Cellule staminali pluripotenti nel grasso prelevato con interventi di liposuzione.
Dal grasso prelevato con gli interventi di liposuzione a cellule staminali jolly, potenzialmente in grado di trasformarsi in ogni tessuto del corpo, e ‘highlander’: capaci cioe’ di sopravvivere in condizioni di stress che ucciderebbero qualunque altra cellula, tranne una cellula tumorale. La scoperta di una nuova popolazione di staminali pluripotenti e super resistenti, chiamate Muse-At (Multi-lineage stress-enduring), e’ stata annunciata da un gruppo di scienziati americani dell’universita’ della California di Los Angeles-Ucla, autori di uno studio pubblicato su ‘Plos One’. Una scoperta avvenuta per caso, spiega Gregorio Chazenbalk, ricercatore associato alla Ucla Obstetrics and Gynecology. Un campione di materiale sperimentale aveva subito dei danni in laboratorio e tutte le cellule staminali al suo interno erano morte, eccetto le Muse-At. Analizzandole, gli scienziati hanno osservato che non solo queste cellule resistevano allo stress, ma era lo stress stesso ad attivarle. Queste nuove staminali, inoltre, presentavano molti dei marker caratteristici delle staminali embrionali ed erano in grado di differenziarsi in muscolo, osso, grasso, o ancora in cellule nervose, del cuore o del fegato. L’esame delle caratteristiche genetiche di queste cellule hanno confermato le loro funzioni, nonche’ la capacita’ di rigenerare tessuto una volta ‘risvegliate’ e trapiantate.
“Questa popolazione di cellule resta ‘dormiente’ nel tessuto grasso – dice Chazenbalk – fino a che non viene esposta a condizioni particolarmente dure. Queste cellule riescono a sopravvivere in situazioni in cui, normalmente, soltanto le cellule tumorali possono resistere.
Liposuzione e lipofilling le pratiche estetiche più amate dagli italiani
È la liposuzione, ossia l’eliminazione del grasso in eccesso, l’intervento di chirurgia estetica più praticato nel 2012 in Italia, mentre l’aumento del seno, il più praticato nel 2011, finisce addirittura fuori dal podio, al quarto posto. È quanto emerge dai dati dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), presentati in occasione del convegno “Chirurgiaestetica: facciamo il punto” organizzato a Firenze il 2 e 3 marzo. “Per il secondo anno consecutivo abbiamo realizzato un’indagine dedicata alla chirurgia plastica a fine estetico – afferma il presidente di Aicpe, Giovanni Botti -. Lo scopo è cogliere tendenze e fotografare delle situazioni, per capire quale direzione sta prendendo questo settore, che oggi ricopre un ruolo all’interno della nostra società”.
Dal sondaggio, a cui hanno risposto 255 chirurghi plastici in tutta Italia, risulta che nel 2012 la chirurgia plastica ha registrato un calo: quasi 9 specialisti su 10 (88%) dichiarano di aver operato meno dell’anno precedente, con un calo dell’attività compreso tra il 10 e il 15%.al terzo posto si impone il trapianto di grassoautologo, che si conferma una delle novità più importanti del settore. “L’innesto di grasso prevede di iniettare del grassoprecedentemente prelevato da una zona del corpo in un’altra – precisa Botti -. Piace perché consente di ottenere risultati naturali utilizzando tessuto proprio e non sostanze di sintesi o protesi. Si tratta di una tendenza in atto: basti pensare che l’anno scorso in Gran Bretagna per la prima volta, il numero di interventi di innesto di grasso (lipofilling) ha superato, seppur di poco, quello delle liposuzioni. Occorre peraltro ricordare che il tessuto adiposo da trapiantare è dapprima prelevato in un’altra zona del corpo ricorrendo comunque perlomeno a una microliposuzione.
Liposuzione in versione “soft”: arriva la smartlipo, per eliminare piccole localizzazioni di grasso
Niente rischi, zero ematomi e tempi di recupero ridotti. E’ la smartlipo, la versione “soft” della liposuzione che in un’ora elimina le piccole localizzazioni di grasso. L’intervento di medicina estetica sta conquistando un posto di primo piano soprattutto in vista della bella stagione, quando si inizia a scoprire il corpo e quindi anche le imperfezioni.”La smartlipo, a differenza della liposuzione, non comporta un intervento chirurgico vero e proprio e ha dei tempi di recupero estremamente ridotti”, ha spiegato Patrizia Gilardino, chirurgo estetico di Milano, socio Aicpe e Sicpre.
“Si rivela estremamente utile per rimuovere concentrazioni di adipe localizzate, ad esempio su cosce, pancia, ginocchia e anche sul viso, per il doppio mento”, ha aggiunto. Quando invece gli accumuli sono eccesivi, ci vuole il bisturi, e quindi la liposuzione. Come precisa Gilardino: “Permette di rimodellare le linee del corpo eliminando le piccole concentrazioni di grasso. Per esempio, la smartlipo e’ indicata per eliminare le culotte de cheval, ovvero per togliere quei cuscinetti che si formano tra gluteo e coscia e che sono particolarmente difficili da eliminare, persino con una costante e mirata attivita’ fisica. Ma anche, e’ utile per ridurre sensibilmente il giro vita e la cosiddetta pancetta che, secondo quanto osservo dal mio studio, tanto da’ fastidio ai quarantenni.
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Dalle bucce di mele nuovo strumento per combattere l’obesità.
Secondo uno studio dell’universita’ dell’Iowa effettuato sui topi, le sostanze contenute nelle bucce delle mele sarebbero in grado di amplificare il consumo di calorie. Gli studiosi americani hanno osservato un gruppo di roditori da laboratorio; meta’ degli animali ha ricevuto un supplemento di acido ursolico, contenuto in grandi quantita’ nella buccia di mela, nella loro dieta ad alto contenuto di grassi. Ebbene, i topi la cui dieta includeva l’acido ursolico mangiavano piu’ cibo rispetto a quelli a cui non era stato somministrato il supplemento, senza alcuna differenza a livello di attivita’ fisica tra i due gruppi. Nonostante cio’, i topi trattati con acido ursolico guadagnavano meno peso e il loro livello di zucchero nel sangue rimaneva quasi normale.
Staminali: ossa ottenute partendo da cellule del grasso.
Cresciute ossa da cellule staminali provenienti dal grasso. La tecnica, sviluppata dal Technion Institute of Research in Israele, usa una scansione tridimensionale dell’osso che si intende rimpiazzare per costruire una sorta di ”impalcatura” di un materiale simile a gel che riproduca la forma dell’osso. Le cellule staminali mesenchimali, ossia quelle che hanno la capacita’ di svilupparsi in molti tipi di cellule, vengono prelevate dal grasso dei pazienti tramite liposuzione.
Una volta situate in un ”bioreattore”, che crea l’ambiente giusto che stimola il loro sviluppo in tessuto osseo, si assiste alla formazione di circa cinque centimetri di osso dopo solo un mese. I test condotti sugli animali hanno dato per ora risultati molto incoraggianti. ”C’e’ un grandissimo bisogno di ossa artificiali in seguito a incidenti: le ossa ottenute con questo sistema non vanno incontro a nessun rischio rigetto” ha spiegato Avinoam Kadouri, del Bonus BioGroup, societa’ partner del Technion Institute of Research.