Alimentazione grassa, fumo, alcol: gli stili di vita sballati sono i principali alleati del cancro al pancreas, che sta conoscendo negli ultimi anni un allarmante incremento in Italia e in generale nei paesi sviluppati, con il 5 per cento in piu’ di incidenza (e di mortalita’) ogni anno.
E’ l’allarme lanciato da Stefano Cascinu, Direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’Universita’ di Ancona e presidente dell’associazione italiana di oncologia Aiom, nel corso del congresso mondiale Asco di Chicago. “Purtroppo – spiega l’oncologo – il tumore del pancreas e’ difficilissimo da diagnosticare precocemente, e quando lo si fa, anche se e’ ancora minuscolo, in genere ha gia’ prodotto metastasi, soprattutto al fegato e al peritoneo. Per questo sostanzialmente incidenza e mortalita’ coincidono”. Gli stili di vita sbagliati causano il 70 per cento di casi di questo tumore particolarmente letale: per questo, avverte Cascinu, “sarebbe fondamentale promuovere campagne di sensibilizzazione della popolazione
Tumore del pancreas: fumo e cibi grassi concause che aumentano incidenza.
I grassi alterano la percezione del cibo, del gusto, e alterano il senso della sazietà.

Alzheimer: scoperto un legame con i grassi nel sangue.
01:49 am | Nuovi passi avanti nella comprensione dell’Alzheimer, la malattia neurodegenerativa che colpisce circa 36 milioni di persone in tutto il mondo: secondo uno studio pubblicato su Neurology da un…
21 luglio 2012 / Leggi tutto »
Dalle bucce di mele nuovo strumento per combattere l’obesità.
Secondo uno studio dell’universita’ dell’Iowa effettuato sui topi, le sostanze contenute nelle bucce delle mele sarebbero in grado di amplificare il consumo di calorie. Gli studiosi americani hanno osservato un gruppo di roditori da laboratorio; meta’ degli animali ha ricevuto un supplemento di acido ursolico, contenuto in grandi quantita’ nella buccia di mela, nella loro dieta ad alto contenuto di grassi. Ebbene, i topi la cui dieta includeva l’acido ursolico mangiavano piu’ cibo rispetto a quelli a cui non era stato somministrato il supplemento, senza alcuna differenza a livello di attivita’ fisica tra i due gruppi. Nonostante cio’, i topi trattati con acido ursolico guadagnavano meno peso e il loro livello di zucchero nel sangue rimaneva quasi normale.
Più grassi nella dieta, meno zuccheri e lipidi nel sangue.
Una dieta ad alto contenuto di grassi sembra abbassare lo zucchero nel sangue e migliorare il tasso di lipidi nel sangue dei diabetici. La ricerca, della Linkoping University, e’ stata pubblicata sulla rivista ‘Diabetologia’.
Secondo gli scienziati, i cibi con molti grassi e pochi carboidrati potrebbero avere un effetto positivo su lipidi e zuccheri nel sangue dei diabetici di tipo 2. Lo studio ha riguardato 61 pazienti che sono stati divisi in due gruppi e sottoposti a una dieta a bassi carboidrati (e ricca di grassi) e a una povera di grassi. In entrambi i gruppi, i volontari hanno perso mediamente quattro chili e un chiaro miglioramento della situazione glicemica e’ stato riscontrato in quelli che avevano seguito una dieta povera di carboidrati, gia’ dopo soli sei mesi. Inoltre, la concentrazione di zuccheri era scesa da 58,5 a 53,7 mmol/mol.
Resveratrolo contro diabete e disturbi cardiaci.
Il resveratrolo, una delle molecole che rendono il vino rosso un prezioso alleato del benessere, protegge la salute di chi ha un alto rischio di soffrire di disturbi cardiaci e diabete.
La notizia, pubblicata da Cell Metabolism, arriva dai laboratori dell’Universita’ di Maastricht (Paesi Bassi) dove e’ stato scoperto che 150 mg al giorno permettono ai soggetti obesi di ridurre nell’arco di un solo mese il consumo energetico, l’accumulo di grassi nel fegato, i livelli di zuccheri nel sangue e il valore della pressione massima. Esagerare con il vino, pero’, non porta a ottenere l’effetto benefico dovuto al resveratrolo: infatti il principio attivo, ottenibile dalla buccia degli acini d’uva nera, e’ presente nel vino rosso in quantita’ troppo basse – circa 1 mg per bicchiere – per poter pensare di sfruttarne le proprieta’ semplicemente brindando qualche volta in piu’.
Contro l’Alzheimer, pochi grassi e pochi zuccheri.
Una dieta povera di grassi e di zuccheri migliora la memoria e aiuta a combattere l’Alzheimer. A sostenerlo, è una ricerca del Veterans Affairs Puget Sound Health Care System di Seattle, negli USA, diretta dalla dottoressa Jennifer Bayer-Carter e pubblicata su “Archives of Neurology”.
Il team di ricercatori, ha coinvolto un gruppo di persone composto da adulti sia in buone condizioni di salute, sia affetti da disturbi della memoria, che solitamente precedono la comparsa del morbo di Alzheimer. Il decorso di questa malattia, infatti, è caratterizzato da sintomi circoscritti, come l’incapacità di acquisire nuovi ricordi e la difficoltà nel ricordare eventi osservati recentemente. Inoltre, con il progredire della patologia si presentano altri sintomi come confusione, irritabilità e aggressività, sbalzi di umore, difficoltà nel linguaggio, perdita della memoria a lungo termine e progressive disfunzioni sensoriali.
Colesterolo ridotto in media del 10% grazie ai latte fermentati con aggiunta di fitosteroli.
I latti fermentati addizionati di fitosteroli sono in grado di abbattere di circa il 10% il livello di colesterolo cattivo in soggetti con moderata ipercolesterolemia. Lo dimostra la prima metanalisi compiuta su circa 400 persone che ha analizzato i risultati di 3 lavori già pubblicati in letteratura sull’effetto di un latte fermentato con aggiunta di 1,6 g di steroli vegetali (Danacol). I dati sono stati presentati oggi, nel corso del XV International Symposium on Atherosclerosis (ISA), che si è tenuto a Boston.
“Il lavoro è il primo che si basa su circa 400 pazienti avendo raccolto i risultati di tre dei più significativi studi disegnati per analizzare l’effetto dei fitosteroli sulla colesterolemia, e specialmente della frazione legata alle lipoproteine LDL (colesterolo LDL, o LDL-C) – ha dichiarato Alberto Notarbartolo, Ordinario di Medicina Interna Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Palermo – I risultati della metanalisi dimostrano ancora una volta come l’alimentazione funzionale giochi un ruolo di grande importanza nelle strategie di prevenzione contro il principale fattore di rischio cardiovascolare : il colesterolo. L’utilizzo di fitosteroli contenuti nei latte fermentati sui quali i 3 lavori si basano è, infatti, in grado di ridurre senza alcun tipo di rischio lo LDL-colesterolo mediamente del 10%”.
La metanalisi si è basata su 3 studi multicentrici condotti con la stessa metodologia utilizzata per i farmaci (randomizzati,controllati con placebo e a doppio cieco), tra Francia, Spagna e Italia che hanno valutato da tre a sei settimane l’effetto di un latte fermentato addizionato di 1,6 g di fitosteroli sul livello di colesterolo in una popolazione di pazienti che presentavano una ipercolesterolemia moderata.
Ma la lotta contro il colesterolo – e quindi contro uno dei principali rischi per il cuore – si deve combattere giorno per giorno, con costanza se si vogliono ridurre i futuri eventi cardiovascolari. “Se un aiuto consistente viene dagli alimenti funzionali è necessario però inserire il suo utilizzo all’interno di un programma basato su alimentazione e stile di vita salutare. Nei casi di colesterolemia non lieve, oltre i 240 mg/dL, o in presenza di un rischio coronarico globale alto, cioè dove siano presenti altri fattori di rischio importanti come la ipertensione arteriosa, il diabete o la storia di un precedente evento cardiovascolare, è necessario rivolgersi al proprio medico ed eventualmente ricorrere a rimedi farmacologici – ha concluso Notarbartolo.(liquidarea)