Egitto.
Solo in Italia si poteva parlare di “Primavera araba” con l’esercito al potere,solo in Italia si potevano salutare “libere elezioni” che sancivano la presa del potere dei “Fratelli musulmani” .In questo contesto di pseudo democrazia non staro’ certo a piangere della cacciata di Morsi e degli islamici dal potere. Solo una piccola considerazione.In tutti quegli Stati caratterizzati da carenze democratiche gli eserciti si sono fatti spesso “onore” sui campi di battaglia nelle guerre esterne dei loro paesi (vedasi le guerre dell’Egitto con Israele) per la loro codardia e inefficienza salvo poi essere “efficientissimi” in patria per usi finalizzati a golpe varie e per una oculata presa in mano dei centri direzionali e di potere.
febbraio 12, 2011
Esplode la gioia in Egitto.
In quel boato c’è il respiro di una Nazione. Un respiro di libertà. In quelle bandiere coi colori nazionali sventolate in Piazza Tahrir c’è l’orgoglio di un intero popolo che sa di avere fatto la Storia. In quelle lacrime di gioia c’è una felicità indicibile.
L’«89» ARABO
È l’«89» dell’Egitto. Una rottura epocale. Destinata a cambiare il volto del Medio Oriente. Come i ragazzi di Berlino cambiarono il volto dell’Europa. Urla. Canti. Una marea umana festante che da Piazza Tahrir si riversa nelle vie circostanti. Hosni Mubarak si è dimesso. L’«ultimo Faraone» è uscito di scena. La «Rivoluzione dei Loto» ha vinto. Senza sparare un colpo. Senza violenza. «È il più bel giorno della mia vita», riesce a dire il premio Nobel per la pace Mohammed El Baradei prima di perdersi in un pianto liberatorio. Poi si riprende e aggiunge: l’Egitto «è stato liberato dopo dieci anni di repressione» e adesso si aspetta una «bella transizione». La candidatura non è nei miei pensieri », afferma l’ex direttore dell’Aiea rispondendo ad una domanda sulla possibilità che si candidi a presidente dell’Egitto.«Ho vissuto abbastanza – dice il Nobel per la pace, considerato una delle figure di spicco dell’opposizione – e sono felice di vedere l’Egitto liberato». È la vittoria di un popolo, non di una sua fazione.«Con milioni di persone nelle strade ogni giorno il messaggio è arrivato anche a Mubarak», riflette l’esponente egiziano. El Baradei dice che «quello che serve adesso è un governo di unità nazionale». Il pensiero va anche al «Faraone» sconfitto: il Nobel per la pace afferma di essere contrario ad un processo a Mubarak ma ha aggiunto che i suoi beni «dovrebbero essere sequestrati e restituiti al popolo egiziano».
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febbraio 3, 2011
Nuovi scontri al cairo.
Gli scontri fra i manifestanti anti Mubarak e i suoi sostenitori sono ripresi in piazza Tahrir dopo una notte di violenze. Complessivamente le vittime sono sei e 836 i feriti.
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febbraio 1, 2011
In marcia contro Mubarak
“Ci può essere dialogo ma questo deve esserci solo dopo che saranno accolte le richieste del popolo e la prima di queste è che il presidente Mubarak se ne vada”, ha detto ElBaradei alla tv Al Arabiya, aggiungendo che il dialogo potrebbe comprendere anche lo scioglimento del parlamento e e le forme di potere transitorio.
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