Di Beppe Sarno
Il governo Draghi ha inviato una proposta di pace fra Ucraina e Russia giudicata insoddisfacente dai vertici Russi. Contemporaneamente violando l’art.11 della Costituzione Draghi continua a inviare armi dei più svariati tipi. Ovviamente il parlamento è tenuto all’oscuro della natura degli armamenti inviati per motivi di sicurezza. Certo è che le armi vengono spedite sotto il controllo del Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi) guidato dal commissario straordinario generale Francesco Paolo Figliuolo. E si occuperà la Nato della consegna logistica sul territorio ucraino. Se aggiungiamo l’adesione alle sanzioni contro la Russia e la feroce battaglia mediatica che fanno apparire Zelesky e il battaglione di Azov come degli eroici combattenti e Putin come un Hitler con l’atomica possiamo affermare senza tema di smentita che l’Italia è in guerra contro la Russia al fianco di Zelesky. Eppure l’ineffabile presidente del consiglio al pari di tutti i leaders europei sono ammirevoli per il loro commovente zelo per la pace; ogni capo di governo la propone ne delinea le generose condizioni e nello stesso tempo studia come affamare la Russia e il suo popolo. Ci si indigna e ci si stupisce del fatto che Putin si ostini a ricusarla per una pervicace e fatale incontentabilità. Nel frattempo i combustibili raggiungono prezzi record, le piccole e medie imprese lavorano a ritmi ridotti le materie prime mancano, i granai cominciano a svuotarsi. Tutto questo accade mentre il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, proponendo nuove e più feroci sanzioni contro la Russia, affabula gli interlocutori e dedica alla pace discorsi non meno obbliganti e piani di condizioni estremamente vantaggiose, a suo dire, per la Russia e per tutti i paesi d’Europa all’Ucraina oppressa con particolare riguardo alla causa delle democrazia, del diritto e della indipendenza dei popoli.
Tutte queste cose di cui la von der Leyen sembra avere l’esclusiva presenta un inconveniente, lieve ma decisivo, che l’Europa, il Regno Unito, gli Usa pur volendo la pace continuano ad alimentare la guerra inviando armi, uomini, consiglieri militari, applicando sanzioni e non si intendono con Putin che da parte sua continua a bombardare l’Ucraina.
E’ stato dimostrato che la famosa guerra dei trent’anni durò tanto perché i condottieri dei popoli in guerra impiegarono tanto tempo per capire ciò che poi riconobbero essere stato chiaro per tutti sin dal primo momento e cioè che era perfettamente inutile cercare una decisione diversa da quella dettata dal primo anno di guerra e che gli altri ventinove anni furono spesi nel rincorrere ciò che si era fatto nel primo. Nel frattempo i morti, la fame e la carestia fecero milioni di vittime innocenti. Eppure appare chiaro a tutti l’inutilità di questa guerra. Deve estremamente eccitante per i soldati di un parte e dell’altra che combattono e muoiono, sapere che coloro che ritengono indispensabile la continuazione della guerra fino alla resa finale dell’uno o dell’altro contendente e dei loro sacrifici sono anche dell’opinione che ci si potrebbe benissimo porre fine. I termini della questione che hanno generato questa guerra sono chiari: da una parte Putin chiede l’indipendenza del Donbass e della Crimea dall’Ucraina sulla base della circostanza che sono stati di fatto legati alla Russia già da otto anni e quindi si chiede cheKiev riconosca che le due regioni appartengono alla Russia. Inoltre la Russia ha chiesto la neutralità dell’intera Ucraina e quindi la dichiarazione formale che mai l’Ucraina entrerà nella Nato. Dal canto suo Zelesky mentre si dichiara disponibile a trattare sul modo di arrivare a un cessate il fuoco e pronto a discutere sui territori contesi dichiara “Questa guerra non finirà così. Scatenerà la guerra mondiale», aggiungendo che «Tutti coloro che sono venuti sulla nostra terra, tutti coloro che hanno dato gli ordini… sono tutti criminali di guerra». Difficile credere alla sincerità dell’uno e dell’altro anche perché se da una parte c’è l’America di Biden, dall’altra c’è la Cina e ognuno sostiene le rispettive ragioni dei contendenti. Intanto Biden fa sapere che se la Cina dovesse occupare Taiwan l’America è pronta a difenderla, dimenticando che Taiwan non è uno stato riconosciuto dagli USA. Ma si sa da sempre l’America è un paese che difende ed esporta democrazia per combattere “l’autoritarismo, la lotta alla corruzione e la promozione del rispetto dei diritti umani». La storia ci ammonisce del contrario e cioè che da una parte i popoli liberati il gusto della libertà prende il sopravvento sulla gratitudine dei liberatori sino a punto di schierarsi contro questi ultimi, forse perché solitamente i liberatori hanno la strana tendenza a farsi pagare i loro disinteressati servizi con delle ipoteche su quella libertà che fu la loro fatica. Intanto assistiamo tutti ad un universale logoramento che ognuno della parti in causa progetta a danno dell’altro. Oggi giorno dai telegiornali nazionali, dai giornali, dai media sentiamo dire che è necessario logorare il nemico per giungere alla vittoria finale e mi domando che cosa ci sia ancora da logorare per arrivare alla vittoria finale se è vero che oltre alle migliaia di morti dall’una parte e dall’altra ci saranno gravissime ripercussioni economiche che pagheranno tutti, come universalmente riconosciuto. Pagheranno tutti: Ls Russia, l’Europa, gli Stati Uniti. Quanto ci vorrà per l’Italia per ricostituire le ricchezze sprecate in questa assurda guerra? Per quel che ci riguarda il militarismo della signora Ursula von der Leyen santificata da Mario Draghi che applaude soddisfatto, uscirà spezzato dalla guerra non per la eventuale vittoria o sconfitta del proprio campione, ma per l’estenuazione alla quale essa, complice il nostro Mario Draghi avrà ridotto il popolo che essa pretende di rappresentare: fabbriche chiuse, operai disoccupati, servizi sociali mortificati. D’altra parte, non mi sembra che chi si arma con rinnovato accanimento possa attribuire un significato democratico ed antimilitarista alla pretesa del disarmo altrui. Questo poteva essere il punto di vista di Mefistofele nel duello fra Faust e Valentino. D’altronde pretendere la pace come risultato esclusivo della guerra con la vittoria di uno dei contendenti significa voler estirpare l’erba maligna della guerra lasciandone intatte le radici per le future rigerminazioni.
Non c’è nessuno che crede sinceramente che l’Ucraina o la Russia siano in grado di assicurare la vittoria dell’uno sull’altro con un grande sacrificio di uomini e ricchezza nazionale perché se così fosse si potrebbe comprendere perché nessuno vuole la pace, ma dal momento che non è dimostrabile con assoluta certezza che una vittoria quale viene chiesta da Zelesky può essere ottenuta non solo cacciando i Russi dai territori occupati, ma obbligandoli ad arrendersi senza condizioni, domandiamoci se è logico porre termini che non si possono imporre fin che la guerra non sia stata vinta.
Moriranno ancora molti soldati, moriranno ancora molti civili, donne bambini, anziani ma alla fine ci si dovrà rendere conto che la guerra va fermata perché la vita non si arrenderà mai alle esigenze delle vittorie militari e per quanto ci si impegni sul piano del logoramento del nemico, la vita saboterà tuto questo perché la vita è vilmente ma irriducibilmente pacifista.