Cesa: “Sto nell’Udc, tratto con il Pd e forse voto Pdl”
Al confronto Mastella è un dilettante.
La coerenza dell’UDC.
Buone notizie dalla Sardegna.
Il centrosinistra ha conquistato le tre province sarde, Cagliari, Nuoro e Ogliastra, dove si e’ andati al ballottaggio. Lo ha fatto ribaltando il responso del primo turno fissando il risultato finale del confronto nelle otto province dell’isola in 6 a 2. Ma il dato piu’ clamoroso e’ il crollo dell’affluenza alle urne: ha votato solo il 30,39% degli aventi diritto. E sara’ l’accentuazione dell’astensione che dovra’ essere esaminata dai partiti.
PSI: dove va Nencini?
Nencini propone “un nuovo centrosinistra deve dialogare con l’Udc e tentare di aprire un confronto con la maggioranza di governo sulle regole da scrivere assieme. Solo così – conclude Nencini – si potrà mettere fine a questo quindicennio di lacerazioni e di immobilismo”. Fortunatamente Bersani ha detto che “E’ evidente che in questa maggioranza non ci sono le condizioni per affrontare le riforme” Da queste due dichiarazioni emerge che Nencini vuole spostare a destra l’asse del partito socialista e che è pronto a dialogare con un uomo che afferma ogni giorno che la Costituzione è vecchia e filosovietica, che ha fatto innumerevoli leggi ad personam, che vuole una repubblica presidenziale, che appoggia le mire secessionistiche di un partito fascista e razzista come la Lega. Dopo le esternazioni di Berlusconi che dichiara di essere pronto a scrivere insieme una nuova pagina condivisa della storia della democrazia, ma in effetti vuole solo il Presidenzialismo, il federalismo alla Bossi e il nuovo Lodo Alfano si può condividere qualcosa solo rinunciando a tutte queste pretese ed affrontando il nodo di una nuova legge elettorale, di una serie di misure economiche a favore dei ceti più deboli e rinunciando alla pretesa di non essere processato. Stando così le cose ci si domanda da che parte stia Nencini, che pur di apparire è pronto a svendere l’identità dei socialisti.Non continuiamo a farci del male, please.
la lite fra Berlusconi e Fini significa la morte del bipolarismo?
La lite fra Berlusconi e Fini potrebbe sancire oltre cha la fine dell’alleanza fra i due leader, anche la fine del bipolarismo all’italiana. Berlusconi infatti dopo le esternazioni di Bossi sarà chiamato a scegliere. Di conseguenza la lotta politica si radicalizzerà portando il PDL sempre più a destra e sempre più appiattita sulle posizioni della lega. Anche Fini dovrà fare le sue scelte e certamente non potrà vivere isolato. Dopo l’amarezza per il fallimento del progetto del PDL, Fini dovrà spostarsi al centro dove lo aspettano a braccia aperte Rutelli e Casini.
Il recupero dell’’astensione potrebbe, inoltre, essere un obbiettivo del nuovo polo di centro.
Ciò significa che se da una parte sarà difficile fare le riforme che Berlusconi e Bossi vogliono il centro dovrà darsi nuovi obbiettivi, perché se una nuova forza deve nascere questa deve darsi programmi ed obbiettivi diversi dalla destra e dalla sinistra.
La sinistra a sua volta dovrà rielaborare programmi e strategie perché la nascita di un polo moderato al centro e la radicalizzazione del quadro politico comporterà un nuovo ruolo della sinistra. Chi riuscirà a darsi questo ruolo?
Plateale rottura fra Fini e Berlusconi.
Durante la direzione nazionale del Pdl Silvio Berlusconi ha risposto per le rime a Gianfranco Fini, dopo il suo lungo intervento, contestandogli di aver fatto continui controcanto alle sue esternazioni da presidente della Camera. Alla richiesta di chiarimenti politici arrivata dall’alleato di partito, il premier ha risposto attaccando: lo ha rimproverato per non aver partecipato, in virtù del suo ruolo istituzionale, né alla campagna elettorale né alla manifestazione a San Giovanni. «Ma quello è un comizio, non si fanno i comizi», ha risposto Fini dalla platea, alzandosi in piedi, visibilmente infastidito. A quel punto è arrivata la chiusura del premier: «Se vuoi fare dichiarazioni politiche, ti accogliamo a braccia aperte, ma lo fai da politico, non da presidente della Camera».
Non ha fatto sconti il presidente della Camera neanche ai giornali vicini al presidente del Consiglio: «Siamo stati demonizzati – dice – ma noi non vogliamo indebolire il Pdl». Poi sul federalismo fiscale ha detto che «va fatto tenendo i fermi i paletti della coesione sociale e dell’unità nazionale. Serve subito – aggiunge Fini – una commissione sul federalismo fiscale del Pdl con i governatori del sud e del nord per valutare i costi e i rischi».
Sulla giustizia, poi, Fini è andato giù durissimo. Legalità, dice «vuol dire certamente andare fieri di quello che le forze dell’ordine fanno e del preciso e puntiglioso elenco di successi conseguiti. Ma significa anche qualcosa di più: è certamente indispensabile riformare la giustizia. Ma nel farlo, e combattere la politicizzazione di una parte della magistratura, non può dare anche la più lontana impressione che la riforma della giustizia sia tesa a garantire sacche di impunità». Sul processo breve ha precisato «era un’amnistia mascherata ».
Comunali 2010: disastro per il centrosinistra.
Nei 64 comuni con più di 15mila abitanti si partiva da 37 a 25 per il centrosinistra (con due comuni “terzi”). Ora finisce con il centrodestra avanti 30 a 27, più due comuni alla Lega e cinque a sindaci di centro. Non è un terremoto, ma i numeri parlano chiaro. Più che simbolica la sfida di Vigevano. Nella cittadina lombarda il ballottaggio era tra Andrea Sala, leghista, e Antonio Prati, del Pdl. E’ finita malissimo per il berluscones, fermo al 27,2%. Al pupillo di Bossi un bulgaro 70% dei voti.
Regionali2010 campania, rinviata la proclamazione degli eletti.
Elezioni regionali 2010 Campania: consiglieri eletti a Napoli
CENTRODESTRA
CONSIGLIERI ELETTI A NAPOLI
CARFAGNA MARIA ROSARIA (MARA) (PDL)
ERMANNO RUSSO (PDL)
DOMENICO DE SIANO (PDL)
FULVIO MARTUSCIELLO (PDL)
PASQUALE SOMMESE (UDC)
BIANCA MARIA (BIANCA) D’ANGELO (PDL)
MICHELE SCHIANO DI VISCONTI (PDL)
BIAGIO IACOLARE (UDC)
ANNALISA VESSELLA PISACANE (UDC)
MAFALDA AMENTE (PDL)
PAOLA RAIA (PDL)
PIETRO DIODATO (PDL)
CARLO LONGOBARDI (PDL)
PASQUALE GIACOBBE (PDL)
VINCENZO FRANCESCO NAPPI (PDL)
MASSIMO IANNICIELLO (PDL)
LUCIANA SCALZI (PDL)
GENNARO SALVATORE (MPA)
GENNARO DE MARE (MPA)
FRANCESCO BARBATO (NOI SUD)
MICHELE SERRAPICA (UDEUR)
CARLO AVETA (LA DESTRA)
CENTROSINISTRA
CONSIGLIERI GLI ELETTI A NAPOLI
VINCENZO DE LUCA (PD)
TOPO RAFFAELE (PD)
ANTONIO MARCIANO (PD)
MARIO CASILLO (PD)
MICHELE CAIAZZO (PD)
LOREDANA RAIA (PD)
CORRADO GABRIELE (PD)
ANGELA CORTESE (PD)
NICOLA MARRAZZO (IDV)
ANITA SALA (IDV)
ELEZIONI REGIONALI 2010: CONSIGLIERI REGIONALI ELETTI A SALERNO
CENTRO SINISTRA. Il piu’ votato, , è il consigliere uscente DONATO PICA: con oltre 15mila preferenze il politico espressione del Vallo di Diano, conferma la sua presenza all’interno del consiglio regionale. Alle sue spalle ANNA PETRONE. Terzo eletto in casa Partito Democratico il vice presidente della giunta regionale ANTONIO VALIANTE. Primo dei non eletti, nella lista del Partito Democratico, il consigliere uscente UGO CARPINELLI. Premiata anche la scelta strategica del consigliere uscente GIANFRANCO VALIANTE che ha optato per la lista CAMPANIA LIBERA rispetto al Partito Democratico. Nella lista dell’Italia dei Valori eletto un unico consigliere DARIO BARBIROTTI. Infine il consigliere espressione della lista SINISTRA ECOLOGICA e LIBERTA’: GENNARO MUCCIOLO, già Socialista.
CENTRO DESTRA – Le liste del Centro destra, quelle che hanno sostenuto la candidatura vincente di Stefano Caldoro alla carica di presidente della Regione Campania, ottengono appena 5 consiglieri assegnati al territorio del salernitano. In casa PDL fa il pieno di voti, conquistando il titolo di mister preferenza, ALBERICO GAMBINO, l’ex sindaco del comune di Pagani. Entrano in consiglio regionale anche EVA LONGO, unica donna eletta all’interno del Pdl, attuale presidente del consiglio provinciale, e GIOVANNI BALDI, fino a qualche settimana fa, assessore provinciale alla sanità. Prima dei non eletti MONICA PAOLINO. Si aprono le porte del consiglio regionale anche per il sindaco di Vallo della Lucania LUIGI COBELLIS, primo nella lista dell’Unione di Centro. Infine GIOVANNI FORTUNATO, sindaco di Santa Marina e consigliere provinciale, eletto nella lista del Presidente, quella formata da MPA e NUOVO PSI. (agenda politica.it)
regionali 2010: Caldoro ancora avanti.
NAPOLI – Stefano Caldoro è ancora in netto vantaggio su Vincenzo De Luca nella sfida per la Presidenza della Regione Campania: ecco i risultati dei sondaggi di altrettanti istituti (Digis e Crespi Ricerche, Ipr), gli ultimi consentiti dalla legge, sulle elezioni regionali.
DIGIS – Per Digis, che ha effettuato ieri la rilevazione, Caldoro raggiungerebbe il 51% mentre il candidato del centrosinistra Vincenzo De Luca si fermerebbe al 44%. Il candidato del centrodestra, dunque, è in netto vantaggio sull’avversario. Sempre secondo la Digis, in merito alle intenzioni di voto relative ai partiti, la coalizione di centrodestra si attesta al 53,5%, con il Pdl al 37% e l’Udc al 7%. Il centrosinistra invece è al 42%, con il Pd al 24,5%, Idv all’8% e Sinistra Ecologia e Libertà al 3%. Tra i due candidati quindi c’è un distacco di 7 punti percentuali, tra le coalizioni di 11,5 punti.
CRESPI – Per Crespi ricerche, che ha effettuato il sondaggio il 10 e l’11 marzo, le intenzioni di voto sul candidato del centrodestra Stefano Caldoro raggiungono il 52%, quelle di De Luca si fermano al 43%, con nove punti di distacco. Tra le due coalizioni i punti di distacco sono 15: il centrodestra è al 54,5,%, il centrosinistra al 39,5%.
IPR MARKETING – infine, secondo indiscrezioni del «Velino», nel sondaggio realizzato da Ipr Marketing il distacco tra Stefano Caldoro e Vincenzo De Luca si attesta sui 4 punti. Il candidato di centrodestra oscilla tra il 48-52% dei consensi, mentre lo sfidante di centrosinistra è tra il 44-48%. L’analisi fatta dai tecnici dell’istituto di ricerche guidato da Antonio Noto, evidenzia la possibilità di un voto disgiunto all’interno del centrodestra che permette a De Luca di recuperare su Caldoro. Un dato che emerge leggendo le percentuali delle intenzioni di voto per le due principali coalizioni. Il centrodestra infatti supera abbondantemente il 50% dei consensi in una forchetta che va tra il 52-56%. Nello schieramento opposto, il centrosinistra è tra il 39-43%. Il sondaggio di Ipr Marketing fotografa anche la percentuale di quanti dichiarano che andranno a votare: fin’ora il 70%. Gli esperti fanno notare però che non è un dato particolarmente attendibile, visto che nelle ultime due settimane di campagna elettorale c’è una forte mobilitazione al voto, utile anche a convincere gli indecisi. Ecco perché il 30% che oggi si dichiara astensionista potrebbe di molto assottigliarsi. La ricerca, svolta con metodologia CATI, è stata effettuata tra mercoledì e giovedì su un campione di persone nella Regione Campania, stratificato per sesso, età e collocazione geografica.