Posts tagged ‘antibiotici’

novembre 18, 2013

L’Istituto Superiore di Sanità: aumenta ancora la resistenza agli antibiotici

 

La resistenza agli antibiotici è diventata un problema serio e preoccupante. Ne dà notizia anche l’ISS.
I dati sull’antibiotico-resistenza fotografano un quadro piuttosto sconfortante che desta preoccupazione: la resistenza agli antibiotici è aumentata notevolmente negli ultimi 4 anni
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settembre 18, 2013

Ecco i 3 batteri ‘incubo’, sempre più resistenti ai farmaci

I batteri utilizzati nell'esperimento sui biocombistibili (fonte: Brookhaven National Laboratory) I batteri utilizzati nell’esperimento sui biocombistibili (fonte: Brookhaven National Laboratory)

Sono gonorrea resistente, Clostridium Difficile e la classe di batteri chiamata Enterobatteriacei resistenti ai carbapenemi i tre ‘germi da incubo’ contro cui non funziona la maggior parte dei farmaci su cui bisogna agire urgentemente. Lo affermano le prime linee guida pubblicate dal Cdc di Atlanta sul fenomeno della resistenza agli antibiotici, che contengono anche un’indicazione delle priorità d’azione.

Secondo il documento ogni anno negli Usa muoiono 23mila persone a causa di agenti infettivi resistenti, mentre due milioni sono colpite per un costo sanitario diretto di 20 miliardi di dollari e indiretto di altri 35 miliardi. A provocare il fenomeno, sottolineano gli esperti, è l’uso smodato di questi farmaci, che secondo alcune stime sarebbero prescritti erroneamente nel 50% dei casi, e di cui si fa un uso massiccio anche negli allevamenti.

ottobre 18, 2012

Probiotici in soccorso dello stomaco, quando la flora batterica subisce danno da antibiotico.

Scienza

agosto 22, 2012

Antibiotici prima dei 6 mesi di vita e obesità: allo studio un possibile collegamento,

antibiotici

01:09 pm | Trattare i bambini molto piccoli con gli antibiotici li può predisporre al sovrappeso più in là nell’infanzia, secondo uno studio condotto su più di 10.000 baby-pazienti da ricercatori…

22 agosto 2012 / Leggi tutto »

febbraio 6, 2012

Superbatterio in GB: è allarme contagio.

Il pericolo corre sul bus e treno. In Gran Bretagna, infatti, è allarme per un che può diffondersi facilmente sui mezzi pubblici ed è a numerosi di prima linea. Il ceppo killer di (Methicillin-resistant ) chiamato Usa300 provoca la polmonite può sopravvivere facilmente sulle superfici, dunque i frequentatori di autobus e metro possono facilmente essere contagiati.

 

Il superbatterio, che può causare anche ascessi e grandi bolle sulla pelle, è stato segnalato per la prima volta negli Stati Uniti, ma ormai numerosi casi sono stati individuati in Gran Bretagna. Ruth Massey, del Dipartimento di Biologia e Biochimica presso l’Università di Bath, ha sottolineato come sia stata attivata una vigilanza supplementare su questo super-bug. Nei casi più gravi, Usa300 può portare ad avvelenamento del sangue letale o a una forma di polmonite che può corrodere il tessuto polmonare. Massey ha detto che ci sono stati 1.000 casi di acquisito in comunità in Inghilterra nell’ultimo anno, di cui 200 da Usa300. “Questo ceppo sembra molto abile a contagiare le persone sane”, ha aggiunto l’esperta, che in uno studio sul ‘Journal of Infectious Diseases’, analizza il meccanismo di diffusione di questi superbatteri nelle comunità, le difese per sfuggire agli e le misure per proteggersi da queste insidie.
“Mentre stiamo imparando sempre di più sul , c’è una seria minaccia rappresentata da questo ceppo più recente di batteri capaci di causare malattia e morte nelle persone perfettamente sane. Abbiamo bisogno di rispondere seriamente a questa minaccia”.

febbraio 3, 2012

Infezioni batteriche e l’efficacia antibiotica del miele.

L’utilizzo del si è rivelato efficace contro lo e i batteri che causano infezioni croniche in ferite che non guariscono. Lo studio che ne conferma l’attività antibiotica.

Ci sono ferite o lesioni della pelle che guariscono in fretta; altre che fanno fatica o che non riescono proprio a guarire. In questo casi spesso si ricorre agli che, tuttavia, non sono esenti da effetti indesiderati come, per esempio, la resistenza.
Poter dunque contare su un rimedio che possa essere efficace e al tempo privo di effetti collaterali potrebbe di certo essere la soluzione migliore. E, a quanto sembra, questa soluzione potrebbe trovarsi in un prodotto naturale come il – quello di Manuka, per la precisione.

gennaio 6, 2011

Amniocentesi: ricorrere agli antibiotici prima dell’esame potrebbe dimezzare rischi aborto.

Antibiotici ‘salva bebè’ prima dell’amniocentesi: l’uso sempre maggiore di questi farmaci prima di eseguire l’esame ha ridotto il rischio aborto da 1 su 100 a meno di 1 su 1000. Ad affermarlo è Paolo Scollo, direttore del dipartimento Materno infantile e dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania e vicepresidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo).

 

“Nei reparti di Ostetricia – ribadisce l’esperto – il numero di donne in gravidanza ricoverate per complicanze dell’amniocentesi si è, nel corso degli anni, notevolmente ridotto: in passato il rischio di aborto era dell’1%, che è sceso progressivamente allo 0,3-0,5%. L’assunzione di antibiotici prima dell’esame è finalizzata a contrastare i batteri che normalmente colonizzano le vie genitali femminili anche durante la gravidanza e che, sfruttando il momento del prelievo del liquido amniotico, possono causare infezioni al liquido stesso, determinando di conseguenza la rottura del sacco amniotico in cui è contenuto il bambino. Il rischio di aborto legato all’amniocentesi, infatti, non dipende strettamente dal prelievo in sé, ma è legato all’eventualità che il liquido si infetti, nei giorni immediatamente successivi”.

settembre 4, 2010

L’altruismo dei batteri: autentica causa della farmaco-resistenza.

La scoperta, che suffraga la teoria della cosiddetta selezione parentale, apre le porte anche a nuove strategie per affrontare il drammatico problema dei ceppi resistenti agli antibiotici

Anche i batteri possono essere altruisti. Lo ha dimostrato una ricerca condotta da biologi dello Howard Hughes Medical Institute e della Boston University e pubblicata su Nature.

Generalmente si ritiene che l’acquisizione della resistenza agli antibiotici da parte dei batteri agisca solamente a livello individuale: quando un batterio acquisisce una mutazione che gli conferisce una maggiore protezione contro il farmaco è in grado di sopravvivere e quindi di riprodursi più facilmente. Alla fine i batteri vulnerabili soccombono e la più forte progenie dei mutanti ripopola la colonia batterica. La nuova ricerca su Nature, mostra ora che sono in atto anche meccanismi più complessi.

Nel corso di uno studio condotto per comprendere in che modo batteri geneticamente identici di E. coli acquisiscano mutazioni che conferiscono la resistenza, i ricercatori hanno aggiunto a un bioreattore contenente il microrganismo quantità crescenti di un antibiotico, procedendo a periodici campionamenti sui quali valutavano il livello di concentrazione minima inibitoria, o MIC, del farmaco, capace di fermarne la crescita.

Con sorpresa i ricercatori hanno rilevato che la MIC dei campioni era molto inferiore a quella della popolazione complessiva del bioreattore, scoprendo che i batteri con MIC molto elevata erano molto pochi, meno dell’uno per cento del totale, e sparsi nell’ambiente.

I ricercatori hanno poi analizzato le proteine prodotte dai batteri con più elevata MIC in presenza dell’antibiotico, scoprendo che era particolarmente abbondante un enzima chiamato triptofanasi, in grado di ridurre in componenti amminoacidiche più piccole il triptofano. Uno dei prodotti di questa frantumazione è l’indolo, una molecola di segnalazione che E. coliproduce in certe condizioni di stress.

E’ risultato che l’indolo offre ai batteri vulnerabili due forme di protezione dalla norfloxacina. Da un lato ne stimola l’espulsione dalla cellula batterica, dall’altro attiva un cammino metabolico per la protezione dallo stress ossidativo indotto dal farmaco.

Confrontando la crescita dei diversi campioni di batteri i ricercatori hanno infine scoperto che i mutanti producono un sovrappiù di indolo, nonostante il suo elevato costo energetico: “Non crescono come potrebbero perché producono indolo anche per gli altri”, spiega James J. Collins, che ha diretto lo studio.(liquidarea)

marzo 24, 2010

Antibiotico antiacne stana e sconfigge virus dormiente.

Un antibiotico usato negli anni ‘70 contro l’acne si e’ rivelato efficace anche contro il virus Hiv. Lo afferma uno studio della Johns Hopkins University, pubblicato dal Journal of Infectious Desease. Secondo i ricercatori la miociclina, questo e’ il nome del farmaco, colpisce le cellule immunitarie in cui l’Hiv e’ “dormiente”, e previene la loro riattivazione. Lo studio afferma che questo antibiotico e’ efficace se usato insieme alle normali terapie antiretrovirali: “Il vantaggio della miociclina e’ che il virus appare meno propenso a sviluppare resistenza, perche’ il farmaco ha come obiettivo le cellule, non le proteine virali – spiega Janice Clements, autrice dello studio – quindi puo’ essere usato in aggiunta alle terapie normali”. L’idea, spiegano gli autori, e’ venuta osservando l’uso della miociclina nell’artrite reumatoide, dove ha mostrato una forte capacita’ antinfiammatoria nei confronti dei linfociti. Trasferita al virus Hiv, la terapia e’ gia’ stata testata con successo sugli animali.(liquidarea)