Per la prima volta, il principale motore di ricerca al mondo, inaugura un portale dedicato alle eccellenze agroalimentari e artigianali di un Paese. Una grande occasione per una visibilità globale Continua…
Google Made in Italy: il nuovo portale delle eccellenze italiane.
Google ci riprova con la televisione e la racchiude in uno stick hdmi.
Si chiama Chromecast e va collegata alle moderne tv piatte. Costa poco più di un terzo della Apple tv e porta nel salotto di casa ciò che vediamo su computer, tablet e smartphone. Ecco come

ROMA – Google s’incammina sulla strada già tracciata da Apple. E lo fa con Chromecast, un dongle che assomiglia a una “chiavetta” usb (anche se l’attacco è hdmi) che si collega ai moderni tv piatti e fa una cosa semplice semplice che ricorda non poco l’airplay di Cupertino. E’ un ricevitore wi-fi in grado di rendere “intelligente ” la nostra tv ad alta definizione: permette di portare sullo schermo di casa tutti i contenuti televisivi che normalmente vediamo sui nostri dispositivi mobili e sui nostri computer. Poi è low cost: costa 35 dollari e il primo riscontro è stato molto positivo, visto che le scorte di Amazon sono evaporate in poche ore (l’app che lo gestisce è in vendita su Play Store). Insomma, Chromecast è un tramite, ha una delle funzioni della Apple Tv (che costa 99 dollari) ma non le altre come la possibilità di noleggiare film. Ma è già un passo.
Chromecast – che si basa su una versione ridotta del già di suo leggero sistema operativo Chrome sviluppato da Mountain View – mette in discussione l’intera politica di Big G nella Google TV, che in realtà non ha mai convinto del tutto. Anzi suona come un azzeramento e una ripartenza. Sì, perché qui cambia molto rispetto alle ambizioni del passato, si semplifica assai il modo di fiuizione dei contenuti rendendo il tutto pià snello. Il dispositivo è compatibile anche con i contenuti di Netflix, YouTube, Google Play Movies & Tv e Google Play Music. Altre applicazioni, come Pandora per la radio in streaming, promette Mountain View, arriveranno presto. Anche il telecomando sarà sostituito visto che, una volta inserita la chiavetta, i contenuti saranno “comandati” direttamente dalla fonte, telefono, tablet o pc portatile, che simultaneamente potranno anche essere usati per svolgere altre funzioni, dalla lettura della posta elettronica alla navigazione online.
Per ora Chromecast è disponibile negli Usa ma promette di dare del filo da torcere a prodotti già ben piazzati ssul mercato. A partire dalla Apple Tv, il cui apparecchio costa poco più di cento euro ed è più voluminoso, molto più simile a un decoder. Tanto più che la chiavetta firmata Google non è compatibile solo con i dispositivi Android ma anche con iPhone, iPad, e con le versioni di Chrome per Mac e Windows. Il mercato del resto fa gola, tanto che pure Amazon, il gigante dell’eCommerce, starebbe lavorando a una analoga “Kindle Tv”.(repubblica,)
Energie rinnovabili: Google investe 200 milioni di dollari in un parco eolico.
La battaglia fra i colossi economici dell’era digitale si combatte anche sul terreno della green economy. Sembrerebbe proprio di sì vista l’attenzione che, ultimamente, due aziende come Apple e Google hanno riservato alle energie rinnovabili. Alla registrazione del brevetto di un sistema capace di ottenere energia termica dalla rotazione delle pale eoliche da parte della casa di Cupertino, la multinazionale di Mountain View risponde con un investimento di ben 200 milioni di dollari per l’acquisto di un parco eolico in Texas.
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le notizie più ricercate.
Ci si lamenta spesso dell’offerta di informazione in Italia. Ci si concentra meno sulla domanda. E si sbaglia. Perché, dice Google Zeitgeist 2011 (l’analisi di miliardi di ricerche effettuate su Google dagli italiani nell’ultimo anno – cioè lo ‘spirito del tempo’ appunto), la domanda è questa:
In Germania, per esempio, nella top ten rientrano argomenti ben più impegnativi: Giappone (1°), Fukushima (5°), Gaddafi (7°), Berlusconi (9°), Strauss-Kahn (10°). In Spagna all’ottavo posto c’è Democracia Real Ya, il movimento ispiratore per gli ‘indignati’ di tutto il mondo. In molti altri paesi l’attualità politica e internazionale fa capolino nelle ricerche più frequenti. In Italia, no.
Google potenzia il motore di ricerca, e prova a leggerti nel pensiero.

Tra un restyling di Gmail e un potenziamento di Google+, tra una Google TV 2.0 e una nuova funzionalità Calendar, a Mountain View non si dimenticano di qual è il pilastro centrale del loro impero: la ricerca web. In queste ore Google ha annunciato il lancio del nuovo algoritmo del suo motore di ricerca. E ancora una volta, pare studiato per leggerti nella mente.
Il nuovo algoritmo prosegue nel solco tracciato un anno e mezzo fa con l’upgrade di ricerca Caffeine, che consentiva al motore di sfrondare migliaia di pagine in parallelo in modo da fornire risultati di ricerca più rapidi e ficcanti. Il nuovo algoritmo riprende il percorso indicato da Caffeine e riorganizza i risultati in modo che risultino più “freschi”. Questo significa che, a seconda delle chiavi di ricerca che utilizzi, l’algoritmo capirà se si tratta di un argomento che verosimilmente richiede link più freschi (ad esempio nomi di personaggi legati alla cronaca attuale, prodotti in uscita, dati statistici e sondaggi) o se invece si tratta di un argomento che non richiede un aggiornamento in tempo reale (eventi storici, personaggi storici, ricerche enciclopediche).
Google Maps sempre più legato a Google+
Da poche ore Google ha introdotto una novità, in certi casi molto utile, che riguarda i servizi Google Maps e Google+. Accedendo a Google Maps si potrà notare sul lato superiore destro dell’interfaccia un pulsante “share” attraverso il quale è possibile condividere un contenuto attraverso le funzioni di Google +, ma andiamo per grado e descriviamo il tutto con più dettaglio.
Per sfruttare la nuova possibilità prevista da Google è necessario accedere a Google Maps dopo aver effettuato il login con il proprio Google Account. Fatto ciò si effettua la ricerca desiderata attraverso Google Maps e una volta individuata l’area geografica di interesse si preme il pulsante “share”. A questo punto comparirà un pannello sul lato sinistro dell’interfaccia nel quale è possibile inserire alcuni commenti, eventuali link o altro al proprio messaggio da condividere.
Google aiuta i suoi dipendenti per una mobilità sostenibile.
Google ha pubblicato questo interessante video che racconta i risultati del suo “transportation program“. Il colosso americano aiuta in tutti i modi possibili i suoi dipendenti ad arrivare sul posto di lavoro senza utilizzare il proprio mezzo privato (ed inquinante). Si punta su speciali autobus che portano i lavoratori di Google da San Francisco a Mountain View: ogni bus è localizzabile via GPS e gli utenti possono richiederne speciali fermate con il loro laptop o smartphone. Non solo, sono tanti i lavoratori che scelgono i percorsi ciclabili per arrivare al lavoro e tutti i bus consentono il trasporto delle biciclette se dopo il lavoro anche il più incallito ciclista preferisce evitarsi una pedalata.
Anche all’interno del campus ci si muove con speciali biciclette liberamente a disposizione di tutti e pensate appositamente per brevi spostamenti, senza dimenticare le postazioni di ricarica per le auto elettriche. Dal 2006 ad oggi Google ha ottenuto il risultato straordinario di riuscire a far muovere il 40% dei suoi dipendenti in maniera alternativa rispetto all’automobile privata. Sono 5400 tonnellate di CO2 in meno rilasciate nell’atmosfera, un ottimo lavoro.
Google sceglie i Processori OMAP4 per Ice Cream Sandwich
Ormai è un classico, ogni volta che arriva una nuova versione di OS Android, Google lo presenta con un proprio terminate che contiene le caratteristiche hardware ottimali per quella versione di OS e da quando quando si parla di Ice Cream Sandwich sono cominciate a circolare voci sulle possibili specifiche che supporterà e oggi grazie ad una e-mail intercettata sappiamo qualcosa in più almeno per quanto riguarda il processore che con ogni probabilità sarà un Texas Instruments OMAP4.
Quando recentemente è stato annunciato Honeycomb, Google si è affidata a NVIDIA per la fornitura dei processori e la conseguenza è stata che praticamente tutti i tablet (salvo alcune eccezioni) sono dotati di questo processore generando un notevole giro d’affari per il produttore, se consideriamo che il nuovo sistema operativo di Mountain View supporterà sia tablet che smartphone c’è da immaginare che in casa TI stiano facendo i salti di gioia.
A questo punto bisogna solo aspettare di conoscere chi sarà ad assemblare i vari pezzi del prossimo Google Phone che a detta di Andy Rubin viene sviluppato seguendo questa filosofia:
“What we do is pick our partners, a semiconductor partner, an operator, and an OEM and then combine them all together. This is the device that engineers have on their desk when they come in the morning.”