Posts tagged ‘bp’

novembre 29, 2012

Disastro della Deepwater Horizon, l’Agenzia americana di protezione ambientale sospende i contratti con la Bp.

L’Environmental protection agency (Epa) Usa, il dipartimento di protezione ambientale del governo americano guidato da Barack Obama, ha annunciato ieri di aver

Temporaneamente sospeso Bp Exploration and Production, Inc., BP Plc compagnie denominate affiliate (Bp) dai nuovi contratti con il governo federale

Dopo che la British Petroleum si è dichiarata colpevole, il 15 novembre scorso, per il disastro della Deepwater Horizon, il crollo della compagnia petrolifera è stato vertiginoso: la sospensione dei contratti da parte del governo americano potrebbe infatti rappresentare quella “giustizia divina” che gli ambientalisti invocano da quel (poco) lontano 2010.

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marzo 24, 2012

Il petrolio della Bp è entrato nella catena alimentare.

deepwater horizon

Oramai le evidenze scientifiche ci sono tutte: il petrolio disperso a causa dell’esplosione della piattaforma offshore Deepwater Horizon nel Golfo del Messico due anni fa è entrato nella catena alimentare. Il vettore è lo zooplanctoncos come evidenza lo studio congiunto di East Carolina University, University of Maryland Center for Environmental Science, Oregon State University, Georgia Institute of Technology, e U.S. Geological Survey pubblicato sul GRL.

Il disastro della Deepwater che è costato la vita a 11 operai e sversato oltre 5milioni di barili di petrolio in mare è stato già considerato l’incidente più grave occorso a una piattaforma offshore dalla Oil Spill Commission.

ottobre 31, 2011

Rapporto finale sulla marea nera nel Golfo del Messico: è il più grave disastro petrolifero offshore.

marea nera del Golfo del Messico

La marea nera nel Golfo del Messico, provocata dalla BP nell’aprile del 2010, è il più grave disastro petrolifero occorso ad una piattaforma offshore. L’esplosione della Deepwater Horizon ha provocato undici morti tra gli operai della compagnia, centinaia di vittime tra gli uccelli marini, le tartarughe ed i cetacei, perdite economiche ed ambientali per 30-40 miliardi di dollari.

Senza contare i danni a medio e lungo termine sugli ecosistemi, al momento incalcolabili. Un vero e proprio ecocidio che poteva essere scongiurato con piani di emergenza adeguati e misure di prevenzione che avrebbero impedito l’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon. Esplosione che ha causato la dispersione di quasi 5 milioni di barili di petrolio nel Golfo del Messico.

Il rapporto della Oil Spill Commission punta il dito contro le compagnie petrolifere coinvolte ma anche contro l’assenza di controlli del Governo. Le istituzioni governative e le aziende petrolifere erano impreparate a far fronte ad un incidente di così grave entità in acque profonde. E lo sono ancora, ndr. La OSC chiede l’istituzione di un organo indipendente preposto alla sicurezza delle trivellazioni petrolifere offshore.

settembre 15, 2011

Marea nera, pubblicato il Rapporto federale sulle responsabilità di Bp.

deepwater horizon

A oltre un anno dalla marea nera che ha inquinato il Golfo del Messico viene reso noto oggi il Rapporto federale di indagine dal titolo Report regarding the causes of the april 20, 2010 Macondo well blowout che inchioda la Bp e Transocean alle loro responsabilità. In sostanza secondo quanto scritto a 16 mesi dalla terribile esplosione della piattaforma estrattiva Deepwater Horizon causa della morte di 11 tenici e dell’inquinamento del Golfo del Messico, l’incidente si sarebbe verificato poiché la Bp ha voluto risparmiare soldi nelle procedure di perforazione del pozzo Macondo.

Le indagini risalgono allo scorso gennaio con l’istituzione di una commissione d’inchiesta governativa voluta dal presidente Obama.

Nel Rapporto sono elencati come in un catalogo le decine di errori commessi, dei malintesi e della fallimentare comunicazione che ha portato prima allo scoppio della piattaforma e poi alla fuoriuscita, in 87 giorni, di circa 5 milioni di barili di petrolio nel Golfo del Messico, consegnando così alla storia degli Stati Uniti la cronaca di uno dei più grandi disastri ambientali.

Il Rapporto trova anche responsabilità per Halliburton, la società che ha fornito il cemento per sigillare il pozzo di Macondo, ma di fatto viene anche detto che il responsabile ultimo è Bp poiché avrebbe comunque dovuto vigilare sia sulla qualità dei prodotti che acquistava sia sulla corretta messa in posa dei lavori.

Una delle domande chiave emerse dopo il disastro era se agli ingegneri o ai manager era stato chiesto di risparmiare sui costi di perforazione abbassando così i margini di sicurezza. Ebbene l’indagine ha fatto emergere che la Bp premiava quei dipendenti che gestivano al risparmio e al contrario non erano previsti incentivi per chi invece voleva aumentare la sicurezza.

agosto 4, 2010

Marea nera: finalmente è finita.

L’operazione ”Static Kill” ha avuto successo e il pozzo sottomarino Macondo, all’origine della marea nera nel Golfo del Messico, e’ stato chiuso. Lo ha dichiarato la Bp.

luglio 25, 2010

BP perforerà nel Mediterraneo.

Mentre non si placano le polemiche sulla marea nera nel Golfo del Messico, il gruppo petrolifero britannico British Petroleum ha annunciato che inizierà “entro le prossime settimane” una nuova perforazione al largo delle coste libiche, nel Golfo della Sirte, in pieno Mediterraneo. La notizia, anticipata dal Financial Times, è stata confermata da un portavoce della compagnia, David Nicholas. Il portavoce ha ricordato che in virtù di un accordo con Tripoli siglato nel 2007, la Bp ha ottenuto l’autorizzazione ad effettuare cinque perforazioni.(ANSA)Prepariamoci ad un disastro ambientale nel mediterraneo e magari lungo le coste della Sicilia.

luglio 15, 2010

Marea nera: non si ferma la perdita.

Una fuga di petrolio da un condotto ha costretto la Bp a rinviare il cruciale test sul nuovo tappo che dovrebbe bloccare la marea nera nel golfo del Messico. Lo ha annunciato la stessa compagnia. Devono così fermarsi nuovamente, dopo il precedente rinvio di 24 ore, le operazioni avviate dalla Bp con il beneplacito del governo per il cruciale test sulla nuova struttura di contenimento installata lunedì scorso e che potrebbe fermare la perdita del pozzo Macondo nel Golfo del Messico. Il test era partito quando la Bp avevachiuso i tubi che aspirano il greggio sulle navi di appoggio in modo che l’intera forza del getto di petrolio finisse nel nuovo tappo. Robot sottomarini avevano poi cominciato a chiudere molto lentamente e a una a una le tre aperture del tappo da cui usciva il petrolio. L’obiettivo del nuovo test è riuscire a bloccare completamente il getto di petrolio, sorvegliando nel contempo i livelli della pressione che si formano dentro la ‘cupola’.

luglio 9, 2010

Arriva Alex: è allarme nel golfo del messico.

Alex, la prima tempesta della stagione atlantica 2010 si è formato nei Caraibi occidentali ed è giunto gia nel Belize, in America centrale, accompagnato da venti che soffiano oltre i 95 chilometri orari. Secondo gli esperti Alex dovrebbe attraversare lo Yucatan e poi disperdersi senza creare problemi.

Tuttavia, sebbene l’arrivo della tempesta si stia spostando verso ovest-nord-ovest, lontano dal luogo del disastro della British Petroleum, sta tenendo lo stesso il Messico e gli Stati Uniti col fiato sospeso, in quanto potrebbe diventare un uragano e  mutare direzione improvvisamente, andando perciò ad ostacolare le già difficili operazioni di contenimento della marea nera.

Il timore che Alex possa riacquistare forza una volta giunto sulle acque calde al largo delle coste del Messico, ha costretto la Bp a far evacuare i suoi dipendenti dalla zona. Un forte vento potrebbe distribuire il petrolio su un’area più estesa, trasportandolo nel litorale e nell’entroterra. Intanto, per la prima volta la notte scorsa la fuoriuscita di petrolio da Deepwater Horizon ha colpito le coste del Mississippi – in precedenza aveva solo colpito le isole al largo della costa.

Ma dopo Alex, arriveranno Bonnie, Colin, Danielle, Earl, Fiona… e secondo il National Hurricane Center la frequenza e la potenza degli uragani quest’anno potrebbe essere molto alta e si teme che uno di questi uragani possa creare non poche difficoltà nell’area del pozzo della BP, che da circa 60 giorni sta riversando in mare tonnellate di greggio.(profHechos)

luglio 5, 2010

I pesci scappano dalla marea nera.

 Come gli animali in fuga da un bosco in fiamme, anche quelli che vivevano nelle zone del Golfo del Messico colpite dalla marea nera stanno cercando di trovare rifugio vicino alle coste, in cerca di acque pulite.

La conferma delle osservazioni di scienziati e pescatori viene da due ricerche, secondo cui intorno alla zona del disastro si stanno creando delle ‘zone morte’, dove la vita e’ impossibile. E a contribuire alle difficolta’ degli animali potrebbe esserci un altro pericolo, quello dell’arsenico.

Gli avvistamenti, ricorda il Guardian, riguardano tutte le specie, dalle piu’ grandi alle piu’ piccole. In Florida sono stati visti squali e delfini molto vicini alla costa, in Alabama invece piccoli crostacei e pesci come le triglie colonizzano moli che prima non avevano mai preso in considerazione.

”Questi animali stanno gia’ girando alla larga dalla perdita – commenta Larry Crowder dell’universita’ di Duke – e questo e’ un segno che la qualita’ dell’acqua sta peggiorando”.

Secondo l’esperto pero’ questa migrazione potrebbe non essere sufficiente a salvare gli animali marini: ”Nelle acque basse molti di questi animali sono piu’ facilmente vittime dei predatori – spiega Crowder – inoltre con la marea che si avvicina alle coste potrebbero presto trovarsi intrappolati tra il petrolio e la spiaggia”.

Il principale responsabile e’ il metano, che rappresenta piu’ del 50% della perdita e che e’ stato trovato in quantita’ 100mila volte superiori al normale. Questo gas disciolto nell’acqua causa la proliferazione di batteri in grado di degradarlo, a spese pero’ dell’ossigeno.

”Abbiamo trovato colonne di metano di 200 metri a una profondita’ tra i 1.000 e i 1.300 metri – ha spiegato Samantha Joye dell’Università della Georgia -. L’acqua non e’ ancora arrivata ad avere zero ossigeno, ma ci si sta avvicinando”.

giugno 29, 2010

C’è anche chi si diverte.

E’uno tra i video più visti del momento e si intitola: BP e la fuoriuscita di caffè. E’ stato pubblicato a UCBComedy come produzione originale.

E’ decisamente più che una parodia e il filmato ricostruisce in via satirica la vicenda per certi versi tragicamente comica della incontrollabile fuoriuscita di petrolio dal pozzo a 1500 metri di profondità nel Golfo del Messico che ha coinvolto la BP dopo l’esplosione della sua piattaforma di estrazione la Deepwater Horizon. La Lousiana è lo stato che sta maggiormente subendo le conseguenze del disastro ambientale e l’economia è in ginocchio.

Già i ristoratori locali hanno piantato 101 croci in memoria di tutte le cose belle che la marea nera si sta portando via. Ora il tragico sfottò.