
Altrochè l’articolo 18! L’ex direttore Minzolini ruba alla RAI ma non si può licenziare e nemmeno tagliare lo stipendio.

Rai, lunedì cda straordinario per il caso Minzolini
Consiglio di amministrazione straordinario in Rai per il caso Minzolini: la seduta è stata fissata per lunedì prossimo. La decisione è stata presa questa mattina dallo stesso Cda di Viale Mazzini riunito con all’ordine del giorno altri argomenti, tra cui alcune nomine di vertice. La riunione di lunedì servirà a definire la posizione dell’azienda sulla delicata questione relativa al direttore del Tg1, ieri rinviato a giudizio per peculato 1, e l’apertura del processo è fissata per il prossimo 8 marzo.
La Rai ha deciso di costituirsi parte civile al processo.
Minzolini rinviato a giudizio per peculato.
Augusto Minzolini
Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini e’ stato rinviato a giudizio per la vicenda delle spese sostenute con la carta di credito aziendale. Il giornalista è accusato di peculato per avere sforato, in 14 mesi, il budget a sua disposizione per circa 65 mila euro. Tale somma è stata già restituità dal direttore all’azienda. A decidere il rinvio a giudizio il gup del Tribunale di Roma Francesco Patrone che ha fissato la prima udienza del processo il prossimo 8 marzo davanti alla VI sezione penale.
Sarà condannato in primo grado, assolto in secondo e assolto definitivamente in Cassazione e non caccerà un euro di risarcimento danni.
Scommettiamo? Almeno lo licenziassero.
Il fallimento del Tg1
Il telegiornale di Bianca Berlinguer primo in Rai con il 17,69% di share. Il direttorissimo crolla alla prova dell’Auditel, fermo al 16% e staccato di cinque punti dalle informazioni di Canale 5. Rizzo Nervo: “Il vertice della Rai si è cucito gli occhi, tuttavia spero ancora in un sussulto di dignità e orgoglio aziendali. E’ sempre meglio tardi che mai”
Non sarebbe il caso di cacciarlo a calci nel culo?
Il dolore di Minzolini.
Chi pagherà i danni che sta facendo Minzolini.
Il mandato di Augusto Minzolini al Tg1, com’è del tutto evidente, non è quello di guadagnare ascoltatori. Anzi, se ne perde a milioni – come ne perde – il suo leader personale di riferimento brinderà al successo di Mediaset.
Quel che importa è che spacci le videocassette per notizie e continui a informare gli italiani sui macachi strabici e su come cucinare le zucchine. Il problema non è questo ridanciano maggiordomo di regime, un genere destinato a declinare con l’estinguersi del regime stesso, ma il fatto che il suo datore di lavoro non è Silvio Berlusconi, come mostra di ritenere servile: il suo datore di lavoro siamo noi che paghiamo il canone del servizio pubblico. È a noi che deve restituire le decine di migliaia di euro di pranzi cene e viaggi di rappresentanza che ha speso con carta aziendale e per cui è indagato per peculato.
Basta insulti.
Minzolini e l’agcom.
Minzolini visto circolare a Tripoli.
Migliaia di mercenari diretti a Tripoli.
Da qualche giorno non si hanno notizie di Minzolini.