Nello scontro con Fiat, la Consulta dà ragione alla Fiom.
Con una sentenza destinata a entrare nella storia, la Corte Costituzionale dichiara incostituzionale l’art.19 dello Statuto dei lavoratori nella parte che consente la rappresentanza sindacale ai soli sindacati firmatari del…
ROMA (WSI) – La Consulta dà ragione alla Fiom. Con una sentenza “storica”, la Corte costituzionale ha dichiarato og…Visualizza altro
Quale responsabilità?
Il conflitto di attribuzione non sospende il processo.
Il conflitto di attribuzione consiste in situazioni di contrasto tra organi dello Stato e tra Stato e Regioni e tra le Regioni, più precisamente, tra organi competenti a dichiarare definitivamente la volontà del potere cui appartengono.
Il conflitto di attribuzione può essere positivo se i soggetti in conflitto affermano entrambi la propria competenza sulla materia, oppure negativo se entrambi i soggetti affermano la propria incompetenza.
Il conflitto può investire situazioni in corso, cioè già verificatesi, oppure può precedere il verificarsi di situazioni concrete, discutendosi così di situazioni future possibili nel verificarsi.
Sui conflitti di attribuzione (in base all’art. 37 della legge 87/1953) decide la Corte Costituzionale, anche se nel caso in cui il conflitto interessi anche un organo giurisdizionale la competenza della Corte Costituzionale è controversa.
La votazione di oggi però non sospenderà il processo in corso a Mialno contro Berlusconi perchè pur ritenendo la Camera dei deputati il reato di concussione contestato al premier (che è accusato anche di prostituzione minorile) di competenza ministeriale, la Consulta, cioè la Corte Costituzionale, si dovrebbe prima esprimere sull’ammissibilità del conflitto. E, qualora fosse dichiarato ammissibile, poi la Corte dovrebbe entrare nel merito della decisione.
In precedenti casi simili, però, i processi non si sono fermati né per attendere la decisione sull’ammissibilità, né durante l’attesa del giudizio di merito sul conflitto di attribuzione. Nel secondo caso il processo si arresterebbe in attesa della pronuncia sul merito, soltanto prima della sentenza.
Ecco i tre scenari per Berlusconi a processo.
Scegliere il giudizio abbreviato o il patteggiamento, oppure farsi sottoporre al ”normale” dibattimento. Sono le tre strade che si aprono davanti al presidente del Consiglio dopo che il gip di Milano ha disposto per lui il giudizio immediato per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile nell’ambito del caso Ruby.
L’ipotesi piu’ probabile e’ che il premier scelga la via ordinaria. La prima udienza potrebbe slittare se i difensori del presidente del Consiglio facessero valere il legittimo impedimento, magari per la convocazione concomitante di un Consiglio dei Ministri. Dopo la recente sentenza della Consulta ora l’impedimento del premier a comparire in giudizio va valutato nel concreto dai giudici, ma comunque potrebbe essere riproposto nelle varie udienze del processo.
Nucleare, per la Corte Costituzionale è necessario il parere delle Regioni
La Corte costituzionale ha stabilito che prima di costruire una centrale nucleare è necessario ottenere il parere della Regione su cui questo impianto sarà installato. Il parere però non è vincolante.
La norma che dovrebbe prima di tutto essere di buon senso era stata prima disattesa dall’art. 4 del Dl del 15-02-2010 e poi oggetto del ricorso di molte regioni e del WWF. Ebbene, oggi il pronunciamento della Consulta che scrive:
dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 4 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31 (Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché misure compensative e campagne informative al pubblico, a norma dell’articolo 25 della legge 23 luglio 2009, n. 99) nella parte in cui non prevede che la Regione interessata, anteriormente all’intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere in ordine al rilascio dell’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari;
In merito al parere non vincolante, specifica in un comunicato Angelo Bonelli presidente nazionale dei Verdi:
Il parere negativo delle Regioni fa cadere il procedimento autorizzativo e impone una nuova procedura sostitutiva molto complicata, da realizzare ai sensi dell’art. 11, comma 6,7 e 8, del Dlgs 31/2010. Tradotto, significa che se non c’è un consenso delle regioni le centrali non si costruiscono.