Un test economico – dieci sterline circa undici euro – sara’ in grado di identificare le donne a rischio di sviluppare la depressione post parto. Si tratta di un traguardo importante che permettera’ di prevenire l’insorgenza del disturbo psichiatrico nei primi mesi della gravidanza, evitando che le condizioni psicofisiche delle pazienti precipitino subito dopo la nascita del bebe’. L’esame del sangue e’ il primo al mondo ad offrire un indicatore precoce della depressione postnatale e potrebbe ridurre drasticamente il numero di neomamme che ne soffrono ogni anno.
Il test utilizza un campione di sangue delle donne incinte durante le prime fasi della gravidanza per identificare i geni specifici associati ad una maggiore probabilita’ di sviluppare i sintomi depressivi. L’esame dovrebbe essere disponibile tra cinque anni ed e’ il risultato di uno studio condotto da Dimitris Grammatopoulous dello University Hospitals Coventry and Warwickshire NHS Trust che ha spiegato al Daily Telegraph: “E’ un test estremamente importante che ci aiutera’ ad intervenire in tempo su un disturbo molto diffuso tra le donne in attesa, giocando in anticipo per arrestare lo sviluppo della malattia“. L’esame si basa sul rilevamento di due varianti genetiche che sono state associate ad un rischio cinque volte maggiore di sviluppare depressione post parto.
Depressione: messo a punto un test economico per quella post-parto.
Gravidanza: acido folico ideale due volte a settimana.
Integratori di ferro–acido folico assunti due volte alla settimana, in gravidanza, hanno un effetto migliore di quelli somministrati quotidianamente. A dirlo uno studio della University of Melbourne, Australia, pubblicato sulla rivista PLoS Medicine. Si tratta di scoperte importanti per l’anemia, una condizione in cui il sangue non porta abbastanza ossigeno al corpo a causa dei bassi livelli di emoglobina, i pigmenti che contengono ferro e che permettono ai globuli rossi di trasportare ossigeno. I ricercatori, esaminando un gruppo di gestanti volontarie, hanno scoperto che quelle che assumevano due volte al mese integratori di ferro–acido folico avevano bambini con uno sviluppo cognitivo migliore e anche il tasso di aderenza uterina era superiore, rispetto al gruppo di donne in gravidanza che assumevano gli integratori quotidianamente.
Nuovo test precoce per sindrome di down. Basta un prelievo del sangue della gestante.
La scoperta, pubblicata sulla rivista ‘Ultrasound in Obstetrics & Gynecology’, dal King’s College di Londra. “Esame più affidabile rispetto alle attuali metodiche di screening disponibili”
Scoprire con precisione la sindrome di Down e altre anomalie genetiche del feto nei primi tre mesi di gravidanza, grazie a …Visualizza altro
Piccoli Marchionne crescono.
MANIFESTAZIONE DI LAVORATORI CARREFOUR – La storia di Elisabetta, merchandiser sarda messa alla porta dal gruppo francese
«La cosa peggiore è il modo in cui sono stata trattata: hanno cercato di togliermi la d…Visualizza altro
Gravidanza: dopo il primo parto, il sistema immunitario affronta i successivi più semplicemente.
03:33 am | La prima gravidanza, per le donne, e’ quella piu’ difficile. Dopo questo “esordio”, infatti, la gestazione diventa molto piu’ agevole da affrontare.Gli scienziati hanno scoperto perche’: il sistema…
30 settembre 2012 / Leggi tutto »
Muoversi di più per rimanere incinta.
Molte donne sognano la gravidanza ed il concepimento di un figlio. Un ulteriore aiuto in tal senso potrebbe arrivare da una moderata attività fisica da sostenere in virtù di una maggiore fertilità. E’ questo il risultato di uno studio condotto dall’Università di Boston e pubblicata sulla rivista di settore Fertility and Sterility. Ma attenzione, è un metodo che vale solo per le donne normopeso. Leggi tutto l’articolo
Nausee in gravidanza: la soluzione fredda del ghiacciolo. Ecco come è nato il rimedio.
E’ uno dei fastidi piu’ comuni della dolce attesa. La nausea in gravidanza colpisce sei donne su dieci e nell’1-2% dei casi e’ “severa”, cioe’ peggiora in modo notevole la qualita’ di vita.
Soprattutto durante l’estate, quando il malessere viene accentuato dall’afa e dalle alte temperature che attanagliano le citta’. Di solito compare nei primi mesi di gestazione e dura dai 30 ai 40 giorni, ma in alcuni casi si puo’ prolungare fino alla vigilia del parto. Non esistono rimedi efficaci per eliminarla, perche’ i farmaci sono controindicati nelle donne incinte e spesso ci si deve rassegnare a convivere con un fastidioso malessere. Ma oggi, secondo i ginecologi dell’Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani), per alleviare la nausea e al tempo stesso l’afa sopprimente, un numero sempre piu’ alto di donne italiane si affida ai ghiaccioli Lillipops, un rimedio naturale messo a punto da una mamma inglese, che ha deciso di commercializzare la sua scoperta ‘naturale’ per sconfiggere nausea e inappetenza. “Si tratta di una soluzione molto interessante, perche’ non presenta effetti collaterali – dichiara il professor Antonio Chiantera, segretario nazionale Aogoi -. I ghiaccioli, privi di coloranti, aromi artificiali e dolcificanti, sono stati approvati dalle associazioni scientifiche degli specialisti di tutta Europa. Per questo, oltre a consigliarli, abbiamo deciso di iniziare una sperimentazione in Italia che, iniziata a ottobre 2010, ha coinvolto 10 centri distribuiti in tutta la penisola. I primi dati sono confortanti: l’utilizzo dei ghiaccioli riduce la nausea in gravidanza nella quasi totalita’ dei casi. In questo periodo stiamo portando a termine nuovi test, i cui risultati verranno presentati in occasione del Congresso Sigo (Societa’ italiana ginecologia ostetricia)-Aogoi di Palermo (25-28 settembre), che vedra’ riuniti nella capitale siciliana oltre 3.000 ginecologi da tutta Italia”.
Morte intrauterina: epidemia o malasanita’?
Perdere un bambino durante la gravidanza purtroppo non è un evento raro e deve essere considerato un vero e proprio lutto. In questi giorni i media si sono interessati a diversi casi di morte intrauterina avvenuti in alcuni ospedali italiani, sollevando spesso il sospetto di episodi di malasanità.
“Sembra che improvvisamente ci sia una epidemia di morti intrauterine” ha commentato la dott.ssa Claudia Ravaldi psichiatra e psicoterapeuta, fondatrice e presidente di CiaoLapo Onlus “quando la vera ragione è che normalmente nessuno ne vuole parlare. Negli ultimi 10 anni il tasso di natimortalità in Italia si è infatti assestato intorno al 3 per mille nati, una percentuale buona, rispetto ad altri paesi industrializzati, ma purtroppo stabile.” Ciò significa che nonostante il progredire della scienza e il miglioramento della assistenza di base alle donne in gravidanza, rimane una percentuale significativa di donne che perdono i loro figli nella seconda metà della gravidanza, senza alcun motivo apparente.
si abbandona l’amniocentesi: arrivano test del sangue ancora in trial.
Non sarà più necessario sottoporsi ad amniocentesi o prelievo dei villi coriali per sapere se il figlio che si porta in grembo è affetto da anomalie cromosomiche. Basterà una semplice, e non invasiva analisi del sangue, che permetterà di evitare quindi il rischio di aborto legato a queste metodiche invasive. La notizia arriva dalla 26/a assemblea annuale della Società europea di riproduzione umana ed embriologia (Eshre), dove alcuni ricercatori olandesi hanno presentato il risultato del loro lavoro.
SONDE MOLECOLARI – «Siamo riusciti a utilizzare sonde genetiche e molecolari – spiega Suzanna Frints, genetista clinica del Centro Medico dell’Università – per rilevare il dna del feto in campioni di sangue prelevati da donne in gravidanza». Finora i ricercatori sono riusciti a identificare il dna dal cromosoma Y, a indicare che il feto è maschio e potrebbe rischiare di ereditare una disfunzione legata al cromosoma X come la distrofia muscolare di Duchenne o l’emofilia. Ma gli scienziati ritengono che sia possibile adottare lo stesso metodo per rilevare la trisomia 21 (dove un cromosoma 21 in più provoca la sindrome di Down), la trisomia 13 e 18 (responsabili della sindrome di Patau e di Edwards). La tecnica utilizzata si chiama mlpa (amplificazione legatura-dipendente multipla della sonda) e consente di rilevare il dna fetale presente nel sangue delle donne incinte da almeno 6-8 settimane. Fa parte di un kit già esistente e utilizzato in tutto il mondo per rilevare anomalie cromosomiche nel liquido amniotico o nei campioni di villi coriali prelevati dalle donne in gravidanza con metodiche invasive. (liquidarea)