Posts tagged ‘Medicina’

febbraio 25, 2011

Tumore ovarico, i poteri di miR-200c.

Nei casi di tumore ovarico funziona da ‘spia’, perché la sua assenza segnala l’alto rischio di recidiva post terapia. Quando al contrario è presente, la molecola miR-200c ha un ruolo (e potere) diverso: le pazienti con cancro alle ovaie al primo stadio hanno buone e maggiori possibilità di guarigione. Perché miR-200c ostacola la crescita del tumore e quindi le possibilità di recidiva.

  A identificare questa particella di Rna è stato un team italiano dell’Istituto Mario Negri, la cui ricerca – finanziata dalla fondazione Cariplo e dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro – è stata pubblicata su Lancet Oncology 1.

Per arrivare all’identificazione di miR-200c, i ricercatori hanno analizzato una classe di molecole di Rna, chiamate micro-Rna. Queste, a differenza delle ‘colleghe’, non producono proteine necessarie all’organismo, ma regolano il funzionamento di altri geni, compresi quelli che determinano la crescita del tumore all’ovaio.

febbraio 22, 2011

Cellule ‘malate’ che sfuggono alla chemio: ecco come e perche’.

Le cellule tumorali si camuffano proprio come fanno le cellule che invecchiano quando vogliono sfuggire alla morte.

 

Lo ha scoperto una ricerca coordinata dall’Italia attraverso l’Istituto Firc di Oncologia Molecolare (Ifom) di Milano e pubblicata nell’edizione online della rivista Nature Cell Biology. La ricerca, finanziata da Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) e Comunità Europea, permette di utilizzare alcuni farmaci già esistenti in modo nuovo e più efficace. I primi dati indicano inoltre che questi farmaci colpiscono in modo selettivo le cellule tumorali, risparmiando quelle sane.

febbraio 22, 2011

Alzheimer: attivita’ bilingue allontana la demenza

Parlare due lingue mette il ‘turbo’ al cervello, e allontana anche il rischio di Alzheimer. Lo afferma uno studio presentato al meeting della American Association for the Advancement of Science in corso a Washington.

 

I ricercatori dell’Universita’ di Toronto hanno studiato 211 pazienti affetti da Alzheimer, meta’ dei quali erano bilingui, mentre il resto parlava una lingua sola. Nel primo gruppo la malattia era stata diagnosticata in media 4,3 anni piu’ tardi, e i sintomi si sono manifestati 5,1 anni dopo gli altri. ”L’effetto – hanno spiegato gli esperti – e’ maggiore se la seconda lingua viene imparata da piccoli, ma una certa protezione si ha anche se la si impara intorno ai 40-50 anni”.

febbraio 17, 2011

Malattie autoimmuni: quanto incide l’eccessivo introito calorico.

Potrebbe rappresentare la chiave che unisce un eccessivo introito calorico all’insorgenza di patologie autoimmuni la molecola mTOR (mammalian target of rapamycin), che all’interno della cellula regola sia la captazione dei nutrienti sia i livelli energetici intracellulari.

Tale molecola, come hanno scoperto Giuseppe Matarese e colleghi del Laboratorio di immunologia, presso l’Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale del Consiglio nazionale delle ricerche (Ieos-Cnr) di Napoli – che firmano un articolo sulla rivista Immunity –  risulta essere sovraespressa nei linfociti T regolatori, che precedenti studi hanno mostrato essere cruciali a loro volta nei meccanismi che ci proteggono dalle patologie autoimmunitarie e infiammatorie.

febbraio 11, 2011

Artrite Reumatoide: allo studio un enzima considerato chiave.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Göteborg, in Svezia, ha identificato un enzima in grado di proteggere dall’infiammazione e dalla distruzione delle cartilagini articolari, due tratti caratteristici dell’artrite reumatoide.

 

 

La scoperta, arrivata in modo inaspettato in seguito all’inibizione della produzione dell’enzima GGTasi-I in topi transgenici, potrebbe aprire la strada all’indetificazione di nuovi meccanismi che controllano lo sviluppo di patologie infiammatorie e di conseguenza all’individuazione di nuovi bersagli terapeutici.

La GGTasi-I si ritrova in tutte le cellule ma è particolarmente importante per la funzione delle cosiddette proteine CAAX nelle cellule infiammatorie, poiché ne consente il legame con un acido grasso simile al colesterolo. Alcuni farmaci, finora testati su pazienti affetti da tumore, si basano proprio sulla soppressione dell’attività della GGTasi-I e di conseguenza di quella delle proteine CAAX.

febbraio 9, 2011

Parkinson: ricercatori studiano il movimento delle proteine tra le cellule malate

Uno studio finanziato dall’UE ha rivelato che le proteine malate, che sono un elemento fondamentale della malattia di Parkinson, si spostano lentamente tra le cellule, eventualmente innescando la distruzione della nuova cellula ospite.

 

Essi credono che la scoperta potrebbe portare a nuove strategie terapeutiche per le malattie neurodegenerative. La ricerca, presentata nel Journal of Clinical Investigation, è stata finanziata dal progetto PROSPECTS (Proteomics specification in time and space), al quale l’UE ha erogato quasi 12 milioni di euro attraverso il Settimo programma quadro (7° PQ).

L’errato ripiegamento (misfolding) delle proteine anomale nelle cellule del cervello è un elemento chiave nello sviluppo del morbo di Parkinson. Lo studio ha dimostrato che le proteine alfa-sinucleina danneggiate possono diffondersi in un modo simile ai prioni, un modello di infezione in precedenza descritto per malattie come l’encefalopatia spongiforme bovina (BSE), altrimenti nota come morbo della mucca pazza.

“Questo è un passo avanti significativo per comprendere il ruolo potenziale del trasferimento da cellula a cellula di alfa-sinucleina nella patogenesi della malattia di Parkinson, e siamo entusiasti dei risultati”, dice il professor Patrik Brundin dell’Università di Lund, in Svezia, che ha guidato un team di ricercatori provenienti da Danimarca, Francia e Portogallo.

febbraio 7, 2011

Pazienti oncologici pedriatici: progetto UE per migliorarne il follow-up.

bambini che sopravvivono a un cancro, sebbene guariti, crescendo sono spesso vittime di problemi fisici o psicologici associati alla patologia o alle cure seguite.

Per dare nuovo impulso a nuove cure farmacologiche contro i tumori e per migliorare la qualità della vita di coloro che sono guariti, 16 istituti di ricerca con sede in 11 paesi europei hanno deciso di unire le proprie forze e avviare uno studio unico nel suo genere nell’UE.

Il progetto PANCARESURFUP (“Pancare childhood and adolescent cancer survivor care and follow-up studies”), che ha ricevuto quasi 6 milioni di euro in riferimento alla tematica “Salute” del Settimo programma quadro (7° PQ), prenderà il via alla fine di questa settimana a Lund (Svezia).

Il progetto è coordinato dall’oncologo pediatrico Lars Hjorth dell’Università di Lund. Partecipa al progetto anche Julie Byrne, epidemiologa, che insieme al Boyne Research Institute lavorerà fianco a fianco con altri 34 specialisti.

L’iniziativa di durata quinquennale, che si basa sui recenti progressi compiuti nell’ambito dell’oncologia pediatrica, punta a garantire l’accesso alle cure sperimentali a un numero maggiore di pazienti in giovane età.

Fino ad oggi, infatti, adolescenti e ragazzi hanno avuto un accesso limitato alle cure sperimentali poiché, nella maggior parte dei casi, non vengono seguiti da centri specializzati in oncologia pediatrica. Ora, invece, sono proprio questi centri ad offrire le sperimentazioni più adatte per la cura dei tumori che colpiscono gli adolescenti, spesso diversi dalle patologie più diffuse tre gli adulti.

febbraio 1, 2011

Chemioterapico per curare lesioni midollo spinale.

Curare le lesioni del midollo spinale con un farmaco utilizzato nella lotta ai tumori. La terapia, per ora sperimentata sui topi, aiuta la “riparazione” dei neuroni danneggiati rallentando il processo di cicatrizzazione innescato dalla lesione.

 

In questo modo, almeno nei casi meno gravi, sarebbe possibile recuperare in parte le normali abilità motorie. Lo studio, pubblicato su Science, è stato condotto da un gruppo di ricerca coordinato da Farida Hellal del Max Planck Institute of Neurobiology, in Germania.

Il midollo spinale rappresenta la porzione caudale del sistema nervoso centrale (SNC). Uno dei principali fattori che ne ostacolano la riparazione dopo una lesione è la scarsa capacità di rigenerazione degli assoni (i prolungamenti dei neuroni che trasmettono gli impulsi elettrici da una cellula nervosa all’altra). Questa difficoltà a rigenerarsi è dovuta sia all’effetto inibitorio della mielina (la guaina che circonda gli assoni e che potenzia la trasmissione elettrica), sia al processo di cicatrizzazione post-lesione, che crea un ambiente ostile alla ricrescita.

Per favorire la rigenerazione degli assoni, i ricercatori sono intervenuti sul processo di cicatrizzazione cercando di rallentarlo. Hanno così somministrato il Taxol, un farmaco adoperato nelle terapie contro il cancro, a topi colpiti da lesioni a livello della regione toracica del midollo spinale. Dopo appena una settimana, nei topi trattati con il farmaco la cicatrizzazione diminuiva; questo perché il Taxol ferma l’azione dei microtubuli, proteine filamentose che intervengono in numerosi processi cellulari, compresi quelli di cicatrizzazione. Il risultato della terapia, dopo 4 settimane di trattamento, è stata la ricrescita degli assoni interessati dalla lesione.(liquidarea)

gennaio 28, 2011

Staminali adulte in soccorso del cuore infartuato.

Se adeguatamente ‘istruite’, le cellule staminali adulte possono riparare i danni provocati al cuore dagli infarti. Lo afferma uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, secondo cui questa tecnica e’ sicura e puo’ essere testata sull’uomo. Le staminali adulte isolate dai pazienti normalmente hanno una limitata capacita’ di riparare il cuore.

I ricercatori della Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota, hanno sviluppato pero’ un cocktail di fattori di crescita cardiaci che riescono a ‘programmare’ le staminali ottenute dal midollo osseo dei pazienti. Applicate a un modello animale queste cellule hanno mostrato una grande capacita’ di riparare i tessuti cardiaci senza nessun effetto collaterale. Nello specifico, i ricercatori hanno trovato che il tessuto cardiaco danneggiato guariva piu’ efficacemente, grazie all’apporto delle staminali, e le cicatrici lasciate dall’infarto erano scomparse dopo qualche mese dal trattamento.

gennaio 26, 2011

Retina artificiale organica: italiani creano la prima.

Una retina artificiale perfettamente funzionante, compatibile con i tessuti circostanti grazie a inserimenti di materiale organico. E’ quanto messo a punto dal Dipartimento di Neuroscienze e Neurotecnologie (NBT), il Centro di Nanoscienze e Tecnologie dell’Istituto Italiano di Tecnologia, e il Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano, autori dell’importante scoperta, la cui notizia verra’ data attraverso uno studio pubblicato su Nature Communications, tra le piu’ importanti riviste dedicate alle scoperte nelle scienze biologiche, chimiche e fisiche.

 

Il lavoro, “A hybrid bio-organic interface for neuronal photo-activation”, e’ stato coordinato dal prof. Guglielmo Lanzani, del Centro di Nanoscienze e Tecnologie. La premessa che ha guidato il gruppo e’ la ricerca di una soluzione ai problemi legati al malfunzionamento della retina umana. Questa e’ composta da un insieme di fotorecettori neuronali, chiamati coni e bastoncelli, capaci di captare i segnali luminosi, trasformarli in impulsi elettrici che vengono trasportati al cervello attraverso il nervo ottico.