Posts tagged ‘casta’

luglio 16, 2013

La giusta conseguenza.

Primi in Europa. Ma che dico Europa, primissimi in tutto l’Occidente. L’Economist ci conferma un dato interessante: lo stipendio dei nostri onorevoli (alto), se messo in relazione con la ricchezza dei cittadini (in calo), svetta che è un piacere: superiore di ben 6 volte il pil pro capite, contro le 2 e mezzo della Germania, tanto per fare un esempio, o le 2 della Francia. In tutto il mondo occidentale nessuno meglio dei nostri eroi. E a livello mondiale? Sono da top ten, superati solamente dai legislatori nigeriani, indonesiani, brasiliani e pochi altri. Un aspetto positivo: il Bangladesh sta messo peggio.

 

 

– via internazionale
Maggio 9, 2013

Auto blu.

– Non possiede un conto in banca, né tantomeno ha una carta di credito nel suo portafoglio. Vive con poco più che 20mila pesos al mese (800 euro) e non ha bisogno di una scorta, benché José Alberto “Pepe” Mujica Cordano, classe 1934, ricopra da due anni l’alta carica di presidente della Repubblica dell’Uruguay.

Non è un alieno o un ricco ed eccentrico miliardario prestato
alla politica. E non è nemmeno un esibizionista, Mujica, che poco reclamizza la sua austera condotta. È soltanto un esempio di buona politica che viene dal Sudamerica. Ogni mese dei 250mila pesos (circa 10 mila euro) del suo stipendio da Capo di Stato, Mujica trattiene per sé soltanto quegli 800 euro che in Uruguay equivalgono allo stipendio di un impiegato bancario. Il resto, il 90% dei suoi emolumenti, è devoluto al Fondo Raúl Sendic, un’istituzione che aiuta lo sviluppo delle zone più povere dell’Uruguay attraverso la costruzione di abitazioni con acqua e luce. Anche per questo e non solo per i suoi trascorsi, Pepe, come ama farsi chiamare dai premier stranieri in visita fino al fattorino, è amato e rispettato tanto quanto il nostro ex presidente Sandro Pertini con cui condivide il fatto di essere stato arrestato e imprigionato.

Maggio 4, 2013

Alla Regione Lombardia si trattano bene.

Sedicimila 384 euro netti al mese. Con punte che sfiorano i 17mila nel caso dei componenti dell’ufficio di presidenza. È il valore medio della busta paga ricevuta da ogni consigliere regionale in Lombardia .

A rivelarlo sono stati gli esponenti del Movimento 5 Stelle, che come avevano annunciato hanno messo online i cedolini dei rispettivi stipendi. Una cifra leggermente più alta del normale stipendio mensile, dato che il periodo di riferimento inizia dal 18 marzo, ma comunque nettamente più elevato di quanto finora avevano dichiarato i rappresentanti degli altri partiti politici presenti in consiglio regionale. Come promesso, i rappresentanti di Beppe Grillo hanno versato gli stipendi su otto conti alla Banca Etica. Mentre preleveranno solo la somma di circa 3mila euro, pari a circa 5mila euro lordi, in attesa che la giunta regionale approvi la costituzione di un fondo per il sostegno del microcredito alle piccole imprese al quale devolveranno tutto il resto.

marzo 15, 2013

La contraddizione di Fassina.

fassi bersi

Stefano Fassina, responsabile economico del PD, su “L’Unità” di ieri [link] ha analizzato le cause della sconfitta del centrosinistra in collegamento con i temi europei. Un’analisi convincente, in cui Fassina spiega che il voto a Grillo non è solo “anticasta”. Sono però le conclusioni a lasciare perplessi.

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settembre 21, 2012

Manager italiani sempre più ricchi, lavoratori sempre più poveri.

Manager italiani sempre più ricchi, lavoratori sempre più poveri

Sono stati pubblicati i compensi ufficiali dei manager italiani nel 2011. Il dato è impressionante. L’indice della borsa italiana è sceso del 25 % ma i ma…Visualizza altro

Foto: Manager italiani sempre più ricchi, lavoratori sempre più poveri

di Alfiero Grandi - Sono stati pubblicati i compensi ufficiali dei manager italiani nel 2011. Il dato è impressionante. L’indice della borsa italiana è sceso del 25 % ma i manager delle stesse aziende hanno aumentato le loro retribuzioni. In particolare i 100 più pagati hanno incassato nel 2011 ben 352 milioni di euro complessivi. Con un aumento di 50 milioni sull’anno precedente, pari al 16,5 % di aumento su base annua. Una voracità non comune.

A fronte di questi compensi ci sono le retribuzioni dei lavoratori dipendenti che non recuperano neppure l’inflazione. Secondo l’Istat le retribuzioni contrattuali sono aumentate dell’1,8 % contro un’inflazione del 3,3 % e il salario lordo medio annuo nel 2011 è circa 23.000 euro. Quindi il rapporto tra la retribuzione del più pagato (Tronchetti Provera) pari a 23 milioni lordi e la retribuzione media lorda dei lavoratori è circa 1.000 volte. Qualche tempo si stimava il rapporto 1: 400, ormai questo rapporto è stato superato di slancio.

Questo segnala una volta di più che mentre ai lavoratori vengono chiesti sacrifici, salari legati alla produttività, i capi delle aziende aumentano le loro retribuzioni in modo più che proporzionale, annullando gli aumenti della tassazione e dei prezzi. Anzi aumentando il loro margine di guadagno netto. Sarebbero questi gli esmpi da proporre al paese ? Per di più si aumentano i compensi mentre le loro aziende si svalutano in borsa e sono in difficoltà. Si potrebbe dire che più difficoltà hanno le aziende più aumentano i loro compensi.

I lavoratori invece stringono la cinghia. Diminuiscono gli occupati. Poiché complessivamente il monte salari si riduce la domanda interna e quindi la recessione diventa più grave.

E’ chiaro chi porta il peso e chi si fa portare.

Sarà anche un termine desueto, ma questa si chiama lotta di classe e per di più la stanno vincendo le classi dominanti che aumentano la quota di Pil che si autoattribuiscono, mentre i lavoratori diminuiscono pesantemente la loro quota.

Così si ottengono 2 effetti, entrambi negativi. Il primo è che le distanze sociali aumentano per effetto dell’egoismo delle classi dominanti. L’Italia è oggi un paese fortemente ineguale e con mobilità sociale pari a zero. Il secondo è che la ripresa economica si allontana perché senza una ripresa della domanda interna – che solo l’aumento dei salari, degli stipendi e delle pensioni può garantire – e della fiducia nel futuro, l’economia italiana è destinata al ristagno. Per di più non è nemmeno vero che essendo i percettori di alti redditi pochi, solo “tosando” la grande massa dei contribuenti si possono trovare le risorse necessarie per aiutare la ripresa.

In realtà oggi le risorse crescenti che le classi dominanti si attribuiscono, in totale controtendenza all’andamento dell’economia e delle aziende, è talmente ingente che solo introducendo una tassazione adeguata di queste ricchezze si possono ottenere le risorse per rilanciare l’economia. L’alternativa è un abbassamento ancora più drastico del livello retributivo e di vita dei lavoratori, perché solo così si può creare il margine necessario a loro spese.

Per questo è perlomeno strana l’affermazione del Presidente Monti che si augura che le richiesta salariali per i rinnovi contrattuali siano moderate. Per rimettere in moto la domanda servono anche aumenti salariali.

La questione è seria e andrebbe affrontata con chiarezza, altrimenti non usciremo dalla recessione.

Premesso che il 2012, come alcuni hanno detto da tempo, si chiuderà con una diminuzione del Pil del 3 %, malgrado tutti i tentativi di addomesticare i conti. Ora il Governo è costretto a rivedere le previsioni, ma insiste a dare numeri troppo ottimistici. Anche per il 2013, anno in cui – senza interventi adeguati -  non vi sarà ripresa economica in Italia e quindi la disoccupazione continuerà a crescere.

L’Italia avrebbe bisogno di una politica economica espansiva mirata a sostenere i redditi da lavoro e le pensioni e gli investimenti in innovazione, prendendo le risorse da chi palesemente le ha, con tutti i mezzi legali disponibili. Mezzi di cui si discute da tempo: patrimoniale, tassare le rendite finanziarie come gli altri redditi, abolire i privilegi fiscali, accordo con la Svizzera per tassare almeno un poco i capitali con targa italiana, ecc. Un esempio ulteriore: perché non introdurre anche in Italia la normativa a cui sta pensando Hollande, con un prelievo sui redditi alti portato al 75 % ? Chi guadagna 23 milioni all’anno ha ancora margine, o no ?

La produttività è un problema del sistema paese, tanto più in presenza di una classe dominante che nella sua maggioranza ha perlomeno un atteggiamento di tutela esclusiva dei suoi interessi, in barba ad ogni interesse collettivo. Infatti i lavoratori si impegnano duro mentre i manager traggono sempre maggiori introiti da aziende in difficoltà. Per i manager evidentemente il problema del risultato del loro lavoro non esiste.

Questa è la classe economica dominante che vorrebbe condizionare anche il futuro politico del nostro paese, perfino in barba ad ogni risultato elettorale.

Anche il piano del Governo per la ripresa economica è quanto mai evanescente. Se ne sa poco e quel poco è deludente. Per immettere energie nell’economia occorrono risorse. Più volte sono state fatte proposte ma il Governo le ignora e pensa solo ai conti pubblici. Conti che sono destinati ad essere sempre in difficoltà senza ripresa economica. Il cane si morde la coda e prima o poi rischiamo di dovere chiedere l’aiuto europeo che verrebbe dato a condizioni che porterebbe a ulteriori sacrifici e a una perdita secca di autonomia nelle scelte.

E’ curioso che tocchi a Strauss Kahn, purtroppo travolto da vicende non commendevoli, avanzare proposte sulle questioni della finanza pubblica che meriterebbero attenzione. Propone infatti DSK di utilizzare almeno una parte dei margini sul debito pubblico che lucrano i paesi forti dell’Europa a vantaggio dei paesi più deboli e indebitati. Ha ragione. L’attuale meccanismo salva stati è tutto caricato sulle spalle dei paesi che hanno bisogno di aiuto, che in pratica debbono pagarsi da soli il riequilibrio, mentre altri guadagnano molto dalle loro difficoltà. Purtroppo la Bce ha scelto questultima via e il Fmi ha cambiato direttore. Peccato che DSK abbia creato da solo le condizioni per non essere ascoltato, la proposta che ha avanzato nella lontana Ucraina è tuttaltro che poca cosa.

http://cambiailmondo.org/2012/09/20/manager-italiani-sempre-piu-ricchi-lavoratori-sempre-piu-poveri/
settembre 20, 2012

Quel che si può fare con 90 caccia F-35.

F35 Science for Peace

Nel 2009 l’Italia ha confermato l’adesione al programma aeronautico Joint Strike Fighter, per la produzione di nuovi aerei militari. Il nostro paese ha già contribuito allo sviluppo del modello F-35, con una spesa di circa 2 miliardi di euro. L’attuale governo intende acquistare i caccia bombardieri F-35, riducendone il numero da 131 a 90, ma nessun contratto è stato firmato e non esistono penali, se non si proseguisse con l’acquisto. Di che cifre parliamo? Circa 12 miliardi di euro è il costo complessivo dei 90 caccia F-35, senza il loro mantenimento. Il costo di un singolo aereo è di almeno 130 milioni di euro.

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agosto 20, 2012

Calderoli ricoverato alla neuro.

luglio 7, 2012

Viva l’Italia.

marzo 23, 2012

Imparano presto.

Torino, via Carlo Alberto 41/G, una strada in pieno centro dove, tra le altre, c’è anche una prestigiosa boutique di scarpe. Sabato mattina. A un certo punto arrivano due Lancia Thema blu, blindate. Ne scendono sei uomini, armati, che si guardano intorno sospettosi, guardinghi. Chi sono? Cosa sta succedendo? Sulle prime, uno si aspetterebbe chissà che. Invece, sono solo gli agenti che fanno da scorta al ministro del Lavoro, Elsa Fornero. D’accordo, i ministri viaggiano con la scorta, lo sappiamo. Ma perché scomodarla, con le sue due auto blu, e coinvolgere persino due “gazzelle” dei carabinieri messe a presidiare i varchi di entrata e uscita della strada? Perché il ministro, quella mattina, ha voglia di fare shopping. Di comprarsi un bel paio di scarpe. Bloccando un intero isolato per un bel pezzo. E così, anche un semplice acquisto, se c’è di mezzo un membro della casta, diventa un piccolo show, con gran dispiegamento di forze e parata di auto blu.
marzo 10, 2012

Quando la realtà supera la satira … ‘Ecco perché un ministro indagato non si dimette’!!!.

Sarà vero?