Lavorando sul nematode Caenorhabditis elegans, un gruppo di ricercatori della Stanford School of Medicine ha scoperto che se si blocca l’espressione di una qualsiasi di tre proteine chiave aumenta non solo la durata della vita dell’animale direttamente interessato, ma anche dei suoi discendenti, anche se in essi l’alterazione originale non è più presente. Si tratta della prima dimostrazione in assoluto del fatto che la longevitàpuò essere ereditata per diverse generazioni in modo non genetico. Lo studio che è giunto a questa conclusione – che è descritto in un articolo pubblicato sulla rivista Nature – si è basato su un lavoro precedente condotto dallo stesso gruppo di ricerca che aveva mostrato come alcune mutazioni epigenetiche possano aumentare, almeno nel nematode C. elegans, la durata della vita di ben il 30 per cento.
ottobre 21, 2011
La longevità ereditata per via non genetica: la prima dimostrazione in assoluto.
Si tratta della prima dimostrazione in assoluto del fatto che la longevità può essere ereditata per diverse generazioni, fino a tre, in modo non genetico
ottobre 27, 2010
Due enzimi costituiscono rete difensiva a supporto del sistema immunitario
Due enzimi aiutano le cellule del sistema immunitario a predisporre trappole per uccidere i patogeni utilizzando la cromatina – il DNA e le sue proteine associate – contenuta nel nucleo, costruendo una rete difensiva: è questo il risultato diuno studio apparso sulla rivista The Journal of Cell Biology.
I nuetrofili, i globuli bianchi del tipo più comune, sono difficili da studiare poiché vivono solo sei ore: per questo Arturo Zychlinsky e colleghi del Max-Planck-Institut per la biologia delle infezioni a Berlino ha creato in vitro un sistema cellulare semplificato – il cosiddetto sistema cell-free – che include nuclei di neutrofili e frammenti di citoplasma ricavati da cellule.