Posts tagged ‘Dell’Utri’

Maggio 21, 2013

Salvate il soldato Dell’Utri.

Dopo pochi minuti il Corriere ha deciso di cambiare titolo.

 

– grazie a @raffroma e @paolo_raspa
Maggio 21, 2013

Il PDL cerca di salvare Dell’Utri.

Condanna dimezzata per concorso esterno in associazione mafiosa. Niente carcere e intercettazioni per chi svolge attività sotterranea di supporto ai componenti dell’associazione mafiosa. Si dovrà dimostrare che c’è un profitto. Lo prevede il testo Pdl appena assegnato in commissione Giustizia del Senato, relatore Giacomo Caliendo.

Proprio per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa è stato condannato in appello Marcello Dell’Utri, ex senatore del Pdl e amico di Silvio Berlusconi. La pena inflitta è di 7 anni di reclusione. La terza sezione della corte di appello di Palermo ha respinto la richiesta di arresto di Dell’Utri, avanzata dalla procura generale per il “pericolo di fuga dell’imputato”

Maggio 7, 2013

A Santo Domingo si rompe i coglioni.

Dellutri  “Santo domingo? mi rompo i coglioni. Ci sono sempre 26 gradi, c’è un clima bellissimo. Ma che faccio qui, un bed and breakfast? Dopo qualche giorno di paradiso terrestre mi annoio. Per restare devi essere un golfista scatenato, avere una barca o devono piacerti le donne”.

Poverino!

marzo 27, 2013

Il settennato di Dell’Utri.

 
“Posso dire che Marcello Dell’Utri ha dato tanto alla cultura politica di questo Paese: appassionato bibliofilo, è stato presidente della commissione Biblioteca del Senato per tanti anni. Stimato dai colleghi di tutti i gruppi”
(Gaetano Quagliariello, senatore Pdl, legge un comunicato in difesa di Marcello Dell’Utri, appena condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa)
la tragedia è che questa condanna arrivi dopo diciannove anni, giusto il tempo di far fare a Berlusconi quella scalata al potere che lo ha reso uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo.
E adesso grillo col suo “NO” sovietico rischia di allungargli la carriera.
luglio 31, 2012

Padri e padrini fondatori.

luglio 24, 2012

Per adesso a giudizio.

La procura di Palermo ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per le 12 persone iscritte nel registro degli indagati per il patto sotterraneo che portò pezzi delle istituzioni a sedere allo stesso tavolo della mafia nel periodo 1992-94.
Tra questi i mafiosi Salvatore Riina, Nino Cinà, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca, gli alti ufficiali del Ros Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni e gli esponenti politici Calogero Mannino, Marcello Dell’Utri e Nicola Mancino. Per tutti l’accusa è di attentato a corpo politico dello Stato, tranne che per Mancino, accusato di falsa testimonianza dopo la sua audizione al processo Mori-Obinu del 24 febbraio scorso.  ”Hanno agito per turbare la regolare attività dei corpi politici dello Stato” si legge nel provvedimento dei magistrati palermitani. Secondo la stessa richiesta di rinvio a giudizio tutti coloro che parteciparono alla trattativa agirono “in concorso con l’allora capo della polizia Parisi e il vice direttore del Dap Di Maggio, deceduti”: loro avrebbero ammorbidito la linea dello Stato contro la mafia, revocando centinaia di 41 bis.
Sono riusciti a mandar via Ingroia, ma il processo si farà e già questa è una buona notizia.
luglio 20, 2012

Ingroia: “Io, pazzo come Borsellino la stanza della verità è ancora buia”

Free Image Hosting

Il procuratore aggiunto di Palermo replica a Dell’Utri e insiste nella denuncia: “Nessuno vuole illuminare quella stanza”

“Un imputato, il senatore Marcello Dell’Utri, mi ha definito pazzo e devo dire che a volte mi ci sento. Mi piace essere un po’ pazzo come Paolo Borsellino, perché continuo a credere nella possibilità che, nonostante tutto, si possa raggiungere la verità sui grandi misteri del nostro paese”. Replica a distanza del procuratore aggiunto di Palermo Antonio ingroia al senatore Marcello Dell’Utri che ieri, dopo avere appreso di essere indagato per estorsione ai danni di Silvio Berlusconi, ha definito appunto i pm di Palermo “pazzi e morbosi”. “Mi sento pazzo – ha proseguito Ingroia – di fronte all’imbarazzo per la verità e alla paura che spesso si denota dentro le istituzioni anche più insospettabili. Sono pazzo perché credo in un’Italia che abbia il coraggio della verità, conquistata a qualsiasi prezzo e senza paura”.

Ingroia è intervenuto ieri sera alle commemorazioni organizzate per il ventesimo anniversario della strage di via D’Amelio, in un dibattito organizzato dal giornale Antimafia duemila. Sulle stragi mafiose del ’92 “abbiamo finalmente varcato l’anticamera della verità – ha detto fra l’altro -, ora siamo entrati nella stanza della verità. Pensavamo, però, di trovare una stanza illuminata, invece era buia. Qualcuno aveva sbarrato le finestre e qualcuno aveva fulminato le lampadine. Siamo da soli e con le candele”.

“Leggendo in questi giorni i giornali – ha proseguito Ingroia – con commenti illustri di giuristi, giornalisti e politici, ho notato che nessuno purtroppo vuole illuminare quella stanza buia della verità”. Sempre durante il suo intervento, più volte interrotto dagli applausi, Ingroia ha ribadito: “C’è il perpetuarsi dell’allergia alla verità. Da parte della politica non è mai stato fatto un passo avanti per l’accertamento della verità”. E ancora: “Vogliamo che nessuno dica alla magistratura di fare passi indietro su questo”.

“Per accertare la verità sulla strage di Borsellino – è la tesi di Ingroia – prima ancora che domandarci chi uccise Paolo dobbiamo interrogarci sul perché Paolo è stato ucciso. Era questa la stessa domanda che Borsellino si poneva a pochi giorni dalla morte dell’amico e collega Giovanni Falcone. In tutti noi che al tempo eravamo lì in via d’Amelio c’era la consapevolezza che c’era qualcosa di anomalo in quella strage, di quasi unico che non si spiega solo con il fatto che Paolo era un nemico giurato di Cosa Nostra”. Poi il procuratore aggiunto di Palermo ha continuato: “Vent’anni sono tanti e troppi perché si accerti la verità su un fatto del genere”. “E’ scandaloso – ha concluso Ingroia – che non si sia
mai istituita alcuna commissione che indaghi sulle stragi del ’92 e del ’93 e sulla trattativa Stato-mafia”.

luglio 20, 2012

Quel bonifico di 11 milioni di Berlusconi a Santo Domingo per la latitanza del senatore Dell’Utri.

Un bonifico di 11 milioni di euro partito dal conto corrente di Silvio Berlusconi verso un conto cifrato a Santo Domingo l’8 marzo 2011, il giorno prima della sentenza definitiva in Cassazione per l’accusa di associazione mafiosa nei confronti di Marcello Dell’Utri.
Lo stesso Dell’Utri in quei giorni si era reso irreperibile, probabilmente fuggito in un paradiso fiscale senza estradizione, come Santo Domingo, per sfuggire alla condanna di 7 anni: dalla cassazione però non arrivò la conferma ma il rinvio degli atti alla corte di appello per riesaminare il caso.
Dell’Utri ricomparse il giorno dopo in Italia e da allora, fino a oggi, è tornato a sedersi comodamente sulla sua poltrona di rappresentante del popolo italiano al Senato della Repubblica, dove probabilmente verrà rieletto per il resto della sua vita per sfuggire ad eventuali mandati di cattura. Sempre che non arrivi qualche condanna definitiva, in tal caso ville, milioni di euro e conti cifrati l’aspettano a Santo Domingo.
luglio 20, 2012

Gli amici si vedono…

Pubblicato da
giugno 22, 2012

Renzi premier, parola di Silvio.

L’espresso annuncia di essere entrato in possesso di un documento riservato messo a punto per il Cavaliere da un gruppo ristretto di consiglieri capeggiati da Dell’Utri e Verdini (oltre che dal suo nuovo guru Volpe Pasini).
Il documento (consultabile cliccando su questo link) è molto chiaro : via il Pdl e quasi tutti i suoi dirigenti, nasce una Lista Civica nazionale che dovrà allearsi con il sindaco di Firenze, destinato a Palazzo Chigi. Obiettivo: salvare Silvio dai giudici e (se possibile) farlo eleggere Presidente della Repubblica.
Bonaiuti smentisce, Renzi si infuria e scrive: “L’Espresso lancia con enfasi un piano di rinascita berlusconiana sparandomi in apertura. Ovviamente tutto senza chiedermi una dichiarazione, senza fare una verifica, senza nulla. Che schifo così…”