12:32 am | L’Italia risulta fra i Paesi Occidentali con la più alta incidenza di pazienti affetti da epatite C, virus che nel mondo conta fino a 200 milioni di persone…
28 settembre 2012 / Leggi tutto »
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12:32 am | L’Italia risulta fra i Paesi Occidentali con la più alta incidenza di pazienti affetti da epatite C, virus che nel mondo conta fino a 200 milioni di persone…
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Nel nostro Paese c’e’ “una vera e propria emergenza sanitaria dovuta all’elevata prevalenza di patologie epatiche croniche e tumori del fegato, causate dalle infezioni da virus dell’epatite B e C avvenute tra gli anni ’60 e ’90″. In particolare, “l’Italia detiene il triste primato in Europa per numero di soggetti HCV positivi e per mortalita’ per tumore primitivo del fegato.
Il virus C dell’epatite, a differenza del virus B, e’ stato individuato e diagnosticato per la prima volta a partire dagli anni ’90 e, purtroppo, non si dispone ancora di un vaccino nei suoi confronti”. E’ l’allarme lanciato dal ministero della Salute, che ha organizzato oggi la “Conferenza sulle Epatiti”, un evento che rientra tra le iniziative proposte dall’Organizzazione Mondiale della Sanita’ per la celebrazione della Giornata Mondiale delle Epatiti 2011 ed ha l’obiettivo di fare il punto sulle epatiti e sul loro profilo epidemiologico a livello nazionale e mondiale ma anche sulle possibili strategie da adottare per il futuro. Le epatiti virali, in particolare quelle da virus B e C, rappresentano un rilevante problema di sanita’ pubblica oltre che per la loro frequenza anche per l’alta percentuale di casi che possono cronicizzare e sviluppare nel tempo malattie gravi, come la cirrosi e il cancro del fegato. Secondo stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS), circa 1/3 della popolazione mondiale si e’ infettata con il virus dell’epatite B (HBV), circa 350 milioni di persone sono cronicamente infette ed ogni anno si verificano 4 milioni di nuovi casi.
Un nuovo studio dimostra che i tassi di incidenza del cancro al fegato continuano ad aumentare nelle aree del mondo ritenute a basso rischio, come il Nord America, e sono in diminuzione in alcuni dei paesi piu’ ad alto rischio, come quelli asiatici.
Nonostante questo, i tassi di incidenza nei paesi asiatici restano il doppio di quelli africani e quasi il quadruplo di quelli nordamericani. Lo studio e’ stato effettuato da un team di ricercatori dell’American Cancer Society e sara’ pubblicato sul prossimo numero della rivista Cancer Epidemiology Biomarkers and Prevention. Utilizzando i dati del Centro internazionale di ricerca sul cancro, Melissa M. Cente e Ahmedin Jemal, ricercatori dell’ente americano di ricerca sul cancro, hanno esaminato le recenti tendenze dei tassi di incidenza di cancro al fegato dal 1993 al 2002 in 32 registri dei tumori in tutto il mondo. Hanno inoltre esaminato anche il rapporto tra tasso femminile e tasso maschile. I risultati sono stati per certi veri sorprendenti.
L’Italia a capo della squadra Ue di esperti di trapianti al fegato che farà scuola all’Egitto, Paese con il record mondiale di diffusione dell’epatite C.
Si chiama progetto Thebera e prevede una cooperazione internazionale che durerà due anni: i camici bianchi italiani ed europei garantiranno la formazione, esporteranno tecnologie e monitoreranno le performance dei colleghi egiziani. Si tratta della prima esperienza di questo genere promossa e finanziata dall’Unione europea in applicazione delle Direttiva sui trapianti varata nel 2010 (norma che esorta alla cooperazione internazionale per diffondere le competenze medico-scientifiche).
L’Italia sarà capofila del programma medico-scientifico e sanitario destinato al bacino del Mediterraneo, a partire appunto dall’Egitto, un Paese dove la prevalenza dell’epatite C va dall’11 al 14% e rappresenta un problema sanitario e sociale molto sentito, dal momento che il 40% dei trapianti di fegato è causato proprio da questo virus. “Studi condotti nei villaggi sul delta del Nilo – spiegano gli esperti durante un incontro oggi a Milano – dimostrano che addirittura circa la metà degli abitanti al di sopra dei 35 anni è entrata in contatto con il virus”. Il progetto Thebera è stato presentato in apertura del congresso della Società italiana per la sicurezza e la qualità nei trapianti (Sisqt), in corso a Firenze fino a venerdì.
Completato l’arruolamento dei pazienti, a breve i risultati che confermino l’efficacia del Realsil nel contrastare la progressione di steatosi in steatoepatite e fibrosi.Copenhagen, 23 aprile 2009 – Le principali malattie del fegato per quattro giorni sotto osservazione dagli epatologi europei. Gli esperti riuniti al Congresso EASL (European Association for the Study of the Liver) si confrontano sulle più diffuse patologie che minacciano la salute di questo organo e le armi per rallentarne i danni. Tra i temi la steatosi epatica, o fegato grasso, che interessa oltre 20 milioni di italiani. Ne soffre il 20% dei bambini in soprappeso, il 25% della popolazione adulta normale, il 40-100% dei pazienti con diabete di tipo II, il 20-80% dei dislipidemici e il 30-70% dei pazienti affetti da epatite da HCV (virus dell’epatite C). Per arginare questa vera e propria emergenza è stata testata per la prima volta su 181 pazienti la silibina, veicolata in una nuova forma (fitosoma) al fine di favorirne la biodisponibilità. “L’arruolamento dei pazienti nello studio multicentrico, randomizzato in doppio cieco, di fase III è ormai concluso – spiega il direttore medico Carlo di Manzano -. Ora dobbiamo aspettare solo i risultati dell’analisi statistica, ma siamo molto fiduciosi. Lo studio ha valutato l’efficacia di Realsil (Ibi Lorenzini), costituito dall’associazione di silibina estratta dal cardo mariano, fosfolipidi e vitamina E, nel migliorare il danno epatico in pazienti con fegato grasso non alcolico in presenza o meno di infezione da HCV.” E continua: “la steatosi può essere solo il primo passo verso una steatoepatite, infiammazione che rende più sensibili le cellule epatiche, gli epatociti, alla morte cellulare programmata (apoptosi) e alla necrosi. Di conseguenza anche alla cirrosi (che colpisce il 3% della popolazione) che assieme al carcinoma epatico ogni anno miete circa 50.000 vittime”.
Una persona su 12 nel mondo ha l’epatite B o C, ma la maggior parte non lo sa. Non solo. Ogni 30 secondi un individuo muore a causa di queste malattie, un milione ogni anno. e globalmente sono 500 milioni i portatori cronici: una cifra 10 volte superiore rispetto a quella delle persone con HIV/AIDS.
Il 19 maggio 2010 si celebra la Giornata Mondiale dell’Epatite (World Hepatitis Day), promossa dalla World Hepatitis Alliance. Quest’anno lo slogan della giornata è “Questa è l’epatite…” (“This is hepatitis…”), con l’intento di sensibilizzare ed eliminare lo stigma spesso associato a queste malattie.
Perché
La Giornata Mondiale dell’Epatite è un’iniziativa partita nel 2008. Siamo quindi giunti alla terza edizione. è stata organizzata per sottolineare non solo la scarsa consapevolezza su questo problema socio-sanitario ma anche la mancanza di volontà politica e istituzionale di attuare strategie sanitarie di informazione e prevenzione così come sono state già pianificate per l’HIV/AIDS, tubercolosi e malaria, nonostante i numeri sulla incidenza e mortalità siano sovrapponibili o anche superiori a quelli di queste malattie.