Posts tagged ‘Longo’

marzo 19, 2021

Nemesi

di Alberto Benzoni

Il Pd è ridotto male. E non per ragioni contingenti. Ma perché vittima di un contrappasso in cui i suoi punti di forza si sono trasformati in oggetto di debolezza E in ogni campo.Così il partito di “Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer”, dirigenti dalle virtù sacrali, ha visto Zingaretti prima schernito e poi dimissionario, vergognandosi del partito che (si fa per dire) dirigeva.Così, il partito, di cui i comitati centrali erano l’oracolo, è diventato un partito che non riesce a fare un congresso vero e in cui il capo dell’opposizione interna dirige un altro partito.Così il partito che si identificava con il Movimento Operaio sta cercando, affannosamente, di essere il punto di riferimento di qualcun altro ma senza riuscirci.Così uno dei fari del comunismo internazionale vota, al Parlamento europeo, una mozione in cui comunismo e nazismo vengono equiparati, dichiarando, successivamente, di non averla letta bene.Così, infine, il partito che era in grado di dettare sia le regole sia il campo di gioco, ne ha creato uno nuovo, dove è diventato terra di conquista, aperta al primo salvatore (?) di turno.Potremmo continuare all’infinito. Ma è quanto basta per usare un termine religioso, nemesi, per definire ciò che è accaduto.La nemesi non è, naturalmente, una punizione incomprensibile legata alle pulsioni di una divinità capricciosa.E non si conclude, necessariamente, con la condanna definitiva del reprobo.Diciamo allora che è un segnale. Una serie di eventi che vogliono essere un avvertimento. “Hai peccato e gravemente. Ma devi essere tu a capire in che cosa e perché. Solo così potrai salvarti dalla rovina”.A tutt’oggi nessuno sembra aver recepito questo messaggio. Né il Pd che continua a non capire quello che è successo (sino a rappresentare l’”andare verso il popolo” nella scena tragicomica di Martina – che gioca a pallone con i ragazzi di Scampia) e che, quindi, incapace di autocritica. Né i santoni che ieri lo esaltavano e oggi ci sputano sopra e sempre con la stessa boria. Né, infine, i rappresentanti della “vera sinistra” che oggi lo invitano a sciogliersi per lasciare loro il posto, salvo a non presentarsi all’appuntamento, perché chiusi in una stanzetta a litigare. Ora, rendere ciechi e sordi, è proprio della nemesi. A segnalare il fatto che gli ex comunisti si sono macchiati agli occhi di Dio (o, più modestamente, del dio della storia) di quello che forse è il peggiore dei peccati capitali: la superbia. Leggi la convinzione di essere creatori o quanto meno unici interpreti autorizzati della storia senza accorgersi che ne erano diventati seguaci passivi e proprio quando andava nella direzione opposta a quello che avevano sempre seguito.È la legge del contrappasso. Dove la convinzione di capire tutto ti porta a non capire niente. Come avverrà ai tempi di Mani pulite, quando gli ex comunisti pensavano di dirigere un processo promosso in realtà dai loro futuri avversari e con loro in tribuna a battere le mani. E ancora, con effetti ancora peggiori, quando furono in prima fila nel distruggere una prima repubblica, di cui erano stati protagonisti privilegiati per benedire una seconda, il cui ambiente sarebbe risultato per loro sempre più sfavorevole.La nemesi, si sa, confonde la vista delle sue vittime. Un partito che è giunto a tollerare il fatto che a porre il veto sulle sue stesse intenzioni stessi sia il segretario di un altro partito, sostanzialmente avverso, non sa difendersi e quindi non può essere difeso. E ancora, un partito che sale in cattedra mostrando di continuo il cartellino giallo al popolo colpevole di averlo abbandonato nega, con ciò stesso, la possibilità di recuperarlo. E, infine, l’incapacità, antica e recente, di essere o di sentirsi alternativi, in termini ideali o di rappresentanza di interessi, nega la capacità di svolgere la funzione che gli è stata affidata.Questo per dire che non c’è alcun pentimento. Anche perché, almeno in politica, tu puoi pentirti di tutto e di più e a sopportare ogni tipo di critica; ma non fino al punto di riconoscere coram populo di essere, individualmente o collettivamente, la sua stupidità.E, allora, a porre termine al contrappasso, non sarà la catarsi dell’interessato. Ma il suo istinto di conservazione. Nato dalla consapevolezza che il suo stesso destino si gioca nell’arco di quest’anno. In un arco di tempo, in vista anche del dopo Draghi e dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica, che ha come suo momento di verità le prossime elezioni in quasi tutte le grandi città. E in cui la scelta sarà fra il costruire (in una elezione a due turni) le premesse di una sinistra competitiva, anche se per ora basata sulla semplice intesa con il M5S e con le altre sue formazioni e il seguire Renzi in un viaggio nel centro e nella destra da cui rischia di non uscire vivo.Ed è in questo ambito ristretto ma decisivo che dobbiamo valutare il ruolo di Letta. A prescindere, per favore, di quello che ha detto o fatto anni fa e da chi ha frequentato; così da capire quello che significa oggi la sua chiamata in soccorso. E rispetto a quale pericolo.Riassumiamo ora, per concludere, la posta in gioco e le opzioni alternative. E la probabilità che Letta condivida quelle giuste; unita alla possibilità, tutta da verificare, che riesca a farle passare.Giusto, anzi essenziale, rivendicare l’autorità del segretario, in un partito in cui il diritto di veto è esercitato da tutti e di continuo, soprattutto dai cacicchi locali e da personaggi esterni, tipo Calenda, che non hanno alcun titolo per rivendicarlo. Qui nessuno dei vari candidati di area comunista era, anche, lontanamente, in grado di svolgere questo ruolo. Mentre invece Letta è perfettamente consapevole che l’accettazione, anche tacita, di questo veto, sarebbe per lui rovinosa. Sulla necessità vitale di diventare alternativi, lo steso Letta è stato estremamente chiaro. Anche se la sua appartenenza alla sinistra didattica lo ha portato a citare due iniziative, oggi purtoppo fuori tema, solo perché indigeribili per il centro destra.Infine, il Nostro dovrebbe aver capito che l’opzione maggioritaria può essere accettata dai suoi futuri compagni di viaggio solo se non sarà più uno sgabello per garantire al Pd il controllo sui suoi alleati e, insieme, la libertà di movimento nei confronti degli altri.Certo, siamo lontani dal pentimento e da qualsiasi nuovo corso. Ma, almeno, ci si è fermati prima di cadere nell’abisso e cominciamo a guardarci intorno.Poi si vedrà.

ottobre 24, 2013

Nencini vergognati.

Foto del Senatore Riccardo NENCINI  La Puppato e i TRE socialisti  NENCINI,BUEMI E LONGO, se lo ricordino.
Con 218 voti favorevoli (il quorum richiesto per non rendere necessario il referendum confermativo era 214), 58 contrari e 12 astensioni il Senato ha approvato a maggioranza assoluta la deroga all’art. 138 della

Costituzione che istituisce il Comitato parlamentare per le riforme costituzionali. Si è aperta la strada allo stravolgimento della Costituzione.
È un giorno molto triste per la democrazia.

ottobre 10, 2013

Servizi sociali.

agosto 14, 2013

Napolitano ovvero un analfabeta istituzionale.

  La grazia a Berlusconi? Ma non era un’ipotesi da “analfabeti istituzionali”? E allora perché, nel comunicato di oggi del Quirinale, tutte queste parole, così… tante, così gentili e in fondo così “disponibili”?
“La grazia o la commutazione della pena può essere concessa dal presidente della Repubblica anche in assenza di domanda. Ma nell’esercizio di quel potere, il Capo dello Stato non può prescindere da specifiche norme di legge, né dalla giurisprudenza e dalle consuetudini costituzionali nonché dalla prassi seguita in precedenza. E negli ultimi anni, nel considerare, accogliere o lasciar cadere sollecitazioni per provvedimenti di grazia, si è sempre ritenuta essenziale la presentazione di una domanda. Tocca al Presidente della Repubblica far corrispondere un esame obbiettivo e rigoroso – sulla base dell’istruttoria condotta dal ministro della Giustizia – per verificare se emergano valutazioni e sussistano condizioni che senza toccare la sostanza e la legittimità della sentenza passata in giudicato, possono motivare un eventuale atto di clemenza individuale che incida sull’esecuzione della pena principale”.