Posts tagged ‘battaglione Azov’

giugno 2, 2022

Rassegnatevi alla Pace!

Di Beppe Sarno

Il governo Draghi ha inviato una proposta di pace fra Ucraina e Russia giudicata insoddisfacente dai vertici Russi. Contemporaneamente violando l’art.11 della Costituzione  Draghi continua a inviare armi  dei più svariati tipi. Ovviamente il parlamento è tenuto all’oscuro della natura degli armamenti  inviati per motivi di sicurezza.  Certo è che le armi vengono spedite sotto il controllo del Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi) guidato dal commissario straordinario generale Francesco Paolo Figliuolo. E si occuperà la Nato della consegna logistica sul territorio ucraino. Se aggiungiamo l’adesione alle sanzioni contro la Russia e la feroce battaglia mediatica che fanno apparire Zelesky e il battaglione di Azov come degli eroici combattenti e Putin come un Hitler con l’atomica possiamo affermare senza tema di smentita che l’Italia è in guerra contro la Russia al fianco di Zelesky. Eppure l’ineffabile presidente del consiglio al pari di tutti i leaders europei sono  ammirevoli per il loro commovente zelo per la pace; ogni capo di governo la propone ne delinea le generose condizioni e nello stesso tempo studia come affamare la Russia e il suo popolo. Ci si indigna e ci si stupisce  del fatto che Putin si ostini a ricusarla per una pervicace e fatale incontentabilità. Nel frattempo i combustibili raggiungono prezzi  record, le piccole e medie imprese lavorano a ritmi ridotti le materie prime mancano, i granai cominciano a svuotarsi. Tutto questo accade mentre il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, proponendo nuove e più feroci sanzioni contro la Russia,   affabula gli interlocutori e dedica alla pace discorsi non meno obbliganti e piani di condizioni estremamente vantaggiose, a suo dire, per la Russia e per tutti i paesi d’Europa all’Ucraina oppressa con particolare riguardo alla causa delle democrazia, del diritto e della indipendenza dei popoli.

Tutte queste cose di cui la von der Leyen sembra avere l’esclusiva presenta un inconveniente, lieve ma decisivo, che l’Europa, il Regno Unito,  gli Usa  pur volendo la pace continuano ad alimentare la guerra inviando armi, uomini, consiglieri militari, applicando sanzioni e non si intendono con Putin che da parte sua continua a bombardare l’Ucraina.

E’ stato dimostrato che la famosa guerra dei trent’anni  durò tanto perché i condottieri dei popoli in guerra impiegarono tanto tempo per capire ciò che poi riconobbero essere stato chiaro per tutti sin dal primo momento e cioè che era perfettamente inutile cercare una decisione diversa da quella dettata dal primo anno di guerra e che gli altri ventinove anni furono spesi nel rincorrere ciò che si era fatto nel primo. Nel frattempo i morti, la fame e la carestia fecero milioni di vittime innocenti. Eppure appare chiaro a tutti l’inutilità di questa guerra. Deve estremamente eccitante per i soldati di un parte e dell’altra che combattono e muoiono, sapere che coloro che ritengono indispensabile la continuazione della guerra fino alla resa finale dell’uno o dell’altro contendente  e dei loro sacrifici sono anche dell’opinione che ci si potrebbe benissimo porre fine. I termini della questione che hanno generato questa guerra sono chiari: da una parte Putin  chiede l’indipendenza del Donbass e della Crimea dall’Ucraina sulla base della circostanza che sono stati di fatto legati alla Russia già da otto anni  e quindi si chiede cheKiev riconosca che le due regioni appartengono alla Russia. Inoltre la Russia ha chiesto la neutralità dell’intera Ucraina e quindi la dichiarazione formale che mai l’Ucraina entrerà nella Nato. Dal canto suo Zelesky mentre si dichiara disponibile a trattare sul modo di arrivare a un cessate il fuoco e pronto a discutere sui territori contesi dichiara “Questa guerra non finirà così. Scatenerà la guerra mondiale», aggiungendo che «Tutti coloro che sono venuti sulla nostra terra, tutti coloro che hanno dato gli ordini… sono tutti criminali di guerra». Difficile credere alla sincerità dell’uno e dell’altro anche perché se da una parte c’è l’America di Biden,  dall’altra c’è la Cina e ognuno sostiene  le rispettive ragioni dei contendenti. Intanto Biden fa sapere che se la Cina dovesse occupare Taiwan l’America è pronta a difenderla, dimenticando che Taiwan non è uno stato riconosciuto dagli USA. Ma si sa da sempre l’America è un paese che difende ed esporta democrazia per combattere “l’autoritarismo, la lotta alla corruzione e la promozione del rispetto dei diritti umani». La storia ci ammonisce del contrario e cioè che da una parte i popoli liberati il gusto della libertà prende il sopravvento sulla gratitudine dei liberatori sino a punto di  schierarsi contro questi ultimi, forse perché solitamente i liberatori hanno la strana tendenza a farsi pagare i loro disinteressati servizi con delle ipoteche  su quella libertà che fu la loro fatica.  Intanto assistiamo tutti ad un universale logoramento che ognuno della parti in causa progetta a danno dell’altro. Oggi giorno dai telegiornali nazionali, dai giornali, dai media sentiamo dire che è necessario logorare il nemico per giungere alla vittoria finale e mi domando che cosa ci sia  ancora da logorare per arrivare alla vittoria finale se è vero che oltre alle migliaia di morti  dall’una parte e dall’altra ci saranno gravissime ripercussioni economiche che pagheranno tutti, come universalmente riconosciuto. Pagheranno tutti: Ls Russia, l’Europa, gli Stati Uniti.  Quanto ci vorrà per l’Italia per ricostituire le ricchezze sprecate in questa assurda guerra? Per quel che ci riguarda il militarismo della signora Ursula von der Leyen santificata da  Mario Draghi che applaude soddisfatto, uscirà spezzato dalla guerra non per la eventuale vittoria o sconfitta del proprio campione, ma  per l’estenuazione alla quale  essa, complice il nostro Mario Draghi avrà ridotto il popolo che essa pretende di rappresentare: fabbriche chiuse, operai disoccupati, servizi sociali mortificati. D’altra parte, non mi sembra che chi si arma con rinnovato accanimento possa attribuire un significato democratico ed antimilitarista alla pretesa del disarmo altrui.  Questo poteva essere il punto di vista di Mefistofele nel duello fra Faust e Valentino.  D’altronde pretendere la pace come risultato esclusivo della guerra con la vittoria di uno dei contendenti significa voler  estirpare l’erba maligna della guerra lasciandone intatte le radici per le future rigerminazioni.  

Non c’è nessuno che crede sinceramente che l’Ucraina o la Russia siano in grado di assicurare la vittoria dell’uno sull’altro con un grande sacrificio di uomini e ricchezza nazionale perché se così fosse si potrebbe comprendere perché nessuno vuole la pace, ma dal momento che non è dimostrabile con assoluta certezza che una vittoria quale viene chiesta da Zelesky può essere ottenuta non solo cacciando i Russi dai territori occupati, ma obbligandoli ad arrendersi senza condizioni, domandiamoci se è logico porre termini che non si possono imporre fin che la guerra non sia stata vinta.

Moriranno ancora molti soldati, moriranno ancora molti civili, donne bambini, anziani ma alla fine ci si dovrà rendere conto che la guerra va fermata perché la vita non si arrenderà mai alle esigenze delle vittorie militari e per quanto ci si impegni sul piano del logoramento del nemico, la vita saboterà tuto questo perché la vita è vilmente ma irriducibilmente pacifista.

marzo 3, 2022

“Coloro che non ricordano il passato saranno condannati a viverlo di nuovo”

Di Beppe Sarno

La Russia ha lanciato un’operazione su vasta scale  dell’Ucraina dopo che il presidente Vladimir Putin ha autorizzato, quella che ha definito, una “operazione militare speciale” nell’est.

l’occidente sia essa L’Europa che l’America hanno condannato questa operazione e l’Europa compresa l’Italia si è prestata ad inviare armi e personale militare a sostegno per l’esercito. Il governo Draghi cancellando di fatto l’articolo 11 della Costituzione in cui espresso il sacro principio il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie si è assunta la grave responsabilità di entrare in una guerra al fianco di uno dei contendenti.

I bombardamenti nella regione del Donbass si sono intensificati quando Putin ha riconosciuto le due regioni separatiste di Donetsk e Luhansk come indipendenti e ha ordinato il dispiegamento di quelle che ha chiamato forze di pace, una mossa che l’Occidente ha definito l’inizio di un’invasione.

Mercoledì, i separatisti hanno lanciato un appello a Mosca per chiedere aiuto per fermare la presunta aggressione ucraina – affermazioni che gli Stati Uniti hanno respinto come propaganda russa.

La Russia ha lanciato un’invasione su vasta scala giovedì poco dopo che Putin ha detto di aver autorizzato un’azione militare per difendersi da quelle che ha detto essere minacce provenienti dall’Ucraina.

I missili russi hanno colpito diverse città ucraine, tra cui Kiev, mentre l’Ucraina ha riferito di colonne di truppe che si riversavano attraverso i suoi confini nelle regioni orientali di Chernihiv, Kharkiv e Luhansk e sbarcavano via mare nelle città di Odessa e Mariupol nel sud.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha dichiarato la legge marziale e ha fatto appello ai leader mondiali per imporre tutte le possibili sanzioni alla Russia, incluso Putin, che ha accusato di voler distruggere lo stato ucraino.

Immediatamente gli Stati occidentali si sono accordati per infliggere pesanti ritorsioni economiche alla Russia fra cui quello di tagliare la Russia fuori dal sistema finanziario SWIFT.

Da due giorni sono iniziate le trattative fra i rappresentanti dell’Ucraina e rappresentanti della Russia per cercare di fermare la guerra.

Cosa chiede La Russia per fermare la guerra?  la richiesta principale Di Putin e che le nazioni ex sovietiche come Bielorussia Georgia Ucraina non facciano mai parte della NATO così come in buona sostanza riconosciuto dai precedenti accordi internazionali. L’America risponde che allo stato attuale L’Ucraina non è in possesso dei requisiti democratici per accedere all’organizzazione mondiale della NATO.

L’Ucraina dal canto suo chiede l’istituzione di una no-flyzona  e   la sospensione degli attacchi militari.

Infine il Presidente Putin ha chiesto la “denazificazione” dell’esercito di Kiev con la messa al bando del “battaglione Azov” che è l battaglione Azov è un reggimento della Guardia nazionale ucraina che  nel maggio del 2014  è stato nei ranghi delle forze armate di Kiev. Il battaglione neonazista è stato anche associato a accuse di tortura e di abusi dei diritti umani e continua d essere tra i più tenaci e feroci oppositori delle milizie separatiste filorusse che hanno occupato una parte delle province di Donetsk e Lugansk.

Oggi l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione a schiacciante maggioranza che chiede alla Russia di fermare gli attacchi nei confronti dell’Ucraina.

Mentre l’intero mondo occidentale si sbraccia nel definire Putin un pazzo furioso paragonandolo ad Hitler, nessuno si domanda se l’America e l’Europa vogliono veramente la pace o invece come alcuni compagni sottolineano l’America, a soprattutto L’Europa, o almeno una parte dell’Europa non ha interesse alla pace.

Tutto questo mentre il mondo ignora completamente ciò che avviene in Siria bombardata quotidianamente da Israele e la guerra civile in Yemen rappresenta la più grande crisi umanitaria di oggi. Questa guerra va avanti da più di sei anni, e l’invasione del paese è stata condotta dall’Arabia Saudita, volendo mettere al potere il “suo popolo” in quel paese. È poco da dire che si tratta di una catastrofe umanitaria e umana totale perché oltre 2 milioni di bambini sono affamati e affamati per le strade di città e villaggi devastati. Le operazioni saudite nello Yemen sono state assistite dai loro alleati, Stati Uniti, Gran Bretagna ed Emirati Arabi Uniti. La prima richiesta di Putin di fatti è rivolta ai paesi occidentali perché è da loro che deve essere accettato il principio che l’Ucraina non entrerà mai nella Nato e certamente non basta una semplice rassicurazione del premier inglese, ma è sicuramente necessario un atto formale.

Il problema è invece un altro Putin: chiede la denazificazione dell’esercito. Il battaglione Azov detto anche la legione straniera Ucraina è una parte consistente dell’esercito Ucraino che si ispira a principi neonazisti di cui gli stati europei fingono di non accorgersi.

Andriy Yevhenovych Biletsky è un politico di estrema destra nazionalista bianco ucraino e leader del partito politico National Corps. Fu il primo comandante della milizia volontaria Azov Battalion, e co-fondatore del movimento nazionalista Social-National Assembly. Dal 2014 al 2019 Biletsky è stato membro del parlamento ucraino.

Intanto i nazionalisti ucraini che fanno arte dell’esercito ucraino usano la bandiera gialla e blù con lo stesso logo  (la runa “Wolfsangel”) che era  usata dalla 2a divisione SS Panzer “Das Reich” nella seconda guerra mondiale. Il loro leader, Andriy Biletsky, una volta disse che lo scopo dell’Ucraina era di “guidare le Razze Bianche del mondo in una crociata finale” contro “Untermenschen a guida semita”. Gli attivisti del partito nazionalista ucraino tengono nelle loro sedi il ritratto del leader dell’UPA Stepan Bandera.

Vediamo nelle immagini televisive il Presidente Zelinsky con alle spalle la bandiera Ucraina con il logo dei Wolfsangels simbolo nazista.

Il 22 gennaio 2010, il presidente uscente dell’Ucraina Viktor Yushchenko ha conferito a Stefan Bandera il titolo postumo di Eroe dell’Ucraina. Il titolo fu poi revocato per le proteste della comunità internazionale.

Bandera fu in gran parte responsabile dei massacri di civili polacchi e in parte dell’Olocausto in Ucraina. Per aver orchestrato l’assassinio nel 1934 del ministro dell’Interno polacco Bronisław Pieracki, Bandera fu condannato a morte ma la sentenza fu commutata in ergastolo. Nel 1939, in seguito all’invasione congiunta tedesco-sovietica della Polonia, Bandera fu rilasciato dalla prigione e si trasferì a Cracovia, nella zona della Polonia occupata dai tedeschi.

L’Olocausto in Ucraina ha avuto luogo nel Reichskommissariat Ucraina, nel governo generale, nel governo generale della Crimea e in alcune aree sotto il controllo militare a est del Reichskommissariat Ucraina (tutte sottomesse alla Germania nazista), nel Governatorato della Transnistria e nella Bucovina settentrionale (entrambe occupate dal quest’ultima annessa alla Romania) e la Rutenia dei Carpazi (allora parte dell’Ungheria) nella seconda guerra mondiale. Le aree elencate fanno oggi parte dell’Ucraina.[ Tra il 1941 e il 1944, più di un milione di ebrei che vivevano nell’Unione Sovietica furono assassinati dalle politiche di sterminio della “Soluzione finale” della Germania nazista. La maggior parte di loro fu uccisa in Ucraina perché la maggior parte degli ebrei sovietici prima della seconda guerra mondiale viveva nel Pale of Settlement, di cui l’Ucraina era la parte più grande.

Stefan Bandera è il riferimento storico della Brigata di Azov che è parte integrante dell’esercito dell’Ucraina con cui noi oggi ci apprestiamo a combattere contro l’orso sovietico. I soldati italiani vanno a combattere al fianco di gente che ha a celebrato il compleanno di Hitler nel 2018 distruggendo un campo rom a Kiev e inseguendo i suoi residenti terrorizzati, compresi i bambini, per le strade. Il compleanno di Bandera, il 1 gennaio, è diventato una festa ufficiale ucraina.

Il Presidente Ucraino  Zelensjy chiede aiuto ad Israele che  allo stato sembra non inviare personale militare. Certo mi domando come potrebbe un ebreo combattere sotto la bandiera che porta il  logo  (la runa “Wolfsangel”) che era  usata dalla 2a divisione SS Panzer “Das Reich” nella seconda guerra mondiale?

Alla richiesta di Zelensky ha risposto il  primo ministro israeliano Naftali Bennett che ha rifiutato la richiesta del presidente ucraino di fornire assistenza militare alla nazione dell’Europa orientale assediata, anche se ha inviato aiuti umanitari e ha votatao a favore della risoluzione dell’ONU che condanna l’occupazione militare dell’Ucraina.

 I media occidentali sono rimasti per lo più in silenzio sul ruolo dei gruppi nazisti neo e classici nel Maidan e nella guerra nell’Ucraina orientale, scegliendo di eliminarli dalla narrativa sull'”aggressione russa” che hanno creato. Nessuno ne parla e se qualche vago accenno vien fatto viene subito messo a tacere.

La domanda sorge spontanea: perché?

La pietà e la solidarietà per il popolo ucraino sofferente non ci deve far dimenticare che come è stato detto “non si può manifestare per la Pace senza denunciare il progetto americano ed europeo di spingere tutto l’Occidente ad una politica di guerra rappresentando con un bombardamento mediatico martellante ed unilaterale la Federazione Russa come il nemico frontale da combattere tentando di sanare tutti gli atti criminosi di guerra ed aggressione commessi dal 1991 in poi dagli usa e dalla nato in Europa e nel mondo per imporre in modo violento un modello politico economico e finanziario, ormai in crisi drammatica , che sta distruggendo ovunque le società civili, i valori umani e le risorse naturali e le istituzioni  democratiche” (F. Bartolomei).

 La Germania si è fatta capofila di questa escalation antirussa e allora sorge il sospetto che la Germania abbia interesse che la guerra non si fermi e duri a lungo per poter giustificare nei confronti della comunità internazionale la sua corsa al riarmo annunciata  dal cancelliere  tedesco, Olaf Scholz, il quale nel corso di un intervento al Parlamento in cui ha condannato aspramente l’attacco russo all’Ucraina ha dichiarato che Il governo federale tedesco intende finanziare le Forze armate (Bundeswehr) con un fondo speciale da 100 miliardi di euro.

La Germania al di là della propaganda mediatica si appresta diventare una potenza militare oltre che economica e quindi è chiaro che la volontà dei suoi governati è quella di  costruire la quarta potenza politica ed economica mondiale dopo l’America, la Russia e la Cina. Questo significa la morte del sogno europeo e la riduzione dell’Italia ad un paese insignificante sul piano internazionale pronto ad obbedire al dittatore di turno.