Nei due anni trascorsi dall’uccisione di Gheddafi la Libia non ha ritrovato la pace. Il paese e’ frantumato e controllato da gruppi armati che nel 2011 agirono di concerto, ma dopo la vittoria hanno iniziato a lottare ferocemente l’uno contro l’altro. Ahmad Mukharreb al-Gheddafi dirige il “Gruppo d’azione politica per la ricostruzione de…Visualizza altro
Massimo D’Alema, all’epoca numero uno della Farnesina ha detto che la Libia del colonnello Gheddafi è “fortemente impegnata” nella battaglia contro il fondamentalismo islamico. “Abbiamo parlato della necessità di una forte cooperazione tra Europa, Italia, Stati Uniti e di tutta la comunità internazionale e il mondo arabo per fermare il pericolo fondamentalista dove si manifesta compresi i paesi africani dove in questo momento l’islamismo sta guadagnando proseliti”. Era solo il 23 novembre 2006.
“Gheddafi mi vuole morto Lo so che me l’ha giurata» Berlusconi teme la vendetta del Kaìs di Tripoli Scosso e nervoso Dev’essere successo qualcosa se Berlusconi in questi giorni si mostra più nervoso del solito e appare scosso «L’ho saputo da mie fonti certe» Mi vuole morto». E stavolta non è una metafora, stavolta non c’entrano la politica, la giustizia o la finanza, stavolta Berlusconi si riferisce proprio alla morte fisica, «perché così Gheddafi ha deciso. Lui me l’ha giurata».
“Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”. Kamal Lahbib cita Gramsci per commentare i profondi cambiamenti che attraversano le società arabe contemporanee, frammentate in diverse religioni, etnie, tribù e caratterizzate da una grande complessità politica e ideologica. E spiega: “Da Rabat a Jeddah, nessuna rivolta è uguale all’altra. Sarebbe un grave errore cercare di analizzare il fenomeno dei moti nelle regioni del Maghreb e del Mashrek come se si trattasse di un unico, grande movimento. Alcuni leader, appoggiati dai paesi del Golfo, hanno represso con violenza criminale i manifestanti, la Libia è precipitata in una sanguinosa guerra civile mentre in Tunisia la rivolta è stata più rapida e risolutiva. Il futuro di questi Paesi è ancora incerto, ma nulla sarà più come prima”.