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24 settembre 2012 / Leggi tut
Scoprire, con un semplice esame del sangue, il rischio di cadere nella spirale della depressione post-parto: una condizione che colpisce circa una neomamma su 7, e che nelle forme più gravi può anche assumere i contorni della psicosi.
Al test del futuro sta lavorando il team di Dimitris Grammatopoulos, della Warwick Medical School inglese, che ha presentato i risultati del suo gruppo all’International Congress of Endocrinology in corso a Firenze.
Lo studio – descritto sul ‘Daily Mail’ – ha coinvolto un gruppo di 200 donne seguite prima e dopo il parto, e ha permesso di scoprire che il pericolo di sviluppare la ‘baby-blues’ è in qualche modo scritto nel Dna: le donne predisposte alla depressione post-parto – hanno concluso gli autori – sembrano avere maggiori probabilità di presentare nel proprio corredo genetico particolari varianti di 2 geni ‘interruttori’ cruciali nella risposta allo stress, poiché regolano la produzione di 2 recettori che a loro volta controllano l’attività dell’asse ipotalamo-ipofisario.
Nuovi dati emersi da un ampio studio Usa dimostrano che l’esame digitale rettale della prostata e la conta del livello del Psa (l’antigene), cui ogni anno si sottopongono gli uomini oltre i 50 anni sono nel complesso inutili, perche’ non salvano le vite.
E’ quanto emerge dalle analisi dei dati di 76.000 uomini tra i 55 e i 70 anni lungo un periodo di tempo di 10-13 anni pubblicato sull’ultimo numero del Journal of the National Cancer Institute.
“I dati confermano che la maggioranza degli uomini non ha bisogno di eseguire ogni anno gli esami della prostata”, ha spiegato Gerald Andriole della Washington University School of Medicine, perche’, ha proseguito, “la grande maggioranza dei tumori che abbiamo trovato sono a crescita lenta e difficilmente sono mortali”.