Posts tagged ‘CER’

luglio 6, 2012

La “Molecola Trofeo” potrebbe rivoluzionare l’industria nucleare.

Alcuni ricercatori hanno creato una versione stabile di una “ ” che per decenni ha eluso gli scienziati e potrebbe portare alla produzione di energia pulita.

Scrivendo sulla rivista Science, il team, composto da scienziati delle università di Nottingham e Manchester nel Regno Unito, dimostra che si può preparare un composto terminale di uranio nitruro che è stabile a temperatura ambiente. Inoltre, dimostrano che il composto può essere immagazzinato in vasi in forma di polvere o cristalli.

Lo studio è stato supportato in parte dal progetto (“ in non-conventional ligand environments”), finanziato dall’UE, che ha ricevuto una sovvenzione Starting Grant di 999.996 euro dal Consiglio europeo della ricerca ().

I ricercatori riferiscono che la scoperta potrebbe avere implicazioni future per l’industria dell’energia , in quanto i materiali di nitruro di uranio possono potenzialmente essere una valida alternativa agli attuali combustibili di ossidi misti utilizzati nei reattori nucleari, dal momento che i nitruri presentano alte densità, e punti di fusione e conducibilità termica superiori. Inoltre, il processo che gli scienziati hanno utilizzato per creare il composto potrebbe offrire un percorso più pulito a temperatura inferiore rispetto ai metodi attualmente utilizzati.

febbraio 12, 2012

Contraccezione e tumori, causalità e casualità.

La legatura delle tube di FalloppioLa legatura delle

(Aduc ) Ogni metodo contraccettivo puo’ avere le sue conseguenze sulla della donna, proteggendo da alcuni , ma aumentando il rischio di ammalarsi di altri. Sotto la lente di ingrandimento tre sistemi: la pillola, la spirale e la legatura delle (sterilizzazione tubarica). L’equipe del Dr. Xiao-Ou Shu del Vanderbilt University Medical Center di Nashville, Tennessee, ha studiato 66.661 donne cinesi tra i 40 e i 70 anni per capire la connessione fra i tre metodi contraccettivi e una serie di .

febbraio 5, 2012

Dall’UCLA studio sulla correlazione tra colesterolo e osteoporosi.

HDL, LDL, diagramma (in inglese)

, LDL, diagramma (in inglese)

Il implicato in patologie come l’ e la perdita di densità delle


Il , ahimè, non fa male solo al cuore e alle arterie ma anche alle . Questo era già stato suggerito da alcuni precedenti , tuttavia il collegamento non era mai stato chiarito.

L’, per esempio, colpisce un importante fetta della popolazione e il numero di pazienti pare essere in continuo aumento. E, a contribuire alla diffusione di questa malattia, che assume anche carattere invalidante, c’è anche il . Con un collegamento diretto. Lo suggerisce un recente studio ad opera di ricercatori americani del David Geffen School of Medicine presso l’Università della California a Los Angeles (UCLA).

gennaio 14, 2011

Un derivato dei coralli del Mar Rosso aiuta a combattere i tumori della pelle.

Forse è nel meccanismo fotosintetico dei coralli una possibile sostanza benefica Forse è nel meccanismo fotosintetico dei coralli una possibile sostanza benefica

Un gruppo di scienziati della South Dakota State University stanno studiando i meccanismi per cui una sostanza derivata dal corallo del Mar Rosso potrebbe contribuire a curare il cancro della pelle. Lo studio ha continuato un precedente lavoro del professor Chandradhar Dwivedi il quale indicava che un composto di una sostanza chiamata sarcophine-diol, può essere isolato dal corallo soffice del Mar Rosso. Il nuovo studio indica che è possibile utilizzare questa sostanza nella prevenzione del cancro della pelle.

novembre 6, 2010

Nuova tecnica per riconoscere gli ‘infarti silenti’

(AGI Salute) Washington, 22 apr. – Messa a punto una nuova tecnica di imaging che ha permesso di stimare la percentuale degli infarti del miocardio non riconosciuti. Sono infarti ‘silenti’ o Umi (dall’inglese ‘Unrecognized myocardial infarction’) che arrivano senza dare evidenti sintomi e per questo rappresentano un evento patologico molto insidioso. A realizzare la nuova tecnica e a fare una stima degli infarti ‘silenti e’ stato un gruppo di ricercatori della Duke University Medical Center in uno studio pubblicato sulla rivista Plos Medicine.  Si e’ calcolato che negli Stati Uniti ci sono circa 200 mila soggetti che hanno avuto un infarto senza essersene accorti. In generale, il 35 per cento dei soggetti che soffrono di arteropatia coronarica hanno i ‘segni’ di un precedente infarto non diagnosticato. S Un infarto recente puo’ lasciare alcuni segni nel elettrocardiogramma (Ecg), ma se e’ trascorso un lasso di tempo piu’ ampio l’evento lascia un segno inequivocabile nella cosiddetta ‘onda Q’ del tracciato Ecg che segnala la presenza di un danno al tessuto cardiaco. “Il problema e’ che non tutti gli Umi – ha spiegato Han Kim, coordinatore dello studio – sono rintracciabili nell’onda Q: tale sottogruppo e’ percio’ denominato infarti del miocardio ‘non onda-Q’.

settembre 18, 2010

Dieta povera di carboidrati e rischi cardiovascolari

Rinunciare a pasta e pane per poter vantare una linea invidiabile può mettere a rischio la salute delle arterie e, alla fine, anche del cuore. Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center (Usa), infatti, questi regimi alimentari sono efficaci nell’aiutare a perdere rapidamente peso, ma a lungo andare possono avere un effetto negativo per la salute vascolare. Aumentando il pericolo di aterosclerosi, prima causa di ictus e infarto. Non solo. La dieta povera di calorie altera la capacità di formare nuovi vasi sanguigni nei tessuti colpiti da un limitato afflusso di sangue, fenomeno che può verificarsi nel caso di un infarto. Complicando in questo modo il recupero.

Lo studio, condotto sui topolini e pubblicato dal team di Anthony Rosenzweig su ‘Pnas’, ha anche scoperto che – nonostante chiare evidenze di una patologia vascolare – i classici marker che rivelano il pericolo cardiovascolare (come il colesterolo) non risultavano alterati negli animali messi a dieta. Come dire: il pericolo c’è, ma non è semplice scoprirlo. “Il nostro studio suggerisce che, almeno negli animali – spiega lo studioso – questo tipo di dieta potrebbe avere effetti avversi dal punto di vista cardiovascolare, che non si riflettono in semplici esami dei valori del sangue”.

settembre 15, 2010

Tumori della pelle: mutazioni di un solo gene la causa del cancro.

Si erano già menzionate alcune ‘zone calde’ del genoma, come riportato qui.
Adesso ci sarebbero le varianti di un solo gene dietro la comparsa dei tumori della pelle e del glioma. A confermarlo sono 5 studi, pubblicati dalla rivista Nature Genetics online e condotti da consorzi internazionali di ricerca a cui ha partecipato anche un Irccs italiano, l’Istituto nazionale tumori di Milano. Studi che identificano varianti genetiche associate allo sviluppo di tumori cutanei e del glioma, attraverso l’analisi di quelle sequenze del Dna che variano da individuo ad individuo e che gli scienziati ritengono responsabili della suscettibilità individuale a manifestare determinate malattie.

L’analisi, condotta in parallelo in una popolazione di controllo sana, coinvolge alcune migliaia di persone, reclutate grazie alla creazione dei consorzi internazionali di ricerca. Tutti e 5 i lavori, spiega in una nota Marco Pierotti, direttore scientifico dell’Int, “identificano varianti del gene CDKN2A-CDKN2B o adiacenti a questo nella regione cromosomica 9p21, una regione evidentemente cruciale per lo sviluppo di queste neoplasie, che sarà oggetto di intense ricerche in futuro indirizzate sia al possibile uso dei marcatori identificati come marcatori di rischio, sia allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche”.

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agosto 8, 2010

Zone calde nel DNA: due geni responsabili di diversi tumori.

a destra: la zona 'calda' del CDKN2A a destra: la zona ‘calda’ del CDKN2A

Scovati nel Dna dei ‘punti caldi’ del cancro, una sorta di ‘zona sismica’ genetica che quando si ‘muove’ puo’ provocare vari tipi di tumore.
Infatti cinque studi, pubblicati sulla rivista Nature Genetics da altrettanti gruppi di ricerca tra loro indipendenti, hanno identificato intorno a due geni, CDKN2A e CDKN2B, una ‘zona sismica’ del cancro: varie mutazioni a ridosso di questi due geni sono risultate legate a molti tipi di tumore diversi, dal cancro al cervello a quello della pelle.

agosto 5, 2010

Helicobacter pylori: provoca ulcere ma ha anche una proteina in grado di ‘riparare’.

È un batterio bifronte, quello che scatena l’ulcera, ma grazie a una ricerca italiana la sua presenza nello stomaco non è più soltanto una cattiva notizia. L’Helicobacter pylori produce infatti una proteina capace di riparare le lesioni, sia quelle sulle pareti dello stomaco sia quelle di cornea e pelle. La scoperta dell’Università di Napoli Federico II, è pubblicata sulla rivista internazionale Journal of Immunology. «Questo effetto benefico – spiega perchè l’Helicobacter pylori convive con l’organismo umano da almeno 50.000 anni: era verosimile che facesse anche qualcosa di utile», ha detto il coordinatore dello studio, Gianni Marone. Si spiega anche perchè questo batterio continua ad essere così fedele all’uomo da colonizzare lo stomaco di metà della popolazione mondiale, trasmettendosi da persona a persona.

La proteina capace di curare l’ulcera prodotta dal batterio si chiama Hp2-20. «Sembra essere efficace non soltanto nel curare le ulcere dello stomaco, ma anche quelle di cornea e pelle – ha spiegato Marone. Grazie a queste sue proprietà – aggiunge – la proteina potrebbe diventare in futuro un farmaco biologico», e c’è già un brevetto da parte del Centro Interdisciplinare per le Scienze immunologiche di base e cliniche dell’università Federico II.

luglio 28, 2010

Zone calde nel DNA: due geni responsabili di diversi tumori.

Scovati nel Dna dei ‘punti caldi’ del cancro, una sorta di ‘zona sismica’ genetica che quando si ‘muove’ puo’ provocare vari tipi di tumore

a destra: la zona 'calda' del CDKN2A  

Infatti cinque studi, pubblicati sulla rivista Nature Genetics da altrettanti gruppi di ricerca tra loro indipendenti, hanno identificato intorno a due geni, CDKN2A e CDKN2B, una ‘zona sismica’ del cancro: varie mutazioni a ridosso di questi due geni sono risultate legate a molti tipi di tumore diversi, dal cancro al cervello a quello della pelle