Oggi 19 gennaio Paolo Borsellino avrebbe compiuto 72 anni.
Un uomo che ha lottato, giorno dopo giorno, contro i poteri forti della criminalità organizzata e contro le commistioni tra questa e la politica che governa l’Italia. Sono passati ormai 20 anni dall’attentato che lo ha ucciso, ma quell’uomo dall’aria schiva, di poche parole e di molti fatti, non sparirà dalla memoria di nessuno.Oggi Oggi però ricorre anche il dodicesimo anniversario della morte di Bettino Craxi.
Io cari compagni preferisco ricordare Paolo Borsellino. Morto perchè credeva in un’Italia migliore, che ancora non c’è.
Nel 1978 si chiamava “Radio aut”. Oggi il suo nome è Radio 100 passi. La prima l’aveva fondata Peppino Impastato, ucciso dalla mafia a trent’anni per averne denunciato i crimini, la seconda è stata aperta dai suoi fratelli e amici per continuare la battaglia per la legalità. Domani, a partire dalle 9.30 del mattino, una maratona radiofonica per ricordare Peppino, ma anche per fare un punto sull’informazione, l’integrazione dei popoli, la cultura della legalità. Tantissimi gli interventi previsti, tra cui un collegamento con Liberazione dalle 10.30.
La maratona dalle 16 sarà anche in video streaming su http://www.radio100passi.net
Commentando la sentenza Dell’Utri Beppe Grillo ha scritto “Qualche volta ti domandi se ha senso opporsi al degrado di un popolo (Dell’Utri è solo un sintomo, lo è anche Berlusconi) e cosa fare per risvegliarlo. Ti guardi allo specchio, più vecchio, più incazzato, più disilluso. Pensi a lasciare tutto e andare via. In un Paese civile nel quale un condannato per concorso esterno alla mafia sarebbe allontanato da qualunque carica pubblica. Sarebbe in galera, evitato da tutti. Ricordi Borsellino, che sapeva di essere stato condannato a morte, e ti chiedi chi glielo ha fatto fare. Pensieri così, di chi vede crescere l’indifferenza e l’ignavia degli italiani di fronte a qualunque stupro della democrazia. Gli italiani sono i colpevoli, non tutti, ma la maggioranza assoluta certamente sì. Meritano quello che hanno e forse anche di più.”
E’ una domanda che molto spesso mi faccio anch’io e mi dico che è da vigliacchi non resistere, ma quanta fatica!|
Fede su Saviano e la mafia: “Non è lui il solo che l’ha denunciata, ci sono registi autorevoli, ci sono magistrati che l’hanno combattuta e sono morti”. E poi ci sono quelli che la ospitavano in casa camuffandoli da stallieri.