L’associazione Luca Coscioni e il Partito radicale rilanciano il dibattito sulla “dolce morte” con il video già censurato in Australia. Telelombardia pronta a trasmetterlo, ma serve il via libera del Garante per le telecomunicazioni .
E’ una dichiarazione di 34 secondi, ma i suoi toni pacati preannunciano ben diverso clamore, quello che in Italia si scatena ogni volta che si parla di stati vegetativi, di fine-vita e soprattutto di eutanasia. I 34 secondi sono il cuore dello spot a favore della “dolce morte” che l’associazione Luca Coscioni e il Partito radicale hanno importato dall’associazione Exit International e già messo in rete nei loro siti internet. Il video, inoltre, dovrebbe passare anche in tv su Telelombardia, Antenna3 e Milanow, che si sono dette disponibili a trasmetterlo. In questo caso, però, la messa in onda è subordinata al parere dell’Authority per le telecomunicazioni alla quale le emittenti hanno chiesto il via libera.
L’iniziativa è stata presentata oggi a Milano da Marco Cappato per i radicali, dal direttore di Telelombardia, Fabio Ravezzani e da Mina Welby, moglie di Piergiorgio, il malato di distrofia muscolare diventato un simbolo delle battaglie contro l’accanimento teraupetico (fu aiutato a morire nel 2006 da un medico poi prosciolto).I promotori cercheranno di trovare spazi anche sulle tv nazionale se ci saranno i fondi. L’associazione Coscioni si è impegnata a investire un euro per ogni euro raccolto per raddoppiare le possibilità di diffusione dello spot.
“Vogliamo infrangere un tabù che esiste per la politica e il potere, non per i cittadini – ha detto Marco Cappato – . In Italia l’eutanasia non è un concetto giuridico; si parla di questioni come lo stop alle terapie vitali, il testamento biologico, temi che ruotano intorno al fine vita. Ma la gente sa cos’è l’eutanasia e non ha paura di questa parola, mentre la politica parla di altro e si inventa dettagli terminologici per far perdere all’opinione pubblica il senso della realtà”.