mar Rosso aiuta a combattere i tumori della pelle.

Forse è nel meccanismo fotosintetico dei coralli una possibile sostanza benefica Forse è nel meccanismo fotosintetico dei coralli una possibile sostanza benefica

Un gruppo di scienziati della South Dakota State University stanno studiando i meccanismi per cui una sostanza derivata dal corallo del Mar Rosso potrebbe contribuire a curare il cancro della pelle. Lo studio ha continuato un precedente lavoro del professor Chandradhar Dwivedi il quale indicava che un composto di una sostanza chiamata sarcophine-diol, può essere isolato dal corallo soffice del Mar Rosso. Il nuovo studio indica che è possibile utilizzare questa sostanza nella prevenzione del cancro della pelle.

novembre 6, 2010

Nuova tecnica per riconoscere gli ‘infarti silenti’

(AGI Salute) Washington, 22 apr. – Messa a punto una nuova tecnica di imaging che ha permesso di stimare la percentuale degli infarti del miocardio non riconosciuti. Sono infarti ‘silenti’ o Umi (dall’inglese ‘Unrecognized myocardial infarction’) che arrivano senza dare evidenti sintomi e per questo rappresentano un evento patologico molto insidioso. A realizzare la nuova tecnica e a fare una stima degli infarti ‘silenti e’ stato un gruppo di ricercatori della Duke University Medical Center in uno studio pubblicato sulla rivista Plos Medicine.  Si e’ calcolato che negli Stati Uniti ci sono circa 200 mila soggetti che hanno avuto un infarto senza essersene accorti. In generale, il 35 per cento dei soggetti che soffrono di arteropatia coronarica hanno i ‘segni’ di un precedente infarto non diagnosticato. S Un infarto recente puo’ lasciare alcuni segni nel elettrocardiogramma (Ecg), ma se e’ trascorso un lasso di tempo piu’ ampio l’evento lascia un segno inequivocabile nella cosiddetta ‘onda Q’ del tracciato Ecg che segnala la presenza di un danno al tessuto cardiaco. “Il problema e’ che non tutti gli Umi – ha spiegato Han Kim, coordinatore dello studio – sono rintracciabili nell’onda Q: tale sottogruppo e’ percio’ denominato infarti del miocardio ‘non onda-Q’.

settembre 18, 2010

Dieta povera di carboidrati e rischi cardiovascolari

Rinunciare a pasta e pane per poter vantare una linea invidiabile può mettere a rischio la salute delle arterie e, alla fine, anche del cuore. Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center (Usa), infatti, questi regimi alimentari sono efficaci nell’aiutare a perdere rapidamente peso, ma a lungo andare possono avere un effetto negativo per la salute vascolare. Aumentando il pericolo di aterosclerosi, prima causa di ictus e infarto. Non solo. La dieta povera di calorie altera la capacità di formare nuovi vasi sanguigni nei tessuti colpiti da un limitato afflusso di sangue, fenomeno che può verificarsi nel caso di un infarto. Complicando in questo modo il recupero.

Lo studio, condotto sui topolini e pubblicato dal team di Anthony Rosenzweig su ‘Pnas’, ha anche scoperto che – nonostante chiare evidenze di una patologia vascolare – i classici marker che rivelano il pericolo cardiovascolare (come il colesterolo) non risultavano alterati negli animali messi a dieta. Come dire: il pericolo c’è, ma non è semplice scoprirlo. “Il nostro studio suggerisce che, almeno negli animali – spiega lo studioso – questo tipo di dieta potrebbe avere effetti avversi dal punto di vista cardiovascolare, che non si riflettono in semplici esami dei valori del sangue”.

agosto 6, 2010

Colesterolo ridotto in media del 10% grazie ai latte fermentati con aggiunta di fitosteroli.

I latti fermentati addizionati di fitosteroli sono in grado di abbattere di circa il 10% il livello di colesterolo cattivo in soggetti con moderata ipercolesterolemia. Lo dimostra la prima metanalisi compiuta su circa 400 persone che ha analizzato i risultati di 3 lavori già pubblicati in letteratura sull’effetto di un latte fermentato con aggiunta di 1,6 g di steroli vegetali (Danacol). I dati sono stati presentati oggi, nel corso del XV International Symposium on Atherosclerosis (ISA), che si è tenuto a Boston.

“Il lavoro è il primo che si basa su circa 400 pazienti avendo raccolto i risultati di tre dei più significativi studi disegnati per analizzare l’effetto dei fitosteroli sulla colesterolemia, e specialmente della frazione legata alle lipoproteine LDL (colesterolo LDL, o LDL-C) – ha dichiarato Alberto Notarbartolo, Ordinario di Medicina Interna Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Palermo – I risultati della metanalisi dimostrano ancora una volta come l’alimentazione funzionale giochi un ruolo di grande importanza nelle strategie di prevenzione contro il principale fattore di rischio cardiovascolare : il colesterolo. L’utilizzo di fitosteroli contenuti nei latte fermentati sui quali i 3 lavori si basano è, infatti, in grado di ridurre senza alcun tipo di rischio lo LDL-colesterolo mediamente del 10%”.

La metanalisi si è basata su 3 studi multicentrici condotti con la stessa metodologia utilizzata per i farmaci (randomizzati,controllati con placebo e a doppio cieco), tra Francia, Spagna e Italia che hanno valutato da tre a sei settimane l’effetto di un latte fermentato addizionato di 1,6 g di fitosteroli sul livello di colesterolo in una popolazione di pazienti che presentavano una ipercolesterolemia moderata.

Ma la lotta contro il colesterolo – e quindi contro uno dei principali rischi per il cuore – si deve combattere giorno per giorno, con costanza se si vogliono ridurre i futuri eventi cardiovascolari. “Se un aiuto consistente viene dagli alimenti funzionali è necessario però inserire il suo utilizzo all’interno di un programma basato su alimentazione e stile di vita salutare. Nei casi di colesterolemia non lieve, oltre i 240 mg/dL, o in presenza di un rischio coronarico globale alto, cioè dove siano presenti altri fattori di rischio importanti come la ipertensione arteriosa, il diabete o la storia di un precedente evento cardiovascolare, è necessario rivolgersi al proprio medico ed eventualmente ricorrere a rimedi farmacologici – ha concluso Notarbartolo.(liquidarea)

agosto 5, 2010

Helicobacter pylori: provoca ulcere ma ha anche una proteina in grado di ‘riparare’.

È un batterio bifronte, quello che scatena l’ulcera, ma grazie a una ricerca italiana la sua presenza nello stomaco non è più soltanto una cattiva notizia. L’Helicobacter pylori produce infatti una proteina capace di riparare le lesioni, sia quelle sulle pareti dello stomaco sia quelle di cornea e pelle. La scoperta dell’Università di Napoli Federico II, è pubblicata sulla rivista internazionale Journal of Immunology. «Questo effetto benefico – spiega perchè l’Helicobacter pylori convive con l’organismo umano da almeno 50.000 anni: era verosimile che facesse anche qualcosa di utile», ha detto il coordinatore dello studio, Gianni Marone. Si spiega anche perchè questo batterio continua ad essere così fedele all’uomo da colonizzare lo stomaco di metà della popolazione mondiale, trasmettendosi da persona a persona.

La proteina capace di curare l’ulcera prodotta dal batterio si chiama Hp2-20. «Sembra essere efficace non soltanto nel curare le ulcere dello stomaco, ma anche quelle di cornea e pelle – ha spiegato Marone. Grazie a queste sue proprietà – aggiunge – la proteina potrebbe diventare in futuro un farmaco biologico», e c’è già un brevetto da parte del Centro Interdisciplinare per le Scienze immunologiche di base e cliniche dell’università Federico II.

luglio 26, 2010

Un nuovo freno alle metastasi ossee.

Un principio attivo intelligente in grado di rallentare gli effetti delle metastasi ossee: si chiama denosumab, ed è l’anticorpo monoclonale che viene dal futuro, quello delle biotecnologie, l’ultima frontiera in tema di sviluppo farmacologico. Presentato oggi in California uno studio che dimostra la sua superiorità rispetto alle terapie attuali nel ridurre e ritardare la comparsa di metastasi ossee nelle pazienti affetti da cancro al seno in 2.049 pazienti affette da carcinoma mammario in stadio avanzato. La superiorità è stata dimostrata nel ritardare una serie di complicazioni ossee gravi, nell’insieme denominate SRE (o eventi scheletrici correlati) e che comprendono anche fratture e compressione del midollo spinale.

“Siamo estremamente lieti dei risultati di questo importante studio, che dimostra come questo anticorpo monoclinale può ridurre o ritardare le gravi complicanze delle metastasi ossee nelle pazienti affette da carcinoma mammario più efficacemente rispetto all’attuale standard terapeutico, e con un profilo beneficio/rischio favorevole – ha dichiarato Roger M. Perlmutter, M.D., Ph.D., Executive Vice President della Ricerca e Sviluppo Amgen – Questi risultati sottolineano l’importanza del RANK Ligand nella progressione delle malattie delle ossa, e promettono di migliorare le cure per le pazienti affette da carcinoma mammario in stadio avanzato”.
Si tratta del primo anticorpo monoclonale totalmente umano in fase finale di sviluppo clinico che bersaglia in maniera specifica il RANK Ligand, il regolatore essenziale degli osteoclasti (le cellule che degradano l’osso).

luglio 24, 2010

Test diagnostici meno esosi con nuove tecniche e senza costosi anticorpi.

Dal laboratorio del Nobel Sharpless  in molti test diagnostici sarà possibile sostituire il ricorso ai costosi e delicati anticorpi con peptidi stabili e altamente selettivi ottenuti grazie a una nuova tecnica di sintesi

L’identificazione di specifiche proteine in un preparato biologico viene oggi spesso eseguita ricorrendo all’uso di anticorpi. La tecnica, per quanto efficace, presenta tuttavia diversi inconvenienti, come il costo e la scarsa stabilità degli anticorpi stessi.

Ora, come viene riferito sulla rivista “Angewandte Chemie” un gruppo di ricercatori del California Institute of Technology (Caltech) e del Scripps Research Institute diretti da K. Barry Sharpless, premio Nobel per la chimica nel 2001, e James R. Heath hanno sviluppato un protocollo che consente la produzione rapida ed economica di composti altamente stabili, costituiti da brevi catene di peptidi, che sono in grado di legare una particolare proteina con un’affinità e una selettività estremamente elevate.

Lo scorso anno Heath e colleghi avevano sviluppato un’apparecchiatura di diagnostica medica delle dimensioni di un vetrino da microscopio, l’Integrated Blood-Barcode Chip, che può separare e analizzare rapidamente decine di proteine presenti in una goccia di sangue.

“Ciò che ci limitava nella capacità di esaminare diciamo 200 proteine con il barcode chip è il fatto che gli anticorpi sono instabili e costosi” spiega Heath. “Così abbiamo cercato di sviluppare degli equivalenti degli anticorpi, che chiamiamo agenti di cattura delle proteine, che potessero legarsi a esse con alta affinità e selettività, e che fossero capaci si superare questo test: metterne una scorta nel portabagagli di una macchina ad agosto a Pasadena e, un anno dopo, ritrovarli ancora funzionali.”

Per ottenere il risultato i ricercatori hanno sfruttato la tecnica di “in situ click chemistry” introdotta proprio da Sharpless nel 2001, che permette la costruzione passo passo a partire da piccoli frammenti peptidi capaci di legarsi a una proteina di interesse.

luglio 17, 2010

Il cromosoma Y si sta deteriorando da secoli.

Maschi in via di estinzione? Il cromosoma Y, quello che possiedono solo i rappresentanti del “sesso forte”, si sta deteriorando da secoli. E potrebbe svanire in pochi milioni di anni. È quanto emerge da uno studio americano che, per la prima volta, ha messo in luce il processo evoluzionistico che controlla questo deterioramento. Una coppia di scienziate della Penn State University (Usa) ha infatti scoperto che questo cromosoma sessuale si è evoluto con una rapidità ben maggiore rispetto al cromosoma X (che possiedono sia i maschi che le femmine).

Un’evoluzione talmente veloce che ha portato a una drammatica perdita di geni sul cromosoma Y. Una specie di “emorragia” che, se proseguirà a questi ritmi, potrebbe portare alla completa scomparsa del cromosoma maschile. Lo studio, pubblicato su “Plos Genetics” dal team diretto da Kateryna Makova, analizza tre classi di mammiferi: marsupiali (con piccoli prematuri che completano lo sviluppo in una tasca materna come i canguri), monotremi (che depongono le uova come l’ornitorinco) e placentati (con piccoli che allo stato embrionale si alimentano mediante una placenta, come l’uomo). Gli esseri umani hanno 23 coppie di cromosomi, ma solo una è composta da cromosomi sessuali.