Fiat Pomigliano, le scandalose elezioni Rsa con il trucco che escludono Fiom e Slai Cobas
‘Vi piace vincere facile?”: è il titolo di un volantino a firma delle rsa della Fiom dello stabilimento Fiat Chysler di Pomigliano d’Arco, nel quale i rappresentanti del sindacato di Landini sottolineano l’esclusione alle prossime elezioni delle rsa in fabbrica da parte dei sindacati firmatari di accordo. …Altro…
Con una sentenza destinata a entrare nella storia, la Corte Costituzionale dichiara incostituzionale l’art.19 dello Statuto dei lavoratori nella parte che consente la rappresentanza sindacale ai soli sindacati firmatari del…
ROMA (WSI) – La Consulta dà ragione alla Fiom. Con una sentenza “storica”, la Corte costituzionale ha dichiarato og…Visualizza altro
Lavoratori scortati dalla polizia per entrare in fabbrica. E’ quanto è accaduto in queste ore davanti allo stabilimento di Pomigliano d’Arco dove Fiom e Slai Cobas hanno indetto un sit in di protesta contro il primo sabato di recupero. La polizia ha usato la mano dura nei confronti di sindacalisti e lavorator…Visualizza altro
Oggi manifestazione della Fiom: Diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute, al reddito, alla cittadinanza, per la giustizia sociale e la democrazia.La vignetta oggi su il manifesto.
”Abbiamo invitato tutti a questa manifestazione e voglio dire senza polemiche, che essere qui oggi non è solo essere rispettosi della Fiom. Non capisco come si può essere al governo con Berlusconi e aver paura di essere qui. Chi non c’e parla da solo”. Il duro riferimento di Maurizio Landini dal palco di piazza San Giovanni è all’assenza del Pd e al silenzio del segretario Guglielmo Epifani sul corteo Fiom su lavoro e pensioni in corso a Roma. ”Ieri ho ricevuto una telefonata da parte del capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza, che mi ha spiegato come non potrà venire alla manifestazione, assicurando una presenza di una delegazione del partito”. Pippo Civati e Matteo Orfini (contestato da alcuni manifestanti che gridavano “ci prendete per il culo) hanno annunciato la loro presenza, hanno dovuto precisare di esserci “a titolo personale”. Polemico con Epifani l’altro ex capo della Cgil, a sua volta esponente Pd Sergio Cofferati: “Avrei sperato che il mio partito ci fosse”.
A sorpresa, invece, è arrivato il sostegno del Movimento 5 Stelle. E’ questa la novità nel panorama di adesioni al corteo promosso dal sindacato dei metalmeccanici guidato da Maurizio Landini. Che dice: “Il lavoro deve tornare al centro dei temi della politica”. I capigruppo Roberta Lombardi e Vito Crimi non sono presenti, perché impegnati per la campagna per le comunali, ma c’è la loro formale adesione in una lettera scritta a Landini. Missiva in cui i due parlamentari ringraziano a nome dei gruppi e promettono un “impegno concreto” dei cinque stelle “sulla base di progetti condivisi e comuni”
La sinistra Pd si riunisce sotto le Due Torri. Appuntamento per il 30 aprile in occasione di un convegno sul Welfare. Ci sarà pure Stefano Rodotà
BOLOGNA – Il prossimo 30 aprile torna a Bologna l’ex sindaco Sergio Cofferati. La sua presenza è annunciata a un seminario organizzato dalla Fiom, sul tema lavoro e welfare. Tra i relatori, insieme a Cofferati, sono previsti anche il leader nazionale della Fiom, Maurizio Landini, con cui Cofferati ha condiviso un appello in favore della candidatura di Stefano Rodotà a Presidente della Repubblica, e il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca.
Un trio, quello formato da Cofferati, Landini e Barca, che in questo momento evoca molto di più di un semplice convegno su welfare e lavoro, viste le voci insistenti sulla possibile scissione del Pd, con Barca a guidare la cosiddetta ala sinistra del partito verso una nuova formazione politica insieme a Nichi Vendola. Curiosamente, a quello stesso convegno della Fiom è annunciata anche la presenza di Rodotà, in città lo stesso giorno per partecipare a un’iniziativa del Comitato articolo 33 sul referendum contro il contributo comunale allescuole paritarie.
Per le imprese italiane un fallimento su tre arriva dai ritardi nei pagamenti.
A stimarlo è la Cgia di Mestre che rivela 12.463 imprese italiane chiuse per fallimento nel 2012. Di queste di 3.800, vale a dire il 31% del totale, la causa principale è imputabile all’impossibilita’ di incassare – sia come committenti pubblici, sia come committenti privati – le spettanze proprie in tempi ragionevoli.
Quest’incidenza, spiega la Cgia, è stata definita dopo aver saputo da Intrum Justitia che è parial 25%, la percentuale di aziende che nell’Ue hanno fallito a causa dei pagamenti in ritardo.
Tenendo conto che in Italia la situazione e’ ben piu’ grave che nel resto d’Europa, e’ molto probabile che la quota di chiusure dovute all’impossibilita’ di incassare in tempi ragionevoli le fatture emesse si attesti attorno al 30% del totale.