Molti hanno provato tante diete diverse ma i chili di troppo non sono andati via. A volte si riesce a perdere peso faticosamente ma poi, dopo un periodo di tregua, l’ago della bilancia torna a salire. C’è qualcosa di sbagliato che impedisce all’organismo di lavorare nel modo giusto. Ecco perché, più che l’ennesima dieta, servono delle regole che aiutino a capire quali sono gli errori che commettiamo e come correggerli. Samantha Biale, nutrizionista, diet coach e autrice del libro “La dieta B Factor” (Sperling & Kupfer, pagg. 250, euro 16), suggerisce sette regole da seguire per sempre non solo per dimagrire, ma soprattutto per non ingrassare più e star bene in salute.
Le 7 regole per dimagrire e non ingrassare più.
I rischi del cuore e l’importanza della colazione.
Aumenta il rischio di diabete, colesterolo alto, obesità e ipertensione
Per proteggere il cuore da infarti e malattie coronariche è meglio non saltare la prima colazione o, quantomeno, non fare del digiuno mattutino una cattiva abitudine. Uno studio pubblicato su Circulation, la rivista dell’American Heart Association, ha dimostrato che il cuore degli uomini che saltano la colazione corre il 27% di rischi in più di avere a che fare con un infarto o di fermarsi per sempre a causa di una malattia coronarica.
Gli autori dello studio hanno analizzato per 16 anni lo stile di vita e l’incidenza di disturbi cardiovascolari di quasi 27mila uomini di età compresa tra i 45 e gli 82 anni. Leah Cahill, ricercatrice del Dipartimento di Nutrizione dell’Harvard School of Public Health di Boston (Usa) e primo autore dello studio, ha spiegato che i dati raccolti evidenziano come “saltare la colazione può condurre a uno o più fattori di rischio, inclusi l’obesità, una pressione sanguigna elevata, colesterolo alto e diabete, che a loro volta possono portare nel tempo ad un attacco cardiaco”.
In modo simile, anche gli uomini che hanno la cattiva abitudine di mangiare dopo essersi coricati corrono sono il 55% più a rischio di malattie coronariche. “Il nostro gruppo di ricerca ha investito decenni nello studio degli effetti sulla salute della qualità e della composizione della dieta – ha commentato Eric Rimm, responsabile della ricerca – ed ora questo nuovo dato suggerisce anche che le abitudini alimentari generali possono essere importanti per ridurre il rischio di malattie cardiache coronariche”.
Ricostruita la dieta dei Medici nel ‘500.
Una dieta ricca di carne con un apporto di circa il 30% di pesce e poi uova, formaggi e poche verdure: era questa l’alimentazione di Medici e Aragonesi, vissuti fra ‘400 e ‘500. Lo ha scoperto uno studio condotto da piu’ gruppi di ricerca coordinati dalla Seconda Universita’ di Napoli e dal Centro Circe di Caserta, dall’universita’ americana del Minnesota e dall’universita’ di Pisa. A questa alimentazione sono legate malattie, come gotta e atereosclerosi, che furono comuni in queste famiglie.
combatti lo stress a tavola.
Lo stress si combatte a tavola, vivendo colazione, pranzo, spuntini e cena come un’occasione per prendersi una pausa, riassaporare il piacere del cibo lentamente, staccare la spina ricaricandosi di energia. Facile a dirsi, ma andiamo spesso di fretta ed il pasto a volte si trasforma nell’ennesimo fattore di stress.
Con gli alimenti giusti e rallentando possiamo ricavarci un ottimo antidoto contro lo stress. Slow life e slow food è un binomio vincente per la mente. Tra i cibi antistress più indicati figurano ceci, noci e cioccolato, ideali nei periodi in cui ci sentiamo particolarmente a terra.
Un detto della Scuola medica Salernitana risalente al 1.100 d.C. recita:
Se ti mancano i medici, ti giovino queste tre medicine: mente lieta, quiete e dieta giusta.
Più grassi nella dieta, meno zuccheri e lipidi nel sangue.
Una dieta ad alto contenuto di grassi sembra abbassare lo zucchero nel sangue e migliorare il tasso di lipidi nel sangue dei diabetici. La ricerca, della Linkoping University, e’ stata pubblicata sulla rivista ‘Diabetologia’.
Secondo gli scienziati, i cibi con molti grassi e pochi carboidrati potrebbero avere un effetto positivo su lipidi e zuccheri nel sangue dei diabetici di tipo 2. Lo studio ha riguardato 61 pazienti che sono stati divisi in due gruppi e sottoposti a una dieta a bassi carboidrati (e ricca di grassi) e a una povera di grassi. In entrambi i gruppi, i volontari hanno perso mediamente quattro chili e un chiaro miglioramento della situazione glicemica e’ stato riscontrato in quelli che avevano seguito una dieta povera di carboidrati, gia’ dopo soli sei mesi. Inoltre, la concentrazione di zuccheri era scesa da 58,5 a 53,7 mmol/mol.
Dieta ricche di fibre riduce il rischio di cancro al colon.
Una dieta ricca di fibre potrebbe aiutare a ridurre il rischio di cancro al colon: una nuova ricerca della Michigan State University negli Usa suggerisce infatti che i supplementi di fibre alimentano delle cellule batteriche che vivono nel nostro apparato digerente e che combattono a loro volta i batteri nocivi e le infiammazioni, responsabili dell’aumento del rischio di cancro.
“Alcuni batteri nel nostro corpo agiscono come cellule killer del cancro, eliminando infezioni causate da altri batteri e riducendo le infiammazioni, fattori di rischio dell’insorgenza del cancro al colon”, ha spiegato Jenifer Fenton, ricercatrice a capo dello studio pubblicato sul Journal of Nutrition.
“Nel nostro esperimento, ratti di laboratorio cui avevamo somministrato pillole e supplementi probiotici avevano una maggiore produzione di batteri protettivi nell’apparato digerente. Questi supplementi, come il galacto–oligosaccaride, aiutano nell’assimilare le fibre contenute in alimenti come biscotti e latte per neonati, riducendo la colite e quindi il rischio di sviluppare il cancro al colon”.
Cancro al seno: le verdure nella dieta potrebbe avere un ruolo determinante in termini di sopravvivenza.
Una dieta che comprenda buone quantità di verdure si ritiene aumenti le probabilità di sopravvivere al cancro della mammella. Lo studio
Le donne con diagnosi di cancro al seno se vogliono aumentare le possibilità di sopravvivere alla malattia dovrebbero includere le verdure nella propria dieta, in particolare le crucifere come broccoli e cavoli. Secondo gli scienziati, infatti, proprio il consumo di questo tipo di verdure è legato a un calo dei tassi di morte per cancro alla mammella, e non solo.
A sostenere che mangiare broccoli e cavoli fa aumentare le possibilità di guarire del tumore del seno sono i ricercatori della Vanderbilt University, di Nashville (Stati Uniti) i quali hanno seguito per cinque anni un gruppo di quasi 5.000 donne con diagnosi di cancro del seno.
Lo scopo era proprio di individuare quali fattori potessero influire sul decorso della malattia, nel bene o nel male.
I dati raccolti dalla dottoressa Sara Nechuta e colleghi hanno permesso di scoprire che, in effetti, il consumo di verdure del tipo crocifere avesse un ruolo nella riduzione dei tassi di morte. Nello specifico si è rilevato che le donne che includevano nella propria dieta un buon numero di queste verdure, durante i primi tre anni dalla diagnosi, vedevano ridursi le probabilità di soccombere alla malattia.
Cancro: contrastarlo a tavola con dieta di frutta, verdura, cereali.
Una dieta ricca di frutta e verdura, latticini a basso contenuto di grassi e pesce può ridurre fino al 65% il rischio di sviluppare il cancro al colon-retto: a sostenerlo, ribadendo una conoscenza già acquisita dalla comunità scientifica ma messa in discussione da alcuni ultimi studi, una ricerca condotta da Paige Miller della Pennsylvania State University e pubblicata sul Journal of Nutrition. ”Abbiamo scoperto – spiega Miller – che una dieta a base vegetale con elevate quantità di frutta, verdura e cereali integrali, e che preveda il consumo di frutta secca, oli vegetali, pesce e prodotti caseari a basso contenuto di grassi è associata, sia negli uomini che nelle donne, a un ridotto rischio di tumore colorettale”.
Il pesce, in particolare, risulta protettivo per gli uomini mentre nelle donne lo stesso effetto è sortito dai latticini a basso contenuto di grassi, “ma il perché di questa differenza ancora non ci è chiaro”, continua Miller.
Mangiare pasta per dimagrire.
Quando si pensa alla dieta per dimagrire, a nessuno viene in mente che essa può comprendere anche la pasta. Invece non dobbiamo dimenticare che anche la pasta è fondamentale per l’equilibrio di calorie, a cui deve essere soggetto il nostro organismo. Tutto è da rapportare a vari fattori. Non è vero che il consumo di pasta di per se stesso faccia ingrassare: bisogna considerare di che tipo di pasta si tratti, il tempo di cottura e il condimento. C’è che ricorre alla pasta in bianco, ma anche questo è sbagliato.Con la pasta cotta al dente la digestione è più lenta, ci si sente più sazi e questo non fa altro che favorire la possibilità di dimagrire in modo più efficace. È inutile fare allarmismi inutili sulla pasta: più che altro si dovrebbe fare la scelta giusta, tenendo in considerazione una serie di fattori che finiscono con il risultare determinanti.