Cecile Kyenge è stata per oltre un anno Ministro della Repubblica Italiana.
E da oggi è uno dei medici che si sono offerti in prima linea nel Padovano per combattere il coronavirus.
Da Ministro, per il colore della sua pelle Cecile Kyenge è stata massacrata senza tregua, soprattutto dalle parti della Lega Nord che allora aveva ancora e solo nel Nord tutta la sua forza.
Roberto Calderoli la definì un Orango.
E vi risparmio gli orribili appellativi e insulti della cosiddetta “base” della Lega Nord in quei mesi.
Però oggi Cecile Kyenge prende servizio in uno dei cuori del contagio.
Nel profondo Nord.
In quel Nord affollato di leghisti che l’hanno odiata, insultata, offesa, disprezzata, umiliata per il colore della sua pelle.
Oggi Cecile Kyenge rischia la vita per curare quel popolo che ama e ha servito.
Senza fare distinzioni tra chi l’ha odiata e chi no, chi l’ha insultata e chi no.
Il suo compito sarà quello di trovare i contagiati a casa.
Probabilmente ad aprirle la porta di casa sarà anche qualcuno che ha fatto della sua vita un inferno.
E lei gli sorriderà lo stesso.
E si prenderà cura di loro.
Perché questo è il suo paese, questa è la sua gente, questo è il suo lavoro e questa è l’umanità che vince sull’odio.
Mai sentita da un segretario nazionale una replica di così basso profilo, piena di inesattezze ( o falsità ) e senza la capacità di trasmettere un minimo di entusiasmo. 1) Ha detto che fino al 2008 non c’erano sbarramenti elettorali e il partito di Boselli non presentava liste. Non è vero: 4% nella finta quota proporzionale (25%) senza preferenze, e, uninominale secca (75%) che è peggio di qualsiasi sbarramento. Boselli non presentava le liste ma faceva accordi che, tranne il girasole, ci facevano superare lo sbarramento nella quota proporzionale (vedi rinnovamento italiano e rosa nel pugno). 2) Attacco volgare, fuorviante e falso a Biscardini, il quale è stato eletto a Milano nella lista PD, ma ha preso le preferenze, Nencini in Toscana ha fatto il Consigliere senza preferenze con la lista tipo porcellum. Il porcellum prima di Calderoli l’hanno inventato i DS in Toscana e lui l’ha appoggiato. 3) Nencini pretende che nei comuni ci sveniamo per ottenere qualcosa e poi in Parlamento lui si trova il posto sicuro. Avrebbe dovuto dimostrare che le sue operazioni erano atte a far guadagnare qualcosa al Partito e non a se stesso (prima assessore esterno in Toscana e poi Senatore). 4) I gruppi PSI a Camera e Senato non esistono, da una parte sono nel misto e dall’altra nel gruppo delle autonomie e con il PLI che non ha parlamentari. Per fare i gruppi ci vogliono 10 Senatori e 20 deputati, forse non conosce i regolamenti parlamentari. 5) Ha vinto un congresso fasullo. Se un Congresso si tiene ad inizio anno, posso capire i tesseramenti dei due anni precedenti, ma se si svolge a fine anno si deve tener conto dell’anno precedente e di quello in corso. 6) Ha premiato ed eletto nel Consiglio nazionale dirigenti di federazioni che non hanno tenuto il congresso e che alle elezioni hanno votato il PD alla Camera e si sono dimenticati del PSI al Senato. (vedi Catanzaro).
http://www.remocontro.it/radar/il-testamento-del-porcellum/ “Testamento del porcellino” di Anonimo IV secolo d.C. parzialmente rivisitato. Marco Grunnio Corocotta detto Porcellum. Da documenti di età carolingia, secolo IX-XI , apprendiamo che l’abbattimento del maiale è d’obbligo avvenga in dicembre. E con luna calante. La Consulta deve …
Una fotografia di una politica di colore con il muso di una scimmia al posto del volto, pubblicatasulla pagina di Facebook e subito tolta. Sopra l’immagine, la scritta “Indovina chi è???”. Autore della provocazione sulla pagina del suo social network, è l’ex deputato e segretario regionale della Lega Nord in Emilia Fabio Rainieri. Il diretto interessato però, contattato da ilfattoquotidiano.it,nega che si tratti di un attacco rivolto a qualcuno in particolare, e soprattutto al ministro all’Integrazione Cecile Kyenge: “Non è scritto da nessuna parte, non c’è riferimento a lei. Se lo dite vi querelo” dichiara con forza Rainieri.
Nella foto comparsa sulla sua pagina personale di Facebook, che dopo qualche ora è stata rimossa, si può vedere il ritratto di una politica vestita in abiti eleganti blu seduta tra i banchi del Governo. Al posto della sua testa però c’è quella di un animale. Un fotomontaggio che riporta alla memoria le offese lanciate la scorsa estate da Roberto Calderoli, che era arrivato addirittura a paragonare la Kyenge a un orango.
Come sapete la settimana scorsa, in occasione della giornata nazionale della Catalogna, centinaia di migliaia di persone hanno manifestato per chiedere l’indipendenza della regione iberica dal governo di Madrid. In Italia solidarietà ed attestati di stima dai vertici della Lega Nord non si sono fatti attendere. Salvini: “Siamo tutti catalani!“. Cota: “In Europa soffia un vento forte di autonomia! Le rivendicazioni della Catalunya sono come le nostre“. Calderoli: “Indipendenza in Catalogna, poi in Scozia, e poi in Padania!“. Bossi: “I 400 chilometri di catena umana della Catalogna sono solo l’inizio, la Padania verrà perché i grandi popoli sono in marcia. E riprenderemo anche il rito dell’ampolla!“. Maroni: “Stiamo con i catalani, ammiriamo questo popolo: tutta la dirigenza politica catalana avrà la Lega al loro fianco!“.
Gli onorevoli legisti, capitanati dal Senatur, non hanno perso occasione per presentarsi a Montecitorio sfoggiando i colori catalani. Purtroppo le immagini di quelle magliette sono arrivate fino in Spagna, e l’Assemblea Nazionale Catalana (gli organizzatori della gigantesca manifestazione iberica) ha immediatamente preso le distanze dai deputati padani, con questo imperdibile comunicato:
“L’ANC è rimasta sorpresa e molto preoccupata nel vedere la foto dei membri della Lega Nord indossando magliette con la estelada (la bandiera catalana indipendentista) il giorno della Diada, come segno di solidarietà con l’indipendenza della Catalogna.
Vogliamo chiarire che noi ci sentiamo al polo opposto di questo partito politico italiano di estrema destra, xenofobo e omofobo e rifiutiamo pubblicamente qualsiasi avvicinamento, per cui vi chiediamo di condividere questo “post” nelle vostre pagine di facebook per aiutarci a dare informazioni corrette e chiare.
ASSEMBLEA NAZIONALE CATALANA”
Si chiamano Alhagie e Lay, rispettivamente di 22 e 23 anni, i due giovani immigrati africani (uno senegalese e l’altro gambiano) che la notte scorsa ad Alcamo, in provincia di Trapani, hanno salvato dalle fiamme una donna Siciliana intrappolata in un incendio in casa.
I giovani raccontano: “Avevamo sentito la donna urlare e visto le fiamme. Ci siamo quindi attivati immediatamente per aiutare la signora a uscire da una finestra, in presenza dei poliziotti, servendoci di una scala portatile fornita da un vicino. Non è stato facile. Poi sono arrivati i vigili del fuoco che hanno spento le fiamme. La Polizia ci ha ringraziati”.
Ho la strana sensazione che di questo fatto non parlerà nessuno, perchè l’italiano medio ed i giornali che quotidianamente gli riempiono la testa di minchiate xenofobe sono troppo impegnati a tessere con cura lo stereotipo dell’extracomunitario “brutto”, “ladro”, “sporco”, “stupratore” ed “incivile”. Così come si faceva in passato (e si continua a fare tutt’oggi) nei confronti dei “terroni”. Eppure, francamente, io continuo a preferire di gran lunga gli Alhagie ed i Lay ai vari Calderoli, Salvini e Borghezio…
«Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano in 2 e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10. Parlano lingue incomprensibili, forse dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina; spesso davanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali».
Fonte: Relazione dell’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso degli Stati Uniti sugli immigrati italiani, ottobre 1919.
Dopo aver a lungo riflettuto, questo pomeriggio mi sono recato presso la Questura di Bergamo dove ho presentato un esposto indirizzato alla Procura della Repubblica di Bergamo nei confronti di Roberto Calderoli, per le frasi pronunciate in odio del Ministro Kyenge. La mia coscienza di cittadino, di socialista, di cattolico mi ha impedito di rimanere inerte nel momento in cui la casta dei politici ha colpevolmente assolto un rappresentante dello Stato che riveste una delle più importanti cariche pubbliche. Inoltre quello che ha detto Calderoli rappresenta l’ennsimo episodio di intolleranza e risentimento razziale con l’intento di suscitare negli adepti della lega e non solo il sentimento di odio etnico – razziale e a dar luogo al pericolo di futuri ccomportamenti discriminatori nei confronti dei tanti immigrati che vivono la nostra realtà sfruttati ed emarginati. E’ una deriva alla quale non si può rimanere inerti anche alla luce della recente visita di Papa Francesco a Lampedusa che ha lanciato un messaggio di tolleranza, solidarietà, fraternità.