Posts tagged ‘democrazia’

gennaio 2, 2021

LEGGE ELETTORALE: LA GRANDE TRASCURATA

di Franco Astengo

La discussione sulla legge elettorale è stata riaperta da Alfredo Grandi in un suo davvero apprezzabile intervento pubblicato da “Domani” il 30 dicembre scorso.

Il tema, assolutamente decisivo per il funzionamento della democrazia (come quello riguardante i partiti) appare trascurato e sottovalutato: oggetto semplicemente di ragionamenti di convenienza per quella o quest’altra parte e per il mantenimento del proprio “status” soggettivo.

E’ il caso allora di insistere nel proporsi di arrivare a un’ampia discussione di merito che colleghi la questione della legge elettorale nel suo complesso a quella riguardante la rappresentanza politica.

La qualità e le forme della rappresentanza politica rappresentano, infatti, il vero punto di difficoltà che sta incontrando la democrazia “liberale” di fronte al non sopito assalto del combinato tra populismo e sovranismo.

Un punto di difficoltà non risolvibile come vorrebbero alcuni, semplicemente accentuando le caratteristiche maggioritarie e di personalizzazione raccolte attorno a un accentramento monocratico delle funzioni di potere.

Accentramento monocratico del quale abbiamo osservato le avvisaglie in questi duri mesi di emergenza sanitaria.

Il realtà il rischio e quello di essere prossimi al punto d’approdo di un lungo itinerario di distruzione del concetto di “rappresentanza politica” già percorso nell’infinita transizione italiana, almeno dal momento della trasformazione del sistema elettorale da proporzionale al misto maggioritario (75%) – proporzionale (25%).

Di seguito abbiamo avuto, è bene ricordarlo, altre tre formule elettorali delle quali due bocciate dalla Corte Costituzionale e l’altra utilizzata nelle più recenti consultazioni politiche che presenta evidenti limiti e difetti.

Limiti e difetti ancora più accentuati con l’inopinata riduzione del numero dei parlamentari suffragata, recentemente, da un contrastato esito referendario.

E’ bene essere chiari su questo punto: l’obiettivo della riduzione del numero è stato quello di allineare il complesso della rappresentanza politica “abilitata” all’ingresso nelle istituzioni ponendola forzatamente all’interno di un’idea di governabilità intesa quale elemento esaustivo dell’azione politica.

Vale la pena allora cercare di recuperare, almeno sul piano teorico, il significato pieno del concetto di rappresentanza allo scopo, anche, di sviluppare un’iniziativa di riflessione politica destinata soprattutto a cercar di capire che cosa s’intende negare con questa che non può essere definita diversamente da “stretta autoritaria”.

Si pone, infatti, oggettivamente una questione tra mandato libero e mandato imperativo di cui il M5S si è già fatto interprete.

Far rientrare per intero la possibilità di accesso alle istituzioni parlamentari all’interno del concetto di “governabilità” significherebbe compiere un vero e proprio passo indietro: tornare, cioè, a una versione “privatistica” degli istituti rappresentativi che configurerebbe, alla fine, per gli eletti un mandato di tipo imperativo.

In base ad esso il rappresentante non può derogare alle istruzioni che ha ricevuto e che gli trasmettono la volontà del proprio mandante: nel caso delle “liste bloccate” e dell’indicazione del candidato presidente del consiglio, quindi, dell’uomo solo al comando assestato sull’idea del partito personale/elettorale e/o padronale.

Uomo solo al comando pervenuto in tale posizione o perché ritenuto “unto del signore” oppure attraverso plebisciti realizzati attraverso l’idea del rapporto diretto tra il Capo e la folla.

Plebisciti magari svolti esclusivamente attraverso il web, con procedure opache e sfuggenti al controllo della pubblica opinione.

Prima di tutto dobbiamo invece difendere l’idea del mandato libero, in quanto legata all’idea dell’espressione della volontà comune, che non coincide con quella dei singoli: si tratta di una necessità legata al mantenimento dell’istituto della rappresentanza politica.

Si tratta di un passaggio fondamentale anche rispetto alla stessa idea di “democrazia diretta” che, in certi ambienti si è contrabbandata come momento “salvifico” rispetto al cosiddetto strapotere della degenerazione burocratica nella gestione dei partiti.

La rappresentanza politica, infatti, deve trovare (com’è stato del resto, pur tra contraddizioni evidenti, in Italia nel periodo dei grandi partiti di massa) nel riferimento costituzionale e nell’idea giuridica della personalità dello Stato (in cui si rappresenta la “totalità del corpo politico”) il cardine dell’unità politica del popolo.

Fuori da questo non c’è popolo ma soltanto una disgregata moltitudine come vorrebbe il populismo dei “pieni poteri”.

Questi elementi fin qui descritti definiscono l’orizzonte logico in cui viene necessariamente pensata la rappresentanza della modernità politica.

La rappresentanza definisce l’unica modalità che permette al popolo di agire come corpo politico e la legge elettorale rappresenta lo strumento – cardine, in democrazia, perché sia razionalmente possibile quest’azione.

L’espressione della volontà comune che non coincide con quella dei singoli che stanno alla base del mandato (è di nuovo il caso delle liste bloccate, corte o lunghe che siano) letteralmente non esiste se non prende forma mediante la rappresentanza.

La distruzione della rappresentanza, come si sta cercando di completare in Italia in questa fase, coinciderebbe con la distruzione della democrazia.

Un allarme da lanciare e su cui riflettere e agire.

aprile 29, 2020

PORTIAMO UN PARTIGIANO IGNOTO AL VITTORIANO!

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Comitato Partigiano Ignoto al VittorianoMi piace

Siamo un gruppo di giovani, provenienti da diverse realtà politiche e religiiose, con dei valori in comune che vediamo incarnati nella Resistenza: libertà, democrazia, uguaglianza, equità, giustizia, unità nazionale e importanza della memoria.

Proponiamo, nel 75° anniversario del 25 aprile, la tumulazione di un ignoto combattente per la libertà nel complesso monumentale del Vittoriano, il monumento che celebra l’unità d’Italia e la vitttoria nella Grande Guerra, per dare rappresentanza al “filo ininterrotto che lega gli ideali e le gesta del Risorgimento alle imprese della lotta di liberazione e alla rinascita dell’Italia”. Come sostenuto dal Presidente Ciampi il 25 aprile del 2005.

Firma anche tu la petizione!
https://www.change.org/p/sergio-mattarella-portiamo-un-part…

#25aprile #festadellaliberazione #Resistenza #partigiani #antiascismo #iorestolibero #liberiamocidalmale

luglio 29, 2018

Ladri di democrazia

Beppe Grillo si domanda “che cos’è la democrazia quando meno del 50% va a votare?” gli fa eco il presidente dell’Associazione Rousseau, Davide Casaleggio, che sostiene “il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile”, poi il tragicomico Grillo aggiunge “oggi sono le minoranze che gestiscono i Paesi” e “probabilmente la democrazia deve essere sostituita con qualcos’altro, magari con un’estrazione casuale”. Queste parole non sono constatazioni ma un programma politico e Grillo ha dimostrato, purtroppo, che i suoi programmi riesce a realizzarli. Un programma non meno pericoloso delle esternazioni e dei comportamenti di Matteo Salvini ministro della malavita.
Perchè questo accade? e perchè queste parole e questi progetti debbono essere presi molto seriamente da chi crede ancore nel bene della democrazia?
La democrazia è un dono prezioso che ci hanno consegnato i nostri padri e i nostri nonni opponendosi al fascismo e cacciando i nazifascisti e la monarchia dall’Italia. Ci hanno regalato la Repubblica, la Costituzione, detta anche la legge delle leggi. Tutto questo oggi viene messo in discussione.
Chi ha a cuore le sorti del nostro sistema democratico ha il dovere di interrogarsi a seconda delle proprie origini culturali e politiche in modi molto diversi e contradditori ma con lo scopo di impedire questa pericolosa deriva. Ci sono in questi momenti drammatici due grandi protagonisti: da una parte il paese, cioè la gente comune confusa e indebolita da una crisi economica senza fine che si dibatte nei problemi di ogni giorno che si trincera dietro la promesse di avere un reddito senza lavoro, con la paura del diverso sia esso rom, extracomunitario e perchè no omosessuale. C’è poi la classe politica che cerca di orientare il cammino del paese secondo le proprie strategie e i propri programmi. Una classe politica priva di unità politica e legata dal servilismo verso i cd. poteri forti interni ed esterni per niente interessata al bene comune. Oggi in Italia non esiste un vuoto temporaneo di potere, ma un vuoto ideologico e politico assai più pauroso e oscuro. Questo vuoto va colmato. ma come e con chi? Purtroppo il paese reale è oggi incapace, senza più riferimenti certi, di prefigurare e di preordinare da solo il proprio futuro e si dibatte fra la paura e la conseguente richiesta di ordine poliziesco di caccia al diverso, cosicché i migliori frutti di questa retorica li sta raccogliendo il qualunquismo dei cinque stelle e la peggiore e più retorica reazione di destra.
I partiti, o quello che ne resta, giunti al limite della inefficienza ideologica ed operativa non sono più in grado di proporre al paese un progetto politico serio ed accettabile, ripetendo in modo stanco e monotono le ricette imposte da una burocrazia europea senza anima e senza consapevolezza dei problemi reali. Partiti ormai ridotti a stracci di quello che furono non solo non sono in grado di proporre riforme teoriche ed astratte, ma neppure una gestione positiva dell’ordinario della nostra società. Si vive alla giornata.
Al vuoto di potere governativo ed amministrativo si somma il vuoto ideologico e politico al quale ha fatto sempre seguito nella storia un mutamento di regime con la conseguente perdita di libertà.
Ci si illude che l’uomo solo al comando possa risolvere il problema. L’Italia si è illusa con Berlusconi e la sua rivoluzione liberale, con il risultato che abbiamo visto, poi si è affidata a Monti ed alla sua ricetta di austerità, a Letta e il suo perbenismo, a Renzi il rottamatore e adesso a Salvini e di Maio. Illusione dannosa e pericolosa che ricopiano il periodo di inefficienza e di inconsistenza politica che precedette il 28 ottobre 1922 anche se il fascismo di oggi è ancora soltanto strisciante. Non nascondiamoci, perchè l’Aventino non ha mai portato fortuna.
Eppure prove di democrazia ne abbiamo dato in questi anni, malgrado tutto. Abbiamo vinto senza capi e senza partiti la lotta per l’acqua bene comune, abbiamo sconfitto il referendum antidemocratico di Renzi, gli eroici abitanti della Val di Susa son ancora li a combattere, il movimento No tap vive e resiste, la lotta degli avvocati democratici ha fatto dichiarare anticostituzionali ben due leggi elettorali ed esistono tante sacche di resistenza democratica che non si arrendono al conformismo dilagante. per non parlare di Roberto Saviano che dice no al ministro della malavita e a tutti quegli oscuri eroi che salvano vita in mare di tanti disperati che fuggono arrivando in un paese che non li vuole se non come schiavo o manodopera a basso costo.
In un paese dove l’amministrazione è tutto e dove l’opposizione senza potere non conta nulla, le situazioni precipitano rapidamente e il contagio della mentalità reazionaria che cova in molti ambienti democraticamente immaturi, può infettare, come di è visto, in poco tempo largi strati della polizia, della magistratura, e della opinione pubblica drogata dai mass media, che si dimostra piccola e timorosa e perciò reazionaria. Sono fenomeni a sviluppo veloce e i sintomi più preoccupanti stanno davanti ai nostri occhi. Tutto questo sta dietro alle parole di grillo ed alle iniziative di Salvini.
Ma non tutto è perduto l’Italia può cambiare strada che ha a cuore la democrazia deve trovare la forza di parlare, oggi non si può fare altro. Basta promesse che non si possono mantenere, ma cominciamo a parlar ad aprire un dibattito sulla democrazia e sul suo insostituibile valore. Anche non andare a votare è l’ esercizio di un diritto. Esiste ancora una massa con la quale si può dialogare, che crede ancora che lottando si può invertire la rotta di questa orribile deriva, senza proporre programmi ma costruendo insieme un dibattito politico che trova da solo le soluzioni e fa le scelte miglior in funzione de bene comune, laddove questo non è un ideale astratto ma la soluzione collettiva degli interessi particolari. Se per esempio proponiamo ai giovani, invece di fare promesse irrealizzabili, di riscoprire la mutualità e proponiamo a questi di rimboccarsi le maniche e a costruire da soli il proprio futuro, senza fuggire ma trovando nelle proprie radici gli strumenti per inventare il lavoro ed un salario. Se diciamo che il reddito di cittadinanza è un inganno perchè dividendo il salario dal lavoro si fanno gli interessi del capitale che così con una mancetta mette a tacere tanta gente che invece potrebbe ribellarsi.
C’è una massa di giovani che dal 2008 ha vissuto la crisi economica e questa crisi è pesata sulla loro pelle, scorticandola, amareggiandoli, umiliandoli. Questi giovani in parte fuggono all’estero, in parte fanno lavori sottopagati, in parte vivono alla giornata sostenuti dalle famiglie finchè possono. Questi giovani non hanno conosciuto la politica, non sanno chi sia Moro, Saragat, Pertini, e perchè no Almirante. Questi giovani che vivono di nulla hanno bisogno di capire. Con questi giovani noi che abbiamo a cuore la democrazia dobbiamo parlare, raccontare le nostre storie, le lotte dei nostri genitori per costruire e difendere la democrazia, parlare di diritti, spiegare che la nostra Costituzione dice che siamo una repubblica democratica fondata sul lavoro. Diventiamo partigiani della democrazia e dei diritti e andiamo a dirlo nelle scuole, nelle fabbriche, nelle strade. Se faremo questo ci accorgeremo con sorpresa quanto gente è disposta ad ascoltarci ed a fare qualcosa per cambiare l’attuale situazione politica. Difendiamo la democrazia ed impediamo a Grillo a Salvini ed ai loro scherani di rubarci il ben più prezioso che abbiamo.
Beppe Sarno

febbraio 19, 2015

Giordano Bruno, meridionale!

415 anni fa (17.2.1600) moriva arso vivo Giordano Bruno. Condannato dall’Inquisizione romana per le sue idee sull’universo e su Dio. Bruno non scese a compromessi e difese la libertà di pensiero sino alla fine. Durante il Risorgimento divenne un’icona laica, soprattutto presso i ceti popolari contagiati dalle idee anarchiche e socialiste. Molte piazze d’Italia, anche in Toscana, presero allora il Altro…

febbraio 15, 2015

Killer della democrazia!

di Marco Mori – Qualcosa di mai visto si è consumato nella notte. Un partito ha modificato la Costituzione unilateralmente.
Il merito della riforma, che vi anticipo già consegna semplicemente il paese alla sovranità dei mercati speculativi, sarà discusso in un apposito post. Qui voglio esaminare, con linguaggio semplice ed accessibile, le questioni Altro…

gennaio 28, 2015

Merkel sempre più incazzata.

gennaio 25, 2015

Forza Grecia!

gennaio 9, 2015

Attenti ai nuovi difensori della democrazia.

matite-satira-liberta

gennaio 3, 2015

La Spagna in violenta deflazione. Cosa ci raccontava Draghi?

 

di Marco Mori – Il 24 settembre, Mario Draghi, governatore di BCE e primo artefice delle politiche volte allo smantellamento della democrazia in Europa, dichiarava quanto segue: “In Eurozona non c’è rischio deflazione”.

A pronta smentita della sua assurda profezia pubblicavo questo articolo che vi invito a rileggere. Vedi: Draghi dice Altro…

settembre 29, 2013

Socialisti tocca a noi.

SI VADA SUBITO AL CONGRESSO! I SOCIALISTI SI CANDIDINO A TRAGHETTARE IL PAESE FUORI DALLA CRISI. NON E’ FOLLIA MA BUON SENSO. NON CONTA SE SIAMO UN PARTITO AI MINIMI STORICI. LE IDEE SOCIALISTE SONO LONTANE DAL DOVER ANDARE IN SOFFITTA. IL SOCIALISMO E’ TUTT’ALTRO CHE DATATO E QUINDI SUPERATO. E’ L’UNICA ALTERNATIVA ALLA BARBARIE LIBERISTA CHE HA MESSO IN GINOCCHIO UNO DOPO L’ALTRO TUTTI I PAESI CHE NON HANNO SAPUTO REGGERE ALLE SUE REGOLE CREANDO SITUAZIONI COME QUELLA GRECA DOVE PERSINO I NEONAZISTI RISPUNTANO FORAGGIATI DAL DEFLAGRANTE INCROCIARSI DELLA DISPERAZIONE CON L’ESIGENZA DI TROVARE UNA USCITA DALLA CRISI. I SOCIALISTI SAPPIANO RISPONDERE PRESENTE ALLA CHIAMATA DEL PAESE; NON SIAMO CHIAMATI ALLA SOLITA BALLATA DELLE POLTRONE MA A UN IMPEGNO DIRETTO E CONCRETO VOLTO A SOSTENERE UNA LINEA POLITICA CHE PROPONGA UNA USCITA DA SINISTRA DALLA CRISI CON PROPOSTE SERIE, FATTIBILI NELL’IMMEDIATO MA SOPRATTUTTO CHE METTA AL RIPARO LA NOSTRA DEMOCRAZIA. I SOCIALISTI NON SI SONO MAI TIRATI INDIETRO DI FRONTE ALLE SFIDE CHE SI PRESENTAVANO D’INNANZI AL PAESE, NON LO FARANNO NEMMENO ORA! SEMPRE AVANTI!