03:34 am | Un anticorpo monoclonale sviluppato dalla MassBiologics della University of Massachusetts Medical School e testato in un modello animale presso il Biomedical Research Institute del Texas e’ capace di…
4 settembre 2012 / Leggi tutto
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03:34 am | Un anticorpo monoclonale sviluppato dalla MassBiologics della University of Massachusetts Medical School e testato in un modello animale presso il Biomedical Research Institute del Texas e’ capace di…
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Scoperta una proteina recettoriale che aiuta i virus Ebola e Marburg (responsabile di febbre emorragica a elevata mortalita’) a infettare l’organismo, e un anticorpo in grado di legarsi alla proteina bloccando l’ingresso di entrambi i virus nell’organismo: e’ quanto emerge da uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences dai ricercatori dell’Universita’ dell’Iowa di Iowa City (Usa).
La ricerca ha dimostrato che nelle cellule epiteliali presenti in diverse parti del corpo umano – comprese le mucose delle vie respiratorie e degli occhi, che rappresentano le classiche ”porte” attraverso cui si insinuano questi agenti patogeni – e’ presente una proteina, chiamata Tim-1, che favorisce l’azione dei virus Ebola e Marburg, aiutandoli a infettare i tessuti.
Si chiama bioterapia la nuova arma per sconfiggere il tumore. Uno studio italiano, che coinvolge 8 centri, la sperimentera’ contro il melanoma, un tumore della pelle particolarmente aggressivo e in costante crescita: ogni anno nel nostro Paese si registrano 7mila nuovi casi e 1.500 decessi. La bioterapia agisce potenziando le difese immunitarie dell’organismo del paziente. La ricerca, condotta dal Nibit (Network italiano per la bioterapia dei tumori), si chiama Nibit M1 ed utilizzera’ ipilimumab, un nuovo anticorpo monoclonale di Bms, associandolo alla fotemustina, un chemioterapico standard per il melanoma. E’ la prima volta al mondo che viene realizzata una sperimentazione di questo tipo, una via tutta italiana contro questo tumore. “Le potenzialita’ di questa nuova molecola – spiega Michele Maio, direttore dell’Immunoterapia Oncologica del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena – sono enormi e la stiamo utilizzando anche nel cancro della prostata e del polmone. Quanto gia’ emerso dai trial internazionali evidenzia che siamo di fronte al primo significativo passo in avanti nella lotta contro questa neoplasia, che negli ultimi 30 anni non ha fatto registrare alcun progresso. Il nostro studio arruolera’ 84 pazienti colpiti da melanoma in fase metastatica, includendo sia quelli mai trattati prima sia quelli gia’ sottoposti in precedenza ad una terapia”. Con il network degli 8 centri, sottolinea Giorgio Parmiani (presidente del Nibit e direttore dell’Unita’ di Immuno-Bioterapia del melanoma e tumori solidi dell’Istituto Scientifico Fondazione San Raffaele), “vogliamo favorire l’interazione scientifica e operativa dei ricercatori preclinici e clinici impegnati nella definizione di nuovi studi per combattere il cancro con un approccio immuno-biologico”.