Rende bene.
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La rielezione di Giorgio Napolitano a presidente della Repubblica è il viatico a un governo di larghe intese tra PD, PDL e Scelta Civica di Monti. Il programma del nuovo esecutivo, si ipotizza guidato da Giuliano Amato, è già rintracciabile nel lavoro dei “saggi” nominati dal presidente. In questo articolo Davide Antonioli e Paolo Pini analizzano le implicazioni del programma presidenziale per le politiche industriali. Continua a leggere »
Altro che P2, P3, P4 e similari. L’indagine di Napoli condotta dai pm della Procura di Napoli, Francesco Curcio e Henry John Woodcock, ha afferrato un bandolo più concreto delle mille logge che affollano gli articoli dei cronisti pistaroli: un mazzetto di azioni di una società belga. Durante l’ultima perquisizione della scorsa settimana i finanzieri di Napoli hanno trovato 19 titoli al portatore che rappresentano il capitale di una società anonima riferibile secondo gli investigatori a Luigi Bisignani.
Enrico Letta: “Il Pd è come il pesciolino Nemo”.
Una creatura di fantasia.
La manovra correttiva, da almeno 24 miliardi di euro nel prossimo biennio, oggi arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri. E nessuno, compreso Gianni Letta, nasconde che si tratti di un intervento ”duro, con sacrifici pesanti”. Seppure, e’ la speranza, temporanei. Che d’altro canto sia una strada obbligata e’ anche quanto sottolinea lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dall’America: ”in tutta Europa occorre ridurre il debito pubblico”, dice, e per farlo ”occorrono sacrifici distribuiti con equita’ tra i cittadini”. Da via dell’umilta’, nonostante i malumori dei giorni scorsi per i tagli che si profilano all’orizzonte, arriva dunque un sostanziale via libera all’operazione messa a punto dal Tesoro ma non senza la richiesta di rivedere alcuni capitoli: la sforbiciata agli stipendi dei manager pubblici, il taglio dei rimborsi ai ripartiti, le risorse per Roma capitale e le misure per rafforzare la tracciabilita’ dei pagamenti sono i quattro temi sui quali la discussione e’ ancora aperta e che dovranno trovare una sintesi ieri in Consiglio dei ministri. E cosi’ sul testo della finanziaria elaborata da Giulio Tremonti Silvio Berlusconi è pronto a mettere la faccia soprattutto dopo i “miglioramenti” chiesti o forse imposti al ministro dell’Economia dal Pdl. Lo fara’ a suo modo, a partire dall’incontro con le parti sociali ed enti locali in programma stamattina, rivendicando gli aspetti positivi (in primis non aver aumentato le tasse) e giustificandosi con la necessita’ di un provvedimento imposto dall’Unione europea e dai mercati. Eppure la manovra di Tremonti non convince l’opposizione. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani la definisce ”un pasticcio” che ”non ha nulla di strutturale e che, quindi, non ci mettera’ al sicuro in termini di finanza pubblica”. Peggio delle ”peggiori previsioni”, commenta il deputato del Pd Francesco Boccia. ”Eravamo coscienti – conclude l’ex ministro del Welfare Cesare Damiano – che si sarebbe trattato di una manovra dura ma qui siamo di fronte ad un vero e proprio macello”.(ansa)