03:04 am | L’assunzione di acido folico e vitamina B12 durante la gravidanza può evitare al nascituro di soffrire di difetti congeniti come, per esempio, la spina bifida o problemi di…
5 novembre 2012 / Leggi tutto
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03:04 am | L’assunzione di acido folico e vitamina B12 durante la gravidanza può evitare al nascituro di soffrire di difetti congeniti come, per esempio, la spina bifida o problemi di…
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«Con un’alimentazione priva di carne il bambino rischia ritardi mentali e difetti della vista»: è quanto afferma Giuseppe Pulina, professore ordinario di Zootecnica Speciale dell’Università di Sassari e presidente dell’Associazione per la Scienza e le Produzioni Animali (ASPA).
Che spiega che nell’alimentazione della prima infanzia la carne è fondamentale: «Le linee guida per l’alimentazione complementare dei bambini pubblicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano, a partire dai sei mesi di età, l’assunzione giornaliera di alimenti di origine animale. E mettono in evidenza che, se nella dieta la carne è assente, per garantire al bambino gli apporti di microelementi fondamentali come ferro e vitamina B12 è necessario utilizzare alimenti ‘fortificati’ o integratori. Ma assumere integratori è come sostituire la natura con prodotti di sintesi». La biodisponibilità di ferro e di B12 nella carne è superiore a quella di qualsiasi alimento fortificato, continua Pulina: «I bambini allattati al seno da madri vegane e vegetariane o svezzati senza carne manifestano carenze di vitamina B12 con sintomi di anemia megaloblastica, ipotonia, alterazioni a fegato e milza e ritardi nella crescita somatica e cognitiva».
Assumere una pillola di vitamina B ogni giorno potrebbe proteggerci dall’Alzheimer, ritardando significativamente la perdita di memoria in eta’ avanzata.
Uno studio della Oxford University, presentato in occasione del British Science Festival, ha dimostrato che questi supplementi sono in grado di diminuire il declino della memoria del 70 per cento in alcune persone anziane. Non solo. I ricercatori hanno rilevato che le pillole di vitamina D e di acido folico dimezzano il tasso di riduzione del volume cerebrale in alcuni pazienti. “Tra i 40 e i 50 anni d’eta’ – ha detto Celeste de Jager, che ha coordinato lo studio – si verificano molti cambiamenti a livello cerebrale prima di arrivare ai sintomi clinici. Nella mezza eta’ la gente dovrebbe cominciare a pensare ai loro livelli di vitamina”.