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Rosario Monteleone, proviene dal consiglio regionale ligure, è un grande elettore, e sta votando per il nuovo presidente della Repubblica.
Franco Marini non ha raggiunto il quorum per l’elezione del presidente della Repubblica. A scrutinio ancora in corso i voti che non sono andati a Marini hanno superato quota 335. A questo punto Marini non può più raggiungere la maggioranza dei due terzi, pari a 672 su 1007 grandi elettori.
Alla notizia del mancato raggiungimento del quorum per l’elezione di Franco Marini al Quirinale, durante il primo scrutinio, i manifestanti che a piazza Montecitorio sostengono la candidatura di Stefano Rodotà sono scoppiati in un applauso e hanno ripreso a scandire in coro il nome del costituzionalista appoggiato dai Cinquestelle. In piazza, oltre ai grillini, ci sono esponenti del popolo viola e militanti del pd in dissenso con la scelta di Bersani.
A RODOTA’ PIU’ VOTI DI QUELLI GRILLINI – Stefano Rodotà prende più voti di quelli dei 163 grandi elettori grillini che lo hanno candidato. Rodotà ha avuto 241 voti.
Quando lo spoglio è arrivato a circa 300 schede, Franco Marini ha ottenuto circa il cinquanta per cento dei voti. Per essere eletto al Quirinale avrebbe bisogno di una maggioranza di due terzi. Ovviamente il dato non può essere considerato stabile perchè mancano ancora circa settecento di schede da scrutinare.
La denuncia del Portaborse:
Da qualche giorno Renato-schiumetta tuona in aula contro tutti, Monti, grillini, tecnici, sinistra, Boldrini, ma soprattutto attacca il governo per non aver risollevato l’economia e non aver rimesso a posti i conti pubblici. Un moralizzatore d’altri tempi, il castigamatti della pubblica amministrazione, un Beppe Grillo di destra, il Savonarola della politica italiana.
Peccato però che sul sito del ministero della Funzione pubblica, da lui diretto fino al fine 2011, alla sezione “consulenze” compaia un elenco lungo e corposo come la bile di Piccolo Bruno. In tre anni e passa, l’ex ministro Schiumetta ha affidato qualcosa come 120 consulenze esterne, per una spesa totale di 3milioni e 400mila euro. Tra i beneficiari, anche vecchi arnesi da Prima Repubblica, come Gianni De Michelis, e nuove leve della politica italiana, come il figlio di papà (non esodato) Micheal Martone…