Dal grasso prelevato con gli interventi di liposuzione a cellule staminali jolly, potenzialmente in grado di trasformarsi in ogni tessuto del corpo, e ‘highlander’: capaci cioe’ di sopravvivere in condizioni di stress che ucciderebbero qualunque altra cellula, tranne una cellula tumorale. La scoperta di una nuova popolazione di staminali pluripotenti e super resistenti, chiamate Muse-At (Multi-lineage stress-enduring), e’ stata annunciata da un gruppo di scienziati americani dell’universita’ della California di Los Angeles-Ucla, autori di uno studio pubblicato su ‘Plos One’. Una scoperta avvenuta per caso, spiega Gregorio Chazenbalk, ricercatore associato alla Ucla Obstetrics and Gynecology. Un campione di materiale sperimentale aveva subito dei danni in laboratorio e tutte le cellule staminali al suo interno erano morte, eccetto le Muse-At. Analizzandole, gli scienziati hanno osservato che non solo queste cellule resistevano allo stress, ma era lo stress stesso ad attivarle. Queste nuove staminali, inoltre, presentavano molti dei marker caratteristici delle staminali embrionali ed erano in grado di differenziarsi in muscolo, osso, grasso, o ancora in cellule nervose, del cuore o del fegato. L’esame delle caratteristiche genetiche di queste cellule hanno confermato le loro funzioni, nonche’ la capacita’ di rigenerare tessuto una volta ‘risvegliate’ e trapiantate.
“Questa popolazione di cellule resta ‘dormiente’ nel tessuto grasso – dice Chazenbalk – fino a che non viene esposta a condizioni particolarmente dure. Queste cellule riescono a sopravvivere in situazioni in cui, normalmente, soltanto le cellule tumorali possono resistere.
Cellule staminali pluripotenti nel grasso prelevato con interventi di liposuzione.
Staminali contro ictus: ambiziosa terapia.
Cinque vittime di ictus hanno mostrato piccoli segni di ripresa a seguito di una terapia pioneristica a base di cellule staminali. Questi i risultati preliminari di una sperimentazione in corso al Southern General Hospital di Glasgow, descritti da un articolo pubblicato dalla BBC. Il trial si basa sull’iniezione di cellule staminali – create 10 anni fa da un campione di tessuto nervoso prelevato da un feto – nelle parti danneggiate del cervello dei pazienti. La speranza e’ che le staminali stimolino il processo di “rigenerazione” dei tessuti danneggiati.
Frank Mars, 80 anni, e’ uno dei nove pazienti che partecipano alla sperimentazione e che ha visto degli evidenti miglioramenti nell’uso della mano sinistra. “Ora posso afferrare certe cose che non avevo mai preso prima, come il corrimano nei bagni sia con la mano destra che con la sinistra”, ha riferito. “E’ ancora piuttosto debole e difficile da coordinare ha precisato – ma e’ molto meglio di quanto non fosse prima. Mi piacerebbe tornare a suonare il mio pianoforte”. Anche sua moglie Claire ha notato i miglioramenti. “Dopo l’operazione e’ in grado di fare cose che non poteva fare prima, come fare il caffe’, vestirsi e afferrare le cose”.
Usa, impiantata su bimba trachea da staminali.
WASHINGTON – Un’equipe internazionale di chirurghi ha impiantato negli Stati Uniti una trachea, ottenuta con cellule staminali, su una piccola sudcoreana di due anni. E’ il primo intervento di questo tipo a livello mondiale su un bimbo. La piccola, Hannah, e’ nata senza trachea e i medici hanno potuto ”fabbricare” un organo sostitutivo utilizzando cellule staminali prelevate dal suo midollo osseo e poi coltivate in una provetta di plastica.
Le cellule hanno dato origine a una nuova trachea in meno di una settimana.
Ricreati in Italia tessuti muscolari in laboratorio.
E’ nato in laboratorio, si chiama X-MET (eX-vivo Muscle Engineered Tissue: tessuto muscolareingegnerizzato ex-vivo) e gia’ promette bene: non solo rappresenta un modello ideale per studiare la biologia muscolare limitando l’utilizzo di modelli animali, ma si dimostra essere un buon “pezzo di ricambio” per rimpiazzare ilmuscolo danneggiato a causa di traumi o dimalattia. X-MET e’ il frutto di una ricerca tutta made in Italy, condotta da Antonio Musaro’ (Istituto Pasteur e Sapienza Universita’ diRoma) in collaborazione con Zaccaria Del Prete (dipartimento di ingegneria meccanica presso i laboratori dell’Universita’ romana). Il lavoro e’ pubblicato su Scientific Reports.
Uno dei piu’ ambiziosi obiettivi della scienza medica di oggi e’ quello di sfruttare la “malleabilita’” delle cellule staminali per rigenerare tessuti persi o malfunzionanti.Nonostante i notevoli passi avanti fatti in questo campo, l’utilizzo delle cellule staminaliper ricostruire il tessuto muscolare deteriorato incontra ancora molteplici difficolta’ – principalmente a causa delle ridotte chances di sopravvivenza che queste cellule hanno una volta introdotte nell’organismo da curare. L’ingegneria dei tessuti, nata anche per aggirare queste limitazioni, si occupa di costruire tessuti ex-vivo a partire da biomateriali e cellule sia staminali sia non staminali. Grazie ai progressi fatti in questo campo sono stati avviati i primi studi clinici per riparare danni alla pelle, alla cartilagine, ai vasi sanguigni e ai tessuti epatico e renale. In campo internazionale si lavora per ingegnerizzare anche un tessuto, estremamente complesso, come quello muscolare e, oggi, importanti risultati giungono dai ricercatori di Roma.
“Con il nostro lavoro – ha spiegato Antonio Musaro’ – abbiamo generato in vitro untessuto muscolare vascolarizzato, che abbiamo chiamato X-MET, in grado di ricapitolare la complessita’ morfologica, funzionale e molecolare del muscolo in vivo”. Per costruire ilmuscolo in provetta i ricercatori hanno fatto ricorso a diversi “mattoni”.
Durante lo sviluppo, infatti, per poter generare in maniera corretta i tessuti, le cellulestaminali hanno bisogno di istruzioni ben precise che vengono fornite dall’ambiente circostante, formato dall’insieme delle cellule vicine. Per fare il muscolo, gli studiosi hanno percio’ utilizzato, insieme alle staminali, un “cocktail” di cellule proprie del muscoloscheletrico.
La fabbrica dei tessuti, le cellule staminali del midollo osseo.
Le cellule staminali del midollo osseo si rivelano una vera e propria ‘fabbrica di tessuti’: grazie ad esse sono stati ottenuti in provetta i tessuti di vescica, muscolatura liscia, vasi sanguigni e tessuto nervoso.
Il risultato, pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) si deve a un gruppo di ricerca coordinato dall’americana Northwestern University.
I tessuti sono stati generati a partire da cellule di pazienti con la spina bifida perche’, ha osservato l’urologo Arun Sharma, che ha coordinato il lavoro, ‘quei pazienti hanno in genere disfunzioni alla vescica. Tuttavia, questo approccio di rigenerazione potrebbe essere utilizzato anche per altri problemi della vescica‘.
Alcuni pazienti con la spina bifida sviluppano una malattia chiamata vescica neurogena, che causa incontinenza urinaria perche’ perdono il controllo della minzione a causa di lesioni nervose. In particolare, in questa malattia, i nervi che portano messaggi tra la vescica e il cervello non funzionano correttamente. La cura piu’ usata e’ l’intervento chirurgico, che prevede il posizionamento di una ‘benda’ derivata dall’intestino su una parte dell’organo malato per aumentarne le dimensioni. Ma la procedura e’ problematica in quanto il tessuto intestinale presenta complicanze a lungo termine, come lo sviluppo di squilibri elettrolitici, infezioni, fino al cancro alla vescica.
Diabete e cellule staminali.
04:33 am | Nuove speranze per combattere il diabete arrivano dagli scienziati australiani: nuovi risultati confermano l’utilita’ del trapianto delle staminali pancreatiche per liberare i pazienti di diabete tipo 1 (quello…
17 novembre 2012 / Leggi tutto »
Parkinson, ancora speranze dalle cellule staminali.
Ancora un passo in avanti nella lotta al morbo di Parkinson è stato raggiunto grazie alle cellule staminali. Un gruppo di scienziati americani ha infatti dimostrato come sia possibile sostituire i neuroni distrutti dalla malattia con le cellule staminali embrionali capaci di integrarsi nel cervello dopo l’impianto e sopravvivere. Lo studio, pubblicato sulla rivista di settore Nature, promette di aprire nuove strade per trovare una cura efficace alla patologia. Si tratta di una ricerca finanziata in parte da gruppo di ricerca NeuroStemCell coordinato dalla dott.ssa Elena Cattaneo dell’università di Milano.
Lavorando sul modello animale infatti, gli scienziati sono riusciti non solo a trasformare delle cellule staminali in cellule nervose, ma le hanno trapiantate in topi e scimmie malate curando parte della sintomatologia senza creare tumori.
In Europa da questo punto di vista, i ricercatori hanno le mani legate. Questo perché dal 18 ottobre 2011, la Corte di Giustizia europea ha vietato il brevetto di procedimenti ed invenzioni derivanti dall’utilizzo di cellule staminali. Un divieto che non esiste negli Stati Uniti e che permette alla ricerca di progredire in tal senso.
Polmoni: cellule staminali in grado di auto-riparare tessuti danneggiati.
Cellule staminali dei polmoni riparano i tessuti danneggiati dal virus dell’influenza H1N1 o da altre patologie croniche e acute.
Lo annuncia Cell, pubblicando uno studio che ha dimostrato che nei topi queste cellule sono in grado di ricreare gli alveoli – strutture in cui viene assorbito l’ossigeno – nelle zone danneggiate dall’infezione da parte di H1N1.
Le cellule staminali umane si sono dimostrate capaci di ricostruire gli alveoli anche in laboratorio. ”Il problema delle pandemie e’ che le persone muoiono rapidamente”, spiega Frank McKeon dell’Harvard Medical School di Boston (Stati Uniti), coordinatore della ricerca. Una terapia a base di cellule staminali o di molecole legate alle ”cellule bambine” potrebbe accelerare la guarigione dei polmoni e aiutare chi soffre di patologie gravi come la fibrosi polmonare.
Infarto e terapia con cellule staminali: approvata la sperimentazione europea.
Presto potremmo avere a disposizione una terapia con cellule staminali per limitare i danni di un attaccocardiaco.
Per la prima volta, infatti, e’ stata approvata la sperimentazione europea di un nuovo trattamento che utilizza le cellule staminali per migliorare il flusso sanguigno in un cuore che ha subito un attacco cardiaco.
Creato cerotto per cuore infartuato a base di staminali
Un gruppo di ricercatori americani ha messo a punto un metodo per riparare il cuore infartuato, utilizzando cellule staminali umane. Si tratta di un notevole passo in avanti nel trattamento dell’infarto del miocardio.
Il team della Columbia Engineering ha coltivatO in vitro cellule mesenchimali umane (cellule progenitrici con la capacita’ di differenziarsi) partendo da un composto biologico. Il ‘cerotto’ di tessuto ricavato e’ stato applicato al tessuto cardiaco danneggiato sul modello murino.