Posts tagged ‘civati’

gennaio 28, 2015

Rizzo non sale sul carro di Tsipras e tuona: “Farà la fine di Hollande. Come dargli torto?

“Tsipras non è socialismo, e la sinistra che festeggia la sua vittoria non ha una visione realmente alternativa alla società capitalista”. Mentre i progressisti di tutta Europa fanno a gara a salire sul carro del nuovo premier greco, il segretario del Partito Comunista, Marco Rizzo, intervistato da IntelligoNews, cerca di spegnere tutti gli entusiasmi: “Vedrete farà la fine di Hollande”.

Allora Rizzo che effetto le fa vedere Tsipras alleato con la destra indipendentista ellenica?

A sinistra sono stato il primo e forse l’unico a spiegare che Tsipras è qualcosa di diverso da quello che si è voluto far apparire. Per intenderci, l’alleanza con la destra di Tsipras sarebbe come se in Italia Vendola formasse un governo con la Santanchè”.

Allora perché c’è tutto questo entusiasmo in Grecia e nel popolo della sinistra europea?

Alexis Tsipras ha cavalcato molto bene la rabbia del popolo greco messo in ginocchio dagli organismi internazionali, e ha convogliato questo sentimento di dissenso su se stesso, apparendo come l’unica figura in grado di salvare il Paese. L’operazione è riuscita anche grazie al grande appoggio dei media nazionali e internazionali. Appoggio di cui non hanno goduto i sindacati greci sebbene abbiamo portato in piazza folle oceaniche per manifestare contro le politiche imposte dal memorandum della Troika”.

Quindi gode dell’appoggio dei cosiddetti poteri forti internazionali?

“Diciamo che il capitalismo ha anche la capacità di scegliere in che modo organizzare il dissenso. In Grecia ha scelto Syriza, in Italia il Movimento 5 Stelle e domani in Spagna sceglierà Podemos. Si tratta di movimenti che non hanno una visione alternativa della società, un progetto che si contrappone realmente e radicalmente ai paradigmi delle società capitalistiche. Tsipras non è socialismo ma il tentativo di usciere dalla crisi rabbonendo il popolo greco. Vede, ci sono due modi per affrontare la crisi nella visione capitalista: alla tedesca, spremendo la mucca fino quando muore; oppure usando questi movimenti per tenere in vita la mucca e continuarla a spremere”.

Non vede anche una notevole incoerenza nei personaggi politici italiani come Fassina, Cuperlo e Civati, che criticano il ‘Patto del Nazareno’ e allo stesso tempo non dicono una parola sull’insolita alleanza tra Syriza e la destra?

Quando non si hanno idee questo è il risultato. Io non voglio criticare le singole persone, ma stiamo parlando di correnti senza una visione politica degna di questo nome. Occhetto riferendosi all’attuale classe dirigente ha parlato di professionisti della politica che emettono fattura a fine anno. Ribadisco, io non riesco a intravedere  alcuna proposta alternativa della società. Questa e la differenza tra noi e loro. Il socialismo non è fallito, con Lenin e Stalin ha funzionato benissimo per oltre trent’anni. Caso mai è fallita la revisione del socialismo iniziata con Krusciov e proseguita fino a Gorbaciov”.

Quindi anche il governo Tsipras è figlio della Troika?

Assolutamente si, lo stesso entusiasmo e le stesse cose che si dicono ora di Tsipras le abbiamo viste e sentite nel 2012 per l’elezione di Hollande in Francia, poi si è visto come è andata a finire”.

Ma se fallisse anche l’esperienza di Tsipras secondo alcuni commentatori non rimarrebbe che l’opzione Alba Dorata. Lei non teme questa prospettiva?

“No, c’è sempre il KKE, il Partito comunicata greco che anche questa volta è entrato in parlamento e ha ancora una grande capacità di mobilitazione delle folle”.

marco_rizzo

gennaio 6, 2015

Ci piglia in giro o fa sul serio?

“Qualcosa a sinistra nasce. Che poi sia alleato del Pd o sia indipendente dipenderà soprattutto da quello che vuole fare Renzi”. Pippo Civati annuncia con un’intervista ad Affaritaliani.it, la nascita nel 2015 di una nuova formazione a sinistra. “Si forma perché c’è uno spazio molto grande”. E Landini? “Continuerà a fare il sindacalista, però sicuramente vedrebbe con favore una iniziativa del genere. E sarebbe uno dei protagonisti di quell’area”. Domanda: se Renzi continua nel solco del Jobs Act e guarda sempre più al centro, Civati e altri potrebbero quindi confluire nella nascente formazione di sinistra. Giusto? “Sì, è probabile che accada una cosa del genere. E’ chiaro che sia così”. E infine: “Potrebbero succederne di tutti i colori. Potrebbe trasformarsi il Pd, potrebbe non esserci più…  Sarà un gennaio molto interessante”.

La domnda è una sola: ma esci dal PD o no? Perche se rimani nel PD vuol dire che ci pigli in giro. E poi i socialisti che ruolo avrebbero in una eventuale nuova  formazione di sinistra??

febbraio 23, 2014

Pippo Voltaire.

civati-pippo-voltaire

Governo, Civati: “Voterei no ma non voglio lasciare il Pd“. La vignetta per il manifesto.
Scrive Cecilia: –Non è stato possibile ma se fosse stato possibile io oggi all’incontro dei civatiani avrei detto questo: “RITA E LE ALTRE.”
“Rita è un’operaia. Non è particolarmente colta né politicizzata. Rita guida le sue compagne di lavoro in uno storico sciopero che porterà al riconoscimento della parità salariale per le donne. Rita deve convincere i delegati, tutti maschi, al congresso sindacale ad appoggiare le loro rivendicazioni. Gli operai maschi sono arrabbiati e stanno chiedendo alle donne di rientrare a lavoro perché la loro protesta ha portato la Ford a chiudere gli stabilimenti ricattando il governo con la minaccia della delocalizzazione e della perdita di centinaia di posti di lavoro, in fondo la parità salariale non sembra un diritto così imprescindibile di fronte ad tale una catastrofe. Rita prende la parola al congresso dicendo semplicemente che appoggiare la loro causa, combattere per questo diritto è giusto. Non è tattico, opportuno, strategico è solo GIUSTO. Da quando in Italia abbiamo smesso di fare le cose giuste a favore di quelle opportune? Da troppo. Ricominciamo da questa opportunità: non votiamo la fiducia a questo governo perché è GIUSTO per le motivazioni che tutti conosciamo bene ed anche perché a furia di scegliere il male minore ci stiamo scordando che ogni volta comunque scegliamo un male. Per il dopo, qualsiasi dopo ci aspetti (che ci buttino fuori, che usciamo noi ecc.), basterà tenersi stretti e non avere paura.”

dicembre 4, 2013

Quelli che alla fine votano Renzi.

novembre 21, 2013

Congresso e altre storie.

pd-unito-foto-il-manifestoLa vignetta di oggi per il manifesto.

Scrive Paola su Facebook: “Che tristezza, mi deprimono anche, per la verità, quelli che gongolano di fronte allo sfacelo: è la democrazia che ci rimette se la sinistra va a puttane, oltre agli elettori delusi. Una marea di gente che non saprà sentirsi rappresentata, e che se andrà a votare cercherà il meno peggio. Un sacco di giovani che non sanno da che parte girarsi. Direi che in ogni caso c’è poco da tirar fuori le bandiere e i tric e trac“.

ottobre 23, 2013

Il PD vuole andare nel PSE….magari!

Facciamo un riassunto: Renzi: il mio Pd starebbe nel PSE. OK.
Cuperlo: il Pd sia nei partiti membri del PSE. Ok. Civati: Si, il Pd collocato nel PSE, ma andrei più in là. Pittella: Il Pd deve entrare nel PSE. Al congresso, chiederò di mettere al voto un documento su tale obiettivo. Ok.

Maggioranza bulgara. Quattro candidati, tutti d’accordo. Risultato: quello che vedete sotto.

ottobre 23, 2013

I documenti congressuali di Cuperlo, Renzi, Pittella e Civati.

 

I quattro candidati alle primarie del Partito Democratico, Gianni Cuperlo, Matteo Renzi, Gianni Pittella e Pippo Civati, in ordine di presentazione, hanno consegnato ieri alla commissione congressuale i loro documenti programmatici, quelli che una volta si chiamavano mozioni. I documenti sono relativamente brevi, intorno alle venti cartelle, con l’eccezione della mozione di Pippo Civati, che è molto più corposa delle altre, quasi il triplo. Civati si distingue anche per l’incipit: mentre gli altri candidati alla segreteria iniziano nella tipica contestualizzazione della situazione politica ed economica in cui si svolgono le primarie, il parlamentare monzese si rivolge direttamente agli elettori, come se il documento fosse concepito come forma di lettera alla base delle primarie del PD. Stupisce, se questo fosse stato il senso, la composizione di un documento così lungo. Al di là della forma, i documenti congressuali hanno sicuramente più punti in comune che di divisione. E’ forte l’enfasi verso il rinnovamento e la discontinuità, così come una presa di distanza verso le grandi intese con il Popolo della Libertà. Su questo punto le differenze in realtà sono più articolate, visto che il no secco di Civati non è certo simile alla riflessione più ponderata di Gianni Cuperlo. Il parlamentare brianzolo chiede subito nuove elezioni, richiesta condivisa anche dagli altri candidati, anche se in un’orizzonte temporale più lungo. Renzi si profila come il custode del bipolarismo, anche se i quattro candidati presenteranno una proposta condivisa di riforma elettorale, su richiesta esplicita del segretario uscente, Guglielmo Epifani.

L’idea di partito che trapela dai quattro documenti è piuttosto diversa. Renzi ripropone la “vocazione maggioritaria” di Walter Veltroni, tanto che il candidato premier potrà essere anche il nuovo segretario. Cuperlo vuole restituire un PD come perno di un nuovo centrosinistra, e ritiene incompatibile la carica di segretario con la candidatura alla presidenza del Consiglio. Per  Civati il partito si deve allargare includendo forze alla sua sinistra come Sel, ed è ribadito con forza il no al doppio incarico. Per Pittella è centrale l’adesione al Partito socialista europeo, così come un forte recupero del PD al Sud, il territorio dove i democratici sono andati peggio alle ultime politiche. Per quanto riguarda le proposte programmatiche più incisive Renzi chiede un ripensamento del tetto europeo del deficit al 3%, mentre per Cuperlo il contenimento dell’indebitamento deve servire a recuperare risorse per le aree della società che stanno soffrendo maggiormente. Civati è il candidato più critico con gli errori nella gestione del partito in questi mesi, e vuole rilanciare il profilo del PD  con il sostegno al reddito di cittadinanza e maggior incisività sulle politiche ambientali, con una maggiore centralità sui temi legati ai diritti civili rispetto agli altri candidati.

Ecco i link ai quattro documenti congressuali, cliccare sul sito per leggerli.

Gianni Cuperlo: Per la rivoluzione della dignità

Matteo Renzi: Cambiare Verso

Gianni Pittella: Il futuro che vale

Giuseppe Civati: Dalla delusione alla speranza

luglio 25, 2013

Ai giardinetti.

Cortile di Montecitorio, il Partito Democratico in uno scatto. Non serve altro.

 

– foto di Enrico Mentana, da facebook –
luglio 7, 2013

PD , Civati prova la svolta “Dialogo con il M5S e riscatto di Rodotà”

È il primo degli sfidanti a venire ufficialmente allo scoperto e sembra fare sul serio: “Credo veramente in una vittoria, penso che la maggior parte del Partito democratico sia sulle mie posizioni o quanto meno si ponga le stesse domande che mi pongo io”.

034857997-6d2c5901-1f48-4bf1-b21b-71c42c4857ec.jpgQueste le parole di Pippo Civati che da sempre rappresenta l’ala di sinistra del Partito Democratico . “Dobbiamo ripartire dal dialogo con il Movimento 5 stelle e dal recupero dei voti persi proprio in favore delle liste di Grillo, dall’alleanza con Sel; e poi ambiente, lavoro, reddito minimo di cittadinanza, matrimoni gay, riduzione delle tasse sul lavoro e Imu per le classi più benestanti” . Insomma un programma di “vera” sinistra . Infine Civati aggiunge “Bisogna riscattare Stefano Rodotà dopo ciò che è successo alle elezioni per il Quirinale”.

sarà difficile dialogare con Grillo. Auguri!

luglio 6, 2013

Civati vuole uscire dal Governo.

 

Il deputato ha organizzato un Politicamp. “Non si può rimanere all’esecutivo con berlusconi, immaginando che a ottobre sia interdetto dai pubblici uffici”

 

Lo leggo dopo

 

E’ necessario ”sganciarci e ritirare il nostro contingente di pace dal governo delle larghe intese”. Lo sottolinea Pippo Civati, deputato Pd, dal suo Politicamp in corso fino a domani a Reggio Emilia. ”E credo – aggiunge in una nota – che sia necessario andare a votare l’anno prossimo. Non si può rimanere al governo con Berlusconi, immaginando che a ottobre non possa sedere più in Parlamento: io su questo tema una riflessione la farei e non possiamo arrivare impreparati. Inoltre ci sono due o tre cose da fare: chiedo di abbassare tasse sul lavoro come lo chiede il Fondo monetario internazionale, fare la legge elettorale al di là delle grandi riforme, e se entrambi gli schieramenti vogliono ridurre il numero dei parlamentari, che lo facciano, senza dovere ricorrere ai padri costituenti”.