Posts tagged ‘micromega’

aprile 12, 2013

SERGIO CESARATTO – Tirare avanti o tirare le cuoia.

Mentre da noi prosegue il teatrino delle noccioline in cui si affida l’illusione di po’ di ripresa a una ventina di miliardi che non si sa né come distribuire né come reperire, la potente e socialdemocratica Fondazione Ebert traccia alcuni scenari per l’Europa che, questi sì, dovrebbero costituire materia di meditazione per la politica.Sulla scorta di una quindicina di seminari tenuti in varie capitali, quattro sono gli scenari descritti. Prima di riassumerli , vale la pena di osservare che nessuno contempla l’idea che l’austerità europea a noi impartita dai pro-consoli della Merkel avrà successo nel restituirci competitività e prosperità. Che rigore e crescita fossero incompatibili e che l’austerità avrebbe devastato il Paese denunciammo con pochi altri sin dai tempi della famigerata lettera della BCE e dell’insediamento di Monti. Continuamente voci si uniscono ora al coro. Tutti gli scenari danno inoltre implicitamente per scontato che le responsabilità di fondo sono nell’esistenza stessa dell’Euro, che mai avrebbe dovuto essere adottato da Paesi così disomogenei in assenza di istituzioni adeguate. E al riguardo l’Economist ha mosso ieri alla BCE la pesante accusa di non far nulla per aiutare l’Europa.

http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/04/07/sergio-cesaratto-tirare-avanti-o-tirare-le-cuoia/

febbraio 7, 2013

La “Grillonomics”. Analisi del programma economico del MoVimento 5 Stelle.

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Il numero di MicroMega in edicola e libreria da oggi pubblica l’analisi dei programmi economici dei partiti in vista delle elezioni del 24 febbraio. Quella che segue è una sintesi del saggio di Vladimiro Giacché sul programma del MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Insieme a questo, MicroMega pubblica anche un articolo di Sergio Cesaratto sul programma del Centrosinistra e uno di Marco Passarella su quello della coalizione guidata da Mario Monti. L’indice completo della rivista è disponibile a questo link.

Il Movimento 5 Stelle sarà un protagonista a tutti gli effetti della vita politica del nostro paese. Ecco perché le sue proposte vanno ‘prese sul serio’ ed esaminate con lo stesso rigore che si applica a quelle degli altri partiti. Purtroppo il programma della forza guidata da Beppe Grillo è spesso estremamente impreciso e vago, sopratutto in tema di economia. Ecco quel che dice, e sopratutto quel che non dice, la Grillonomics.

di Vladimiro Giacché

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febbraio 6, 2013

L’università sottofinanziata e il declino italiano.

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La disoccupazione giovanile in Italia ha raggiunto ormai livelli intollerabili (37%). Le sue cause sono spesso rintracciate in “un eccesso di istruzione”, a fronte di un sistema d’impresa che non richiede manodopera troppo qualificata. Ma le politiche messe in atto per risolvere il problema non fanno altro che assecondare un modello di sviluppo destinato a perpetuare il declino.

di Guglielmo Forges Davanzati da MicroMega on line
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gennaio 29, 2013

Ripensando il capitalismo.

Nel suo libro “Ripensando il capitalismo. La crisi economica e il futuro della sinistra” Salvatore Biasco ricostruisce i cambiamenti indotti dalla globalizzazione e dal primato della finanza nei rapporti fra economia e democrazia. E propone una nuova agenda per la sinistra: dal socialismo al comunitarismo.

di Lanfranco Turci

continua: http://temi.repubblica.it/micromega-online/come-riformare-il-capitalismo-2/

gennaio 3, 2013

Il deleterio modello tedesco e i luoghi comuni sul welfare.

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Weimar, marzo 2012: “Cercasi commessa a 400 euro” – foto di V.Giacché

Il sistema di welfare non è nato per accompagnare la flessibilità e la moderazione salariale, come molti fan del “modello tedesco” sembrerebbero suggerire. Ecco perché sarebbe suicida per i progressisti italiani riproporre fuori tempo massimo (e senza risorse) le ricette di moda negli anni ’90.

di Guido Iodice e Daniela Palma – Keynes Blog, da MicroMega on line

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settembre 17, 2012

Hyman Minsky e la crisi.

Hyman Minsky (1919-1996) è stato uno dei più importanti esponenti della scuola post-keynesiana di teoria economica. Allievo di Joseph Schumpeter e Wassily Leontief, il suo lavoro parte da una lettura di Keynes alternativa rispetto a quella dominante degli anni del dopoguerra (dominante ancora oggi, sia pure aggiornata), la cosiddetta sintesi neoclassica, che Joan Robinson, allieva diretta di Keynes, definì “bastard Keynesianism”, nel senso letterale di “figlio illegittimo”, poiché cercava di riconciliare la Teoria Generale keynesiana con la precedente economia neoclassica, senza cogliere la rottura teorica tra i due approcci.

In particolare Minsky si concentra sull’importanza del settore finanziario, quindi del credito e delle “bolle”, nella dinamica del ciclo economico. La sua “ipotesi di instabilità finanziaria” è stata associata, anche in ambito mainstream e sia pure con alcune differenze non secondarie, alla crisi dei mutui subprime che ha scatenato la crisi finanziaria negli Stati Uniti. Il Minsky moment è diventato così proverbiale tra gli economisti, che sono tornati a valutare i pericoli derivanti dalla fine della “repressione finanziaria”, ma ancora stentano ad accettare le conseguenze di Minsky sulla politica economica. Di particolare rilevanza inoltre nel pensiero minskyano è la moneta endogena. Diversi allievi di Minsky sono oggi raccolti intorno al Levy Institute di cui Minsky fu “distinguished scholar” e tra i promotori della Modern Money Theory, o neocartalismo.

La Fondazione A.J. Zaninoni e l’Associazione “Economia Civile” hanno organizzato nei giorni scorsi il convegno “La crisi finanziaria e i suoi sviluppi: gli insegnamenti di Hyman Minsky”. Dai materiali del convegno segnaliamo che MicroMega ha pubblicato l’intervento di Alessandro Roncaglia “Hyman Minsky e la crisi” (che ripubblichiamo) e quello di Roberto Petrini “Crisi e teorie economiche, cambia il vento?”

L’audio completo della conferenza può essere ascoltato sul sito di Radio Radicale.

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agosto 1, 2012

E’ necessaria una critica dell’economia politica.

di Alfonso Gianni

Dobbiamo all’appello contro il “furto d’informazione”, comparso pochi giorni fa su il Manifesto e alle autorevoli firme che lo sottendono, se tra i caldi dell’estate si è infilato qualche refolo di dibattito economico. Se ne è accorta anche la grande stampa, proprio quella giustamente messa sotto accusa dai firmatari dell’appello. A essere puntigliosi dovremmo precisare che l’imputata principale è la stampa generalista, quella specializzata non ha potuto allo stesso modo nascondere la verità. Basta confrontare, per fare solo un esempio, la differenza che corre fra gli inserti economici di Repubblica o del Corriere della Sera e i loro contenitori per rendersene immediatamente conto.

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luglio 13, 2012

La spending review contro il Welfare State.

La spending review cui sta lavorando il governo ha ben poco a che vedere con un’operazione finalizzata solo a ridurre gli sprechi. Il pericolo è che si metta in campo un potente meccanismo di (ulteriore) destrutturazione del welfare legittimando l’assunto (assai discutibile) che tutto ciò che è pubblico è fonte di inefficienza.

di Guglielmo Forges Davanzati da Micromega on line

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