Posts tagged ‘melfi’

luglio 28, 2013

Abbiamo detto fabbriche?

“Per iniziare dobbiamo partire da qui, dal riconoscere che fra templi greci arcaici, classici, edificazioni medioevali e invenzioni del barocco, il Meridione ha la piu’ alta concentrazione del Mediterraneo. Le sei collezione archeologiche delle principali città del Mezzogiorno sono da sole di un’importanza capitale: qualsiasi persone evoluta ci dovrebbe passare almeno una volta nella vita, come alla Mecca. Eppure sono in stallo. Perchè? Perchè piuttosto che investire su questa ricchezza fino a ieri puntavamo sulle fabbriche. A Melfi, in Basilicata, abbiamo portato le automobili, anzichè i turisti. Abbiamo costruito l’Ilva a Taranto, quando nella città avvelenata dall’acciaio bisognerebbe per il Museo nazionale e i suoi ori celebrati in tutto il mondo. E sapete qual è la media di occupazione di alberghi in Sicilia? Due mesi: un insulto al patrimonio sterminato dell’isola. I nostri politici devono capire che Bagnoli a Napoli, l’Ilva a Taranto, la Fiat a Melfi sono strade sbagliate per definizione. La vera soluzione per il Sud è che diventi un grande serbatoio di beni culturali, di qualità di vita e di turismo, perchè queste forze messe insieme rendono molto più delle tre fabbriche che ho nominato moltiplicate per dieci. Anche in termini di occupazione. Dobbiamo immaginare uno sviluppo diverso per il territorio. Un futuro che dovrà passare necessariamente attraverso una potentissima operazione di restauro dei beni culturali, talmente vasta da assomigliare a un piano Marshall. Ecco si tratta d’impostare un piano Marshall per il Meridione. Iniziamo, per esempio, a riportare all’antico splendore Palermo, uno dei più importanti centri storici del Mediterraneo. Non solo una città meravigliosa, ma anche un luogo con una funzione geopolitica cruciale se pensiamo che l’Europa non sia solo quella dell’austerity, ma anche quella del dialogo fra i paesi del Mare Nostrum. Il restauro dei palazzi di Palermo è quindi un problema EUROPEO, non italiano o cittadino. L’Unione deve occuparsi delle sue culle, difenderle, promuoverle. Deve farsi carico dei suoi tesori: città dei fenici, dei normanni, del Regno di Sicilia non puo’ essere curata soltanto dal governo di Roma e dal mendicante Ministero dei Beni Culturali. Deve diventare un progetto europeo e lo dico nonostante io abbia partecipato poche settimane fa ad un’audizione di Barroso a Bruxelles. Uno degli appuntamenti più deprimenti dei miei ultimi dieci anni, perchè ho capito che alla Commissione europea IMPORTA BEN POCO della bellezza italiana. Ma questo non cambia la realtà dei fatti. Pensiamo a Pompei. La villa dei misteri, i corpi pietrificati delle vittime dell’eruzione, i mosaici, gli affreschi erotici i versi dell’Eneide incisi dagli studenti sui muri non sono proprietà dei campani. Appartengono a chiunque studi latino, a Tubingen o alla Sorbona o a Oxford. Con i ragazzi dell’Università di Palermo abbiamo coniato un bellissimo slogan per illustrare questa idea: Terra omnia”. Invece che terronia, il Sud è Terra omnia. Di tutti. prendiamo un altra città formidabile per la sua qualità catastrofana: Cosenza. Ha una parte antica talmente collassata, dove solo alcuni privati hanno cominciato a restaurare, sostenuti dal grande impegno del Comune, che investe per riaprire piccole botteghe medievali. Rimetterne in piedi il cuore cittadino significherebbe restituire un centro abitato da 30.000 persone, e far conoscere agli stranieri un autentico gioiello della Calabria finora trascurato” Philippe Daverio “l’espresso – 4luglio 2013”
ottobre 28, 2012

150.000 in piazza e nessuno ne parla.

No Monty Day

No Monti Day – Le foto No Monti Day No Monti Day No Monti Day

C’è stato il No Monti Day, mentre Silvio Berlusconi sproloquiava nella sua conferenza stampa – quella in cui non ha detto nulla, per intenderci. C’è stato, ed è stato sostanzialmente oscurato dai media come una notizia minore, complice un sabato pomeriggio dominato dall’attesa per qualche parola del Cav. da cui trarre una notizia maggiore, o anche solo una notizia qualsiasi, e invece niente. Ma la sensazione è che sarebbe stato trattato ugualmente senza alcun interesse, questo giorno di protesta in cui sono scese in piazza, secondo gli organizzatori, 150mila persone. C’erano le sinistre non rappresentate in parlamento. I No Tav. Reduci del Fu-Popolo-Viola, c’era il Comitato No Debito, delegati del Carbosulcis, di Fincantieri, di Pomigliano, Mirafiori e Melfi, precari, giovani, tutti contro la Troika della BCE-Commissione Europea-FMI e dunque contro il Governo di Mario Monti.

Continua a leggere: No Monti Day – Protesta contro la politica del governo e la troika europea

agosto 27, 2010

Le ragioni di Marchionne.

L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, accetta l’invito di Napolitano a trovare una soluzione per la vicenda dei tre operai della Fiat Sata di Melfi. “Ho un grandissimo rispetto per il presidente della Repubblica, come persona e per il suo ruolo istituzionale, e accetto da lui un invito a cercare di trovare una soluzione a questo problema e mandare avanti le cose”. Dichiara anche: “Fiat ha rispettato la legge e il sabotaggio resta intollerabile. Perchè i diritti non sono patrimonio di tre persone e – continua l’Ad del Lingotto dal palco del meeting di CL a Rimini – perchè è necessario accettare il cambiamento e promuovere un patto sociale per consentire al Paese di andare avanti”. Marchionne ha poi aggiunto: ”Sono assolutamente disponibile ad incontrare il leader della Cgil, Guglielmo Epifani. E’ una persona che rispetto e che ha un profilo intellettualmente onesto”.

“Bisogna lasciarsi dietro vecchi schemi”, ha dichiarato in apertura del suo discorso Marchionne, “avrei voluto parlare dei grandi sistemi internazionali”, ma, precisa, “la situazione italiana mi obbliga a parlare di questo”. Di Melfi, ad esempio. Dei tre operai cacciati e poi reintegrati dai giudici. “Accuse gravissime”, dice: “non siamo più negli anni Sessanta”, bisogna tralasciare l’idea della contrapposizione tra “capitale e lavoro, tra operaio e padrone”. Poi lancia l’idea di un “patto sociale” per imprimere un “cambiamento”. Questo perche’, ha detto tra gli applausi, “se non ci adeguiamo al mondo che cambia, ci troveremmo a gestire solo i cocci del nostro passato”.

agosto 23, 2010

Una Repubblica democratica fondata sul lavoro….o no?

Si presenteranno regolarmente in fabbrica a Melfi oggi alle 13.30 i tre operai Fiat Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli, nonostante il telegramma in cui il Lingotto afferma che ”non intende avvalersi delle loro prestazioni”, pur garantendo la retribuzione, sino al 6 ottobre, quando sara’ discusso il ricorso sul loro reintegro. Venga rispettata la sentenza, chiedono i sindacati. I tre lavoratori erano stati licenziati a meta’ luglio e poi reintegrati dal giudice del lavoro circa due settimane fa. Intervistato da Repubblica, il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, rileva che ”all’inizio Marchionne appariva come un manager moderno” mentre ”oggi si ripresenta l’immagine della vecchia Fiat che chiede di scambiare il lavoro con la negazione di alcuni diritti”.

Siamo arrivati al punto che per lavorare, in Italia, bisogna chiedere l’intervento delle forze dell’ordine.