Posts tagged ‘cementificazione selvaggia’

Maggio 19, 2013

Porte aperte nelle Oasi Wwf.

Porte aperte nelle Oasi Wwf Porte aperte nelle Oasi Wwf

 

ROMA – Porte aperte, oggi, nelle Oasi del Wwf per la giornata dedicata al sostegno della tutela delle aree protette. Riparte dalle Oasi, e dalla squadra di esperti e volontari che ogni giorno le proteggono, la campagna di raccolta fondi Wwf per salvare la natura italiana, inestimabile bene comune fatto di specie rare, meravigliosi habitat, servizi naturali indispensabili alla nostra vita, minacciati dalla cementificazione selvaggia, dal bracconaggio, dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse, dall’illegalita’. In quasi cinquant’anni di storie sul campo il Wwf e’ riuscito a salvare 37.000 ettari di natura creando oltre 100 Oasi in tutta Italia, protette e aperte al pubblico

marzo 8, 2011

Rapporto Ambiente Italia 2011 : il Bel Paese tra cementificazione selvaggia e ritardi

Ogni anno, nel nostro Paese, circa 500 km quadrati di territorio – prevalentemente agricolo- sarebbero sacrificati alla causa del cemento senza tuttavia apportare benefici a quanti sono ancora senza una casa. La fotografia riportata è agghiacciante: il Bel Paese sarebbe compresso tra abusivismo edilizio e abbrutimento estetico e sociale; problematiche di ordine idrogeologico sempre più urgenti e oltre 200.000 famiglie in emergenza abitativa. Eppure, sarebbero 4 milioni le case sorte negli ultimi 15 anni nelle principali città italiane. Peccato, che quelle sfitte, spesso in aree centrali siano almeno 1 milione. Il mercato edilizio sentitamente ringrazia…

E’ questo lo scenario emerso nell’ambito della presentazine del Rapporto Ambiente Italia 2011, realizzato a cura di Duccio Bianchi e Edoardo Zanchini con la collaborazione di Legambiente. La Regione più colpita della cementificazione del suolo è la Lombardia (con una percentuale di aree artificiali sulla superficie complessiva pari al 14% ) seguita dal Veneto (11%) , dalla Campania (10,7%), dal Lazio e dall’Emilia Romagna (9%). Mentre Roma detiene il primato delle case vuote (245.142) pur lamentando un aumento della superficie urbanizzata pari al 12% in 15 anni! E il tutto, senza un’adeguata crescita dei servizi e dei trasporti urbani nelle aree più periferiche.

Maggio 16, 2010

Federalismo all’amatriciana.

Cementificazione federalista in arrivo. Mercoledì è atteso il voto finale della Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale a proposito del decreto relativo ai beni demaniali.

Riguarda gli immensi terreni e le sorgenti di acque minerali e termali che fanno parte del patrimonio dello Stato. Prevede che questi beni passino a Comuni, Province, Città metropolitane, e che questi enti li gestiscano per “valorizzarli”.

Significa che potranno (ma in pratica dovranno) venderli, dopo avere eventualmente sottoposto i terreni a varianti urbanistiche per consentire che lì sopra vengano costruiti degli edifici. I palazzinari ringraziano.

Le conseguenze del primi vagito del federalismo fiscale sono sviscerate in un dossier dei Verdi, il cui presidente Bonelli, in un’intervista a Terra!, si dichiara stupito per “la totale disattenzione delle forze di opposizione, che in Parlamento non si sono rese conto delle conseguenze di questa norma”.

Non c’è neanche la speranza che gli enti locali, incamerati terreni eccetera dal demanio, se li tengano. In teoria, certo, possono farlo. In pratica non hanno un centesimo in cassa e tribolano per pagare le spese correnti.

Complessivamente i beni demaniali sono valutati in 51 miliardi di euro. Il dossier dei Verdi si concentra soprattutto sulle aree agricole (ma sarebbe interessante approfondire anche su acque minerali e termali) che ammontano a circa 1 milione di ettari.

Poniamo che solo il 4% di queste aree sia dichiarato edificabile, e che su di esse venga applicato l’indice di cubatura di 0,8. Un indice peraltro basso: significa che è possibile costruire 0,8 metri cubi di volume su ogni metro quadrato di terreno.

Ebbene, secondo i calcoli del Verdi in questo caso diciamo pure prudenziale sulle aree ex demaniali verrebbero costruiti edifici per 300 milioni di metri cubi.

Tanto per dare un’idea, si tratta di un volume corrispondente all’incirca a un milione – un milione! – di appartamenti medio-grandi, con una superficie di 100 metri quadrati l’uno.

Teatro di tutto questo fervore edilizio sarebbe un’Italia dove 750.000 ettari di terreno (un’estensione pari all’Umbria) sono stati inghiottiti da case, capannoni e affini fra il 1995 e il 2006. Dove ultimamente sono stati varati i piani casa regionali. E dove il 20% degli alloggi è vuoto ed inutilizzato.