gennaio 11, 2012
Una pillola della sobrietà, in grado di limitare gli effetti di una sbronza e dire addio al “cerchio alla testa” del giorno dopo. È quanto sostengono di aver trovato dei ricercatori della University of California di Los Angeles, che sono andati a scavare nei segreti della medicina cinese per ricavare una molecola che – sostengono – potrebbe aiutare i bevitori più incalliti e arginare in qualche modo la piaga dell’alcolismo.
La molecola “miracolosa” si chiama Dhm e deriva da un estratto della pianta orientale dell’uva passa (nome ufficiale Hovenia dulcis), un grande albero originario dell’Asia i cui boccioli assomigliano, per consistenza, sapore e colore, alla nostra uva passa. I cinesi ne conoscono le virtù anti sbornia da più di cinque secoli e ora gli scienziati americani stanno provando a tirarne fuori un composto capace di trattare dal punto di vista clinico chi ha problemi con l’alcol.
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novembre 17, 2011
E’ un gene ad impedire il recupero dall’alcolismo. La scoperta coinvolge esclusivamente le persone alcol-dipendenti che riportano una particolare variante genetica, caratteristica che causa anche un maggiore rischio di morte prematura.
E’ il risultato di una indagine interdisciplinare promossa dal Dipartimento di Psicologia dell’Universita’ di Gothenburg, in Svezia. I ricercatori stanno studiando il gene del recettore della dopamina D2 e hanno scoperto che una sua variante e’ ‘sovra-rappresentata’ nelle persone con grave dipendenza dall’alcol. Peculiarita’ collegata a un alto numero di conseguenze negative di vitale importanza per i soggetti a rischio.
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novembre 5, 2010
Bere alcolici è socialmente più dannoso che prendere eroina, cocaina o altre droghe. Lo afferma, dati alla mano, un eminente studioso britannico, che fino allo scorso anno presiedeva il gruppo di consiglieri governativi su droghe e sostanze nocive. In una nazione come il Regno Unito, dove l’alcolismo è un problema diffuso ed evidente (basta mettersi fuori da un pub il sabato sera per rendersene conto), l’allarme lanciato dal professor David Nutt, in un articolo per l’autorevole rivisita scientifica Lancet, non dovrebbe rimanere inascoltato. Lo studioso chiede al governo di riclassificare l’alcol tenendo conto della sua maggiore pericolosità sociale, suggerisce di aumentare il costo degli alcolici per dissuadere almeno i più giovani dall’abuso e propone misure per considerare gli effetti dell’alcolismo “passivo”, così come è stato già fatto per il “fumo passivo”.(repubblica.it)
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ottobre 21, 2010
I risultati dello studio potrebbero spiegare la parte innata della suscettibilità a comportamenti di abuso di alcol e di altre sostanze
Molti studi in passato hanno suggerito la possibilità che dietro alla suscettibilità a comportamenti di abuso di alcol e di altre sostanze vi sia una predisposizione genetica alla dipendenza. Ora un nuovo studio pubblicato sulla rivista Alcoholism Clinical Experimental Research fornisce l’evidenza diretta grazie alla sperimentazione effettuata sui topi.
Lo studio del Brookhaven National Laboratory del Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti ha infatti preso in considerazione due ceppi differenti di animali, uno mancante del gene che codifica per il recettore per la dopamina denominato D2, e uno normale, analizzando la diversa risposta al consumo di alcol a lungo termine
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